Gli evasori dell’era Burlesquoni, i milionari che dichiarano meno di un pensionato medio.

Redditi 2011.Taxi, bar,alberghi ma anche gioiellieri e autosaloni:queste categorie hanno dichiarato meno di 17mila€. Come in anni precedenti.

°°° Solo chi non ha mai preso un taxi, mai comprato un pensierino in gioielleria o un’auto decente e chi non è mai stato in un hotel a 4/5 stelle  può credere a questi LADRONI! 17 mila euro li guadagnano al giorno, quando va male!!!

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La Rai come preda da disossare. Berlusconi e Minchiolini si abbuffano coi nostri soldi.

Direttor Minzolini, quanto ci costi? Crociere e alberghi sotto la lente

di Natalia Lombardo

Rischia brutto, il direttore del Tg1, per la disinvoltura con la quale ha mandato in onda servizi su una compagnia multinazionale di navi da crociera, la «Royal Caribbean International», per ben sei volte tra marzo e settembre 2010 all’interno di “Uno Mattina” o nello “Speciale Tg1”. O per l’intervista alla responsabile marketing del «Terme di Saturnia Resort» a cinque stelle, dove Augusto Minzolini ha trascorso week end alla grande. Pubblicità neppure tanto occulta, roba da far rischiare il licenziamento al «direttorissimo», come lo chiama Silvio. Addirittura un concorso vacanze per famiglie: se la prima edizione è stata oscurata, come rivela “Il Fatto”, la seconda campeggia sul sito del Tg1online dal 28 ottobre scorso: «Turisti reporter: vota lo spot». Poi l’annuncio con navona da crociera: «Arrivata la seconda fase del concorso che manderà un’intera famiglia a Miami per il viaggio inaugurale della Allures of the Seas. Vota sul sito».

Lo Squalo in crociera
All’ex retroscenista de “La Stampa” le crociere piacciono, soprattutto se passate con la bella deputata Pdl Gabriella Giammanco, sulla Msm, compagnia che Berlusconi ripagò, per non avervi svolto il G8 in Sardegna, con una assurda conferenza stampa a Napoli prima dell’evento spostato a L’Aquila.

Spese “pazze”
Servizi sponsor e note spese «pazze» del direttore del Tg1 sono all’esame del collegio dei sindaci del Cda Rai per un’indagine interna, un atto che ha dovuto accettare il direttore generale Mauro Masi che ha sempre difeso il «direttorissimo». Ma da maggio i conti delle spese di Minzo già non tornavano, confrontati con quelli di altri direttori. Così Masi ha bloccato la carta di credito aziendale del direttore del Tg1, che sfoggia una Porche bianca. Ama la bella vita, tanto da spendere in un anno 66mila euro con la carta Rai (soldi pubblici) messa a disposizione dei dirigenti per «rappresentanza», come risulta dalle note spese che il Dg ha dovuto portare nel Cda dopo la richiesta del consigliere Nino Rizzo Nervo. Carte sotto gli occhi del revisore della Corte dei Conti in consiglio, Luciano Calamaro. Dieci volte quanto ha speso Mario Orfeo, direttore del Tg2: il tetto annuale è attorno ai 7000 euro, il plafond della carta è di 500 euro al mese, «Minzo» ne avrebbe spesi 5.500, tra pranzi e grandi alberghi. E a Saxa dicono anche che alcune note spese fuori sede coincidano con la presenza del direttore in redazione. L’indagine procede, vedremo come andrà a finire.

Eppure la Rai soffre per i conti in rosso: «Senza ristrutturazioni o nuovi ricavi l’azienda ha due o tre anni di vita»: è l’allarme lanciato ieri in commissione di Vigilanza da Rizzo Nervo, accusando il Dg di inerzia e sottovalutazione. Un bilancio 2010 che si chiuderà «con un passivo di 118-120 milioni di euro, mentre l’indebitamento è di 240-260 milioni», con un «ricorso alle banche che la Rai non conosceva dal ’93». Allarme condiviso da Giorgio Van Straten, altro consigliere di area Pd: entrambi smentiscono il consigliere Pdl Rositani, che ha previsto la chiusura del bilancio 2011 «con un positivo di 28 milioni».

