Stato di polizia e leggina anti PM. Questa è la volta che Silvio verrà cacciato con le roncole.

Caso Ruby, consegnati in procura
E spunta la leggina anti-pm

MILANO – Sono arrivati in procura a Milano le carte difensive degli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, che assistono Silvio Berlusconi nell’indagine sulle feste ad Arcore in cui il premier risponde di concussione e prostituzione minorile. Decine e decine di pagine che i pm analizzeranno nei prossimi giorni. Nel giro di due settimane, la procura formulerà la richiesta di giudizio immediato a carico del presidente del Consiglio. Si tratta di dichiarazioni di decine di persone informate dei fatti, ma sui contenuti c’è strettissimo riserbo.

Sono due le ipotesi di reato contestate dalla Procura di Milano al presidente del Consiglio: prostituzione minorile e concussione. Nella stessa inchiesta sono indagati l’agente dei vip, Lele Mora, il direttore del Tg4, Emilio Fede, e il consigliere regionale della Lombardia per il Pdl, Nicole Minetti. Tutti accusati di favoreggiamento della prostituzione per aver portato – sempre secondo l’ipotesi formulata dall’accusa – decine e decine di ragazze ad Arcore e aver organizzato festini a luci rosse nella residenza lombarda del premier.

Intanto dal Parlamento – la notizia è stata data dall’agenzia Dire – emerge con concretezza di legge l’idea che lo stesso Berlusconi ha lanciato con i sui videomessaggi sulla punizione dei magistrati inquirenti.

La proposta di legge è stata depositata alla Camera il 28 ottobre scorso, esattamente due giorni dopo l’esplodere del caso quando si seppe che il premier aveva telefonato alla questura di

Milano per far
affidare l’allora minorenne marocchina al consigliere regionale della Lombardia, Nicole Minetti. La prima firma è del deputato pdl Luigi Vitali, e sottoscritta da altri 29 parlamentari suoi colleghi, tra cui Cirielli, Cassinelli, Lehner. Il titolo chiaro: “Introduzione dell’articolo 315-bis del codice di procedura penale, concernente la riparazione per ingiusta intercettazione di comunicazioni telefoniche o di conversazioni”.

La proposta è stata consegnata direttamente nelle mani di berlusconi -che ora la sta valutando- il giorno della riunione con i deputati-avvocati del pdl. “L’ho consegnata io al presidente- spiega Vvitali- e mi ha detto che la esaminerà con attenzione. La prossima settimana la presenterò in conferenza stampa e chiederò di esaminarla subito in commissione giustizia”.

A leggere i 5 articoli, il progetto di legge sembra proprio pensato per il caso Ruby. E, se venisse approvato dal parlamento, metterebbe un serio freno all’uso delle intercettazioni da parte dei magistrati, che potrebbero incorrere in pesanti sanzioni.

I punti principali della proposta sono i seguenti: i pm e i gip non competenti territorialmente e funzionalmente non potranno più autorizzare intercettazioni, pena provvedimenti disciplinari stabiliti dal ministro della giustizia. In caso di assoluzione in un processo, l’imputato, ma anche tutti i testimoni finiti nelle intercettazioni ‘spiattellate’ sui giornali, avranno diritto a un risarcimento di 100 mila euro, che sarà sborsato di tasca propria dai pm dopo sentenza “di responsabilità contabile” della corte dei conti.

Ma la vera “chicca” è la norma transitoria che rende la legge retroattiva: avranno diritto al risarcimento anche coloro che sono stati coinvolti in indagini risalenti a 5 anni prima della sua entrata in vigore.

°°° Siamo alla tragicommedia, amici. I ladri che vogliono arrestare le guardie! Credo che non se ne farà nulla di questa ennesima porcata pro gangster, ma se anche dovesse passare al parlamento italiota, ci penseranno Bruxelles, la Corte Costituzionale e la Corte dei Conti a rendere nulla una puttanata del genere. Insomma, come vediamo tutti i giorni: la bassezza del delinquente brianzolo non conosce limiti!

bdimissioni

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