Stracquadanio: ‘Sfigato chi guadagna 500 euro al mese’ °°° E magari lavora anche, a differenza di lui.

L’ultima di Stracquadanio: ‘Sfigato
chi guadagna 500 euro al mese’ 

Il parlamentare Pdl lo ha detto questa sera durante la trasmissione radiofonica la Zanzara. “Sono stufo di una retorica piagnona”. Immediata la reazione degli universitari: “Si vergogni!”
°°° Che fine farà quest’altro cialtrone dopo le prossime elezioni, quando questa destra indecente potrà al massimo portare una trentina di pregiudicati in parlamento?
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Il falso Bulgari è uno sfigato destronzo di Legnano. Smascherato dalle Jene si è dimesso.

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Si dimette presidente del consiglio comunale di Legnano. Si fingeva Bulgari per agganciare aspiranti modelle.

Tutta Legnano lo ha riconosciuto nel “provolone” di Facebook smascherato dalle Iene

Il presidente del Consiglio comunale di Legnano, Paolo Campiglio (oggi dimissionario) sarebbe stato riconosciuto dai suoi cittadini come il protagonista del servizio de Le Iene che smascherava un uomo,  che sotto le mentite spoglie di Paolo Bulgari, agganciava belle ragazze su Facebook.

Il falso Paolo Bulgari  una volta stabilito il contatto on line convocava  le fanciulle speranzose  in lussuosi alberghi milanesi.  Qui molto spesso ne otteneva i favori (senza molta fatica per il vero)  dietro promessa di prestigiosi ingaggi nella nota maison, di cui millantava essere l’illustre rampollo.

Il cyber lumacone agiva su Facebook da quattro anni  e le Iene lo avevano incastrato con una loro complice. L’ avvenente Giulia, dotata di telecamera nascosta, si era prestata a fingersi una delle tante giovani aspiranti modelle, disposte all’ intima dazione pur di avere un ingaggio di prestigio da quel signore, che su Facebook diceva di essere Paolo Bulgari.

Accompagnata nella hall di un lussuoso albergo milanese da una ex “conquista” del falso Bulgari, era stata al gioco fingendo di estasiarsi per la brochure di Bulgari, che il provolone mascherato le mostrava come prova della sua identità. Fino a che è entrata in gioco una telecamera con operatore, l’ impostore smascherato  si è battuto in vergognosa ritirata, inseguito dalla Iena Matteo Viviani  che gli dava dello sfigato.

Enfant prodige della politica provinciale, consigliere comunale di Forza Italia dal ’97 (all’epoca poco più che ventenne), numero uno dell’assemblea di Palazzo Malinverni, Campiglio, poche ore dopo il lancio del servizio andato in onda nella serata di giovedì 26 gennaio su Italia1 era già letteralmente sulla bocca di tutta la città che, nonostante il parziale  mascheramento elettronico del volto, lo aveva immediatamente riconosciuto.

Nel primo pomeriggio di venerdì 27 gennaio, l’ex “Bulgari si è dimesso con un comunicato dell’ ufficio stampa comunale: “Appena avuta notizia del servizio televisivo trasmesso ieri sera, al fine di tutelare la mia immagine e la mia onorabilità ed al fine di poter chiarire la reale veridicità dei fatti, ho deciso di rassegnare le dimissioni dalle cariche da me ricoperte. Le mie dimissioni, essendo un uomo al servizio delle istituzioni da ben quindici anni, sono state rassegnate anche e soprattutto a tutela dell’ente da me presieduto.”

Il servizio delle Iene non lascia molti dubbi in verità. Lo pseudo Paolo Bulgari sembrava molto sicuro di sè nel ruolo del riccone che viaggiava in first class e che era pronto a valutare le “qualità” della ragazza di turno (emissaria de le Iene) che gli aveva presentato Trisha, (la talpa in questo caso) che era una sua precedente “conquista” e  che aveva raccontato nello stesso programma di essersi spogliata nella stanza d’ albergo avergli praticato un “massaggio sensuale” per 500 euro.

Una cosa è sicuramente chiara, per le ragazze non c’era nessuna difficoltà a considerare normale lo “scambio di favori”, l’ unico problema per loro era semmai che il “signor Bulgari” non fosse poi in grado di mantenere le promesse sfavillanti.  Oltre un passaggio in suite lussuosa e qualche regaluccio, con  il suo budget reale in effetti non poteva andare oltre  a una  spradica botta di vita.

