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Premier a cena coi giudici costituzionali, è polemica

Il 6 ottobre ci sarà l’udienza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, ma intanto è già polemica dopo la notizia di una cena riservata del premier e del ministro Alfano a casa del giudice costituzionale Luigi Mazzella. Alla serata hanno partecipato un altro componente dell’Alta Corte Paolo Maria Napolitano, oltre a Gianni Letta e al presidente della commissione affari costituzionali Carlo Vizzini. La cena sarebbe avvenuta a maggio ma ne ha dato notizia ora l’Espresso: il giudice ha confermato dicendo che lui a casa invita chi vuole e ha negato che si sia parlato del Lodo Alfano. Continua a leggere

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E tutti risero

FRANCIA
Silvio Berlusconi nuovamente accusato di corruzione
Articolo di Giustizia, pubblicato mercoledì 20 maggio 2009 in Francia.

[Le Nouvel Observateur]

Il capo del governo italiano è accusato di aver versato 600.000 dollari al suo avvocato in cambio di una falsa testimonianza. Silvio Berlusconi denuncia una “sentenza scandalosa” di “magistrati rossi”.

La pubblicazione delle motivazioni di una sentenza che accusa Silvio Berlusconi di aver corrotto il suo ex avvocato in cambio di una falsa testimonianza, è “un attacco politico calcolato” da parte di magistrati di sinistra, ha denunciato mercoledì 20 maggio Paolo Bonaiuti, portavoce del capo del governo.
A meno di due settimane dalle elezioni europee, “è un attacco politico calcolato” e Silvio Berlusconi ha risposto con il suo calore e il suo lato umano”, ha affermato Paolo Bonaiuti.
Lunedì, questa pubblicazione ha piuttosto contrariato il capo del governo. Berlusconi si è scagliato contro questa “ennesima sentenza scandalosa” dei “magistrati rossi” complici, secondo lui, di un’opposizione “sconfitta” e di una stampa che “dovrebbe vergognarsi”.

Berlusconi vuole “dire cosa pensa di questi magistrati”

“Ho già dovuto affrontare 102 processi e spendere 200 milioni di euro in parcelle di avvocati“, ha affermato il Cavaliere che ha annunciato che riferirà “davanti alle Camere” per “dire ciò che pensa di questi magistrati”.
Condannato lo scorso febbraio a quattro anni e mezzo di prigione, David Mills, ex avvocato del capo del governo, è stato giudicato colpevole di falsa testimonianza in favore di quest’ultimo per affari riguardanti investimenti off-shore. Secondo le motivazioni della sentenza, Mills ha fornito una “falsa testimonianza (…) al fine di concedere a Silvio Berlusconi e al (suo) gruppo Fininvest l’impunità (…) o almeno, di conservare gli ingenti profitti realizzati”.
David Mills ha riconosciuto di aver accettato tangenti da Silvio Berlusconi. Quest’ultimo è accusato di aver versato 600.000 dollari a quello che era il suo avvocato all’epoca dei fatti, in cambio di due false testimonianze.
Il Cavaliere, immune da qualunque procedimento giudiziario a suo carico durante il suo mandato, avrebbe volentieri fatto a meno della pubblicazione di queste accuse di corruzione che lo infangano in piena campagna elettorale.

L’interesse per le vallette-showgirls e le minorenni

Questo nuovo grattacapo sopraggiunge solo tre settimane dopo le sue disavventure coniugali sciorinate dalla stampa e conculsesi con una richiesta di divorzio da parte di sua moglie Veronica Lario.
Veronica ha lanciato delle accuse pubbliche sul supposto interesse di suo marito per giovani vallette e persino per le minorenni.
“E’ una dolorosa faccenda privata”, ha dichiarato Silvio Berlusconi, rifiutando tutte le accuse di sua moglie e affermando che è stata fuorviata e manipolata dall’opposizione di sinistra.
Diversi eventi che vanno direttamente ad intaccare la popolarità del capo del governo italiano. Secondo l’istituto IPR, il Cavaliere perde 3 punti a metà maggio e scivola al 53% di opinioni favorevoli, mentre il numero di coloro che gli accordano “poca o nessuna fiducia” passa dal 42% al 46%.

