Telenovela “papi”

Due lavori, nullatenente, tranne ‘PAPI’ SILVIO NESSUNO conosce IL PAPà DI NOEMI – E SPUNTA “una STORIA omoseX”! – i genitori di Noemi non vivono insieme DAL 1997 – nel 2005 dichiarò 12.376 € di reddito MA SI PERMETTE DI INVITARE 100 PERSONE AL PARTY
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I misteri di Elio Letizia
Fabrizio d’Esposito per Il Riformista

Chi è Benedetto Letizia inteso come Elio, il papà e non il papi di Noemi? Sono giorni che sulla rottura tra Silvio Berlusconi e la moglie Veronica si è allungata l’ombra della misteriosa triangolazione Casoria-Portici-Secondigliano. In pratica i luoghi del giallo Noemi e della sua ambigua famiglia. Casoria è la location periferica della festa di compleanno della diciottenne che appella il premier come «papi».

Portici è la città in cui vivono lei e la mamma Anna Palumbo. Secondigliano, infine, è il quartiere di Napoli dove abita Benedetto detto Elio, dipendente comunale nonché commerciante di profumi e bigiotteria, attività questa intestata alla moglie separata.

Ed è questa la prima cosa che non quadra dopo aver sfogliato i romanzetti rosa propinati ieri dal settimanale mondadoriano Chi. Sulle pagine del rotocalco di Alfonso Signorini si dipinge un quadretto idilliaco della famigliola che ha messo nei guai il matrimonio del Cavaliere. Anna ed Elio Letizia parlano dell’ultimo fine settimana trascorso fra Positano e Vico Equense e dopo tanta reticenza offrono finalmente una versione della loro amicizia con il presidente del Consiglio. Dice il marito: «Ci siamo conosciuti durante una campagna elettorale, molti anni fa, ed è iniziato un rapporto fondato sulla sintonia politica».
Berlusconi, Noemi party a Casoria – Foto Mediaset

In realtà, i genitori di Noemi non vivono insieme da un bel po’ di anni. Più di dieci. Tutto risale a quando Benedetto Letizia fu arrestato per una storia di compravendite di licenze commerciali illecite al comune di Napoli. Era il 1993 e lui era il capo della segreteria del direttore dell’assessorato all’Annona, Giovanni De Vecchi. Finirono in manette insieme a causa delle rivelazioni di un geometra, che al magistrato disse anche di essere a conoscenza di «una relazione omosessuale» tra Letizia e De Vecchi. Successivamente arrivò l’istanza di separazione tra lui e la moglie.

Su Chi, invece, Letizia ha parlato solo di un aspetto della vicenda, quello a lui più favorevole: «Nel 1993 sono stato ingiustamente sottoposto a un procedimento giudiziario, ma poi, com’era logico e doveroso, sono stato assolto in appello».
NOEMI PARTY

E veniamo alle inesattezze, per non chiamarle in altro modo, del Cavaliere. La prima è stata quella che Letizia «era un vecchio autista di Craxi». Falso. Il figlio del leader socialista, Bobo, ha smentito immediatamente e da Palazzo Chigi hanno poi tentato di chiudere la questione con una nota imbarazzante, in cui è scritto che Berlusconi non ha mai detto una cosa del genere.

Martedì sera, a Porta a porta, Berlusconi ha fornito una seconda versione: «Letizia voleva informarsi sulle candidature dell’ex questore Malvano e di Martusciello (due esponenti azzurri in Campania, ndr) per le europee». Inutile dire che i diretti interessati hanno smentito di essersi affidati a Letizia. Del resto qual è il peso politico del papà di Noemi? Ai tempi della Prima repubblica, entrò al comune di Napoli. Si racconta che fosse in quota Psdi.
NOEMI PARTY

Ma l’ex assessore socialdemocratico Giovanni Grieco non se lo ricorda: «Hanno scritto che mi faceva da segretario, ma non l’ho mai conosciuto. Io sono stato assessore all’Annona nel 1984 e Letizia non l’ho mai visto in vita mia. Forse era un ragazzo che frequentava la segreteria oppure è arrivato dopo quando io non ero più assessore, boh!».