Se ieri i consiglieri di maggioranza erano presenti all’audizione in Vigilanza, a causa dei lavori parlamentari è comunque stata sospesa. Il presidente Rai Garimberti ha avvisato: il contratto di servizio «è più oneroso di quanto si incassi», data l’evasione del 30 per cento del canone contro la quale il presidente torna a chiedere «impegni ad hoc».

23 novembre 2010

minzo.marciapiede

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Alberghi sardi

Come ogni anno, moltissimi amici da tutta Italia e da mezza Europa mi chiedono un consiglio e un aiuto per prenotazioni  in posti poco affollati della Sardegna. Come ogni anno, mi trovo in estremo imbarazzo: conoscendo la triste situazione di estrema impreparazione da queste parti, non voglio essere complice di rapine e delusioni…  Qualcuno lo mando da gente conosciuta e qualcun altro lo sto indirizzando al mio amico Luca Frau, che è uno dei migliori e più seri tour operator dell’isola.

 Parlavamo con la mia figlia londinese di quando lei e i fratelli erano piccoli e andavamo a “fare i matti”.  Ogni volta che ero abbastanza libero dal lavoro o quando arrivava qualche assegno inaspettato dalla Siae, io pigliavo baracca e burattini, caricavo tutti in macchina e, scuola o non scuola, andavamo all’avventura. Quando abitavamo a Roma, andavamo a Napoli, Saturnia, Rimini, San Marino, Abruzzo, Umbria, ecc. Quando abitavamo a Cagliari, ci siamo girati tutta l’isola e le isole, fino alla Maddalena e Caprera. Ci siamo fatti tutti gli alberghi dell’Esit: da Carloforte (in riva al mare) a Sas Pendulas di Villacidro. Oggi questi alberghi sono tutti chiusi o falliti. La stessa cosa che succede negli alberghi dell’interno, fatti coi nostri soldi e affidati a

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Cappella: via col cemento

Piano casa: il primo atto di Cappellacci

bonus anche sugli alberghi

Entro metà luglio il ddl
che conterrà pure le modifiche
al piano paesaggistico
varato dalla giunta Soru.

°°° Ma è meraviglioso! Cappella paga la prima , anzi no: la seconda cambiale al suo proprietario. La prima era FAR CHIUDERE LE INDUSTRIE.

Mi chiedo perché ampliano gli alberghi: sono tutti desolatamente VUOTI!

Ah, già… deve circolare cemento, devono circolare tangenti. Che scemo…

CAPPELLA  SI DIVERTE

cappellacci

AMPLIAMENTI

piano_casa1

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Se permettete…

E ora la procura indaga
anche sulle feste a Cortina
«Undici anni fa mio padre si è ucciso perché non riusciva a portare a termine il progetto del residence»

Patrizia D’Addario (Rocco De Benedictis)
PATRIZIA D'ADDARIO

BARI — La replica di Patrizia D’Addario all’accusa del premier di essere stata «mandata e retribuita» è secca: «Smentisco che ciò sia accaduto. Qualora l’onorevole Berlusconi sia in possesso della minima prova a sostegno della sua affermazione, lo invito a volerla trasmettere all’autorità giudiziaria. Se così non fosse vorrei pregarlo di astenersi da simili affermazioni». Reagisce duro la donna. Dopo essere rimasta «blindata» per una settimana, consapevole che ogni sua mossa sarebbe stata controllata e analizzata parla per rispondere «a frasi infamanti». E la rabbia monta «perché le altre si spacciano per ragazze-immagine e prendono soldi, mentre io che ho soltanto raccontato la verità vengo massacrata». C’è soprattutto un punto che Patrizia ribadisce: «Non sono stata io a presentare una denuncia. Il magistrato mi ha convocata perché voleva sapere che rapporti avessi con Gianpaolo e se lui mi avesse portata a palazzo Grazioli. È stato in quel momento che ho deciso di ammettere quanto appariva già evidente».

