Argentina, il trionfo di Cristina. A quando uno/a statista anche al governo italiano?

Argentina, il trionfo di Cristina
Rieletta presidente al primo turno

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Cristina Fernandez Kirchner è stata rieletta presidente dell’ Argentina con il 54% delle preferenze, quando il 97% delle schede è stato scrutinato. Dopo essere stata la prima donna a salire a capo del suo Paese nel 2007, ora è anche la prima a ottenere la rielezione. Incassa il margine di vittoria più ampio ottenuto da un presidente da quando la democrazia è stata restaurata in Argentina, circa 30 anni fa. Secondo per preferenze è stato il candidato socialista Hermes Binner, che ha ottenuto il 17%, staccato così di 36 punti dalla ‘presidentà. Durante lo spoglio delle schede, il ministro dell’Interno Florencio Randazzo ha predetto che la percentuale di voti ottenuti si alzerà ulteriormente, grazie ai risultati della provincia di Buenos Aires.

Dopo che sono stati diffusi i primi dati a conferma della sua rielezione, la Kirchner ha tenuto un discorso dall’hotel di Buenos Aires scelto dal partito come quartier generale, facendo numerosi riferimenti al suo predecessore e marito, Nestor Kirchner, morto il 27 ottobre scorso. Commuovendosi, ha detto: «È una strana notte per me, perché l’uomo che ha trasformato l’ Argentina, che ci ha guidato e ha dato tutto quello che aveva e ancora di più… senza di lui, senza il suo valore e il suo coraggio, sarebbe stato impossibile arrivare a questo punto». Riferendosi ai suoi progetti politici e alla sua sfida per sostenere l’economia del Paese, ha detto: «Credetemi, porterò avanti questo progetto, tutto quello che voglio è continuare a lavorare perché l’Argentina cresca. Voglio continuare a cambiare la storia».

°°° Andate a vedere i dati economici e sociali dell’Argentina di oggi e scoprirete che cresce quasi quanto la Cina, anni luce avanti all’italietta di quel cav. Pompetta perculato/rimbalzato  da tutto il mondo.
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Salute e grano a tutti!

Ho preso il solito chiletto di cozze dal mio spacciatore e ora bevono beatamente in frigo, al fresco. Ho anche fatto un po’ di spesa e maledetto la sbadataggine… ho dovuto buttare cinque bellissimi pomodori e un kg di ottime pesche, che avevo preso a Barisardo la settimana scorsa…Visto che c’ero e che avevo i nervi tesi come una comare pre mestruo, ho anche messo a seccare i rimanenti pomodori (profumatissimi) col sale grosso e dato una bella pulita qui dove mangio e lavoro e alla cantina. Ho passato anche lo straccio con acqua e varecchina, da bravo ometto di casa. Ah, mi hanno informato che la sagra dei culurgionis, giunta alla sua sedicesima edizione, è andata benissimo: c’erano quasi duecento persone… UN TRIONFO!

B-ricerca

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Maria Novella Oppo

Il trionfo della bocciatura

Niente di nuovo: come ogni giorno, show di Berlusconi in apertura dei tg. Stavolta ha parlato davanti ai suoi colleghi industriali e si vedeva che si sentiva proprio a casa sua (tipo Villa Certosa), nei gesti balneari e nel linguaggio del cactus. Perciò, si è lasciato un po’ andare, ma senza ricadere negli insulti alla Marcegaglia, intesa come velina. Ha chiarito in modo definitivo la sua posizione sulla stampa: chi lo critica o si permette di fargli domande alle quali non sa rispondere, non solo è un cattivo giornalista, ma addirittura un eversore; compresi i direttori della stampa estera indipendente. Ma, per fortuna, ci sono anche i giornalisti dipendenti, come il direttore del Tg2, che ieri alle 13 ha mandato in onda un trionfale servizio sulla scuola. Con l’annuncio della bocciatura di 70.000 ragazzini, esaltata in quanto segno evidente che la scuola italiana è migliorata per impulso della Gelmini. Come dire che la sanità pubblica migliora quando aumenta la mortalità negli ospedali.

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Marco Travaglio

Papaveri e Papi

Che le cose si mettessero maluccio per il Cainano, lo si era capito del black out sulle reti Mediaset. Se non vince il padrone, le elezioni non esistono. Anche la faccia di Susanna Petruni, inviata embedded nel covo Pdl, parlava da sé: era persino più allegra quando annunciò lo share del Tg1 grazie ai morti del terremoto. Ma la certezza della sconfitta di Al Tappone s’è avuta quando, a Porta a Porta, ha cominciato a gracchiare la voce bianca di Mario Giordano. Il direttore del noto quotidiano satirico mostrava giulivo il suo titolone: «La rivincita di Berlusconi. Li ha mandati tutti a quel Pais». Battutona, con editoriale-marchetta «Più forte di crisi e gossip» e fantasmagorica proiezione che dava il Pdl al 38,5% («il Pdl cresce ancora»). In studio il più perplesso era La Rissa, che aveva appena ammesso la flessione. A tarda sera l’insetto concedeva al pover’ometto l’esame di riparazione: «Allora Mario, hai cambiato titolo?». E la voce bianca, in stato di ipossia: «Hanno mandato il Pd a quel Pais». Ri-battutona, con strepitoso occhiello: «Caso quasi unico nella Ue, la maggioranza tiene» (infatti l’unica destra europea che perde è il Pdl). Roba che neanche Forlani ai bei tempi. Si tratta dello stesso Giornale che venerdì titolava: «Pdl vicino al 45%. Sarà trionfo», con sagaci commenti sul «boomerang» delle critiche al padrone. Quasi commovente Roberto Napoletano, direttore del Messaggero del suocero di Casini: «Cresce l’Udc». Chi fosse preoccupato per lo stato di salute della stampa italiana, si prepari a quando Noemi sarà direttore del Giornale di Papi. Con la scorta.