Nella Seconda repubblica, Letizia si presenta invece come un forzista doc, al punto da telefonare al premier e segnalare candidati pericolanti. Il problema è che nessuno lo conosce negli ambienti del centrodestra napoletano. Dice un disorientato azzurro del golfo: «Sinora sono state dette solo un mucchio di cazzate, nessuno riesce a sapere la verità su questa storia incredibile. Possibile mai che questo Letizia chiama Berlusconi e gli chiede di venire alla festa della figlia a Casoria?».

Altro dettaglio del giallo Letizia: per giorni sia la madre sia il padre di Noemi hanno resistito alle domande dei cronisti sull’origine dei loro rapporti con il premier. «È un segreto che custodisco e non dirò mai», sono parole di Anna Palumbo. «Non mi faccia entrare in profondità», questa la risposta tipo di Benedetto alias Elio. L’unica verità, allora, è stata consegnata alla gazzetta rosa di corte, Chi: «Ci siamo conosciuti in campagna elettorale».
NOEMI PARTY CON SILVIO

Un po’ evasiva come spiegazione del rapporto tra un presidente del consiglio e un oscuro dipendente comunale di Napoli. Ieri, tra l’altro, il presidente emerito Francesco Cossiga ha mandato delle sibilline scuse a Noemi, che si concludono così: «Voglia peraltro trasmettere a Suo padre questo consiglio: tenga lontano dalla famiglia i politici, non per loro ma per quanto “li segue”». Ci mancava solo il veleno di Cossiga, in questa storia.

2 – I misteri del papà di Noemi: Due lavori, nullatenente, tranne Berlusconi non lo conosce nessuno

Guido Ruotolo per La Stampa

E adesso si è tagliato anche il codino. Forse si è immedesimato nel ruolo di «amico», di «confidente», di «suggeritore» del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. E, dunque, un look istituzionale è diventato d’obbligo. Benedetto Letizia, detto Elio, presidia la casa di Portici. Non c’è Noemi, l’oggetto dello scandalo, né Anna Palumbo, la moglie dalla quale anche formalmente voleva separarsi nel lontano 1997.
NOEMI PARTY, SILVIO CON LO STAFF DEL RISTORANTE

E’ cordiale, risponde alle domande con cortesia. Anche se non dice nulla. E’ bravo, «il devotissimo», per dirla con Noemi, di Silvio Berlusconi. E’ uno di vecchio stampo, uno di quelli che non vede, non sente, non parla. Da una settimana sotto i riflettori, Elio non ha mai dato una briciola di notizia su di lui, sui suoi vecchi guai giudiziari, sulla sua amicizia con il presidente Berlusconi. Gioca di sponda, d’intesa con il presidente.

Noemi aveva otto anni, quando papi Elio presentò l’istanza di separazione. Adesso, sembra acqua passata. In questi giorni di passione e di polemiche, lui è un padre premuroso, un marito perfetto che difende la famiglia. Il vero mistero di questa storia è la tempra di papi Elio.

Nel frullatore dell’informazione si è posto l’accento sui suoi guai giudiziari. Lui non si è mai difeso. E’ un mistero, questo. Fu arrestato, questo è sicuro, nel lontano 1993 per una storia di corruzione, di compravendita di licenze commerciali. In un Paese che sa tutto, non si riesce neppure a ricostruire la storia giudiziaria non di un Elio Letizia qualsiasi, ma dell’amico del presidente del Consiglio.
noemi party

Finì in carcere con il suo superiore, Giovanni De Vecchi, direttore dell’Ufficio Annona del Comune di Napoli. «Era lui, Benedetto Letizia, il dominus di quell’organizzazione criminale che aveva il controllo del mercato delle compravendite di licenze commerciali». Chi all’epoca lavorava alla Procura di Napoli ricorda bene quel «fascicolo», quella retata che diede poi vita ad altri arresti, compreso l’assessore all’Annona dell’epoca, Arcangelo Martino, ma che con l’«organizzazione Letizia» non aveva rapporti. In questi giorni, anche nel Palazzo di Giustizia, leggendo le cronache rosa, qualcuno ha cercato di capire che fine avesse fatto quell’inchiesta, quel processo.

