5 x 1000 all’ Associazione Azalai della mia amica Claudia per i bambini del Mali.

Nella dichiarazione dei redditi, scegli di devolvere il tuo 5 x 1000 all’ Associazione

Azalai

per

“Una scuola per i piccoli Tuareg del deserto del Mali”

Codice Fiscale  92140490928

CHIEDO A TUTTI GLI AMICI UN SOCCORSO STRAORDINARIO per i 700 bambini delle nostre tre scuole, sorte nel 2006 nel deserto del Mali, regione dell’Azawad, a sud–ovest di Timbouctu (Tin Adanda, Tin Gnèrè, Tin Lokiyan) e oggi rifugiati in un campo profughi nel deserto della Mauritania, a causa delle ribellioni in corso nei loro territori e delle forti repressioni.

Chiedo la collaborazione di tutti gli amici per riorganizzare le scuole all’interno del campo profughi per garantire la continuità dell’istruzione, il sostentamento e l’assistenza sanitaria primaria.

Sei in difficoltà? Chiama al 328 82 91 531

Grazie a nome del Grande Sud

Claudia Zuncheddu

 

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Ricevo dalla mia comare adorata Claudia e pubblico. Se siete sani, leggete tutto e muovetevi!

Name: Claudia
Email: zunchedduclaudia@tiscali.it

Subject: Rossella Urru: Non sempre l’immobilismo paga…

Caro Lucio, come stai? Ti invio privatamente il mio pezzo sulla questione
del rampimento di Rossella e dei due colleghi spagnoli. A si biri. Un
abbraccio Claudia

Rossella Urru: non sempre l’immobilismo paga
Ci sono situazioni in cui, ognuno di noi è chiamato a far quel che può per
risvegliare le coscienze della gente, del mondo della politica, del mondo
delle diplomazie, in casa propria o in casa altrui se necessario. Sul caso
di Rossella Urru, non è più tempo di attendere. La situazione geopolitica
esplosa nel fascia sub-sahariana: contraccolpo degli avvenimenti libici, non
viene riportata in tutta la sua drammaticità e veridicità dai media
internazionali. Il caso dei tre cooperanti rapiti in Algeria, non può
prescindere da un’analisi responsabile sui nuovi scenari politici, troppo
spesso sconosciuti, a partire da chi la politica internazionale dovrebbe
conoscerla e capirla. In Mali, Paese che per ragioni geografiche è
coinvolto dal rapimento dei tre giovani, sono in corso grandi ribellioni e
rivolte con scontri violentissimi. Dal 1960, anno dell’indipendenza del
Mali, siamo di fronte alla quarta “ribellione” del popolo Tuareg,
ribellioni scatenate dalle fortissime discriminazioni contro questo popolo e
dai Patti stipulati, e mai rispettati, con il governo centrale di Bamako,
ultimo, quello siglato da ambo le parti ad Algeri nel 2008.
Da oltre un mese, i fortissimi scontri armati in tutto il territorio maliano
e la “caccia al tuareg”, dalle città come Bamako e Timbouctu a tutta la
fascia sahariana popolata, ha determinato la fuga di questo popolo verso il
Sahara della Mauritania, in Burkina Faso, in Algeria, in Niger, oppure verso
le zone desertiche del nord Mali, di possibile accesso solo a chi in Sahara