L’EFFETTO CHE FA LA STAMPA “LIBERA” ITALIANA DI BURLESQUONI:

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Dall’archivio di Travaglio

I veri vincitori/1
“Ho ricevuto i sondaggi della settimana: il Pdl è al 45%, il gradimento del presidente del Consiglio è al 75% e questo significa che tre italiani su quattro apprezzano l’operato del governo. Mi aspettavo un calo di consenso verso di me, ma questa campagna mediatica che si è scatenata negli ultimi giorni sulla base di un cumulo di falsità è stata capita bene dagli italiani, in maniera intelligente, e mi sta rafforzando” (Silvio Berlusconi, 9 maggio 2009).

“Siamo sopra il 40 per cento. Io poi sono più amato di Obama, che è al 59%, mentre io sono arrivato al 75%” (Silvio Berlusconi, 18 maggio 2009).

“Se avremo un risultato superiore al 40%, e gli ultimi sondaggi ci danno al 43-45, diventeremo decisivi a Strasburgo e potremo dare un drizzone all’Europa. La campagna su Noemi si è rivelata un boomerang contro la sinistra” (Silvio Berlusconi, 30 maggio 2009).

“Siamo tra il 43 e il 45 per cento, a quel punto avremo il presidente del Parlamento europeo” (Silvio Berlusconi, 2 giugno 2009).

“Assisterete a un grande cambiamento della geografia politica in Italia. Il governo è al 56% dell’apprezzamento degli italiani. Berlusconi è al 74%. La Lega Nord supera il 10%. Il Pdl è tra il 40 e il 45%. Lo sappiamo dai sondaggi, ma non ci sarebbe bisogno di sondaggi” (Silvio Berlusconi, 4 giugno 2009).

“Pdl vicino al 45 per cento. Sarà un trionfo” (Il Giornale, 5 giugno 2009)

°°° Sono veramente costernato per questo “trionfo” del mafionano. Soprattutto, sapendo che senza brogli, voti comprati (hanno fermato e denunciato alcuni corrotti che filmavano col cellulare i loro voti, a Napoli e in Sicilia), intimidazioni di mafia-camorra-‘ndrangheta… probabilmente avrebbe avuto un “trionfo” ben maggiore. Diciamo del 20%. E senza l’occupazione sistematica di tutte le tv, sicuramente avrebbe avuto un “trionfo” del 10%. Più che TRIONFO… mi pare un TRONFIO che si è sgonfiato miseramente.

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(8 giugno 2009)

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Da Travaglio

Il Cavaliere di Hardcore

Chissà com’è stato il ritorno in ufficio del papà di Noemi dopo la festa per il 18° compleanno della ragazza con visita a sorpresa di Al Tappone, che lei chiama eloquentemente «papi». Figurarsi i frizzi e lazzi dei colleghi: «Ciao papi», «Tutto bene in famiglia, papi?». Il malcapitato è stato pure calunniato come «vecchio autista di Craxi» (falso, ovviamente). Insomma una catastrofe, per il pover’uomo. Per il Cavaliere di Hardcore invece lo scandalo delle selezioni per le Europee, decisamente più corrive di quelle per “Colpo Grosso”, è stato prontamente trasformato nell’ennesimo trionfo dalle tv e dalla stampa al seguito. Che hanno evitato di collegarlo alle denunce di Guzzanti senior sulla «mignottocrazia» e alla notizia del padre di un’altra fanciulla che s’è dato fuoco dinanzi a Palazzo Grazioli perché la figlia s’è vista negare una candidatura promessa in cambio di non si sa bene cosa. Da quando ha chiuso il Bagaglino e il ministero delle Pari Opportunità è in overbooking, i posti disponibili scarseggiano. Checché ne dica «la signora», come papi chiama la moglie. A strigliarla a dovere ha provveduto Maria Giovanna Maglie sull’apposito Giornale: «La First Lady in sonno… nemica della maggioranza degl’italiani», anziché «lasciarlo lavorare», «danneggia il premier e il governo». L’editoriale trasuda un trasporto sconfinato per papi. Il quale ora dovrebbe dare un cenno di gratitudine a Maria Giovanna, così bisognosa d’affetto. Niente ministeri né sottosegretariati. Basterà un cenno, un buffetto, un anellino. Conta il pensiero. Suvvia, papi, faccia qualcosa anche per lei.

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