Il teatrino della politica

La destra italiota non fa che parlare di “TEATRINO DELLA POLITICA”, ovviamente riferendosi con spregio al csx. Ma vediamo chi sono questi grandi statisti così superbi. Cominciamo dal boss: un ominicchio formato scaldabagno, pieno di tanti complessi di inferiorità che se lo portano via. E’ diversamente alto, ma anche Napoleone lo era, non per questo girava con tacchi e soprattacchi e vestiva pantaloni per uno alto 180… E’ pelato: in questi giorni si vanta di aver arrestato alcuni latitanti mafiosi, lui, che non è riuscito nemmeno ad arrestare la caduta dei SUOI capelli! Si è fatto un decinaio di lifting al viso, come una Sandra Milo o una Grabriella Carlucci  qualunque, e combinato così, coi capelli disegnati, sembra davvero un burattino, un pupazzo da ventriloquo o un ometto del calciobalilla. Sorvoliamo suo cervello, quello non si vede, anche se ci fosse, e sulle minchiate che spara.

Sorvoliamo sui suoi comportamenti da scaricatore di porto ubriaco, che ci fanno ridere dietro e ci hanno reso ridicoli nel mondo intero. Passiamo ai ministri scelti e nominati da lui…

LA CARFAGNA.  Era una bella donna, ma ora si è trasformata in un manico di scopa con gli occhi. Avete presente lo sguardo stolido di quegli occhi sgranati? Un incrocio tra Betty Boop e una mantide o un rospo. Dal calendario al datario. Sembra ancora stupita del culo che ha avuto, lei, una semplice svallettatrice senza pregio, improvvisamente catapultata alla guida di un ministero di una delle massime potenze mondiali. “Omioddio! NON CI POSSO CREDERE! – sembra  ripetersi – Per aver fatto slap slap a una lumachina flaccida e putrescente, guarda un po’ che bingo che ho fatto! E se avessi fatto uno dei miei soliti pompini rigati… oggi cosa sarei, IMPERATRICE?…  ZARINA DI TUTTE LE RUSSIE?!”

AL FANO. Un perticone inutile, sempre piegato in due come un asciugamanino da bidè, a sentire le minchiate o gli ordini del suo proprietario. Questo pennellone non potrebbe fare nemmeno “ragazzo spazzola” dal barbiere dell’angolo, ma pure lui è stato miracolato sulla via di Hardcore. Un modestissimo servitore che nessuno ci invidia.  L’unico ministro della giustizia al mondo che insulta quotidianamente la Giustizia e i magistrati.

CALDEROLI. Un altro che sembra un pupazzo da ventriloquo tedesco,  abbandonato in soffitta. Gli basta un bicchiere di vino per cadere ubriaco duro. Di solito è il trentacinquesimo bicchiere. Si imbriaca e spara tante di quelle cazzate che la metà coprirebbero l’intero fabbisogno dell’Asia per almeno tre anni!

SCAJOLA. Personaggio notevolissimo, che avrebbe un grande successo come omino dei cessi in qualche fermata della metropolitana di periferia. Un viscido abitué  del “me la dai o scendi” , che si è dato alla politica fin da giovanissimo: per non fare un cazzo, magnare a quattro ganasce, e per rimorchiare segretarie impaurite. E’ l’unico politico della compagnia ed ha visioni veramente alte, ma solo quando cerca di guardare Al Fano negli occhi. Straparla di centrali nucleari senza capirne una mazza. Sa bene che non si faranno mai, ma a lui interessa intascare qualche mazzetta al più presto, che gli permetta di fare  regalini ad altre squinzie di Italia 1, magari senza metterle incinte e costringerle ad abortire, stavolta. Si è fatto aprire un aeroporto personalissimo ad Imperia, aeroporto che usa solo lui, e mentre il suo capataz regala farfalline alle escort di cui si circonda, Scajola regala spille a forma aeroporto. Grandezza naturale, naturalmente.

BRAMBILLA. Un troione fosforescente, detto con simpatia, che parla sempre di NULLA perché è l’unica materia di cui sa TUTTO. Spara numeretti a pene di segugio (cazzo di cane) e delle minchiate sesquipedali, con aria così stolida e convinta, che se non avesse quell’avvoltoio rosso in testa sembrerebbe Gasparri.

MARONI. Qesto è pericoloso. Credo che abbia aspirato tanti di quei miasmi  quando lavorava alla Elizabeth Arden da tirarlo scemo per sei generazioni. La sua veste migliore è però quella di bluesman:  tutto sudato, con gli occhialini rossi da Lina Wertmuller, che strapazza una tastiera o smartella un tamburello in maniera esagitata e fuori tempo, finché non cade dal palco. Quando non maltratta la musica, maltratta la Costituzione e gli immigrati. Una volta ha persino pestato le ciglia finte che sua moglie aveva dimenticato sul lavandino, solo perché erano NERE! Odia i neri, come tutti i legaioli, soprattutto perché i neri hanno un paracarro sempre duro nelle mutande, mentre loro ospitano dei tristi gnocchetti rosa da neonato… e le loro donne guardano con molta simpatia e fremente interesse le mutande dei neri. Maroni, come Calderoli, Castelli, e altri attrezzi del genere, ce l’hanno a morte con gli extracomunitari e non si rendono conto di essere LORO extracomunitari: la Padania, infatti, non è Italia.

Potrei andare avanti, ma devo preparare il pranzo e mi fermo qui.

Come vedete, il vero Teatrino della politica è questa buffa compagine di pupazzi telecomandati e non altri.

gasparri-facceculu

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