vive da sempre.
Le “Primavere Arabe”, di cui bene farebbe la politica italiana e sarda a
riflettere e ad occuparsi, visto anche i rapporti di vicinanza, si allargano
ora verso il sud e il Mali oggi è coinvolto da questi grandi
stravolgimenti.
Rossella Urru e i cooperanti spagnoli, si trovano per loro sfortuna
coinvolti in questo contesto geopolitico instabile e in continua mutazione.
Da qui la necessità che ognuno faccia quel che può, con i mezzi e le
conoscenze che ha, con intelligenza, con discrezione, con l’aiuto di tutti
assumendosi le proprie responsabilità senza delegare… “tanto ci pensano
gli altri…” oppure, “non è cosa di nostra competenza…”.
L’attendismo e il nostro immobilismo potrebbero avere costi molto elevati
per chi ha scelto, generosamente, di operare in situazioni e in luoghi
difficili, pur di essere d’aiuto ai singoli e ai popoli.
L’altra faccia della questione, quella che avrei voluto continuare a
tenere nella mia sfera squisitamente personale, ma che in quest’occasione
inevitabilmente si interseca nei nuovi scenari politici Saheliani, riguarda
centinaia di bambini tuareg delle scuole avviate, da me e da altri amici,
nel 2006 nel Sahara, a sud – ovest di Timbouctu. Scuole nate grazie a un
rapporto di collaborazione personale fra me e il capo dei Tuareg,
Aboubacrine Ag Mohamed Mohamedine El Moctard, leader del popolo tuareg (o
tamasheq – uomini liberi), purtroppo venuto a mancare nel 2009. Le scuole
assicuravano ai bambini l’istruzione, la sanità e l’alimentazione,
tanto da essere oggi riconosciute dallo stesso governo di Bamako. Nella
situazione di instabilità che si è venuta a creare in quelle zone, le
notizie sulla sorte dei piccoli, sono frammentarie e spesso inquietanti.
E’ in atto un grande esodo delle famiglie tuareg che per sfuggire alla
guerra e alle violenze cieche fuggono nel deserto della Muritania e in altri
paesi confinanti, sicuramente affrontando grandi sofferenze, stenti e
incertezza sulla propria sorte. Quelle scuole nacquero anche come strumento
di emancipazione e resistenza di un Popolo senza diritti, ma la storia si
farebbe lunga….
I miei legami con le zone sahariane e del Sahel nascono anche da tutto ciò.
Le vicissitudini della vita spesso chiamano ognuno di noi a dare il proprio
contributo quando meno ce lo aspettiamo. Il mio contributo di semplice
cittadina, che momentaneamente ricopre anche un incarico politico, poggia su
questi presupposti, sulle forti preoccupazioni per il destino di un popolo
costretto alla fuga e per chi, come Rossella Urru e i suoi colleghi
spagnoli, si trovano in uno scenario geopolitico in continua trasformazione,
difficile e ovviamente ad alto rischio.
Il nostro immobilismo, in una situazione così complessa potrebbe avere un
costo troppo alto… e sicuramente non per chi ripone la totale ed esclusiva
fiducia nella delega ad altri.

