Salute e grano a tutti!

Ho preso il solito chiletto di cozze dal mio spacciatore e ora bevono beatamente in frigo, al fresco. Ho anche fatto un po’ di spesa e maledetto la sbadataggine… ho dovuto buttare cinque bellissimi pomodori e un kg di ottime pesche, che avevo preso a Barisardo la settimana scorsa…Visto che c’ero e che avevo i nervi tesi come una comare pre mestruo, ho anche messo a seccare i rimanenti pomodori (profumatissimi) col sale grosso e dato una bella pulita qui dove mangio e lavoro e alla cantina. Ho passato anche lo straccio con acqua e varecchina, da bravo ometto di casa. Ah, mi hanno informato che la sagra dei culurgionis, giunta alla sua sedicesima edizione, è andata benissimo: c’erano quasi duecento persone… UN TRIONFO!

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Buongiorno a tutti!

Mi sono preso un chiletto di cozze e due etti di “mangiatutto” da friggere. Ho preso anche un sacchetto piccolo di cheaps già pronte. Oggi nun me va da ffa’n cazzo. Finita la “festa dell’arte”, di cui hanno parlato tutti… gli organizzatori, sabato e domenica avrà luogo la “sagra dei culurgionis”. Un altro evento che nessuno ci invidia e che richiamerà a malapena le solite venti persone – rigorosamente sadalesi – che hanno tempo da perdere. I culurgionis sono una delle tante miniere d’oro abbandonate a se stesse. Si tratta di un piatto particolarissimo, legato a questo villaggio dalla notte dei tempi. In pratica, sono dei ravioli a forma di goccia e con una chiusura bellissima e originalissima “a spiga”: si chiudono rigorosamente a mano, uno per uno. Sfoglia di farina sarda e semola di grano duro, acqua e sale; il ripieno, e qui stà il bello, è composto da patate di montagna lessate e schiacciate, un formaggio particolare che nasce apposta per i culurgiones e menta. Molti li mangiano lessati e basta, altri con sugo di pomodoro, altri ancora con un filo d’olio. Bene. In qualunque altra parte del mondo, le donne avrebbero fatto due – cinque – dieci cooperative e avrebbero venduto questa delizia ovunque, dando lavoro anche ai tanti figli e generi disoccupati o fannulloni: che avrebbero provveduto alla distribuzione… qui no. Qui le donne si fanno un mazzo così per due settimane, preparano il prodotto per la sagra, e poi lo mangiano loro. Ne fanno talmente tanti, non li vendono, e  quindi. Quando mi sono azzardato a proporre una cosa tanto elementare e scontata a qualche conoscente o a qualche donna incontrata agli alimentari: ma perché non fate una cooperativa? Ci sono anche un sacco di contributi pubblici, europei e regionali, fate un’azienda. Mi hanno guardato con compassione; con gli stessi occhi vissuti dei loro uomini, quando parlo di come creare il turismo e vivere tutti agiatamente facendo semplicemente MEGLIO le cose che fanno abitualmente. Basta. Arrangiatevi!

Intervallo: CAPOLAVORI  SARDI

capolavori sardi

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