A Milano la mafia c’è, ed è anche nelle istituzioni. Ma da almeno 35 anni!

A Milano la mafia c’è

di Maria Novella Oppo

Sostiene Minzolini che, per zittire quelli che lo accusano di note spese faraoniche, restituirà i soldi. Bravo, così finalmente ammette di aver approfittato di noi contribuenti, che non lo abbiamo mandato a dirigere il Tg1 così malamente come ha fatto e tanto meno lo abbiamo autorizzato ad abusare della carta aziendale. Anzi, tanta è la nostra indignazione, che sempre più numerosi saltiamo il suo notiziario e ci rifugiamo su altri canali. Ieri, per esempio, su Sky tg24 abbiamo sentito due notizie che Minzolini non darebbe mai. Anzitutto, la rassegna stampa ci ha fatto notare come sui più grandi giornali del mondo nei resoconti sulla Libia non si citino neanche le ripicche antifrancesi di Berlusconi e soci. E la seconda informazione interessante è un sondaggio: gli spettatori, interpellati sul duro scontro tra Vendola e Formigoni, hanno risposto in maggioranza di credere più al presidente pugliese che a quello lombardo. Si vede che, per i più, la mafia a Milano c’è. E se Formigoni non se ne accorge, è un motivo in più per mandarlo a casa.

ELETTORE DI DESTRA

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Cota e gli alpini del sud

Cota e gli alpini del sud

di Maria Novella Oppo

Chissà quand’è che Cota si occupa della Regione Piemonte, visto che sta sempre in tv a occuparsi di tutt’altro. L’altra sera, per esempio, difendeva con una incredibile pochezza di argomenti la posizione leghista sugli alpini, già bocciata dal Parlamento. Secondo Cota e la Lega, infatti, bisognava favorire in tutti i modi gli alpini residenti al Nord. Ma, in Afghanistan, per esempio, ci vanno a morire principalmente gli alpini del Sud e non esiste Cota al mondo capace di dimostrare che la loro vita valga di meno. E poi i cosiddetti padani, per lo più, sono gente di pianura e ci sono molti più montanari al Sud, al Centro e nelle isole che in Lombardia. Dove invece sembra che, al momento, ci siano più affiliati alla ‘ndrangheta, impegnati a lucrare su affari pubblici e privati. E solo la Lega, così attenta al suo territorio, non se ne accorge. Sarà che è troppo impegnata a ricoprire cariche (eventualmente anche a Sud) e a coprire il culo (flaccido) di Berlusconi.

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Buonanotte a tutti! Vi lascio con la splendida Oppo

Maria Novella Oppo

L’ultima di Bossi

Ogni giorno ha la sua pena e la sua bofonchiata di Bossi nei microfoni. E fa male al cuore pensare che decine di giornalisti passano le loro giornate (e le nottate!) fuori dai palazzi di Berlusconi, aspettando uno scaracchio del capo leghista. Il quale, sempre accompagnato dal figlio Trota, assurto tra le massime autorità del Paese, decide le sorti dell’Italia. Così, ieri Bossi ha dichiarato, in maniera appena comprensibile, che lui e il suo boss di riferimento pretendono dal presidente della Repubblica le dimissioni del presidente della Camera. Ieri l’altro, dopo il discorso di Fini, aveva sibilato: «Avevo ragione io a dire che bisognava andare subito alle elezioni, anche se Napolitano non era d’accordo. So io come si fa a costringere chi non è d’accordo a cambiare opinione…». Insomma, Bossi ha fatto un’ altra delle sue giravolte sulle elezioni, ma ha una idea fissa sulle istituzioni: piegarle alla sua volontà, come fa con il premier. Ma, per fortuna, non tutti sono ricattabili come Berlusconi.

B.troiaio

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La nostra Oppo

Maria Novella Oppo (l’Unità)

 »Chi dà il cattivo esempio

Ovvio che i tg (a parte il Tg3) si sono ben guardati dal riferire dello sciopero generale in Sardegna. Molto più importante montare il solito chiacchiericcio su Sanremo e chiedere a Morgan dichiarazioni di pentimento davanti al tribunale supremo di quello stesso Bruno Vespa che non si sognerebbe mai di chiedere comportamenti etici ai politici. Soprattutto quelli (e quello) di riferimento. Ma va così. Si ritiene che a dare il buon esempio debbano essere solo gli artisti, mentre quelli che hanno davvero il potere di far andare meglio le cose per tutti, continuano tranquillamente a dare il cattivo esempio con le parole e con i fatti. Seminando il razzismo, che è la droga più pesante di tutte, nonché razziando il territorio e strizzando l’occhio alle mafie con norme ed atti che gridano vendetta. Poi si pretende da Morgan che educhi le nuove generazioni, mentre la ministra preposta taglia i fondi alla scuola e le speranze al futuro.