Claudia Zuncheddu – www.claudiazuncheddu.net – 320 42 70 182 – 328 82 91 531

Segue l’articolo di Ottavio Olita su Articolo 21 di oggi

Fonte: www.articolo21.org
Del 21/02/2011
Claudia Zuncheddu, medico di base ”Pronta a partire per far da mediatrice
in nome della solidarieta’ e dell’umanita”’
di Ottavio Olita
“Sono pronta a partire  per solidarietà, per affetto, perché sono amica
dei tuareg; non certo perché mi interessa la visibilità mediatica. Parto
da medico che ha aiutato quelle popolazioni sia nella loro terra, sia in
Sardegna; parto da persona solidale; parto a sostegno di una giovane donna
che ha operato ed opera per fare del bene; parto perché proprio lì, in
quelle aree, ci sono 700 bambini per la cui istruzione primaria continuo a
impegnarmi direttamente, parto perché posso essere  utile per esercitare
una qualche mediazione, se ce ne fosse bisogno”. Claudia Zuncheddu, medico
di base, cagliaritana, è anche consigliera regionale indipendentista, ma
non fa alcun riferimento a questo lato del suo impegno civile per quanto
riguarda la drammatica vicenda di Rossella Urru.
Anni fa entrò in contatto con il Mali e il territorio circostante
partecipando da appassionata rallysta a estenuanti gare nel deserto
africano, compresa la Parigi-Dakar. E se ne innamorò tanto da mettere a
disposizione di quelle popolazioni la sua competenza professionale
principale: curare i bambini, le donne e gli uomini, in un’area dove è
difficile trovare anche un’aspirina. Entrò così in contatto con un
potente capo militare di una tribù tuareg che poi venne curato anche in
Sardegna. Proprio dal sodalizio con quell’uomo che lei definisce di grande
umanità e sconfinata cultura, nacque la decisione dell’impegno a favore
dei più piccoli.
“Nel 2006 ho fatto aprire e finanziato vari nuclei scolastici  ai quali
fanno capo 700 bambini. Ora, provando soddisfazione ed orgoglio, ho saputo
che i più grandicelli hanno superato l’esame di quinta elementare e sono
iscritti alla sesta classe. La mia preoccupazione per quell’area, nella
quale probabilmente ancora si trova sequestrata Rossella, è che da lì non
sto più ricevendo notizie dirette. Ci sono continui atti di ribellismo,
c’è una grande incertezza. In questo quadro mi spaventa l’ipotesi che i
militari francesi, o i loro servizi, possano davvero mettere in atto un
qualche blitz armato che sarebbe pericolosissimo soprattutto per gli
ostaggi. Spero che il ministero degli esteri italiano stia operando
intensamente.
Così come sarebbe necessario un più incisivo intervento di tutte le
istituzioni, compresi il Parlamento, la Chiesa – quest’ultima, in
particolare, al fianco dei missionari che già svolgono un importante ruolo
– e il mondo islamico italiano che potrebbe intervenire, sapendo che sarebbe
ascoltato”
Ma la sua eventuale iniziativa individuale non rischierebbe di intralciare i
contatti diplomatici?
Io non intendo assolutamente interferire. La mia è un’azione
esclusivamente umanitaria che seguirebbe miei contatti privati. I segnali
che attendo non sono né di tipo diplomatico, né politico, sono
esclusivamente di tipo amichevole e solidale. Questo perché io so di
appartenere in modo profondo e paritario a due famiglie, a due culture che
si assomigliano: quella sarda e quella tuareg.
La passione che anima Claudia Zuncheddu è la stessa che sta unendo migliaia
di sardi in ogni angolo dell’isola e anche nella altre regioni d’Italia
o degli altri paesi del mondo in cui, a centinaia di migliaia, sono
emigrati. E’ questa profonda solidarietà e generosità che devono aver
colpito Giorgio Napolitano che proprio per Rossella, per i suoi amici e per
i suoi familiari, ha voluto fisicamente dare un importante segnale di
vicinanza.

Claudia è sola come me, come l'omino sulla rupe. Ma vi muovete o no?!

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Claudia Zuncheddu è pronta a partire In Africa alla ricerca di Rossella Urru. GRANDE, CLAUDIETTA!

Claudia Zuncheddu è pronta a partire
In Africa alla ricerca di Rossella Urru

Claudia Zuncheddu è pronta a partire In Africa alla ricerca di Rossella UrruCLAUDIA ZUNCHEDDU CON ALCUNE FOTO DI ROSSELLA URRU

Da troppo tempo non si hanno più notizie della volontaria di Samugheo rapita in Algeria. Per questo il consigliere regionale indipendentista con amicizie nell’area subsahariana, si prepara a partire.

Il consigliere Claudia Zuncheddu pronta a partire In Africa, nella prigione di Rossella

La valigia è pronta. Impossibile però sapere con precisione il momento della partenza: potrebbe essere questione di ore, forse di giorni. Claudia Zuncheddu, consigliere regionale che in splendida solitudine rappresenta in aula gli Indipendentistas, si prepara a raggiungere l’Africa. Inutile chiedere di conoscere la destinazione esatta e quali saranno gli interlocutori. Missione delicata, difficile. Va a cercare una traccia di Rossella Urru, volontaria di Samugheo rapita circa quattro mesi fa nel Sud dell’Algeria.

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Qualche verità (FATE GIRARE!)

