BERSANI DORME, MA NON è IL SOLO…
MA SOLO QUANDO FA COMODO A LORO! E IO PAGO…
BERSANI DORME, MA NON è IL SOLO…
MA SOLO QUANDO FA COMODO A LORO! E IO PAGO…
Il presidente di Regione Lombardia aveva fatto ricorso contro l’Italia dei valori per un cartellone che lo raffigurava come una formica accanto a Nicole Minetti, Nicoli Cristiani e don Verzè. Il tribunale di Milano: “Satira continente”. E lo condanna a pagare 3mila euro
Il presidente della Confindustria Giovani Jacopo Morelli: “Siamo donne e uomini liberi che vogliono fare una operazione verità, la demagogia affonda il Paese”
Per la prima volta nella storia niente esponenti politici sul palco di Capri, dove tra tre settimane si svolgerà il convegno annuale dei giovani industriali. Ad annunciarlo è stato il loro presidente, Jacopo Morelli, che ieri, manifestando una linea conforme a quella espressa nei giorni scorsi anche dalla presidentessa senior Emma Marcegaglia, ha parlato di governo “codardo” che “umilia il Paese”.
L’unico esponente politico ammesso a parlare nell’isola azzurra è il Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Per il resto, Confindustria Giovani è composta da
La gonna rosa di una donna che si alza a causa del vento e le sue mani che la tengono abbassata. E lo slogan «Cambia il vento». L’immagine scelta dal Partito democratico di Roma per la Festa de l’Unità 2011 della capitale fa discutere. Almeno quella in versione femminile. Un dibattito quasi esclusivamente interno al partito, quello scatenato ancor prima dell’inizio della festa e che ha visto schierarsi in posizione decisamente contraria le donne del Comitato “Se non ora quando”, che non hanno esitato a esprimere «sconcerto di fronte alla campagna pubblicitaria lanciata dal Pd romano».
°°° Io, da maschio, mi sento molto più insultato da queste quattro stupide, da d’alema-fassino-veltroni-violante-la torre-bassanini, ancora in giro e nelle tv a rappresentare anche me. E di molto! Questa è una bellissima foto, allegra, spensierata e VIVA! Ma fosrse, chi dice la stronzata, ha delle gambe orribili, un cervellino atrofizzato, e gira solo in tuta…
Europee
Il governo censura la campagna pubblicitaria dell’Ue
di Simone Collini
C’è una campagna pubblicitaria fatta dall’Unione europea per invitare i cittadini a votare che gli italiani non vedranno. Negli altri paesi sì, sui muri delle principali città d’Europa verranno affissi manifesti come quello raffigurante un massiccio castello da una parte e una verde siepe dall’altra, con la scritta: «Quanto devono essere aperte le nostre frontiere?».
Il Pd ha ora presentato un’interrogazione parlamentare al ministro delle Politiche comunitarie per chiedere al governo il perchè di questa censura. Il sospetto è infatti che alla base della decisione di non dare il via libera a questa campagna ci sia il fatto che non è in linea con i messaggi veicolati dal governo. «Gli italiani hanno il diritto di sapere per quale motivo il governo italiano ha rifiutato di diffondere nel nostro paese i manifesti della campagna», si legge nell’interrogazione presentata al ministro Andrea Ronchi dai deputati Pd Walter Verini, Alberto Losacco, Sandro Gozi e Jean Leonard Touad. E il dito viene puntato proprio sul manifesto dedicato al tema dell’immigrazione, così poco in sintonia con la linea dei respingimenti. Ma ce ne sono anche altri che veicolano messaggi decisamente distanti dalle politiche del governo Berlusconi.
Il Parlamento europeo ha approvato la campagna nelle scorse settimane, con il voto favorevole di tutti i gruppi, compreso il Ppe (quello di riferimento, a Strasburgo, del Popolo delle libertà). Poi i creativi si sono messi all’opera consegnando sei diversi manifesti, con messaggi tematici tradotti in 23 diverse lingue. Ma quelli con le scritte in italiano rimarranno negli armadi.
«Sembra che il ministro Ronchi, interrogato in merito, abbia definito tale campagna “inadeguata”, dicendosi disposto a predisporne una propria», fa sapere Verini. «Corrisopndesse al vero», dice il deputato del Pd, «credo sia necessario ed urgente conoscere le reali motivazioni alla base di una decisione che sarebbe grave ed arbitraria. Una scelta che, alla luce anche delle posizioni di aperto contrasto assunte dal nostro esecutivo perfino con organismi sovranazionali, come avvenuto sul tema dell’immigrazione, rappresenterebbe una nuova conferma della scarsa sintonia del governo italiano con il comune sentire dell’Europa comunitaria».
°°° Amici, questa notizia la trovate solo qui o sull’Unità. Se non è regime questo…
La polemica per il racconto di una presunta visita a una chiesetta: «Non c’è mai stata»
«Votateci, fermeremo Berlusconi»
Silvio infiamma le elezioni finlandesi
Il partito Keskusta contro le ultime dichiarazioni del leader italiano: «No a chi racconta frottole»
HELSINKI – Come tutte le campagne elettorali finlandesi, anche quella per il Parlamento europeo del prossimo 7 giugno finora era stata condotta quasi in sordina. Si preannunciava qualche comizio, qualche dibattito in tv dove i vari candidati avrebbero risposto, una alla volta senza interrompersi uno con l’altro, alle domande del moderatore. Insomma, una campagna elettorale ben diversa dai canoni italiani.
