Altro che polverone! Ecco un’intercettazione di dell’utri e Carboni

“Marcello parla a nome di Cesare”

 

“Marcellus” (così lo chiamano) Dell’Utri è costantemente informato di tutte le attività

Riinusconi

b-riina
NICCOLO’ ZANCAN (la Stampa)
ROMA
«Marcello». «Marcellus». «Marcellone nostro». «L’amico che sta a Como». Se c’è un Cesare sopra ogni pensiero della P3, e per i carabinieri «quel Cesare» è il premier Silvio Berlusconi, c’è un uomo che sembra più alto in grado negli incontri e nelle telefonate di tutti i giorni. O almeno riconosciuto come tale dalla presunta associazione segreta. Quell’uomo è Marcello Dell’Utri. «È andata strabene! Ho fatto io un intervento abbastanza determinato! L’altro l’ha fatto Denis altrettanto chiaro. E infine Marcello, come sempre è stato… Ci ha messo la sua … Tutto bene! Benissimo! Non poteva andare meglio!». Così il faccendiere Flavio Carboni commenta un incontro a casa Verdini per perorare la causa dell’eolico. Dove l’ordine delle pressioni sul governatore Ugo Cappellacci – convocato per l’occasione – non sembra casuale. Dell’Utri condivide tutti i programmi, secondo gli investigatori. Lavora per il business da impiantare in Sardegna. Si impegna per candidare Cosentino in Campania. Si informa sull’affaire Lodo Alfano. Ma non sempre va «strabene». Anzi. E infatti c’è una telefonata che è quasi un piano di riscossa. Quando il geometra Pasqualino Lombardi si sfoga con Carboni, preoccupato per le difficoltà incontrate nell’influenzare la Suprema Corte: «Abbiamo già fatto una brutta figura nel riguardo di alcuni amici. E questo non va bene… Nunn’è cosa. Allora il 27 e il 28 fissiamo un appuntamento con Marcello con il quale chiariremo tutti i rapporti presenti e futuri…».

Lui parla anche a nome del Cesare…
Ci sono appuntamenti nell’ufficio di Dell’Utri a Milano. Incontri al «Grand Hotel de Milan». Riunioni operative ai Circoli del Buon Governo di via del Traforo a Roma. Marcello ha i rapporti. Come spiega Carboni ad Arcangelo Marino, mentre discutono delle candidature in Campania: «Verdini ci deve dare una mano insieme al Marcello, il quale parla anche a nome del Cesare. Capito?». Pare che spesso ci sia un problema di informazioni da far arrivare: «Beh soddisfattissimo – esulta Carboni – credo che sia già arrivata nelle stanze di Cesare… I tribuni hanno già dato la notizia».

La P3 lavora duro. «L’amico Marcello» deve essere informato direttamente. Sul tentativo di condizionare la Corte Costituzionale lo chiama Flavio Carboni: «Io sto procedendo, credo che potrà avvenire ciò che si è detto». «Sì, sì, sì». «Anche Denis ha capito che non è proprio come sembrava, ecco…». «E mo’, infatti. Sì, sì. Comunque è stato un ottimo incontro». «Ecco, questa è la parola che mi fa più piacere. Va bene, amico mio…». Dell’Utri chiosa: «Benissimo, aspetto».
L’avvicinamento ai giudici fallisce, la sentenza boccia il Lodo Alfano. Ma Pasqualino Lombardi non si arrende, chiama Dell’Utri per rassicurarlo: «È andata male, eh». «Eh sì, ho sentito. Dobbiamo vedere quali sono le motivazioni». «E certo, ci saranno… Poi si leggeranno. Va bene, andiamo avanti. Qua non ci può fermare mai più nessuno, non vi preoccupate, andiamo avanti».

Adesso tocca al presidente
Il 9 ottobre 2009 Carboni e Dell’Utri discutono della candidatura di Nicola Cosentino a governatore della Campania. L’inizio della telefonata è coperta da un omissis. Poi parla Carboni: «Questa feccenda di Cosen… di Nicola…». Dell’Utri lo gela: «Quella cosa lì non è così scontata, purtroppo sembra… Ancora non è decisa, però siccome il premier va a Benevento domenica… Allora lì si incontreranno e si chiarirà la cosa». Difficile capire a chi alluda Carboni quando risponde: «Mah, vabbé caro, vabbene. Perché uno di questi qui di Milano, a parte quelli che conosciamo, tifa. E ne volevo parlare…». Dell’Utri però sembra capire bene: «Sì, lo so, ma possiamo far ben poco, lì ormai tutto si è fatto da parte nostra… Senza nulla trascurare… Adesso dipende solo da questo incontro di domenica con il presidente».

I dardi di noia
Marcello Dell’Utri ogni tanto sembra distante. Dopo una riunione a casa Verdini, ancora per il business dell’eolico, si confida con Flavio Carboni. «Pronto Marcello, buonasera». «Ehi, Flavio carissimo….». «Ti ho visto un po’… Avevi un viso affaticato, ero dispiaciuto, molto…». «È che spesso la gente è noiosa». «Questo è anche vero, e tu sei sensibile a questi dardi di noia». «Sono terribili, sono». «Però comunque mi pare che sia stata utile». «Non utile, preziosa vorrei dire».

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