Milano consegnata a mafia e ‘ndrangheta da Berlusconi, ma il “problema” sono due bambini Rom…

Amici! Tutti sappiamo quanto sia degradata Milano per colpa del mafionano, di Firmigoni e della scialba Moratti: oggi non vale un decimo di Torino, resa grande e viva da Chiamparino.  Tanto è colta e vissuta Torino, a tutte le ore del giorno e della notte,  quanto è ignorante e invivibile Milano.

Però nei talk show e sui giornali la destra mafiosa non fa che attaccare Pisapia perché, a loro dire, vuole consegnare la città ai centri sociali, dove albergano le uniche intelligenze presenti oggi a Milano, e ai Rom. Se sperano di vincere il ballottaggio con queste stronzate credo che  avranno un amaro risveglio.

B.Gaddafi_

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“Situazione politica delicata”. Masi vuol riaprire i talk show. Masi non va nemmeno a pisciare senza l’ordine del padrone.

“Situazione politica delicata”
Masi vuol riaprire i talk show

°°° Ma  chi vogliono prendere per ilculo? Questozerbinocoi baffi, come tutti gli altri invertebrati senza mestiere e senza dignità, mettonoanche le mutande delcoloro che decide il loro proprietario.  E quali sarebbero i talk show, porta a porta? Perché non chiamano al volo Santoro?… Se fosse un’esigenza seria e non propagandistica a senso unico LO FAREBBERO!!!

vespa-baciamano

Che ne dite?

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Da Vittorio Zucconi

zucconi

In termini eleganti e processuali, quello che è stato detto nell’oscena puntata, si chiama “blame the victim”, colpevolizzare la vittima, genere della ragazza violentata che “se l’era cercata”, perchè girava in minigonna. In termini più nazional popolari, la signora Berlusconi, che ora dovrebbe scusarsi con il marito dopo essere stata umiliata in pubblico dall’attempato gallinaro, è la classica “cornuta e mazziata”. Magnifico e solenne esempio dato agli uomini italiani di come “the first husband”, il primo marito e l’uomo più popolare della nazione concepisce il rapporto con le donne. E chi ha fornito il bastone siamo stati noi, gli abbonati della Rai usata dal proprietario di Mediaset per combattere le proprie vicende matrimoniali private. Scusate se mi ripeto: Alice nel Paese delle Meraviglie.

In attesa dello show di Silvio Berlusconi davanti al proprio ciambellano a Porta a Porta, suggerisco, come chiave di interpretazione delle parole che sentiremo scorrere, questo dialogo fra Alice e la Regina Rossa, nel meraviglioso “Attraverso lo specchio” di Lewis Carrol:
— Ma nel nostro paese, — disse Alice, che ancora ansava un poco, — generalmente si arriva altrove… dopo che si è corso tanto tempo come abbiamo fatto noi.
— Che razza di paese! — disse la Regina – Qui invece, per quanto si possa correre si rimane sempre allo stesso punto. Se si vuole andare in qualche altra parte, si deve correre almeno con una velocità doppia della nostra.
L’Italia è Alice. Ha ormai attraversato lo specchio e le parole significano soltanto, come dice il Cappellaio Matto, quello che il Cappellaio Matto vuole che significhino. Se si accetta di vivere nel regno delle meraviglie, tutto si spiega, e niente si spiega. E sul regno dell’assurdo e del nonsense si stende rassicurante il sorriso dello Stregatto. Lasciate perdere editoriali, blog, talk show, saggi. Per capire l’Italia del 2009 si deve leggere Lewis Carrol.

In vista di un massiccio spostamento familiare in Italia dagli Usa all’inizio dell’estate, sfoglio i vari “forum” (”fora”? Latinorum) di passeggeri che hanno volato Alitalia negli ultimi mesi, dopo il miracoloso salvataggio compiuto dal nostro “governo del fare”. I risultati della ricerca non sembrano incoraggianti e suggeriscono di starne “alialrga”. Sono soltanto le solite lamentele di passeggeri irritabili e sfortunati, o qualcuno di voi ha notizie ed esperienze di prima mano su questo nuova “good company” che ci è costata finora 3 miliardi di Euro a fondo perduto? O dobbiamo avvertire i terremotati d’Abruzzo che se il governo del fare otterrà gli stessi risultati nella ricostruzione dell’Aquila che ha ottenuto con la rinascita di Alitalia, faranno bene a emigrare? Attendo fiducioso notizie.

Ora, di tutti gli argomenti che si possono usare per difendere “lui” contro “lei”, secondo il classico e squallido schema italiano della Curva Nord e della Curva Sud, e presumo che ce possano essere, il più cretino e insolente è quello delle “faccende private”. Questo argomento, usato da colui che in introdotto in Italia e preso il potere vendendo prima di ogni altra cosa sè stesso, il proprio modo di essere, il proprio stile di vita privato, l’ostenazione di sè, del proprio corpiccino malato, guarito e restaurato, come elemento ideologico vincente sul grigiore burocratico e anonimo degli avversari, che ha imposto il modello della politica come “reality show” continuo, è semplicemente ridicolo. Chi di telecamera vive di telecamera soffre. L’obbiettivo, come scrisse un giornalista americano, non sbatte mai le palpebre.

°°° Ora, personalmente stenderei una spessa coltre di letame su quello che è avvenuto ieri sulla Tv cosiddetta pubblica, ma che di pubblico ha solo il pagamento del canone. Mi vergogno molto da parte del servo insetto, del direttore sottopadrone e melenso del Corriere della serVa, e dell’ignobile cazzaro mafioso che – per l’ennesima volta – ha avuto a disposizione da un suo sguattero invertebrato il balcone più ambito d’Italia… senza contraddittorio alcuno. Queste porcate si verificano esclusivamente in questo regimetto delle banane e sarebbe INCONCEPIBILE persino in Corea del Nord. Prosit.

bluffalitalia

asino_cavallo

b-cocaina

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Maria Novella Oppo

L’ideale contro la crisi

Continua nei talk show televisivi la sfilata di ministri e sottosegretari contriti e pronti alla retorica sulla dignità degli abruzzesi e l’eroismo dei soccorritori. Ma appena si discute delle responsabilità che stanno dietro il crollo di edifici pubblici recenti (dall’ospedale alla orrenda Casa, anzi bara dello studente), allora i berluscloni tornano alle urla e alle piazzate cui sono stati addestrati da una campagna elettorale permanente. E guai a mettere in risalto la pochezza e il calcolo di certe trovate del loro boss, come le famigerate new towns. Entra subito in funzione la macchina delle smentite. Berlusconi, infatti, non voleva dire che si fonderanno nuove città al posto di quelle storiche (stavolta si incazzerebbe anche Bruno Vespa), ma solo che si ricostruiranno le brutte periferie. E siccome bisogna fare in fretta e non è il momento delle polemiche, gli appalti magari saranno assegnati ai costruttori di prima. Perché l’edilizia e le pompe funebri contro la crisi sono l’ideale.

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