“Ho l’appoggio del 74,8% degli elettori”

Silvio Berlusconi, fedele alla ricetta che gli è spesso riuscita, porta tutto il dibattito politico attorno a se stesso piuttosto che incentrarlo sui risultati del suo governo. Comparendo ogni giorno alla televisione, denuncia senza sosta “gli attacchi personali menzogneri e calunniosi” dei quali si ritiene vittima.
Con lo stesso spirito, per le elezioni europee del 6 e 7 giugno, ha deciso di mettersi a capo delle liste del suo partito il Popolo della Libertà (PDL) in tutte le circoscrizioni elettoriali. “Ho il supporto del 74,8% degli elettori”, ha affermato martedì Silvio Berlusconi citando gli ultimi sondaggi che ha fatto realizzare lui stesso.

[Articolo originale “Silvio Berlusconi de nouveau accusé de corruption” di Nouvelobs.com]


BRASILE

Nostalgie da Casanova
Articolo di Società cultura e religione, pubblicato venerdì 8 maggio 2009 in Brasile.

[CartaCapital]

In un articolo pubblicato di recente, Scalfari, invece di dirigersi verso il nucleo smembrato dell’antica URSS, prende la direzione della Penisola Arabica e compara Berlusconi ad un sultano. Quest’ultimo approfitta dell’assenza di avversari all’altezza e del provincialismo di un’Italia decadente disposta a vedere in lui la diga contro l’inesistente minaccia comunista, ancora e sempre evocata nei suoi discorsi e nelle sue scene di propaganda. Non manca il parere concorde dell’ultimo numero del The Economist, che parla di “berlusconizzazione” della penisola. O, in altre parole, della capacità di molti italiani di adottare, ognuno a modo suo, il modello berlusconiano di fuberie a base di colpi bassi.

Sicuro è che il premier raggiunge indici di popolarità altissimi, anche se la situazione non è tutta rose e fiori: per quest’anno è prevista una contrazione del PIL del 4,4%. La massiccia adesione a questo personaggio così ridicolo, a volte perfino pagliaccesco, al punto da diventare spesso oggetto di dileggio internazionale, meriterebbe uno studio a parte. Rimane da vedere quanto potrà pesare sulla popolarità del primo ministro e sui risultati delle elezioni dell’8 giugno la richiesta di divorzio presentata dalla sua seconda moglie Veronica Lario, stanca di apparire come la consorte di Casanova, o di un suo grottesco surrogato.

[Articolo originale “Saudades de Casanova” di Giuliano Lancelotti]

°°° Mi fermo qui, ma tutti i giornali del mondo gettano merda (giustamente) su questo malavitoso che si spaccia per politico.

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

berl-pagliaccio

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Strano, vero?

sono Il commercialista Pietro Pilello e l’imprenditore italo-australiano Nick Scali
Compravendita senatori: archiviazione per gli indagati con Berlusconi
Il procedimento nei confronti del premier è stato sospeso il 26 settembre scorso

ROMA – Vanno in archivio le posizioni di due coindagati del premier Silvio Berlusconi, nei cui confronti la procura di Roma aveva già chiesto l’archiviazione, nell’ambito del procedimento sulla cosiddetta compravendita dei senatori. Il gip del Tribunale della Capitale, Orlando Villoni, ha infatti prosciolto il commercialista Pietro Pilello e l’imprenditore italo-australiano Nick Scali. La vicenda si riferisce ad alcuni parlamentari che, durante il governo Prodi, alla vigilia del voto sulla finanziaria, sarebbero stati avvicinati perchè passassero con l’allora opposizione di centrodestra. Il gip aveva stralciato le posizioni di Scali e Pilello dopo aver sospeso, il 26 settembre scorso, il procedimento nei confronti di Berlusconi, indagato per istigazione alla corruzione per la stessa vicenda, e inviato gli atti alla Consulta, che non si è ancora pronunciata, ritenendo rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del lodo Alfano anche per quanto riguarda la fase delle indagini preliminari. La procura di Roma che non aveva condiviso l’orientamento del gip, aveva chiesto l’archiviazione sia per il premier sia per Pilello e Scali. L’inchiesta era stata trasmessa a Roma dalla procura di Napoli.

