C’è chi diffama, racconta barzellette volgarissime, spara bestialità razziste e chi lavora per i cittadini.

Delrio: “30 miliardi per il trasporto pubblico
e abbonamenti bus detraibili”

Intervista a Graziano Delrio ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture: “Abbiamo i bus più datati d’Europa: 7 mila su 50 mila ancora a euro zero. Vere bombe per sicurezza e inquinamento. Dobbiamo sostituirli”, di Valentina Conte, La Repubblica

Trasporto pubblico

«Il piano Marshall per il trasporto pubblico locale è partito. Abbiamo messo oltre 30 miliardi, da spendere da qui a quindici anni. Ma ora dobbiamo anche aiutare le famiglie a lasciare auto a casa. Ecco perché pensiamo di introdurre in legge di Bilancio una grande misura sociale. E di consentire a 2 milioni di persone di detrarre dalla dichiarazione dei redditi una parte di quanto spendono per l’abbonamento annuale».
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio assicura che domani la misura sarà discussa nel Consiglio dei ministri, convocato per varare la manovra.

Graziano Delrio
GRAZIANO DELRIO – Foto di Palazzochigi – CC BY-NC-SA

Ministro, siete sicuri di trovare le risorse?
«Stiamo cercando 70 milioni di euro nelle pieghe del Bilancio. Sono fiducioso».

Come funzionerà? Sarà una detrazione per tutti o differenziata per reddito?
«Gli abbonati potranno detrarre una quota, fermo restando gli sconti che le singole aziende già prevedono per categorie o condizioni sociali. Ciò che conta è il senso dell`operazione. Abbiamo riscritto le regole del trasporto locale, sono stati stanziati molti soldi per i mezzi pubblici, ora aiutiamo le famiglie a usarli».

Sempre che funzionino. Il piano Marshall è operativo o ancora su carta?
«Al contrario, è su ferro e gomma. Da più di vent`anni non veniva fatto un investimento infrastrutturale per le ferrovie suburbane – quelle che oggi portano alle grandi città e sono abbandonate- e le metropolitane. Abbiamo già a disposizione 6 miliardi e mezzo, altri 3 arriveranno in finanziaria. Ferrovie ne aggiungerà 2 e mezzo. Così da superare 10 miliardi. Serviranno a costruire chilometri di metro e tranvie nelle città. In tutta Italia abbiamo una lunghezza di metropolitane quasi pari a quella della sola Madrid: 243 chilometri contro 220-230. Non possiamo aspettare, ne va della qualità della vita».

Questo è il ferro. E la gomma?
«Il piano “Connettere l’Italia” prevede 10 miliardi per il rinnovo dei mezzi rotabili, tutte risorse dello Stato, un mix tra quanto stanziato nelle ultime due finanziarie e il Fondo sviluppo e coesione. Abbiamo i bus più datati d’Europa, con oltre dodici mesi di vita media. Ce ne sono 7 mila su 50 mila ancora a euro zero, vecchi di 25 anni. Vere bombe per la sicurezza e l`inquinamento. Ecco perché vogliamo sostituirli con un ritmo di 2.500 all`anno. Molte città hanno iniziato le gare. La filiera si è attivata».

Italiana o straniera?
«Per i treni gli stabilimenti sono tutti in Italia. Ferrovie ha messo in cantiere 450 treni regionali nuovi, arriveranno dal 2019 in poi. Un’operazione di ricambio da 4 miliardi per rinnovare il 70% della dotazione esistente, mai avviata prima e che porterà anche posti di lavoro. Al contrario, la produzione italiana di autobus è scarsa. Ecco perché con il ministro Calenda abbiamo stanziato 100 milioni di incentivi alle aziende che si inseriscono nella filiera della gomma. In ogni caso, molti autobus e treni sono in consegna. Abbiamo trasferito già un miliardo e mezzo. E aggiudicati altri 4 a Ferrovie».

Quanto è forte il rischio che tutto si blocchi a livello locale?
«Il prolungamento delle metro di Napoli e Milano è in corso: stanno facendo i progetti, tra due anni avranno i soldi. Da un anno e mezzo garantiamo flussi costanti di risorse. Poi certo chi è svelto tira la cassa e spende. L’Emilia Romagna ad esempio ha fatto subito il contratto di servizio con Ferrovie e avrà 80 treni in tre o quattro anni. Stanno già consegnando. E nel 2018 avremo la prima gara Consip per i bus».

Nel decreto fiscale il governo ha stanziato 300 milioni in più per Alitalia e allungato i tempi per la vendita. Lo avete fatto perché lo spezzatino è sempre più inevitabile?
«Al contrario. Significa dare tranquillità alla gestione commissariale. Non vogliamo svendere, ma vendere Alitalia. Guardiamo a quello che è successo ad Air Berlin, acquisita da Lufthansa: hanno dimezzato aerei e personale. Ma spezzettare un core business è sempre una sconfitta per tutti. Ecco perché per Alitalia guardiamo piuttosto al modello Meridiana: trovare un partner adatto, in grado di valorizzarla».

Ci penserà il prossimo governo, a questo punto?
«Non è detto. La compagnia c’è e continuerà ad esserci. Domani si chiudono le offerte, vediamo cosa ci diranno i commissari. Da qui a Natale capiremo il futuro di Alitalia. Ma questo governo non vuole prendere decisioni affrettate».

Gli ecobonus per le ristrutturazioni saranno rinnovati e ampliati?
«Di sicuro non saranno ridotti. Studiamo come estenderli agli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Fin qui sono stati incentiva 29 miliardi di lavori. Una misura che funziona».

Le risorse per la crescita in manovra sembrano davvero limitate. Non è un controsenso?
«Godiamoci il fatto che la ripresa c`è. E rafforziamo i meccanismi messi in campo. Continuando a seminare si raccoglie».

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter