Enrico Fierro
17 giugno 2011
Napoli, il gioco sporco del governo
sui rifiuti: rischio stato di emergenza
Dura telefonata di Luigi De Magistris al premier: “Assumiti le tue responsabilità”. Oggi, intanto, la giunta vara la prima delibera sulla monnezza. Il sindaco: “Sarà una rivoluzione”. In strada ci sono 1.500 tonnellate di spazzatura.
É amareggiato il nuovo sindaco di Napoli. “Prendiamo atto, ancora una volta, che il Governo non ha approvato un decreto legge fondamentale per Napoli e la Campania, nonostante la sollecitazione politica di tutti”. In serata un lungo vertice col prefetto Andrea De Martino, il governatore Caldoro, la Provincia di Napoli, l’Asl e l’Arpac “perchè chi finora non l’ha fatto si assuma la sua responsablità. Se non si interviene subito con ordinanze urgenti anche dal punto di vista della sanità pubblica Napoli si espone a rischi molto concreti”. La riunione è aggiornata a questa mattina, il Comune farà la sua parte pulendo la città e individuando i luoghi dove trasferire i rifiuti in attesa che vengano trattati. Poi toccherà a Regione e governo.
Il rischio è il collasso, a Napoli, con una temperatura che ieri superava i 30 gradi, ci sono 1500 tonnellate di rifiuti per le strade, 10mila nell’intera provincia. E sotto il Vesuvio ancora ricordano la frase di Berlusconi a poche ore dal ballottaggio che decretò il trionfo di de Magistris, la sconfitta dell’industriale Lettieri e l’umiliazione del Pdl: “Se perdiamo poi è inutile che i napoletani vengono a bussare da noi”. Parole che rafforzano il sospetto che sulla pelle della città si sta facendo un gioco sporco. Proprio nel
“Le nostre scelte mettono in discussione affari vecchi e nuovi sull’emergenza rifiuti, il no all’inceneritore fa tremare le lobby del settore, la camorra delle discariche abusive, del trasporto illegale dei rifiuti, si sente messa all’angolo. Stanno reagendo, ecco tutto”. E’ lo sfogo di un giovane consigliere comunale. La situazione è drammatica tanto che lo stesso governatore Caldoro non esclude la proclamazione dello stato d’emergenza. “Non escludo la possibilità che siano le stesse Province e i Comuni a chiedere alla Regione di comunicare al governo la richiesta di stato di emergenza”. É una battaglia, quella che si combatte sulla monnezza, sull’orlo di un nuovo baratro ambientale, civile ed economico.
E’ una guerra tutta politica tra la Lega e il Pdl, e dentro lo stesso partito di Berlusconi. Da una parte alcuni parlamentari campani vicini al governatore Caldoro, come Mara Carfagna, che insieme al ministro Prestigiacomo chiedono che il governo approvi in fretta il decreto sui rifiuti, dall’altro l’ala filoleghista più interessata a mantenere gli equilibri già precari con Bossi e Calderoli che a risolvere il dramma della Campania. Novanta giorni, questo è il tempo che la Giunta de Magistris si assegna per portare la raccolta porta a porta a 325mila abitanti, altri tre mesi serviranno all’Asia, l’azienda dei rifuti ora guidata dal supertecnico Raphael Rossi, per predisporre un piano che estenda in tempi rapidissimi la differenziata all’intera città. É questo il nucleo centrale del programma del nuovo sindaco e del suo assessore all’Ambiente Tommaso Sodano. No ai volantini pubblicitari, alla vendita di ortaggi non defoliati, all’uso indiscriminato dell’usa e getta. Sì alla costruzione delle isole ecologiche con la definizione entro 15 giorni dei tempi della loro entrata in funzione, e alla realizzazione degli impianti di compostaggio, di valorizzazione dei rifiuti ingombranti e della carta. Ma servono soldi. I 400 milioni bloccati ieri dalla Ue, che ha nuovamente sanzionato l’Italia per le inadempienze sulla gestione dell’emergenza rifiuti servivano come l’aria.