LE ACCUSE – Secondo le accuse a Pilello, considerato un intermediario, era attribuita, assieme a Berlusconi, l’istigazione alla corruzione nei confronti del senatore del centrosinistra Antonio Randazzo e di altri parlamentari che sarebbe stata commessa tra settembre e novembre 2007. Scali era indagato per lo stesso reato: nel giugno 2007, avrebbe offerto nella Galleria Alberto Sordi a Roma un assegno in bianco fino a 2 milioni di euro allo stesso Randazzo per fargli cambiare schieramento e votare così contro la legge finanziaria. Il gip Villoni ha ritenuto le emergenze probatorie inidonee a fornire un valido sostegno a un ipotetico passaggio alla fase dibattimentale. Pilello, davanti al pm, ha escluso che sia mai stata fatta richiesta da Berlusconi a Randazzo di passare dalla sua parte politica. Il passaggio di parlamentari a uno schieramento opposto, secondo il gip, è un fenomeno annoverabile a un esecrabile, sul piano etico, quanto frequente malcostume politico.


°°° Strano, vero? Tutti i procedimenti giudiziari contro Mafiolo, NONOSTANTE TESTIMONIANZE, INTERCETTAZIONI e PROVE INOPPUGNABILI DI COLPEVOLEZZA – appena arrivano a Roma, in mani amiche, SCOMPAIONO!

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Telenovela “papi”

Due lavori, nullatenente, tranne ‘PAPI’ SILVIO NESSUNO conosce IL PAPà DI NOEMI – E SPUNTA “una STORIA omoseX”! – i genitori di Noemi non vivono insieme DAL 1997 – nel 2005 dichiarò 12.376 € di reddito MA SI PERMETTE DI INVITARE 100 PERSONE AL PARTY
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I misteri di Elio Letizia
Fabrizio d’Esposito per Il Riformista

Chi è Benedetto Letizia inteso come Elio, il papà e non il papi di Noemi? Sono giorni che sulla rottura tra Silvio Berlusconi e la moglie Veronica si è allungata l’ombra della misteriosa triangolazione Casoria-Portici-Secondigliano. In pratica i luoghi del giallo Noemi e della sua ambigua famiglia. Casoria è la location periferica della festa di compleanno della diciottenne che appella il premier come «papi».

Portici è la città in cui vivono lei e la mamma Anna Palumbo. Secondigliano, infine, è il quartiere di Napoli dove abita Benedetto detto Elio, dipendente comunale nonché commerciante di profumi e bigiotteria, attività questa intestata alla moglie separata.

Ed è questa la prima cosa che non quadra dopo aver sfogliato i romanzetti rosa propinati ieri dal settimanale mondadoriano Chi. Sulle pagine del rotocalco di Alfonso Signorini si dipinge un quadretto idilliaco della famigliola che ha messo nei guai il matrimonio del Cavaliere. Anna ed Elio Letizia parlano dell’ultimo fine settimana trascorso fra Positano e Vico Equense e dopo tanta reticenza offrono finalmente una versione della loro amicizia con il presidente del Consiglio. Dice il marito: «Ci siamo conosciuti durante una campagna elettorale, molti anni fa, ed è iniziato un rapporto fondato sulla sintonia politica».
Berlusconi, Noemi party a Casoria – Foto Mediaset

In realtà, i genitori di Noemi non vivono insieme da un bel po’ di anni. Più di dieci. Tutto risale a quando Benedetto Letizia fu arrestato per una storia di compravendite di licenze commerciali illecite al comune di Napoli. Era il 1993 e lui era il capo della segreteria del direttore dell’assessorato all’Annona, Giovanni De Vecchi. Finirono in manette insieme a causa delle rivelazioni di un geometra, che al magistrato disse anche di essere a conoscenza di «una relazione omosessuale» tra Letizia e De Vecchi. Successivamente arrivò l’istanza di separazione tra lui e la moglie.

