DIMISSIONI!!!

Il Cavaliere impunito
di MASSIMO GIANNINI


Come il morto che afferra il vivo, il fantasma della giustizia trascina ancora una volta Silvio Berlusconi nell’abisso. La pubblicazione delle motivazioni della sentenza di condanna dell’avvocato Mills, nel processo per corruzione in atti giudiziari che vede implicato anche il presidente del Consiglio, sarebbe il “de profundis” per qualunque uomo politico, in qualunque paese normale. Non così in Italia. Questo è un Paese dove un’osservazione così banale diventa paradossalmente impronunciabile in Transatlantico o sui media (persino per l’afona opposizione di centrosinistra) pena la squalifica nei gironi infernali dell'”antiberlusconismo” o del “giustizialismo”.

Questo è un Paese dove il premier ha risolto tanta parte dei suoi antichi guai giudiziari con leggi ad personam che gli hanno consentito proscioglimenti a colpi di prescrizione, e che si è protetto dall’ultima pendenza grazie allo scudo del Lodo Alfano, imposto a maggioranza poco meno di un anno fa, quasi come “atto fondativo” della nuova legislatura.

Ora, di quell’ennesimo colpo di spugna preventivo si comprende appieno la ragion d’essere. Secondo i giudici milanesi, l’avvocato inglese incassò 600 mila dollari dal gruppo Fininvest per testimoniare il falso nei processi per le tangenti alla Guardia di Finanza e All Iberian. “Mentì per consentire a Berlusconi l’impunità”, recita un passaggio delle 400 pagine delle motivazioni. Un’accusa gravissima. Una prova schiacciante. Dalla quale il Cavaliere, guardandosi bene dal difendersi nel processo, ha preferito svicolare grazie al salvacondotto di un’altra legge ritagliata su misura, e ora sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale. Perché dietro la formula enfatica che dà il titolo al Lodo Alfano (cioè la “sospensione dei processi per le Alte Cariche dello Stato”) è chiaro a tutti che l’unica carica da salvare era ed è la sua. “Riferirò in Parlamento”, annuncia ora Berlusconi. Bontà sua. Pronuncerà l’ennesima, violenta invettiva contro le toghe rosse e la magistratura comunista, “cancro da estirpare” nell’Impero delle Libertà. E invece basterebbe pronunciare una sola parola, quella che non ascolteremo mai: dimissioni.

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

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Sono mille anni avanti a noi

Islanda, storica vittoria della sinistra

La coalizione di sinistra in Islanda ha ottenuto una vittoria storica nelle elezioni legislative anticipate: i socialdemocratici ed i verdi di sinistra hanno ottenuto per la prima volta la maggioranza assoluta con 34 seggi sui 63 del Parlamento. Il partito socialdemocratico ha conquistato il 29,8% dei consensi (20 seggi) mentre gli alleati il 21,7% (14 seggi). Il partito dell’Indipendenza, all’opposizione dopo 18 anni di governo, ha invece incassato il peggior risultato dal 1944: sulla scia della crisi economica che ha fatto cadere l’esecutivo sull’onda delle proteste di piazza, il partito ha ottenuto il 23,7% (16 seggi). Nel maggio 2007, aveva ottenuto il 36,6% dei voti, contro il 26,8% dei socialdemocratici ed il 14,3% dei verdi di sinistra.

E così sarà Johanna Sigurdardottir, diventata il 1° febbraio scorso la prima donna a guidare il governo del Paese nordico e considerata la personalità politica più amata d’Islanda, ad essere riconfermata capo di governo. Socialdemocratica, nata a Rejkyavik il 4 ottobre del 1942, Johanna è stata chiamata nel governo del premier conservatore Geir Haarde nel 2007 dove ha svolto l’incarico di ministro degli Affari sociali, ruolo già ricoperto dal 1987 al 1994. Veterana della politica, Johanna è stata per tre volte presidente del Parlamento, l’ultima dal 2003 al 2007. È stata vice presidente del Partito socialdemocratico dal 1984 al 1993. Prima di entrare in politica nel 1978, la premier islandese ha lavorato dal 1962 al 1971 come hostess per la Icelandair, la compagnia di bandiera islandese. E per sette anni ha fatto parte del comitato direttivo del sindacato degli assistenti di volo. Dichiaratamente omosessuale, madre di due figli nati in un precedente matrimonio, Johanna si è legata con una unione civile nel 2002 alla giornalista e scrittrice Jonina Leosdottir, 54 anni. Della loro unione si parla anche sul sito ufficiale del governo islandese. Conosciuta per il suo impegno a favore degli anziani, dei disabili e, più in generale, dei bisognosi è stata soprannominata dalla stampa islandese ‘Santa Johanna’. Nella campagna elettorale appena conclusasi, Johanna non ha fatto mistero delle sue intenzioni: portare l’Islanda nell’Unione europea e adottare l’euro nei quattro anni del suo mandato.


°°° Amici, e noi abbiamo un vecchio mafioso maschilista, ignorante, e volgare… E una cosca ladra, fascista, e xenofoba. Poveri noi!

johanna-sigurdardottir

demolitori
26 aprile 2009

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