vespa-baciamano

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La Oppo Vs l’insetto

Maria Novella Oppo

Il futuro postumo

asino sardo

Bruno Vespa ormai è entrato nella Storia con la esse maiuscola. E non tanto per l’invenzione della Terza Camera (con scena del delitto), ma soprattutto per aver lanciato e portato all’ennesima potenza, attraverso i suoi testi fondamentali, il sistema delle anticipazioni postume. Come dire che scrivere oggi che Napoleone Bonaparte è morto a Sant’Elena, è una notizia bomba. Ovvero, si lancia un libro attraverso lo snocciolamento di dichiarazioni fatte, come direbbe Totò, a prescindere. Vengono poi recuperate fuori dal contesto, in modo da farle sembrare avveniristiche e puntuali. E le si lancia nel Girmi mediatico come prova che sono i fatti e gli atti a uniformarsi alle cose registrate da Bruno Vespa dalla viva voce dei politici, di cui si fa contemporaneamente microfono e dio. In realtà, si tratta solo di rifrittura e, come diceva la mia nonna, che aveva conosciuto la fame e la guerra, fritta e impanata è buona anche la merda.

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La Oppo

Fronte del video (l’Unità)

di Maria Novella Oppo

La politica il letto e la chiesa

BURLESQUONI E FELTRI

cornuto

Personalmente, per principio diffidiamo di tutto quello che dice Maurizio Gasparri. Perciò, se Gasparri si mostra in tv scandalizzato per il killeraggio di Feltri, vuol dire che in realtà ne è compiaciuto, ma si allinea al capo, che si è politicamente dissociato dal suo stesso quotidiano. Tra parentesi: ormai, pure Berlusconi si dimentica di far finta che Il Giornale sia di suo fratello, al quale nessuno si sogna di attribuire la vergogna di certi lavoretti «giornalistici». Non parliamo delle ridicole invenzioni contro Prodi o altri noti comunisti, ma della maniera in cui è stato sbattuto in prima pagina il mostro, ovvero la signora Berlusconi, quando ha indicato nel marito l’uomo che frequenta minorenni, non distingue la politica dal suo letto e non sta neppure tanto bene. Del resto, chi è capace di denudare in pubblico la propria moglie, è capace di tutto, anche di preparare dossier spionistici per ricattare la Chiesa e il suo Dio.

FELTRI

culotinto

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Maria Novella Oppo

Maria Novella Oppo

Tornano i cattivi maestri

In testa buffi cappellini col pon pon, al collo un bavagliolo col pizzo: così si sono presentati alle telecamere i componenti della Corte dei conti, per comunicare che 60 miliardi di euro sperperati in corruzione servirebbero a sanare molte pecche della nostra pubblica amministrazione. Una denuncia espressa in costumi arcaici, che dovrebbe provocare lo sdegno e l’impegno dei membri del governo. Particolarmente del capo in testa, il quale, però, non può proprio permettersi di fare la morale a nessuno. E, travestita da madonnina infilzata, si è presentata in tv anche la Gelmini, unico ministro della pubblica istruzione al mondo che si vanta delle tante bocciature inflitte. E che, in coincidenza con gli esami di maturità, ha dichiarato sorridendo: «è finito il buonismo del 68». Infatti, con lei e Berlusconi è arrivato nella scuola il governo dei cattivi. Perché chi pretende di punire i bambini non dovrebbe essere né corrotto, né tanto meno corruttore.

mills

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Da Marco Travaglio e la Oppo

(l’Unità)

