La Sardegna disperata. “Per tornare a sorridere”…

Vi giunga il mio urlo di dolore, amici lontani.

La Sardegna, per colpa delle scimmiette che hanno creduto alle bestialità e ai deliri di Berlusconi e Cappellacci, è ormai in ginocchio. Sta fallendo.  I padri di famiglia sono sui tetti, nell’ex carcere dell’Asinara, sulle torri del chimico… PER STRADA!

Le aziende, dopo aver inquinato il territorio ed essersi riempite le tasche coi soldi pubblici, chiudono e se ne vanno. Ora tocca ai call center.

Il povero zerbino di Arcore, cappellacci, che ha imbolsito la Ragione infarcendola di ladri-massoni-malavitosi  e faccendieri, non sa che pesci pigliare; non l’ha mai saputo. Lui si fa il viaggetto a Roma, ogni settimana, a prendere ordini da uno  gnomo ridicolo che è più deficiente di lui e non sa un cazzo (e poco gliene cale) dei sardi o della Sardegna.

Il mafionano usa la nostra terra solo per spolparla delle risorse e per devastarne il paesaggio e l’immagine in costa Smeralda.

Cappellacci pensa al un rimpasto (il terzo?) e dice che siamo in emergenza… MA VA?!

Ma non era stato lui (il ladro e bancarottiere della giunta Masala, della miniera di Furtei,  e del comune di Cagliari) a  riempirsi la bocca con la propaganda del suo signore e padrone, quando chiedeva i voti, blaterando che

“LA SRDEGNA DEVE TORNARE A SORRIDERE”?!

Per ora, la gente si mangia i gomiti e a sorridere sono solo le scarpe vecchie, dato che le nuove costano e in pochissimi se le possono permettere.

cappella

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