Niente, non mi permettono di riposare…

… questi arroganti di sedicenti muratori se ne impippano della gentilezza e delle leggi. Domattina chiamo i carabinieri e vediamo… Per ora, dunque, andiamo a vedere le minchiate e gli annunci del mafionano e della sua cosca e il NULLA da essi realizzato dopo oltre un anno di regime:

http://www.lavoce.info/dossier/pagina2941.html

a) Quasi azzerata la cooperazione internazionale e gli aiuti a paesi poveri, con conseguente figura di merda proprio ora che all’Italia spetta la presidenza del G8 anche sugli aiuti globali: simo l’unica nazione inadempiente, mentre prodi aveva destinato un miliardo e aumentato dell’86% le risorse.

b) Piano casa – edilizia abitativa. Solo chiacchiere e annunci NON un solo euro è stato stanziato e NON una sola pietra è stata posata. BUFFONI!

3) Energia e ambiente. Solo propaganda: dopo aver creato il problema rifiuti in Campania, coi suoi uomini legati alla camorra, burlesquoni spaccia per rusolto un problema che invece è solo agli inizi della sua via cricis giudiziaria. I rifiuti sono stati SPOSTATI in un’area pericolosissima: il cuore del pascolo e degli allevamenti delle bufale… quindi fine della mozzarella di bufala campana. In compenso, ha inaugurato l’inceneritore di Acerra, voluto e finanziato da Prodi, che però ancora non ha funzionato un solo minuto. E, mentre in tutto il mondo si stanno chiudento e smantellando le centrali nucleari, Mafiolo sta procedendo con l’iter per la delirante costruzione di alcune centrali nucleari già oggi obsolete, costosissime, e pericolossime (e proibite da un referendum stravinto).
4) Fisco. Col regime burlesquoni le tasse sono aumentate arrivando a quasi il 44% di prelievo: sono le più alte da almeno 20 anni, mentre i furbetti hanno ripreso a NON pagarle. Cìè un aumento dell’evasione vicina al 10% in più rispetto al governo Prodi, mentre le entrate sono giù del 7% in meno. Non solo: l’abolizione dell’Ici ai miliardari e alla chiesa ha costretto il 99% dei Comuni italiani ad aumentare i balzelli e le imposte ed a ridurre di molto i servizi e la qualità di quelli restanti.
5) Politiche per le famiglie. Che dire delle buffonate note come SOCIAL CARD o BONUS FAMIGLIE? Due autogol che pagano i pensionati più poveri e le famiglie più disagiate. Senza una SERIA politica anche in questo campo, il regimetto ha triplicato i poveri e tra un anno si prevede un uklteriore collasso della classe media.
6) Giustizia. Oltre al LODO ALFANO e ai continui attacchi ai magistrati onesti che lavorano, il regime del mafionano si è contraddistinto per alcune norme razziste ed incostituzionali del cosiddetto “Pacchetto sicurezza”, utile solo ad incasinare ancor più il lavoro dei tribunali e delle indagini.
7) Immigrazione. Anche qui, la politica ottusa, cieca e razzista del governicchio si è tirata addosso le ire di tutto il mondo civile, dell’Onu, della Comunità Europea, e persino della chiesa. In sostanza, gli sbarchi sono triplicati e il regimetto di mafiolo rischia delle denunce internazionali per procurata strage e genocidio, col loro insistere sul barbaro comportamento dei respingimenti violenti e indiscriminati.
8) Informazione. Qui siamo vicini al regime totalitario e l’Italia in questo anno è stata trascinata agli ultimi posti tra tutti i paesi del mondo come libertà di stampa. Le tv sono sempre più inguardabili e sempre più nelle mani della propaganda di regime. I media italiani oscurano pedissequemente la verità e scrivono o mandano in onda solamente minchiate indifendibili e calunnie nei confronti della rarissima stampa libera. Anche in questo campo siamo la vergogna del mondo.
9) Infrastrutture. Anche qui molti annuci e nessuna sostanza: siamo fermi ai lavori voluti e finanziati dai governi Prodi. Questo regime ha soltanto abolito i controlli antimafia negli appalti e cancellato le gare trasparenti per affidare agli amici degli amici, senza alcun controllo, tutta una serie di lavori. Per fortuna NON C’E’ UN CENT DA RUBARE. Per ora.
10) Privatizzazioni. Qui il regimetto che si è sempre professato “liberale” ha stoppato tutte le liberalizzazioni volute da Prodi e Bersani. Ha però derubato gli italiani di un pacco di miliardi di euro con la buffonata-truffa Alitalia.
11) P.A. Dopo tantissimo fumo e troppi effetti speciali, la “cura Brunetta” si è rivelata già per quel che si poteva prevedere: un fiasco.
12) Aggiungiamo la devastazione della sanità pubblica (che sotto il breve governo Prodi era stata messa sotto controllo di spesa ed efficienza, responsabilizzando le regioni), della Pubblica Istruzione e della ricerca: settori strategici per l’immediato e per il futuro sviluppo di una nazione civile, che un regimetto miope ed ignorante ha deliberatamente ucciso. Ed ecco che abbiamo un quadro completo di un anno di disastri, falimenti, insuccessi e devastazione uniche al mondo. RICORDATEVELO quando vedete il mafionano fare i suoi sproloqui in televisione o sulla stampa asservita.

