Non è finita…

Lodo Mondadori, De Benedetti vuole un miliardo di euro da Berlusconi

di Rinaldo Gianola

L’istruttoria è finita. Il caso «è a sentenza», dicono gli avvocati. Il giudice monocratico Raimondo Mesiano della decima sezione civile del Tribunale di Milano ha ormai raccolto tutte le infomazioni necessarie per pronunciarsi, pare in tempi ormai ravvicinati (salvo sorprese), sulla richiesta di risarcimento danni avanzata dalla Cir, finanziaria della famiglia De Benedetti nei confronti della Fininvest, holding della famiglia Berlusconi, in merito al caso Mondadori.

Proprio due anni fa la Cassazione aveva stabilito definitivamente la colpevolezza degli avvocati Cesare Previti, Attilio Pacifico, Giovanni Acampora (che

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Consigli per gli acquisti

Premier a cena coi giudici costituzionali, è polemica

Il 6 ottobre ci sarà l’udienza della Corte Costituzionale sul Lodo Alfano, ma intanto è già polemica dopo la notizia di una cena riservata del premier e del ministro Alfano a casa del giudice costituzionale Luigi Mazzella. Alla serata hanno partecipato un altro componente dell’Alta Corte Paolo Maria Napolitano, oltre a Gianni Letta e al presidente della commissione affari costituzionali Carlo Vizzini. La cena sarebbe avvenuta a maggio ma ne ha dato notizia ora l’Espresso: il giudice ha confermato dicendo che lui a casa invita chi vuole e ha negato che si sia parlato del Lodo Alfano. Continua a leggere

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Le minchiate di Bossi

E Bossi va “in soccorso” Silvio: «Se lo vuole duro, venga con noi»

«A Berlusconi gliene dicono di tutti i colori ma sono balle della sinistra». Parola di Umberto Bossi. A Schio nel corso di un comizio, il leader della Lega, a modo suo, prende le difese del presidente del consiglio: «Non credo riesca ad andare con tutte le donne che gli attribuiscono», osserva. Pausa. «Forse se fosse iscritto alla Lega… ce l’avrebbe duro», prosegue già abbondantemente oltre il confine del grottesco: «Non diciamoglielo altrimenti ci chiede la tessera», prosegue la sua presa in giro.

«Scherzi a parte – assicura Bossi – Berlusconi è un grande lavoratore e visto che la sinistra non ha strumenti in mano contro di lui costruisce delle frottole».

°°° Chissà se le “frottole” della sinistra sono le stesse che faceva scrivere lui su La Padania, prima di accettare i 70 miliardi di lire in regalo da Silvio. Vi ricordate? Si dimostrava la mafiosità del soggetto di Arcore, il furto delle ville ai danni di orfanelle minorenni, il riciclaggio dei vagoni di miliardi di lire della mafia, le società off shore come All Iberian (rimbalzate dalla condanna a David Mills), le corruzioni giudiziarie per fottersi Sme e Mondadori, i 98 miliardi regalati a Craxi per fottersi le frequenze e le concessioni statali per le “sue” televisioni… Ma poi, Bossi ce l’ha duro? Bossi? Quello che per un mezzo pompino di una subrettina senza pregio, ma dalle belle tette, si è beccato un ictus e per poco non ci rimaneva secco? Ma per piacere! O come direbbe Ghedini: “MAVALA’!”

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Da Travaglio

Toghe & rifiuti

Siccome in Italia vige la meritocrazia e si premiano i migliori, la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti presieduta dall’on. prof. avv. imp. Gaetano Pecorella ha scelto come consulenti due magistrati fra i più meritevoli: Francesco Castellano e Cesare Martellino. Affinché le due toghe possano dispiegare il loro balsamico contributo all’insigne consesso 24 ore su 24, senza distrazioni, il Csm sta provvedendo a collocarli «fuori ruolo». La scelta appare più che azzeccata. Martellino, ex procuratore di Terni ed ex presidente della Caf (corte d’appello della giustizia sportiva), poi rappresentante italiano a Eurojust al posto di Caselli, è indagato a Napoli per Calciopoli (abuso d’ufficio per il presunto aggiustamento di una pratica che stava a cuore alla Reggina su pressione di Franco Carraro). I laici del centrosinistra chiesero al Csm di occuparsi di lui per i presunti consigli forniti a don Pierino Gelmini, indagato per pedofilia a Terni. Castellano, ex giudice a Milano poi trasferito a Torino, oltre ad aver assolto Berlusconi nel processo Sme dopo averlo difeso in varie interviste, è stato sanzionato con la censura dal Csm e dalla Cassazione per essersi «intromesso nella vicenda Unipol», «fornendo la propria competenza e spendendo la propria persona per sostenere le ragioni dell’amico Giovanni Consorte con i colleghi milanesi» e «accreditandosi presso Consorte come canale di penetrazione per acquisire informazioni e condizionare le indagini», con «grave lesione del prestigio dell’ordine giudiziario». Gli uomini giusti per la commissione rifiuti.

°°° Vi ricordate Previti? “NON FAREMO PRIGIONIERI!” minacciò nel 1994… Ecco. Lui è nascosto nel suo castello di piazza Farnese o nel suo megastudio di via Cicerone, ma state tranquilli che sono sempre lui e dell’utri a tirare le fila del mafionano. Lui ha continuato nel suo mestiere di corrompere e comprare i magistrati con poca dignità e privi di morale. La cosca così ha mano libera, lodi a parte, per fare i comodacci loro, ovunque e comunque. Hanno occupato perfino i cadreghini dei bidelli. Spoyl system all’ennesima potenza. Ecco perché l’Italia è regredita in tutti i settori a livelli di quarto mondo. Sappiatelo.

b-giustizia

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mafia-spa1

nbondizia

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