Su Chi, invece, Letizia ha parlato solo di un aspetto della vicenda, quello a lui più favorevole: «Nel 1993 sono stato ingiustamente sottoposto a un procedimento giudiziario, ma poi, com’era logico e doveroso, sono stato assolto in appello».
NOEMI PARTY

E veniamo alle inesattezze, per non chiamarle in altro modo, del Cavaliere. La prima è stata quella che Letizia «era un vecchio autista di Craxi». Falso. Il figlio del leader socialista, Bobo, ha smentito immediatamente e da Palazzo Chigi hanno poi tentato di chiudere la questione con una nota imbarazzante, in cui è scritto che Berlusconi non ha mai detto una cosa del genere.

Martedì sera, a Porta a porta, Berlusconi ha fornito una seconda versione: «Letizia voleva informarsi sulle candidature dell’ex questore Malvano e di Martusciello (due esponenti azzurri in Campania, ndr) per le europee». Inutile dire che i diretti interessati hanno smentito di essersi affidati a Letizia. Del resto qual è il peso politico del papà di Noemi? Ai tempi della Prima repubblica, entrò al comune di Napoli. Si racconta che fosse in quota Psdi.
NOEMI PARTY

Ma l’ex assessore socialdemocratico Giovanni Grieco non se lo ricorda: «Hanno scritto che mi faceva da segretario, ma non l’ho mai conosciuto. Io sono stato assessore all’Annona nel 1984 e Letizia non l’ho mai visto in vita mia. Forse era un ragazzo che frequentava la segreteria oppure è arrivato dopo quando io non ero più assessore, boh!».

Nella Seconda repubblica, Letizia si presenta invece come un forzista doc, al punto da telefonare al premier e segnalare candidati pericolanti. Il problema è che nessuno lo conosce negli ambienti del centrodestra napoletano. Dice un disorientato azzurro del golfo: «Sinora sono state dette solo un mucchio di cazzate, nessuno riesce a sapere la verità su questa storia incredibile. Possibile mai che questo Letizia chiama Berlusconi e gli chiede di venire alla festa della figlia a Casoria?».

Altro dettaglio del giallo Letizia: per giorni sia la madre sia il padre di Noemi hanno resistito alle domande dei cronisti sull’origine dei loro rapporti con il premier. «È un segreto che custodisco e non dirò mai», sono parole di Anna Palumbo. «Non mi faccia entrare in profondità», questa la risposta tipo di Benedetto alias Elio. L’unica verità, allora, è stata consegnata alla gazzetta rosa di corte, Chi: «Ci siamo conosciuti in campagna elettorale».
NOEMI PARTY CON SILVIO

Un po’ evasiva come spiegazione del rapporto tra un presidente del consiglio e un oscuro dipendente comunale di Napoli. Ieri, tra l’altro, il presidente emerito Francesco Cossiga ha mandato delle sibilline scuse a Noemi, che si concludono così: «Voglia peraltro trasmettere a Suo padre questo consiglio: tenga lontano dalla famiglia i politici, non per loro ma per quanto “li segue”». Ci mancava solo il veleno di Cossiga, in questa storia.

2 – I misteri del papà di Noemi: Due lavori, nullatenente, tranne Berlusconi non lo conosce nessuno

Guido Ruotolo per La Stampa

E adesso si è tagliato anche il codino. Forse si è immedesimato nel ruolo di «amico», di «confidente», di «suggeritore» del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. E, dunque, un look istituzionale è diventato d’obbligo. Benedetto Letizia, detto Elio, presidia la casa di Portici. Non c’è Noemi, l’oggetto dello scandalo, né Anna Palumbo, la moglie dalla quale anche formalmente voleva separarsi nel lontano 1997.
NOEMI PARTY, SILVIO CON LO STAFF DEL RISTORANTE

E’ cordiale, risponde alle domande con cortesia. Anche se non dice nulla. E’ bravo, «il devotissimo», per dirla con Noemi, di Silvio Berlusconi. E’ uno di vecchio stampo, uno di quelli che non vede, non sente, non parla. Da una settimana sotto i riflettori, Elio non ha mai dato una briciola di notizia su di lui, sui suoi vecchi guai giudiziari, sulla sua amicizia con il presidente Berlusconi. Gioca di sponda, d’intesa con il presidente.

Noemi aveva otto anni, quando papi Elio presentò l’istanza di separazione. Adesso, sembra acqua passata. In questi giorni di passione e di polemiche, lui è un padre premuroso, un marito perfetto che difende la famiglia. Il vero mistero di questa storia è la tempra di papi Elio.