Il pubblico ministero aveva infatti ascoltato centinaia di conversazioni telefoniche dell’imprenditore barese che ingaggiava squillo da portare a feste e vacanze a Roma e a Villa Certosa in Sardegna. E lei, che in quei colloqui compare spesso, è stata chiamata come testimone. Non nega Patrizia di aver maturato in questi mesi risentimento nei confronti del premier «ma solo perché sono stata ingannata. La seconda volta che l’ho visto, quando ho trascorso la notte con lui, non ho preso soldi: mi sono fidata della sua promessa di aiutarmi a costruire il residence sul terreno della mia famiglia. È il cruccio della mia vita perché mio padre si è ucciso quando ha capito che non sarebbe riuscito a portare a termine quel progetto. Ci aveva investito tutti i suoi soldi, pur di realizzarlo aveva accumulato debiti. Undici anni fa, quando era ormai sull’orlo del fallimento, si è suicidato».

L’inchiesta della Procura di Bari va avanti e trova nuove conferme. Alcune ragazze hanno ammesso quanto emergeva già dalle intercettazioni: fine settimana trascorsi a Cortina in compagnia di facoltosi clienti nelle suite di alberghi di lusso oppure nella villa di un noto industriale. E soprattutto hanno confermato il ruolo di un «mediatore» che avrebbe aiutato Tarantini a organizzare le trasferte. Si chiama Max ed è l’uomo che gli ha presentato Patrizia. Nelle audiocassette che la donna ha consegnato due giorni fa, la voce di Max è stata registrata più volte. A metà ottobre 2008 fu lui a dirle che c’era una festa a Roma e poi la portò da Gianpaolo. L’accordo fu chiuso in meno di un’ora: «2.000 euro per una cena da Berlusconi», anche se poi Patrizia ne prese «soltanto 1.000 perché non ero rimasta». Max era ospite nella villa di Tarantini durante la vacanza in Sardegna nell’estate dello scorso anno e a metà agosto partecipò con lui alla cena per una sessantina di invitati a Villa Certosa. Portarono un gruppo di amici e lì trovarono Sabina Began, la donna ritenuta molto vicina al presidente del Consiglio che gli avrebbe presentato l’imprenditore barese. Un vorticoso giro di eventi mondani nel quale Patrizia è stata coinvolta e che adesso ha contribuito a svelare. «Sapevo che mi avrebbero accusata delle peggiori nefandezze — chiarisce — ma io sono inattaccabile perché ho sempre detto la verità e infatti Berlusconi non può negare le circostanze che ho rivelato. Io non sono in cerca di successo. Avevo soltanto chiesto un aiuto per finire la costruzione di quel residence. I ritardi mi hanno costretto a pagare un mutuo altissimo».

La donna — che il Pdl ha candidato alle elezioni comunali con la lista «La Puglia prima di tutto» — spiega che «tutti erano a conoscenza di quello che facevo per mantenere la mia famiglia, visto che da quando mio padre non c’è più sono io ad occuparmi di mia madre, oltre che di mia figlia. E se ho deciso di raccontare la verità l’ho fatto anche per loro. Ero stata chiamata dal magistrato e volevo che non ci fossero ombre. In questi mesi Tarantini mi ha chiesto più volte di tornare a Roma, gli ho detto di no perché il patto non era stato mantenuto. Lui sapeva che avevo le prove degli incontri e quando casa mia è stata svaligiata ho cominciato ad avere paura. Ho capito che non dovevo nascondere nulla di quanto era accaduto».

Fiorenza Sarzanini
24 giugno 2009

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°°° Se permettete, amici, tra una ragazza coraggiosa che ammette di fare un mestiere non proprio invidiato: pur sapendo di attirarsi contro le ire del farabutto più potente d’Italia, e uno dei più grandi cazzari della Storia del mondo… beh, mi sembra evidente che credo fino all’ultima virgola di ciò che dice Patrizia. Conosco sulla mia pelle i metodi di Mafiolo. Patrizia D’Addario svetta in questo confronto mille anni luce avanti. Il Cavaliere (de ‘stogazzo) è sempre più patetico: pensate che a un attacco del Guardian (uno dei più prestigiosi quotidiani del mondo) replica con un’intervistina fasulla a “Chi”… Questo è il livello, gente!

