Uranio:caso Melis, un’elemosina di stato che offende il buonsenso.

Uranio:caso Melis,risarcimento da stato


(ANSA) – CAGLIARI – Il Ministero della Difesa dovra’ risarcire 584 mila euro ai familiari di Valery Melis, il militare originario di Quartu morto nel 2004 dopo una lunga malattia che lo aveva colpito al rientro da una missione in Kosovo. Lo ha stabilito, dopo che l’inchiesta penale era stata archiviata, il Tribunale civile di Cagliari che ha ritenuto responsabile l’Esercito perche’ conosceva i rischi cui i soldati andavano incontro delle missioni nei Balcani degli anni Novanta.

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Il prete legaiolo

Il prete a messa: “Non fate l’elemosina”

E la Lega chiede un’ordinanza del sindaco

Padre Italo Panizza, rettore della basilica di San Luigi a Castiglione, nel Mantovano.

°°° Anche questa merda di verme parla e soprattutto MANGIA nel nome di Gesù Cristo… Come siamo finiti male, amici miei!

FIGLIO  DI  DIO

barbone

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Crolla il castello di cacca

O TEMPORA O (LELE) MORA! – IL PARTY? PAGA PANTALONE: RICEVIMENTI EXTRA-LUSSO, VACANZE, JET PRIVATI. TUTTO DEDOTTO DALLE TASSE. MA IL FISCO NON è D’ACCORDO – FATE LELE-MOSINA: UN CRACK DA 22 MLN: 17 QUELLI DOVUTI ALLO STATO…

Paolo Biondani per “L’espresso”
Lele Mora

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Lele Mora ha fatto crack. E dalle carte del tribunale fallimentare si scopre che a pagare le sue feste da sultano nella villa in Sardegna, con centinaia di ospiti più o meno famosi, piscina caraibica e aereo privato, erano gli italiani onesti. Quelli che, a differenza dell’ex parrucchiere diventato uno dei grandi manovratori della tv-spettacolo, non possono evadere le tasse.

L’atto che minaccia di far calare il sipario sulla prodigiosa carriera imprenditoriale di Dario Mora in arte Lele, 54 anni, è un “ricorso per l’ammissione al concordato preventivo”. Un’istanza che nelle procedure fallimentari equivale all’ultima spiaggia prima del naufragio. Nel documento, preannunciato in marzo, ma depositato solo il 28 maggio scorso nella cancelleria del tribunale di Milano, il manager veneto dichiara che la sua società-cassaforte, la LM Management, è in uno “stato di crisi” tanto grave da sconfinare nel “dissesto”, cioè nell’assoluta incapacità di pagare i creditori. Lo stesso Mora quantifica i debiti accumulati alla fine del 2008 in oltre 22 milioni di euro, destinati a crescere.

Mentre la somma di tutte le attività non supera, nella migliore delle ipotesi, i 2 milioni e mezzo. Di qui la sua proposta in extremis per evitare la sentenza di fallimento e le sue disastrose ricadute: l’offerta di versare 2 milioni e mezzo di tasca propria. Con questa “finanza fresca”, la società di Mora punta a evitare il crack sborsando meno di 5 milioni, in tutto, sui 22 dovuti. Con un concordato del genere, insomma, più di tre quarti del passivo resterebbe sulle spalle dei creditori. A cominciare dal fisco.

La LM Management è la società con cui Lele Mora gestisce da un decennio la sua scuderia di artisti veri o presunti. Dal ricco sodalizio poi interrotto con Simona Ventura, alle trasmissioni di Maria De Filippi, è lui a selezionare vallette e tronisti, sportivi e ragazze-immagine. “Il mondo dello spettacolo è pieno di lupi e io sono il capobranco”, dichiarava due anni fa. Ora, nel ricorso, spiega che il suo è un lavoro duro, anche se “atipico”, che “consiste nella individuazione di personaggi emergenti e nella loro promozione, collocazione in diversi eventi e cura dell’immagine”. Negli anni d’oro fino al 2005 la LM riusciva a raddoppiare i fatturati in un biennio. Nell’atto giudiziario finora inedito, Mora retrodata la sua crisi proprio alla fine di quell’anno, segnato dai primi scandali bancari e dalle intercettazioni dei furbetti del quartierino. E forse non è solo una coincidenza.

Sulla carta a provocare il dissesto della LM Management è un’imprevista ispezione tributaria: tra il 22 novembre 2005 e il 29 giugno 2006 l’Agenzia delle entrate di Bergamo passa al setaccio i bilanci della società, che ha la sede legale a Treviglio, contestando sanzioni “salatissime”. Nel ricorso firmato da Lele Mora, gli stessi avvocati Luca Giuliante, Sergio Clemente e Matteo Majocchi quantificano l’importo dovuto al fisco in oltre 17 milioni. Mora, secondo i suoi legali, è un incompreso.

