Come se i mandanti delle stragi Falcone, Borsellino e altre fossero sconosciuti!

Il fantasma dello “stalliere” di Arcore

di Enrico Bellavia

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Enrico Bellavia – Giornalista di Repubblica

Per anni ci siamo concentrati tutti sul fatto dimenticandone gli sviluppi. A cosa avrebbe portato tutto il lavoro di Paolo Borsellino?
Un suo fidato collaboratore che avrebbe conosciuto l’infamia di un’accusa di mafia, il maresciallo, poi tenente Carmelo Canale, ha rivelato che Borsellino avrebbe arrestato  il procuratore Pietro Giammanco se solo gliene avessero lasciato il tempo. Rivelò anche che furono alcuni colleghi dell’ufficio a sconsigliare al procuratore capo di presenziare alle esequie di Salvo Lima. Stando a Canale, Paolo Borsellino avrebbe voluto farsi raccontare da Giammanco cosa sapeva dell’omicidio dell’europarlamentare.
Ora fermiamoci un attimo e riannodiamo i fili. Borsellino indaga sugli appalti, a due cronisti francesi andati a intervistarlo, due giorni prima della strage di Capaci, parla a sorpresa di Vittorio Mangano, lo sconosciuto stalliere di Arcore. Il suo capo lo osteggia in ogni modo e, dopo la morte di Lima, il procuratore aggiunto confida a un suo uomo di fiducia che vuole arrestare il suo capo.
Cosa aveva intravisto Borsellino tracciando un ideale filo che collegava il mandamento mafioso di Porta Nuova, a Palermo nientemeno che ad Arcore? Perché aveva chiesto a Canale di rintracciargli un vecchio rapporto sulla Duomo Connection? Perché nel suo ragionamento con i giornalisti francesi sente la necessità di far riferimento a una vicenda che riguarda molto da vicino due fratelli palermitani che hanno fatto fortuna al Nord, Marcello e Alberto Dell’Utri? L’ultima intervista di Borsellino, sepolta negli archivi della Rai, che ebbe copia di una sintesi trasmessa con ritardo per il pubblico italiano, nasconde proprio quelle domande. E se ne aggiungono altre di domande.
Cosa era Palermo nel 1992? Dove erano arrivati i “contadini“ di Corleone? Di quali appoggi godevano a Palazzo? Ecco se il tritolo di via D’Amelio non avesse fermato Borsellino, dove sarebbe arrivato il magistrato? Davvero avrebbe arrestato il procuratore capo Pietro Giammanco? Davvero le indagini su mafia e appalti lo avrebbero portato fino ad Arcore?
Che significato dare alla inusuale telefonata a casa Borsellino fatta da Giammanco la mattina del 19 luglio del 1992? Che peso dare alle sue parole: Paolo hai la delega per Palermo, spero che questo chiuda la partita? E che peso dare alla risposta di Borsellino: “Questo riapre la partita, anziché chiuderla”. A cosa alludeva Borsellino, a quali conclusioni era giunto? Perché era così impellente fermarlo quel giornoe e a quell’ora e con quei mezzi a 57 giorni dalla strage di Capaci? (12 continua)

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