I deportati de l’Aquila

L’Aquila, al via lo smantellamento del campo di piazza d’Armi

“Vi sembra giusto dopo 5 mesi di tenda finire in una camerata?”

La tendopoli chiude

l’ira degli sfollati

(Repubblica)

La disperazione di un anziano nella tendopoli di piazza d’Armi

tende

aquila
L’AQUILA – La notizia rimbalza di tenda in tenda. “Ci mandano via, ci deportano come gli ebrei”. C’è paura, nella tendopoli di piazza d’Armi. “Per ora – raccontano alcuni sfollati in attesa del pranzo in mensa – non ci sono conferme ufficiali, solo annunci di prossime

riunioni. Ma noi sfollati abbiamo già capito che qui stanno smobilitando tutto. Ci sono già i primi segnali: hanno smontato alcuni bagni e lavandini e altri servizi. E poi – ecco un altro segnale – sono arrivate le televisioni, come se sapessero che sta per succedere qualcosa. In tenda si sta male ma fuori si può stare peggio. C’è già chi minaccia di incatenarsi da qualche parte per non farsi deportare. Le voci sono tante. “Ci portano nella caserma della Guardia di Finanza, quella del G8”. “Ci faranno entrare a forza nelle nostre case anche se ancora le scosse non si sono fermate”. Dopo cinque mesi di tenda dovremo finire nelle camerate di una caserma?”.

La conferma arriva dopo pochi minuti. “Parte oggi pomeriggio – annuncia Guido Bertolaso, il capo della Protezione civile – lo smantellamento delle tendopoli dell’Aquila. Si comincia con piazza d’Armi. Non sarà un intervento drastico ma un alleggerimento progressivo fino allo smontaggio definitivo”.

E dove andranno gli ex ospiti? Bertolaso si mostra sicuro. “Ci hanno chiesto di dare un tetto agli aquilani e così stiamo facendo. I 18.000 aquilani che hanno avuto la casa inagibile saranno sistemati nelle nuove case antisismiche mentre il resto degli sfollati – le cui abitazioni richiedono interventi minori – sarà ospitato nei residence, negli alberghi e anche negli alloggi della Guardia di Finanza”.

Per quanto riguarda i tempi dei lavori per la costruzione delle abitazioni antisismiche, il sottosegretario ribadisce che “a dispetto delle critiche siamo nel rispetto dei programmi”. E aggiunge: “A L’Aquila ci sono ottomila operai che lavorano, giorno e notte, per cinquanta imprese in 45 cantieri dove si stanno costruendo case, moduli abitativi e scuole, che inizieranno regolarmente il 21 settembre. Dunque – conclude – a quelli che dicono che l’Aquila è ferma rispondo che oggi L’Aquila è il più grande cantiere d’Italia, dove si rispettano tutte le norme di sicurezza sul lavoro”.

Solo Bertolaso comunque si mostra sicuro. Il sindaco Massimo Cialente e la presidente della Provincia Stefania Pezzopane denunciano che le case non basteranno per tutti e le famiglie che non avranno un tetto non potranno nemmeno mandare a scuola i loro figli. Fra coloro che hanno la casa agibile molti non sono rientrati perché le scosse continuano a fare paura.

Chi ha l’abitazione B o C, che necessita di “piccoli interventi”, ha scoperto che per i lavori servono ancora molti mesi. Per tanti l’unica prospettiva è un hotel sulla costa fino alla prossima primavera.

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