“I verificatori non hanno percepito che la LM Management è una vera e propria fabbrica di talenti, solo che in luogo di materie prime come metalli, legno o plastica, si adoperano rapporti interpersonali che si costruiscono con feste, gite in barca, passaggi aerei e quanto altro nel mondo dello spettacolo crea aggregazione e interesse”. Questa “peculiarità”, lamenta il ricorso, “purtroppo non è stata compresa” dai funzionari di Bergamo, che hanno “ritenuto non deducibili una serie di costi per feste e gestioni di apparenti vacanze di artisti e sportivi”. Spese che Lele Mora scaricava sulla società, con il risultato di abbattere le tasse.

“Il pubblico vuole seguire le vicende dei personaggi famosi e li ama perché essi danno la possibilità di sognare immedesimandosi con loro”, si legge nell’istanza. “E i sogni hanno bisogno di adeguate scenografie”. Per Mora, quindi, era “indispensabile” spendere una fortuna “per la villa in Sardegna dove gli artisti della LM Management venivano messi a loro agio, mangiavano, dormivano e si divertivano”. Altro che “godimento”: quei party erano “lavoro atipico”. Che “a ben vedere”, incalza il ricorso, sarebbe “del tutto paragonabile” ai turni in una fabbrica. “La sola differenza è che invece dei laminati in ferro si producono situazioni utili a promuovere i personaggi soprattutto in televisione e anche sui giornali”.

Con la stessa logica Lele Mora deduceva dalle tasse anche “i costi di un piccolo aereo utilizzato per mantenere i propri personaggi sempre al centro dell’obiettivo, ovunque si realizzasse un evento”.

UNO DEI GRANDI “ARTISTI” DI LELE MORA

comodo1

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MEDITATE E FATE GIRARE

ZINGARI, RUMENI, ALBANESI……

“Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito
per molte settimane.
Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città
dove vivono, vicini gli uni agli altri.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo
appartamenti fatiscenti.
Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo
pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.
Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi
dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti
alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano
pietà, con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro.
Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne
li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa
la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando
le donne tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma,
soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro
paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o,
addirittura, attività criminali”.
Il testo è tratto da una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del
Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti,
Ottobre 1912.
La relazione così prosegue:
Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e
ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che
gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano

il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima
relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i
documenti di provenienza e a rimpatriare i più.
La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione”.

COME ERAVAMO

emigrati

castelli1

b-federale

bossi1

borghe

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No, ciccio…

Se è vero che si vuole aiutare i Paesi poveri, è anche
vero dover fare i conti con le potenzialità economiche del
nostro Paese, altrimenti va a finire che a chiedere l’elemosina
saranno i nostri conterranei.
L’Italia è un piccolo Paese, non è il mondo.
Uno stanco dei buonisti

°°° No, ciccio, l’Italia è sempre stato UN GRANDE PAESE. Ma poi è arrivato berlusconi, votato da scimmiette come te…

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Ancora elemosine

TERREMOTO: A SFOLLATI 100 EURO PER COMPONENTE FAMIGLIA

Gli sfollati riceveranno un contributo di 400 euro mensili, solo se la famiglia e’ composta da 4 persone oppure in presenza di handicappati o ultra65enni. Lo stabilisce l’ordinanza del Presidente del Consiglio pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. L’ordinanza autorizza “un contributo per l’autonoma sistemazione fino ad un massimo di 400 euro mensili, e, comunque, nel limite di 100 euro per ogni componente del nucleo familiare abitualmente e stabilmente residente nell’abitazione. Ove si tratti di un nucleo familiare composto da una sola unita’, il contributo medesimo e’ stabilito in 200 euro. Qualora nel nucleo familiare siano presenti persone di eta’ superiore ai 65 anni, portatori di handicap, ovvero disabili con una percentuale di invalidita’ non superiore al 67%, e’ concesso un contributo aggiuntivo di 100 euro mensili per ognuno dei soggetti sopra indicati”. I benefici economici saranno concessi per tutto il 2009 “salvo che non si siano realizzate le condizioni per il rientro nell’abitazione ovvero si sia provveduto ad altra sistemazione avente carattere di stabilita’”.