bduce2

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Mafialand

Berlusconi e la sua cosca stanno facendo un regalo via l’altro alle mafie loro socie:

IL CASO. La modifica proposta dell’ex di An Contento ottiene
il sì anche del Guardasigilli. Scontro con la Lega. L’ira del Viminale
Appalti, il Pdl cambia l’anti-racket
“No all’obbligo di denuncia
di LIANA MILELLA

Appalti, il Pdl cambia l’anti-racket “No all’obbligo di denuncia”
ROMA – Maroni da una parte, Alfano dall’altra. Lega e Pdl divisi su appalti e mafia. Dopo la rottura su ronde, Cie, medici-spia, la manovra del governo sulla sicurezza segna lo scontro sull’obbligo per l’imprenditore titolare di appalti pubblici di denunciare un’estorsione pena la perdita della commessa e l’interdizione dalle gare per tre anni.

Succede alle due di notte, nelle commissione Giustizia e Affari costituzionali della Camera, all’ultimo rush per mandare il ddl oggi in aula. Il ministro dell’Interno leghista Roberto Maroni e il sottosegretario (ex An) Alfredo Mantovano hanno raccolto gli appelli di Ivan Lo Bello, il presidente di Confindustria in Sicilia, della collega campana Cristiana Coppola, delle associazioni antiracket, e insistono per l’obbligo di denuncia nella versione del Senato. Ma una modifica dell’ex aennino Manlio Contento lo fa cadere e raccoglie il sì del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, che ha approfondito la questione col Guardasigilli Angelino Alfano, e dei due relatori ex forzisti Jole Santelli e Francesco Paolo Sisto. La Lega protesta, Mantovano spiega che “il testo è frutto di un accordo tra Interno, Giustizia, Economia e Sviluppo economico, con il via libera di palazzo Chigi”. Ma la Giustizia fa dietro front. In aula si fronteggia la sola maggioranza perché Pd e Idv se ne sono andati per protesta. Si vota: vince il Pdl. Se fosse stata presente l’opposizione forse avrebbe prevalso il Viminale.

Che fa pesare l’accaduto. Dice Maroni: “Questa notte alcune votazioni hanno confermato le mie preoccupazioni. Una norma fortemente voluta dal ministero è stata emendata e svuotata di significato”. E oggi, in consiglio dei ministri, chiederà a Berlusconi di mettere la fiducia sul ddl perché teme che la coalizione si sfaldi su ronde, Cie, reato di clandestinità che obbligherà gli incaricati di pubblico servizio a denunciare gli stranieri. Tant’è che l’intersindacale medica chiede “una specifica e precisa esenzione dall’obbligo di denuncia”.

La divisione sugli appalti porta acqua a Maroni. Il conflitto è pesante. Da una parte c’è la norma esistente, contestata alla Camera dall’Ance, che tra le cause di esclusione da una gara inserisce la mancata denuncia dell’estorsione che il pm scopre in un’indagine su terzi. L’imprenditore non è indagato, ma il pm dovrà segnalare l’anomalia all’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici. Manlio Contento dice no: “È una procedura di dubbia costituzionalità perché l’imprenditore non è direttamente sotto inchiesta”. Con la correzione il pm segnalerà solo imputati di falsa testimonianza o favoreggiamento. Caliendo è d’accordo: “Se un imprenditore è minacciato dell’uccisione del figlio e non la denuncia per paura di perderlo, poi non può perdere l’azienda. Se vieni chiamato da polizia e pm e non collabori è diverso”. Mantovano è sul fronte opposto: al Senato si è battuto per una norma che obbliga a un maggior dovere di lealtà chi lavora con lo Stato. Norma vantata da Maroni all’Antimafia come strumento per costringere gli imprenditori alla denuncia. Prevale la linea garantista. Al Viminale sono in collera: “Evidentemente sono tutti contenti che la Salerno-Reggio sia un’autostrada a una corsia” dicono alludendo al peso della mafia sulle gare.

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