Da Travaglio

Cai, Compagnia aerea incapaci

L’altroieri, mentre a Fiumicino si presenta in pompa magna la «Carta dei Diritti del Passeggero», ho la sventura di imbarcarmi sul Catania-Roma. Sventura perché, da quando c’è la Cai, non ho mai avuto il piacere di partire una volta in orario. Arrivo a Fontanarossa alle 11.20: l’aereo ha il solito ritardo di mezz’ora. Mi leggo i giornali? Impossibile: «Spiacenti, oggi in aeroporto non sono arrivati». Il ritardo passa a un’ora, senza spiegazioni. Finalmente l’imbarco. Si parte? Macché: mezz’ora fermi sulla pista. Chiedo allo steward quando si decolla. «Prossimamente». Seguono un paio di supercàzzole su un «cambio improvviso di aeromobile» e su un «passeggero in difficoltà». Torno al posto bofonchiando «compagnia di cialtroni». Quello mi insegue per sapere cosa ho detto. Ribadisco. Lui minaccia, non si sa con che diritto, di lasciarmi a terra. Poi scompare. Il cosiddetto aeromobile decolla con un’ora e mezza di ritardo. E atterra a Fiumicino alle 14.30: 135 minuti di ritardo. Ovviamente in aperta campagna, così perdiamo un altro po’ di tempo con la navetta. La signorina ci ringrazia di aver scelto Airone e si augura che torniamo presto a farci fregare. Sembra finita, ma la navetta non arriva. Sequestrati per 35 minuti, nella totale afasia del personale. Intanto una decina di passeggeri perde varie coincidenze. Ci liberano alle 15.05, 4 ore dopo l’ingresso a Fontanarossa. Nelle stesse ore il presidente Cai Roberto Colaninno comunica che, in barba ai «gufi», «Alitalia va molto meglio di prima». Infatti mi è venuta una certa idea sul possibile uso della Carta del Passeggero.

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