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L’agghiacciante italietta di burlesquoni

Prostituirsi per un compito in classe
Il sesso, mai protetto, è di ogni tipo anche di gruppo

Sesso a pagamento a scuola o in discoteca. «Adesso anche i “clienti” sono giovanissimi»
ELENA LISA
MILANO
Alla segreteria telefonica dove lo lascia, il messaggio si sente appena: «Sono Claudia, ho tredici anni», e poi non smette di piangere. Tra le lacrime racconta la sua storia e si chiede come sia potuto succedere. Dice che adesso non potrà più tornare a scuola. Tre settimane fa ha fatto sesso orale con due quattordicenni nei bagni della discoteca che ha frequentato per tutto l’inverno nel centro di Milano, quella dei personaggi famosi. A ballare ci va il sabato pomeriggio, con le amiche. Claudia, che è un fiume in piena, il suo messaggio lo lascia di notte al numero del Centro studi contro il bullismo del Fatebenefratelli diretto da Luca Bernardo, primario della struttura di Pediatria e dell’area adolescenza all’ospedale milanese. Sa che la sua storia c’entra poco con violenze e aggressioni perché lei, quel pomeriggio nei bagni del locale, era consenziente, e non era neppure la prima volta. Ma non sa a chi rivolgersi. Claudia è onesta. Ammette anche che se quei «cavalieri» coetanei non avessero fatto circolare tra i compagni di scuola il video registrato sul telefonino, in cui è inginocchiata vicino al water con i due in piedi davanti a lei e i pantaloni abbassati, chissà quando, e se, avrebbe deciso di chiedere aiuto.

«Quello dei baby clienti è un fatto che ha sorpreso anche me, anche se mi occupo da anni di adolescenti – spiega Bernardo – è un fenomeno nuovo, ma purtroppo, dato il numero di segnalazioni che riceviamo, sta dilagando. E non va sottovalutato, per tutelare sia le piccole prostitute sia i clienti bambini. Se nessuno interverrà diventeranno uomini adulti convinti di non avere valore, certi che nella vita conti solo il denaro. Sono loro, anche, le vittime della baby prostituzione». Le ragazzine come Claudia è come se avessero due identità. Hanno tra i 13 e i 16 anni e vivono le loro giornate trasformandosi. Per esempio Manuela, 15 anni, che a casa è acqua e sapone, loquace, divertente, ma non eccessivamente disinibita. È in gruppo, nei luoghi di aggregazione, nelle discoteche in particolare, che cambia il suo modo di essere. Qui gli sguardi diventano ammiccamenti e lo zainetto un kit per il cambiamento: la minigonna al posto dei jeans e le scarpe col tacco anziché le ballerine. La biancheria intima spesso è costosa e in mostra. Manuela sceglie i posti dove appartarsi in discoteca, non esclusivamente i bagni, muovendosi tranquilla perché «io lì a ballare ci vado sempre, mi conoscono e quelli della sicurezza non mi controllano».

Niente tabù
Le piccole prostitute perdono qualsiasi tabù e i rapporti sessuali diventano un mezzo per ottenere «merce», mai denaro: telefonini, biglietti per i concerti, ricariche, ipod, scarpe da ginnastica, magliette, catenine e braccialetti. I loro clienti, altrettanto bambini, gonfi di spavalderia o timidezza – che tentano di vincere con l’uso di una nuova droga, il cosiddetto ghiaccio bianco o ghiaccio secco, mix di barbiturici e anfetamine – le rimorchiano sui divanetti. Poco importa che sia il «fighetto» del gruppo oppure lo «sfigato». «Il maschio per queste adolescenti – spiega Bernardo – è una preda. È il mezzo grazie al quale possono avere ciò che vogliono, e apparire come desiderano».

Il sesso, mai protetto, è di ogni tipo: completo, di gruppo e praticato con un certo voyeurismo, dietro le tende, negli anfratti in discoteca e, a volte, nei bagni della scuola dove il rischio di essere visti o sentiti è alto. Alta è pure la cifra da racimolare per i piccoli clienti che devono comprare la merce con cui pagare la prestazione. Cinquanta, cento euro a settimana. Alle ragazze raccontano di sfilarli, poco per volta, dal portafoglio dei genitori. Oppure li chiedono ai nonni e ai parenti. Dicono di aver finito la paghetta. Altri, invece, minacciano i compagni con atti di bullismo. Ma c’è anche chi si accontenta di una ricarica telefonica o di un aiuto scolastico: a volte può bastare persino un compito passato al momento giusto. Rudy Citterio, presidente dell’Associazione locali notturni di Milano, parla di disagio giovanile e aggiunge: «Chi gestisce una discoteca non può sostituirsi agli educatori. È la famiglia che deve tirar su i figli con valori e principi sani». Quindi i genitori stanno a guardare? Alla domanda risponde involontariamente Claudia. Al telefono, tra i singhiozzi: «Per fortuna i miei non si sono accorti di niente. Eppure il mio armadio è pieno di cose firmate che loro non mi hanno mai comprato».

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