Prendo spunto da un bel pezzo di Marco Bucciantini del 14 febbraio 2009

“E’ la svendita di un patrimonio allo straniero di Arcore, al razzismo leghista”, accusa la mia amica (e cugina onesta del prestanome di Mafiolo) Claudia Zuncheddu, sardista, che ha fondato i Rossomori, evocando Emilio Lussu e portando almeno una parte degli indipendentisti in appoggio a Soru. Il sostegno del sedicente partito sardo d’azione a Berlusconi è davvero STOMACHEVOLE: la bandiera dei quattro mori su sfondo bianco e croce rossa, a sventolare su Villa Certosa è il peggior simbolo della colonizzazione. E’ la fotografia dei sardegnoli invertebrati che vendono il culo per qualche briciola. Siamo di nuovo COGLIONIZZATI E RINCOGLIONIZZATI… La residenza del mafionano è il monumento che si è costruito in barba alle leggi, ai lavoratori, ai pensionati, ai milioni di nuovi poveri che il suo regime malavitoso e incapace ha provocato, e ai sardi onesti. La reggia di Punta Lada è anche un monumento all’abusivismo più mafioso, ma Tremonti condonò e la villa ora può essere mostrata nella sua interezza agli ospiti. Prima che il Cavaliere l’acquistasse era una semplice casa colonica, proprietà di Flavio Carboni, il faccendiere sardo coinvolto nell’omicidio del banchiere Roberto Calvi. Adesso è una provincia con il parco che ha rimpiazzato i sessanta ettari per il pascolo, poi l’anfiteatro, il campo di calcio, il bunker in caso di attacco nucleare da parte dei suoi pusher, i laghetti artificiali. I sardisti stanno dunque con il conquistatore. Il segretario del Psd’Az è Efisio Trincas, che quando era sindaco di Cabras fu indagato per abusi edilizi in zone di particolare pregio e chiese allo Stato italiano di tradurre l’atto in dialetto sardo, prima che gli fosse notificato. Un sardismo da barzelletta. Di lui si ricorda la battaglia contro gli omosessuali: eppure il Psd’Az si era sempre speso in difesa delle minoranze. Trincas è anche (passatemi il termine ardito) l’uomo che ha ucciso Cabras e le sue potenzialità.

UN COMITATO D’AFFARI
Dalle ambizioni personali di un gruppo che ha svenduto l’anima si passa al comitato d’interessi. Quello che vuole “togliere i lucchetti che Soru ha messo alla Sardegna”. Da 30 anni Berlusconi fa affari sull’isola e CONTRO LA SARDEGNA, grazie al domestico e prestanome Romano Comincioli, plurindagato (faceva da tramite con il suddetto faccendiere Carboni), assolto dalle leggi ad personam volute proprio per salvare l’amico di Arcore, e ripagato alla maniera solita di Mafiolo: con un seggio al Senato. La sua firma appare anche in cambiali passate a uomini della Banda della Magliana per poi finire nelle mani di Pippo Calò, il cassiere della Mafia. Ma non importa. Lui è l’uomo di fiducia di Berlusconi in Sardegna. E lo si è visto nello scorso turno elettorale. Forza Italia sull’isola ha due potentati: quello di Comincioli e quello di Beppe Pisanu. Il primo è strettamente legato per affari allo studio di commercialista del padre di Cappellacci, Giuseppe. Il secondo è nume tutelare del sindaco di Cagliari Emilio Floris: la scelta di candidare Ugo Cappellacci dimostra i rapporti di forza: Comincioli è un vecchio compagno di classe di Berlusconi che, si sa, tende ad affidarsi a questi sodali di lunga data. Ed è stato infatti il senatore a tessere gli accordi con i sindaci del nord dell’isola, scesi in campo per Cappellacci, nelle liste provinciali, a costo di sguarnire o comunque di complicare l’attività delle giunte comunali.
L’accolita intorno a Comincioli serve meglio al disegno di Berlusconi “contro la Sardegna dei vincoli”. Vuol prendersi la Regione, e con essa le terre che Soru ha provato a blindare. Fu il governo Berlusconi, nel 2005, ad impugnare davanti alla Consulta la salva-coste. Quella legge ha imbrigliato la mitica, faraonica Costa Turchese, evoluzione di quell’Olbia 2 che Berlusconi, Cappellacci sr. e Comincioli già avevano in mente a fine anni 70. Eccola, la loro oasi: 525.000 metri cubi di cemento su 450 ettari di terreno, 385 ville, due alberghi da 400 posti letto, 995 appartamenti in residence, 1 centro commerciale sulla costa nord-est. Tutto rispolverato allorquando il Tar rivelò un quadro normativo lacunoso sui piani urbanistici, sentenza che scatenò gli appetiti della Finedim di Marina Berlusconi, che ripropose l’idea, con una “chicca”: lo sventramento della spiaggia per realizzare un canale navigabile e collegare il mare con un porticciolo da costruire ex novo. Quel quadro normativo è stato puntellato da Soru, e si è impedita la violenta colata di cemento.