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Porta a porta

Mi dicono che il nano indecente ha sparato le sue solite stronzate e i suoi delirii anche dal servo fedele azzerbinato, vespa.
Oltre alle solite puttanate, pare che abbia anche millantato della “ricostruzione in Abruzzo iniziata a tempo di record“… MA DOVE?! MA QUANDO?! Ovviamente NON E’ VERO NIENTE! Troppi mesi, se non anni, dovranno ancora stare dentro le tende invivibili e malsane quei poveri disperati creduloni. E non so come finirà con quelli deportati negli alberghi della costa: dato che gli albergatori NON hanno ancora visto una lira e stanno ricevendo disdette su disdette dai turisti che avevano prenotato…
Alcuni amici mi hanno mandato delle foto su alcuni capolavori di una ipotetica ricostruzione, che verrà fatta (SE VERRA’ FATTA) da ditte mafiose e amici degli amici pregiudicati di Mafiolo e Bertolaso. ECCOLE:

L’ORDINATISSIMO ED EFFICIENTISSIMO UFFICIO DI BERTOLASO:

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L’UFFICIO DI BERTOLASO E’ SITUATO UN UNA CASA DELLA FAMIGLIA GASPARRI. SI ENTRA DA QUI:

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LA STANZETTA DOVE LAVORA MAURIZIO GASPARRI QUANDO E’ IN ABRUZZO:

maroni-ufficio

DUE LOSCHI FACCENDIERI

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LACASERMA DELLA G.di F. DOVE SI TERREBBE IL G8, COL DEPRAVATO GENERALE DELFINO MURATO VIVO:

pesce

LA SICUREZZA, AFFIDATA AI CERVELLI FINISSIMI: LA RUSSA, MARONI E GASPARRI. ALTISSIMA TECNOLOGIA:

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L’INGRESSO MIMETIZZATO:

casa-gasparri


IL CITOFONO STRATEGICO:

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ALTRE IMMAGINI DELLA SPLENDIDA RICOSTRUZIONE AVVENIRISTICA. CI ASSALIRA’ L’INVIDIA DEL MONDO INTERO!

ricostruzione

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Scimmiette miracolate

Victoria Beckham cerca casa
e punta al Castello Sforzesco

Posh è stanca di alberghi e vuole sistemarsi a Milano. Rimasta affascinata dall’edificio storico, sta cercando di ottenere i permessi per abitarne un’ala

MILANO – Gli alberghi, anche se di lusso, alla lunga stancano. Molto meglio una casa vera: lo pensa anche Victoria Beckham, che secondo alcune indiscrezioni riportate dai periodici americani, è pronta a metter su casa all’ombra della Madonnina. “Basta alberghi, ormai mi sento milanese, voglio vivere qui!”, ha detto la ex Posh Spice, secondo Star Magazine. David, dunque, sarebbe riuscito finalmente a convincere la consorte: il calciatore ha detto più volte in passato di amare la sua vita in Italia e di intravedere qui un futuro per la sua famiglia. Victoria, poi, non solo ha molti amici in Italia, ma sta anche pensando seriamente di lanciare la sua linea di abbigliamento DVB a Milano.

La ricerca della casa, quindi, sarebbe già partita. E che casa: Victoria non starebbe certo pensando ad un modesto appartamento. Sempre secondo il periodico rosa, la signora Beckham non si accontenterebbe neppure di un mega loft di design nel Quadrilatero della Moda. La sua scelta è caduta su un luogo da favola: il meneghino Castello Sforzesco. Pare che Victoria sia rimasta rapita dalla bellezza gotica del complesso architettonico medievale. Sa che è complicato, ma è disposta a tentare qualsiasi cosa per realizzare il suo sogno. In alternativa, la coppia potrebbe optare sull’albergo di Armani, di cui Victoria è testimonial – si parla di un intero piano – in costruzione in via Manzoni.