°°° Eccezionale! Dopo la “miserabili card” (sempre vuota), ecco un’altra becera elemosina (per ora solo promessa, come sempre fa Mafiolo). Dunque, cosa ci potranno fare i terremotati che hanno appena perso casa, averi, abiti, auto, ecc. con questo cospicuo tesoretto? Potrebbero acquistare il 20% di merdaset o di merdolanum, ma anche il 200% de Il giornale (ammesso che il suo valore non sia sovrastimato), oppure potrebbero andarsene ai Caraibi o a Las Vegas a tentare la fortuna e scialacquare… almeno finché non saranno pronte e abitabili le New Towns. Insomma, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Certo, se io entrassi in possesso di cento euro grandi grandi… beh, potrei anche ipotizzare l’acquisto di un quarto di porceddu e almeno una dozzina di carciofi. Insomma, sperperare, amici. Ottimismo! Mister Obamaaa! Mister Obamaaaaaaaaaaa!!!

b-ipocrita

cazzi-vostri

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La vergogna delle vergogne

Terremoto in Abruzzo: oltre 150 morti, 70 mila senzatetto –
Per gli sfollati la notte più difficile. Il Cdm stanzia 30 milioni

°°° Cazzo 30 milioni (che non arriveranno mai…), praticamente la multa che dobbiamo pagare ogni mese all’Europa per l’abusiva rete4… praticamente il 10% della minchiata fascista dei “militari nelle città”. Geniale! Ma che governo serio ed efficiente! E che bontà! Stanzia un’elemosina alle stesse persone che ha ucciso…

sfollati

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Da Concita

83 euro al mese

Fate attenzione alle parole, poi passate ai numeri. Nei titoli dei tg la proposta del ministro Sacconi (la controproposta di governo dopo la bocciatura dell’assegno di disoccupazione di Franceschini) è annunciata così: «Pacchetto di aiuti ai precari: raddoppiata l’indennità di disoccupazione per i cocopro». Ma che bella notizia, vediamo meglio. Requisiti richiesti: aver guadagnato fra 5 e 11 mila euro nel 2008, avere tra 3 e 10 mesi di versamenti per la pensione, aver lavorato in un’azienda di un settore in crisi. Già, come si vede, è una piccola platea di precari: circa 10 mila su 800 mila, ha calcolato Lavoce.info. L’1,3 per cento del totale. Esclusi, tanto per fare esempi, i precari della pubblica amministrazione e quelle migliaia di giovani costretti alla partita Iva pur di avere un ingaggio. Quelli, che diamine, sono liberi professionisti. Passiamo ai conti, adesso. Quanto spetterà a questi diecimila fortunatissimi? Una cifra una tantum pari al 20 per cento dell’ultimo stipendio. Non il 10: il 20. Da qui il giubilo per il raddoppio. E quanto è il 20 per cento dell’ultimo stipendio dei pochi eletti? Meno di mille euro. Se si divide per un anno sono 83 euro virgola 33 periodico al mese, 83 sontuosi euro, 2 euro e 76 al giorno. Non si può dire che siano i soldi per le sigarette perché fumare è un vizio. Non si può nemmeno fare la divisione, ammonisce il ministro, perché è una somma una tantum, non è detto che debba servire per un anno, magari in due-tre giorni una settimana al massimo il cocopro con quel gruzzoletto mette su una bella attività in proprio, apre un service, rileva un’impresa, chi può dirlo. È un incentivo alla fantasia italica. Chiaro adesso? Non solo. Il ministro prosegue: «I precari che ricevono il sussidio potranno anche accettare piccoli lavori». Lavoretti, lavori semplici e umili, sono anzi invitati a farlo. Dog sitter nei quartieri alti, falegnami a cottimo, lustrascarpe in galleria e pazienza se nel frattempo sono arrivati i cingalesi a fare gli sciuscià. Cosa vuoi che sia. Indietro gli ultimi, avanti i penultimi. La guerra è fra poveri e pazienza per la laurea in informatica o in ingegneria aeronautica (quelle umanistiche sono ormai pubblicamente disprezzate). Del resto, anche le ragazze che vanno a fare pulizia in casa di chi può permetterselo hanno spesso una laurea, provate a chiedere, quasi tutte un diploma (da infermiera, da educatrice d’infanzia) stanno zitte e puliscono per terra, non si lamentano. È così che si fa. Prendete le badanti romene ad esempio, perbacco. La Romania esempio di cultura mite. Ci voleva Sacconi per il riscatto romeno. Tremonti, intanto, se la prende con Draghi: gli danno fastidio tutti questi controlli di Bankitalia. I controlli in generale, si direbbe. E’ un problema, in effetti, tutta questa gente che sta lì a vedere cosa fai. Zittire, eliminare. Dopo si lavora meglio.

Dice Giovanni De Luna a Bruno Gravagnuolo che «Berlusconi ha fastidio fisico per la democrazia». Dice Marco Paolini a Scampia che «l’economia si è mangiata la cultura, eppure possiamo ancora farcela». Davvero? Possiamo? Il tribunale dei ministri, racconta Federica Fantozzi, accusa Francesco Storace di corruzione in concorso con Giampaolo Angelucci. Parliamo di Sanità. O di economia, se preferite.

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