Nel frullatore dell’informazione si è posto l’accento sui suoi guai giudiziari. Lui non si è mai difeso. E’ un mistero, questo. Fu arrestato, questo è sicuro, nel lontano 1993 per una storia di corruzione, di compravendita di licenze commerciali. In un Paese che sa tutto, non si riesce neppure a ricostruire la storia giudiziaria non di un Elio Letizia qualsiasi, ma dell’amico del presidente del Consiglio.
noemi party

Finì in carcere con il suo superiore, Giovanni De Vecchi, direttore dell’Ufficio Annona del Comune di Napoli. «Era lui, Benedetto Letizia, il dominus di quell’organizzazione criminale che aveva il controllo del mercato delle compravendite di licenze commerciali». Chi all’epoca lavorava alla Procura di Napoli ricorda bene quel «fascicolo», quella retata che diede poi vita ad altri arresti, compreso l’assessore all’Annona dell’epoca, Arcangelo Martino, ma che con l’«organizzazione Letizia» non aveva rapporti. In questi giorni, anche nel Palazzo di Giustizia, leggendo le cronache rosa, qualcuno ha cercato di capire che fine avesse fatto quell’inchiesta, quel processo.

Mistero. Adesso nei corridoi della Procura di Napoli quando ne parlano lo chiamano il «processo sfortunato»: «Deve essere stato condannato almeno in primo grado. Ma poi, in appello, ci deve essere stato una dichiarazione di nullità del decreto che disponeva il giudizio. Le carte potrebbero stare incredibilmente ancora al gip». Era lui, Elio Benedetto Letizia, il «dominus» dell’organizzazione criminale.
ristorante di Casoria, del party di Noemi

Impiegato comunale, in questi anni ha subito tre sospensioni dal lavoro. Solo nel 2007 è stato riammesso a palazzo San Giacomo. Chi ha spulciato le sue dichiarazioni dei redditi, come «Italia Oggi», ha scoperto che nel 2005 Elio Letizia dichiarò 12.376 euro di reddito. E però si è scoperto che è socio di una profumeria-tabaccheria dal 1995, gli anni delle vicissitudini giudiziarie, e la moglie gestisce una edicola-cartoleria. Noemi, invece, ha già un appartamento intestato a lei. E che dire del Letizia politico navigato? Che addirittura dà indicazioni al premier Berlusconi di candidare alle Europee l’ex questore di Napoli, Franco Malvano, e Fulvio Martusciello, storico parlamentare e promotore di Forza Italia a Napoli (insieme al fratello Antonio).

Neppure Elio se l’è sentita di confermare la storiella di Silvio Berlusconi. Malvano ha fatto sapere di non averlo mai conosciuto; Martusciello ricorda di averlo conosciuto nella lontana campagna elettorale del 2000 nel quartiere di Secondigliano. Ma che poi ha perso le sue tracce. Del resto ha aspettato il comunicato di Palazzo Chigi per confermare che lui non è mai stato l’autista di Bettino Craxi, così come aveva raccontato subito Berlusconi.

Sul suo passato politico, dichiaratamente socialista, nessun napoletano della stagione che fu ne ha ricordi. Neppure in casa socialdemocratica. E adesso che addirittura avrebbe questo ruolo di «suggeritore» in Forza Italia-Partito delle libertà, i leader locali del partito del premier fanno spallucce. Sì, Elio Benedetto Letizia è proprio un signor «Nessuno».

Forse qualcuno lo conosce a Secondigliano, il quartiere di Napoli nel quale ha vissuto fino a due anni fa, quando poi la famiglia Letizia si è trasferita a Portici, comune alle porte di Napoli. E come su tutti i signor «Nessuno», non avendo un passato da ricordare, adesso girano storielle che non meritano neppure di essere raccontare. Ma la domanda rimane senza risposta: come e perché conobbe Berlusconi?

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Ma che vergogna!