Scodinzolini forever

Sia chiaro che noi stiamo con Minzolini. Anticipando di poche settimane la legge-bavaglio – che gli fa un baffo, lui il bavaglio ce l’ha incorporato – il popolare Scodinzolini ha spiegato alla stampa mondiale che il pornoscandalo di Puttanopoli che sta travolgendo il premier e ha destato le attenzioni anche di Avvenire e Famiglia Cristiana, ma persino di Tg5, Matrix, Giornale e Foglio, non è una notizia. È «gossip», «pettegolezzo», «chiacchiericcio» usato dai criminosi giornalisti stranieri, succubi di «interessi economici», a fini di «strumentalizzazione politica». Gliele ha cantate chiare. Chissà come dev’essersi sentito quel suo omonimo che fino a un mese fa si dedicava, per La Stampa, al gossip, al pettegolezzo e al chiacchiericcio (a proposito: che fine avrà fatto?). Ora il solito Di Pietro vorrebbe licenziarlo dal Tg1, forse ignaro del fatto che da due giorni le scuole di giornalismo e le facoltà di scienza della comunicazione sono prese d’assalto da orde di piccoli e piccole fans che, da grandi, sognano di diventare Minzolini. Anche la Rai ha dovuto transennare il cavallo di Viale Mazzini per contenere l’entusiasmo degli abbonati, ansiosi di pagare un canone triplo o quadruplo pur di garantire al nostro Pulitzer i necessari mezzi di sostentamento. Ora si spera che l’amico Silvio, che lo chiama «l’amico Minzo», voglia manifestargli un minimo di gratitudine: una farfallina tempestata di brillanti o un collier di diamanti modello Noemi potrebbero andar bene. O magari un invito nei bagni di Palazzo Grazioli. O, meglio ancora, una Mini azzurra: la famosa MinzoMini.

Maria Novella Oppo

Cane da guardia

Non si era mai visto niente di simile. Un direttore di tg (in specie il direttore del Tg1), che usa la tv pubblica per esporre agli spettatori la sua personalissima idea di non notizia. Dunque, il pedagogo Minzolini ci ha spiegato dal video che, nella storia delle ragazze pagate per passare le notti a casa Berlusconi, per lui non c’è niente di certo, né un’ipotesi di reato. Perché è chiaro che, anche se ne parlano tutti i giornali del mondo, una notizia non è una notizia, se non è una notizia di reato. E poi, quando è una notizia certa? Quando viene portata la prova (foto, registrazioni e testimonianze a riscontro) non ai magistrati, ma a Minzolini in persona, che ne giudicherà secondo il suo metro e le sue convenienze. E finalmente, se e quando la suprema corte di minzolinazione avrà accertato il reato, solo allora il nostro (anzi il suo) scatterà sulla notizia come quel mastino del giornalismo che è. E non quel cane da guardia del potere che sembra.

b-gnomo4

b-pappone2

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Maria Novella Oppo

Minzolini che farà da grande?

Chissà che cosa vorrà fare Minzolini da grande. Attorno alla sua direzione del Tg1, c’era molta attesa. Sia da parte dei colleghi che vogliono vedere fino a che punto può arrivare, sia da parte dei politici che, nei decenni (ormai parliamo di secoli e di millenni), ha di volta in volta messi uno contro l’altro, pur di avere una soffiata da vendere come roba sua. E ora eccolo lì, il leader minimo dei retroscena carpiti al gabinetto, impegnato a dimostrare di saper fare quello che non sa fare. E lì dove un tempo c’era il Porto delle nebbie, sta fondando uno speculare tg delle nebbie, fumoso insieme di notizie non date, ma ampiamente commentate. Con gli odiosi pastoni di dichiarazioni (che ogni direttore ha promesso a suo tempo di abolire), diventati pastoni di allusioni e avvertimenti. Per ora, di questo tg si capiscono solo le intenzioni: fare muro contro tutto ciò che dispiace a coLui che solo può fare, di un Minzolini qualsiasi, un mostruoso connubio tra Bruno Vespa ed Emilio Fede.

FALLO!

pipi-muro

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Maria Novella Oppo

Che digitale c’è stasera

Grandi servizi nei tg e nei programmi contenitore per illustrare l’arrivo del digitale terrestre in nuove zone d’Italia. Finché la cosa riguardava la Sardegna, nessuno si è scomodato troppo a informare, visto che l’isola è sempre considerata marginale. Al punto che, certe volte, viene dimenticata perfino dalle previsioni del tempo. E figurarsi dai giornalisti appaltati al capo supremo, i quali si sono ben guardati dall’illustrare i risultati elettorali delle europee, che dimostrano come siano bastati pochi mesi di Cappellacci per far capire ai sardi che cosa voglia Berlusconi dalla loro terra: una sorta di zona franca opportunamente isolata, dove allestire un allegro lupanare per sé e altri ricchi e potenti (o magari impotenti). E per il resto, che le fabbriche chiudano, i giovani siano costretti di nuovo a emigrare e le servitù militari ed economiche crescano, a Berlusconi non può interessare di meno. Mentre, per tornare al digitale, ora saranno spese e rotture di scatole continentali.

IL COMUNISMO E’ L’UNICO CHE GRIDA, IN UN’ITALIETTA DI ORECCHIE ADDORMENTATE

comunismo

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