Certo, Victoria non è la sola a subire il fascino del maniero storico. Fra le celebrities è in buona compagnia: altri fan dei castelli sono Sting, Nicolas Cage fino a Tom Cruise, che avrebbe intenzione di acquistare il Castello Odescalchi sul lago di Bracciano, già ambientazione da favola delle sue nozze. Victoria, pur obbligata attualmente a una vita da pendolare per impegni di lavoro tra New York, Londra e Milano, è molto determinata e disposta anche a passare più tempo in Italia, allo scopo di riuscire a mobilitare le autorità locali per ottenere tutti i permessi necessari all’usufrutto di un’ala del castello.

Assecondare Victoria non è di certo un’impresa da poco: basti pensare che, arrivata sul jet privato di Berlusconi, la signora Beckham ha alloggiato al Four Seasons con il marito in una camera da 8 mila euro a notte, come rivela la versione russa del noto periodico Glamour.

vic

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Il solito cazzaro

a Pescara Tra le famiglie ospitate negli hotel sul mare (corriere.it)
Gli albergatori e gli sfollati a 4 stelle:
«Pasti ancora per pochi giorni»
«Costi troppo alti».
Disertata la Caritas

PESCARA — Alcune famiglie, già adesso, vanno alla mensa della Caritas: il loro turno, alla sera, è due ore prima di quello dei clochard. Fusilli al ragù nei piatti di plastica bianchi come i tavolini e le sedie: però quasi tutti gli sfollati dell’Aquila preferiscono mangiare in albergo, strutture che il governo ha preso in «pensione completa ». Solo che «tra una settimana non potremo più garantire i pasti. Costi troppo alti per noi —spiega il presidente di Federalberghi Abruzzo, Emilio Schirato — un flusso di denaro in uscita che non possiamo più sostenere. Il governo si muova, il sistema creditizio ci aiuti, servono diecimila euro per ogni albergo».
Berlusconi continua a dire ai terremotati di trasferirsi sulla costa, ma gli albergatori da queste parti hanno fatto i conti e adesso temono di fallire. «Possiamo resistere ancora una settimana — dice Schirato —due al massimo, poi non potremo più farli mangiare». La solidarietà, d’accordo: ma «mica tutto può ricadere sulle spalle del settore alberghiero…». Ora, sia chiaro: qui a Pescara i negozianti, gli studenti, tutti, cercano di dare una mano, di portare vestiti, saponi, aiuti. Per esempio, Valeria Rotondi e Flaminia Calabrese, studentesse: servono fusilli alla Caritas. Ma in pochi, tra quelli fuggiti dal terremoto, accettano di mangiare alla mensa. «I risarcimenti arriveranno — dice il presidente Schirato — ma ci preoccupa il presente: in alcune di queste strutture non c’è neanche il ristorante… ».

°°° Mafiolo fa tutto facile. Tutti abbiamo notato Al Cafone coi suoi 40 gorilla andare a fare passerella in mezzo alla gente disperata. Una presenza inutile e dannosa: come sempre. Chiacchiere, illusioni, spot propagandistici… e poi – COME SEMPRE – la realtà dei fatti gli dà delle grandi mattonate sui denti. E’ un anno che parla e straparla di miliardi, ma i 28 miliardi del tesoretto lasciati dal Governo Prodi, se li sono subito mangiati e sono mesi e mesi che nessuno vede più un cent.
Hanno rapidamente messo in ginocchio una delle più grandi potenze del mondo, facendola retrocedere di decine di posizioni IN TUTTI I CAMPI! E questo nanerottolo improbabile ancora va in giro a sparare cazzate… Sarei tentato di scrivergli una bella lettera di VAFFANCULO su carta intestata del comune di Sassari:

comune-di-sassari-mail

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ANCORA CARBONIA

Alcuni amici emigrati, che sarebbero tornati al volo per lavorare al nostro progetto “EASY CARBONIA”, mi hanno fatto notare l’assoluta mancanza di alberghi e di servizi di accoglienza nella cittadina. Ma questo lo sapevamo, amici. Però sappiamo anche, e le abbiamo viste, quante realtà alberghiere esistono in posti dove NON VA MAI NESSUNO! Ne ho tre, di alberghi miliardari COSTRUITI CON SOLDI PUBBLICI A FONDO PERDUTO, proprio qui: uno appena fuori Sadali, uno a pochi km, andando a Seulo, e un altro scendendo verso il lago. Tre strutture costate minino sei miliardi l’una e… desolatamente vuote e indebitate. Fabbriche di debiti, appunto, e di delusioni. I motivi sono due:
a) NON si finanzia un albergo CON SOLDI PUBBLICI PER AFFIDARLO NELLE MANI DI CHI IN UN ALBERGO NON C’è NEMMENO MAI STATO.
B) NON si costruisce un albergo nel deserto “sperando” che poi si riempia di clienti.
Basti la passata esperienza degli alberghi ESIT. Ve li ricordate? Tutti in punti strategici dell’isola: da Carloforte a “Is Pendulas” di Villacidro, da quello in pieno centro a Cagliari a tutti gli altri. FALLITI! Tutti.
Qui ancora non hanno capito che fare l’albergatore è UN MESTIERE! Così come fare il comico, il regista, il conduttore televisivo, l’attore o il cantante. SONO MESTIERI! Ci vuole studio, umiltà, gavetta, esperienza, TALENTO… Per ogni mestiere ci vuole una dote precisa. Se non si ha questa dote spiccata, se non si ha professionalità, se non si ha amore per l’attività… beh, allora finisce “alla sarda”. Gli alberghi falliscono e le vite dei malati di mente che si spacciano per artisti muoiono in un videocitofono di Cagliari e in qualche sagra paesana.
Ma torniamo a Carbonia. Noi avevamo pensato anche a questo. Ma sappiamo anche che PRIMA bisogna ricreare l’immagine della città, l’appeal; PRIMA bisogna creare interesse; PRIMA bisogna organizzare le fiere, le mostre, l’accoglienza e gli eventi; PRIMA bisogna portare la gente! PRIMA si deve lavorare sul TURISMO INTERNO (che oggi non esiste). Intorno a Carbonia, nel raggio di 150 km, gravitano circa un milione di persone… Ma volete che almeno la metà, a rotazione, non vengano a vedere, a curiosare? E, se saremo stati bravi a fare il nostro lavoro, queste persone torneranno e porteranno altri amici. Così si comincia! Ma poi, amici miei, grazie alla Rete ormai in tutto il mondo si stanno diffondendo NUOVE forme di turismo e di accoglienza. Nuove realtà economiche individuali o familiari, confidenziali, e vantaggiose per tutti. Ad esempio, esiste il “couchsurfing“: che sarebbe l’affitto del divano domestico al turista di passaggio. Esiste il “roomorama“:
dove si mettono a disposizione i letti in più delle case private. C’è il “parkingspot“: dove addirittura si mette a disposizione un parcheggio o un posto auto privato, si affitta, a chi non sa dove parcheggiare la propria auto per qualche giorno, perché magari si sposta in bici o a piedi o con amici motorizzati. Si sta diffondendo nel mondo anche il “Peer-to-Peer camping“: dove chiunque possegga un giardino, un terreno, un cortile, può guadagnare affittandolo temporaneamente per far montare una tenda o parcheggiare un camper.
Questa imprenditoria individuale si sta diffondendo dagli Usa all’Europa intera, proprio grazie al Web! Tutte queste cose, naturalmente, non le sanno i sindachetti, né gli assessori dei nostri comuni. Tantomeno le sanno i capataz della regione: fermi a cinquant’anni fa. Come l’edilizia… Qui, burlesquoni e ligresti in testa, continuano a costruire porcilaie inabitabili, malsane, ed ecologicamente INCOMPATIBILI, proprio come si faceva nell’urgenza del dopoguerra. Ma oggi c’è la BIOEDILIZIA, oggi ci sono delle sofisticatissime tecniche e dei materiali ecosostenibili ed economici, che questi asini e ladri nemmeno conoscono!
Insomma, amici, io non ho ancora perso le speranze che il progetto “Easy Carbonia” si faccia. Troppe persone mi stanno scrivendo e telefonando. Persone disposte a tutto pur di far ragionare il sindaco e la giunta. A meno che, Salvatore Cherchi e la sua giunta non preferiscano rassegnare le proprie dimissioni immediate.

cherchi

cabras

carbonia

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