L’indagine per corruzione che coinvolgeva anche il Cavaliere
Avrebbe raccomandato 5 attrici al dirigente Rai in cambio di sostegno
Raifiction, archiviato caso Berlusconi-Saccà
Il gip decide se distruggere le intercettazioni
“Conversazioni irrilevanti e nessuna certezza sull’esistenza di un ‘do ut des'”

ROMA – Procedimento archiviato. E’ la decisione presa dal gip Pierfrancesco De Angelis sull’indagine che vedeva indagato Silvio Berlusconi per corruzione, per aver raccomandato nel 2007, all’allora direttore di Raifiction Agostino Saccà, cinque attrici in cambio di sostegno finanziario, imprenditoriale e politico. Entrambi erano indagati per concorso in corruzione. La decisione è stata presa il 17 aprile scorso.

Il gip ha archiviato anche le posizioni di Stefania Tucci, commercialista, e Giuseppe Proietti, intermediario delle case di produzioni Hbo (americana) e Bavaria (tedesca), a loro volta indagati per corruzione, per l’acquisto di programmi e format avvenuto con pagamento estero su estero. Il gip si è riservato di decidere sulla richiesta di distruzione delle intercettazioni allegate al fascicolo processuale.

L’inchiesta riguardava la presunta promessa di sostegno finanziario ed economico alla Pegasus, una società istituita da Saccà. Le indagini erano state avviate dal pm della procura di Napoli Vincenzo Piscitelli. Gli atti erano stati successivamente trasmessi a Roma per competenza territoriale.

Il giudice ha accolto la richiesta della procura di Roma (i magistrati Angelantonio Racanelli e Sergio Colaiocco e il procuratore Giovanni Ferrara) e le argomentazioni secondo cui non si applica il lodo Alfano. Il pm, inoltre, può chiedere l’archiviazione nonostante sia stata già fissata l’udienza preliminare. Quanto al merito, Saccà “non era da considerare un incaricato di pubblico servizio”. Sull’altra vicenda, nessun elemento a sostegno dell’accusa è stato acquisito.

Insomma, quando il Cavaliere, all’epoca capo dell’opposizione, al telefono segnalava all’amico Agostino (Saccà), il nome di Evelina Manna, non aveva commesso alcun reato. Nulla di penalmente rilevante anche quando, sempre al cellulare, sottolineava le qualità professionali di altre “starlette” come Elena Russo, l’ex tronista Vittoria Ferranti o Antonella Troise. “Le conversazioni appaiono irrilevanti”, ha scritto la procura nella sua richiesta di archiviazione presentata alla fine di febbraio.

L’esito delle indagini della procura di Roma si fondava su un presupposto fondamentale: Saccà, pur essendo dipendente di una azienda pubblica, ovvero la Rai, non rivestiva, al telefono con Berlusconi, la qualifica di incaricato di pubblico servizio. Nella richiesta di archiviazione veniva spiegato inoltre che non vi è accordo corruttivo in quanto, in sostanza, Saccà e Berlusconi non avevano nulla da scambiare anche in virtù “di un rapporto interpersonale risalente nel tempo”.

“Non vi è certezza sull’esistenza di un do ut des – scrivevano i pm – lo stretto legame tra l’onorevole Berlusconi e Saccà, che emerge con l’evidenza dall’attività investigativa, era tale da consentire al primo di effettuare segnalazioni al secondo senza dover promettere o ottenere nulla in cambio”.

In una intercettazione telefonica del luglio del 2007, tra le prove acquisite dal pm di Napoli, Berlusconi parlando con Saccà diceva: “Sai che poi ti ricambierò quando sarai dall’altra parte, quando tu sarai un libero imprenditore…”. Saccà rideva e Berlusconi replicava: “Mi impegno a darti un grande sostegno”. Ma per la procura “non si può non rilevare la estrema genericità della asserita promessa corruttiva che emerge da questa telefonata”.

°°° Ecco l’ennesima dimostrazione che gli amici degli amici della Procura romana sono MOLTO amici degli amici. Anche questo caso lampante di corruzione, così come altri innumerevoli casi di reati acclarati, vengono insabbiati o addirittura archiviati dei bravi ragazzi. Le prove, le intercettazioni chiarissime,le testimonianze, per questi picciotti NON VALGONO UN CAZZO. Meglio un avanzamento di carriera.Io mi vergogno molto di essere italiano, in questo periodo.

ber-corruttore

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