MANIFESTO – A surriscaldare la temperatura elettorale è stato un manifesto del ‘Keskusta’ (Partito di centro), il partito del Premier Matti Vanhanen. Il titolo non poteva essere più esplicito: «Berlusconi è contro la Finlandia». Il testo fa riferimento alla fantomatica chiesetta in legno del ‘700 ed alla altrettanto fantomatica visita ufficiale del Presidente del consiglio italiano durante la quale andò ad ammirarla dopo tre ore di viaggio. Come dichiarato dal portavoce del ministro degli Esteri finlandese, Alexander Stubb, Berlusconi non è mai stato in visita ufficiale nel Paese nordico. Nel 1999 fu in Finlandia in visita privata, per partecipare ad una riunione del Partito Popolare Europeo al quale Forza Italia aveva aderito l’anno prima. In quella occasione, dice sempre il ministero degli esteri finlandese, Berlusconi non fu accompagnato dai dirigenti del ‘Kansallinen Kokoomus’ (Alleanza nazionale, in italiano), che fa parte del PPE, in nessuna chiesetta di legno.
POLEMICA POLITICA – Il testo del manifesto del Keskusta (fino al 1988 si chiamava ‘Partito agrario’ ed il suo leader era Urho Kekkonen, presidente della Finlandia dal 1956 al 1982) dice che bisogna impedire l’arrivo al Parlamento europeo di tipi usi a parlare a ruota libera, a dire sciocchezze e a raccontare frottole. Il Parlamento, invece, è un luogo in cui si prendono importanti decisioni che incidono sulla vita dei cittadini europei, sia quelli che vivono in villaggi con chiese di legno sia quelli della città dove c’è il Colosseo. Il Keskusta, insomma, accusa in modo indiretto il partito del Kokoomus di fare comunella, in Europa, con tipi come Silvio Berlusconi, il quale ha un indice di gradimento -in Scandinavia- non certo del 75% come in Italia. Anzi. C’è da prevedere, nei prossimi giorni, un aumento della lotta politica in Finlandia sulla base delle dichiarazioni di Berlusconi riguardo alle ragazze finlandesi, purché maggiorenni.
PROTAGONISTA – I tre partiti maggiori, Keskusta, Kokoomus, Partito socialdemocratico, hanno circa il 25% dei voti a testa. Ogni variazione anche minima può essere decisiva per essere il partito più votato e, dunque, quello incaricato di formare, quando verrà il momento, la coalizione governativa. E’ sotto questa luce che la lotta per le elezioni europee oltre ai temi classici (crisi economica, ambiente, normative comunitarie) adesso ha un nuovo e strano – almeno per i finlandesi – protagonista: Silvio Berlusconi e le sue battute.
Paolo Torretta
Raidue blocca Vauro e Borromeo
all’«Era glaciale»
Il direttore Marano: «Violata la par condicio con frasi anti-premier, intervista in onda dopo le elezioni»
MILANO — Alla fine, dovranno dargli un’aureola in un certo qual modo ambita: quella di uomo più censurato d’Italia. Vauro, cofondatore del Male e vignettista del Manifesto amatissimo a sinistra, ieri sera non ha potuto partecipare alla puntata di «L’era glaciale» su Raidue. O meglio, lui ha partecipato. Il fatto è che proprio non è andata in onda la parte della trasmissione condotta da Daria Bignardi nella quale avrebbe dovuto essere ospite. Tagliato lui, e tagliata anche Beatrice Borromeo, che nella stessa tranche dello spettacolo televisivo aveva presentato il libro scritto a quattro mani insieme con Marco Travaglio, «Italia Annozero ».
E così, la trasmissione ha visto la presenza solo del ministro all’Agricoltura Luca Zaia e degli attori Sergio Castellitto e Neri Marcorè Lo ha comunicato attraverso le agenzie di stampa il direttore di Raidue, Antonio Marano: «Nonostante i ripetuti tentativi da parte della conduttrice Daria Bignardi di riportare il discorso sul libro — ha spiegato il dirigente — , gli ospiti hanno affrontato questioni politiche in un periodo di par condicio in assenza di contraddittorio». Ha aggiunto il direttore della rete: «Era una presentazione di un libro e non la continuazione della puntata di ieri (giovedì, ndr) di Annozero». In ogni caso, ha precisato ancora Marano, l’intervista alla coppia Borromeo-Vauro andrà in onda dopo le elezioni «in maniera integrale e senza tagli». Sempre secondo l’Ansa, durante il programma il vignettista satirico avrebbe dato alcuni pesanti giudizi riguardo alla condotta di Silvio Berlusconi, mentre la conduttrice- scrittrice avrebbe descritto l’atteggiamento del capo del governo come fonte di imbarazzo per l’Italia nei confronti degli altri Paesi.
Un «caso Vauro» era scoppiato per la prima volta lo scorso 15 aprile, quando fu sospeso da appunto da Annozero — di cui è collaboratore fisso dal 2006 — per una vignetta realizzata durante la trasmissione. Il disegno riuniva due dei temi più discussi in quei giorni: il «piano-casa » del governo Berlusconi e il terremoto in Abruzzo. La didascalia («Aumento delle cubature. Dei cimiteri») fu ritenuta da viale Mazzini «gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri e la missione del servizio pubblico». Lo stesso Santoro fu costretto a fare una discussa puntata «di riparazione», Vauro fu «reintegrato » nella trasmissione successiva.
M. Cre
°°° In pratica, queste merde occupano TUTTI gli spazi televisivi a loro piacimento e raramente con un contraddittorio, ma quando c’è qualcuno che non la pensa come loro… scatta la PAR CONDICIO. E certo che siamo un regime totaliatario! E nemmeno tanto morbido…
MARANO