LA FIGLIA DEL SINDACO
Questo sbilanciamento sul gruppo Comincioli-Cappellacci, però, poteva erodere il consenso del Pdl nel capoluogo, dove Floris amministra in guerra con Soru, intento dichiarato la scorsa estate, in vista proprio delle elezioni: “Nessuna trattativa con il signor Renato Soru”. E così restano chiusi nel cassetto 220 milioni di euro di investimenti su Cagliari e oltre 1200 posti di lavoro. Una città paralizzata, con il Betile, museo regionale d’arte nuragica e contemporanea disegnato dall’anglo-irachena Zaha Hadid, rimandato a chissà quando. Cotanto zelo era l’annuncio di una candidatura di Floris, condivisa nel centro destra, e il sindaco poteva dunque essere mortificato dalla scelta di Cappellacci. Questo rischiava di compromettere l’impegno dello stesso amministratore nella campagna elettorale e intiepidire i fan del capoluogo. Berlusconi ha rimediato alla sua maniera: la figlia del sindaco è nel listino del presidente. E Rosanna è perfino commovente: “Fin da piccola volevo fare politica, ma l’ingombrante presenza di papà mi intimidiva”.

L’EDITORE
Nella foto di gruppo c’è anche un altro amico-servent del Cavaliere: “l’editore” Sergio Zuncheddu, altro candidato mancato ma meno rancoroso di Floris. Il sedicente editore pubblica il quotidiano di regime l’Unione Sarda, che da 4 anni picchia durissimo – seppure con uno stentato italiano – su Mr.Tiscali. Zuncheddu controlla anche le alcuni videocitofoni regionali che nessuno ci invidia, come “Videolina. Come il suo proprietario, parte dall’edilizia, dalle Città Mercato. A Capoterra, su un terreno che nel 1969 fu trasformato da paludoso a edificabile, e da avamposto di caccia dei cagliaritani si rivalutò enormemente, e che due mesi fa ha scontato con alluvioni e morti quell’affronto alle leggi della natura, Zuncheddu ha spadroneggiato con le centinaia di case costruite dalla sua cooperativa sullo stagno di Santa Gilla.

CAPPELLA
Ugo non è quella CACCHINA INESPRESSIVA degli spot sorridenti confezionati dal pubblicitario Gavino Sanna. È vaccinato ALLA MALAVITA pure lui: è stato per anni al comando della Sardinia Gold Mining: una grande truffa che ebbe nel 1998 in concessione dalla Regione il territorio dei comuni della Marmilla. Si cercava l’oro, e il prezzo
per la multinazionale fu ridicolo, mentre enorme è il danno ambientale, cui è difficile trovare argine, dopo il fallimento
della società mista di capitale italiano, canadese e australiano. Cappellacci è stato presidente per quasi tre anni di quell’impresa e si dimise nel 2003 per entrare come ragioniere nella giunta regionale guidata da Italo Masala: a fine mandato. Grazie alla sua abilità,
il debito della Sardegna sarà di 3 miliardi e mezzo di euro. Un record. Lo prende in cura Floris, e lo fa assessore al bilancio del comune di Cagliari:
e il bilancio va immediatamente in rosso.

ORA E’ TEMPO DI CACCIARLI VIA TUTTI, DAL PRIMO ALL’ULTIMO, A CALCI NEL CULO.

cappella

banda_bassotti

b-dream

ber-mafioso

b-piduista1

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