Mistero. Adesso nei corridoi della Procura di Napoli quando ne parlano lo chiamano il «processo sfortunato»: «Deve essere stato condannato almeno in primo grado. Ma poi, in appello, ci deve essere stato una dichiarazione di nullità del decreto che disponeva il giudizio. Le carte potrebbero stare incredibilmente ancora al gip». Era lui, Elio Benedetto Letizia, il «dominus» dell’organizzazione criminale.
ristorante di Casoria, del party di Noemi

Impiegato comunale, in questi anni ha subito tre sospensioni dal lavoro. Solo nel 2007 è stato riammesso a palazzo San Giacomo. Chi ha spulciato le sue dichiarazioni dei redditi, come «Italia Oggi», ha scoperto che nel 2005 Elio Letizia dichiarò 12.376 euro di reddito. E però si è scoperto che è socio di una profumeria-tabaccheria dal 1995, gli anni delle vicissitudini giudiziarie, e la moglie gestisce una edicola-cartoleria. Noemi, invece, ha già un appartamento intestato a lei. E che dire del Letizia politico navigato? Che addirittura dà indicazioni al premier Berlusconi di candidare alle Europee l’ex questore di Napoli, Franco Malvano, e Fulvio Martusciello, storico parlamentare e promotore di Forza Italia a Napoli (insieme al fratello Antonio).

Neppure Elio se l’è sentita di confermare la storiella di Silvio Berlusconi. Malvano ha fatto sapere di non averlo mai conosciuto; Martusciello ricorda di averlo conosciuto nella lontana campagna elettorale del 2000 nel quartiere di Secondigliano. Ma che poi ha perso le sue tracce. Del resto ha aspettato il comunicato di Palazzo Chigi per confermare che lui non è mai stato l’autista di Bettino Craxi, così come aveva raccontato subito Berlusconi.

Sul suo passato politico, dichiaratamente socialista, nessun napoletano della stagione che fu ne ha ricordi. Neppure in casa socialdemocratica. E adesso che addirittura avrebbe questo ruolo di «suggeritore» in Forza Italia-Partito delle libertà, i leader locali del partito del premier fanno spallucce. Sì, Elio Benedetto Letizia è proprio un signor «Nessuno».

Forse qualcuno lo conosce a Secondigliano, il quartiere di Napoli nel quale ha vissuto fino a due anni fa, quando poi la famiglia Letizia si è trasferita a Portici, comune alle porte di Napoli. E come su tutti i signor «Nessuno», non avendo un passato da ricordare, adesso girano storielle che non meritano neppure di essere raccontare. Ma la domanda rimane senza risposta: come e perché conobbe Berlusconi?

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Telenovela “papi”

Da Travaglio

Elio e le storie tese

Dunque. Elio Letizia da Secondigliano, messo comunale, 12mila euro dichiarati all’anno, ha una figlia, Noemi, che veste firmato e va a scuola in Mercedes con autista. Lui conosce intimamente il premier, ma né lui né il premier spiegano come e quando si sono conosciuti. Anche Noemi conosce intimamente il premier: a 15 anni inviò un book di foto a Mediaset tramite un amico di Dell’Utri; poi, a 16-17 anni, iniziò a frequentare «papi» per tirargli su il morale col karaoke. Milano, Roma, Sardegna. Ma sempre, giura Ghedini, accompagnata dai genitori. Strano: i coniugi Letizia risultano separati da anni; e il Corriere ventila addirittura un’«amicizia particolare» tra Elio e un ex dirigente comunale. Quali armi di persuasione possieda Elio per convocare il premier da Milano alla circonvallazione di Casoria, posto da paura, non è dato sapere. Salvo credere al premier: «Elio voleva parlarmi delle candidature di Malvano e Martusciello». Uno è l’ex questore di Napoli, deputato Pdl; l’altro un consigliere regionale Pdl, fratello del coordinatore forzista in Campania. I due non han mai visto né conosciuto Elio. Che però, generoso com’è, li raccomandava lo stesso. Silvio rimane chiuso un’ora in aereo a Capodichino in attesa che Noemi entri alla festa. E, siccome ha deciso all’ultimo momento, le regala un collier che casualmente teneva in tasca, per ogni evenienza. Sempre casualmente, da sotto un tavolo, spunta un fotografo di «Chi» (Mondadori) per immortalare la scena. Tutto chiaro. Ecco perché Veronica e Mike Bongiorno trovavano perennemente occupato: era sempre al telefono con Elio.

