La miseria di Umilio Fido

Le sorelle Giarrotta e il signor Fede

di Manuela Modica (L’Unità)

Lei, Amalia Giarrotta, per anni stimata professoressa di greco al liceo classico di Barcellona Pozzo di Gotto, ormai ingracilita dall’età avanzata, è arrabbiatissima: è finita nei racconti «machi» di lui, l’aitante tombeur des femmes, nonché delicato umorista Emilio Fede. Racconto che non è andato giù all’anziana professoressa di Greco, infuriata proprio dall’umorismo di Fede, tanto da citarlo in giudizio di fronte al tribunale civile di Barcellona chiedendo un risarcimento per ben 100mila euro. L’episodio risale al 2006 quando Eva tremila (n. 15 del 15 aprile) pubblica un’intervista al noto direttore del Tg4. Già dalla copertina l’argomento, dei più gustosi, è eloquente: «Emilio Fede, il sultano dell’harem del tg4 confessa la sua passione. Per le donne». Segue all’interno un escursus della vita tra le donne del sultano: da Audrey Hepburn in giù, fino all’episodio più eclatante, quello più mascolino della sua storia di Don Giovanni: le tre sorelle Giarrotta.

Una storia contemporanea con

 tutte e tre. Così il giornalista imposta la domanda «altri periodi d’oro?», e Fede risponde: «Verso la fine degli anni ’50 mi fidanzai, in Sicilia, con tre sorelle contemporaneamente. Poi una disse alle altre che mi voleva sposare e fu il patatrac. Dovetti cambiare aria». Ma il meglio è nella risposta successiva, il direttore del Tg4 nell’intervista sostiene di non avere rimpianti per questo triplo salto sentimentale: «Pochi, di cognome facevano Giarrotta. Difficile portarle in società, si immagina i commenti ogni volta che le avessi presentate: “Signor Rossi, questa è la mia fidanzata Giarrotta”. Improponibile», conclude. È così che la delicatezza dell’intervistato colpisce l’anziana professoressa Gia..rrotta non ci sta, lei e le sue sorelle non hanno mai fatto parte dell’Harem, sostiene. Così riporta, attraverso il suo avvocato, Domenico Calabrò, la professoressa: «In verità, negli anni ’50 quando aveva 18 anni circa, ma anche prima, frequentava le tre sorelle Giarrotta solo quando veniva ospitato nella loro casa paterna dal padre di queste, signor Giarrotta Salvatore, solo a titolo di amicizia ed al fine di partecipare ai momenti dei vari pasti giornalieri, avendo la famiglia Fede, al tempo, una situazione economica precaria».

Stando, quindi, alla versione della più grande delle tre sorelle, l’anziana professoressa di greco, Emilio il sultano non è mai stato contemporaneamente con tre sorelle, non le Giarrotta almeno. «Sono state tutte e tre insegnanti presso le Scuole Medie Superiori e hanno sempre mantenuto elevata la loro dignità morale, spirituale e comportamentale. Il cognome delle sorelle Giarrotta non è stato mai messo in ridicolo mentre la S. V. lo ha esposto al pubblico scherno», scrive ancora Calabrò. Ed è così che il sultano rivaluta il racconto da Don Giovanni che da tre, ora riguarda una sola sorella: «Non ho mai rilasciato una intervista riferita in quei termini – scrive Fede all’avvocato dell’anziana professoressa- .

Ricordo, lontanissimo di avere passeggiato sotto casa delle signorine Giarrotta. Una delle quali, ma non ricordo neppure chi, riscuoteva la mia simpatia». Solo una «scherzosa e autoironica ricostruzione delle sue conquiste giovanili ed una altrettanto ironica battuta sul cognome Giarrotta», minimizza Filippo Alosi, avvocato di Emilio Fede che a sborsare cento mila euro non ci pensa neanche: «Se si tratta di risarcire i pranzi e le cene che mi hanno offerto quando avevo 14 o 15 anni, – scrive ancora il direttore del tg4 – possiamo anche arrivare ad un compromesso tenendo conto della rivalutazione. Credo si tratti non di centomila, ma di cento o duecento euro». Noblesse sulla quale dovrà esprimersi il tribunale di Barcellona, prossima udienza a fine aprile.

 

UNA ISTANTANEA  DI  UMILIO

verme-piccolo

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