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UNNI

Fiducia sulla sicurezza, un altro schiaffo al Parlamento

Voto di fiducia per la legge sulla sicurezza, voto di fiducia per la legge sulle intercettazioni. E’ un baratto in piena regola tra Berlusconi e la Lega, ancora una volta sulle spalle del Parlamento. Il Consiglio dei ministri dà il via libera con uno stringato comunicato. Poi il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, annuncia soddisfatto che “è finita una telenovela”. La Lega può tirare un sospiro di sollievo: con tutti i dissensi e le contrarietà anche nella maggioranza sui temi più caldi del provvedimento – dalle ronde alla detenzione di sei mesi dei clandestini nei Cie – un voto libero del Parlamento rischiava di riservare amare sorprese per il provvedimento tanto inseguito dal partito di Bossi. Il voto di fiducia azzera i pericoli: e poco importa se il Parlamento riceverà l’ennesimo schiaffo e se gli appelli del presidente Napolitano cadranno nel vuoto.

Un fatto normale lo definisce Umberto Bossi nell’annunciare che la fiducia sarà posta oggi alla Camera e che sarà votata domani.

Il ricorso alla fiducia avviene “per imbrigliare una maggioranza che ogni volta che può esprimersi con voto segreto contraddice le scelte del governo”. E’ il commento di Massimo D’Alema commentando a Montecitorio la decisione del governo di porre la
fiducia sul ddl sulla sicurezza. Secondo D’Alema, “tra decreti e fiducia il Parlamento non è messo nelle condizioni di svolgere il suo ruolo. È grave – conclude – il ricorso al voto di fiducia su un provvedimento di questo tipo”.

Dello stesso tenore tutte le reazioni dell’opposizione. “Appena c’è un voto segreto vanno sotto. La maggioranza va sotto e usano la fiducia per tenerla unita con la forza», afferma il segretario del Pd, Dario Franceschini. E Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd: “La decisione di porre l’ennesima fiducia, tra l’altro su un provvedimento che riguarda la sicurezza dei cittadini, dimostra la fragilità di questa maggioranza e conferma che il Parlamento non può svolgere la sua funzione”. Lo afferma Anna
Finocchiaro, presidente del gruppo Pd a palazzo Madama. “Purtroppo assistiamo impotenti a questo ulteriore colpo di mano. Noi continuiamo a denunciarlo ma sarebbe ora che lo facessero anche i tanti osservatori e commentatori che lodano quotidianamente il comportamento, la compattezza e la forza di questa maggioranza. La verità -conclude la Finocchiaro- è che
senza fiducia non stanno in piedi, altro che coerenza con le priorità dell’ azione di governo!”.
Commenta il leader Idv Antonio Di Pietro:”Il piano sulla sicurezza è un piano repressivo, che non prevede un euro in più per la sicurezza. I poliziotti rincorrono delinquenti mettendo di tasca propria la benzina alle auto e mio figlio che fa il poliziotto ed è aumentato di cinque chili non ha nemmeno i pantaloni da mettere. Altro che legge sulla sicurezza”.

°°° Insomma, amici miei, queste merde stanno divellendo TUTTI I DIRITTI conquistati in 60 anni di lotte. Così, senza pensarci e in pochi mesi. Cosa resterà di questa italietta se non li fermiamo in tempo? Sono peggio degli Unni. Unn’e mammarua!!!

unno

unni1

IL GOVERNICCHIO/REGIMETTO BURLESQUONI

berlusconi

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