“Quando morirò, voglio essere cremato. E che le mie ceneri siano sparse sopra tutti i mobili di casa di mia suocera.” (l.s. 1988)
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AHI, AHI…
E Berlusconi scrive al Garante
«Bloccate le foto di Villa Certosa»
Nelle immagini la visita dell’allora primo ministro ceco e ragazze in bikini e topless
Adesso saltano fuori le foto. C’è la prova che esistono delle immagini scattate da un fotografo sardo durante la festa di Capodanno a Villa Certosa, alla quale avrebbe partecipato Noemi Letizia insieme ad altre ragazze. Ma non solo. Il reporter sostiene di avere ben 700 istantanee. Alcune documentano la vacanza trascorsa nel maggio del 2008 nella residenza del premier Silvio Berlusconi dall’allora primo ministro della Repubblica Ceca Mirek Topolanek e dalla sua delegazione, altre mostrano gli eventi mondani organizzati nella splendida dimora di Porto Rotondo. Tre giorni fa, per cercare di bloccarne la pubblicazione, il presidente del Consiglio ha presentato un ricorso al Garante della privacy. Quattro pagine firmate di suo pugno per chiedere «tutti i provvedimenti che riterrà opportuni e in particolare l’inibizione di qualsivoglia utilizzo o pubblicazione del materiale fotografico ». Una denuncia è stata invece depositata alla Procura di Roma. Il Garante ha avviato l’istruttoria e ha chiesto alle parti una relazione su quanto accaduto. Ne è seguita una querelle con tanto di controdeduzioni inviate all’ufficio dell’Autorità della privacy dal fotografo Antonello Zappadu, che svelano come la trattativa per l’acquisto di alcune foto sia cominciata nel dicembre scorso, dunque ben prima che esplodesse il «caso Noemi». È stato lo stesso reporter ad offrirle a Panorama, il settimanale di proprietà di Berlusconi. La sua proposta è stata rifiutata, ma il 26 maggio scorso ci sarebbe stato un nuovo incontro a Milano con il giornalista Giacomo Amadori per trattare le immagini scattate «nel periodo fra Natale 2008 e gli inizi dell’anno 2009», dunque nel corso della vacanza offerta a Noemi Letizia e rivelata in un’intervista al quotidiano La Repubblica dal suo ex fidanzato Gino Flaminio. Prezzo richiesto: un milione e mezzo di euro.
La stessa cifra che sarebbe stata negoziata anche con il settimanale della Rusconi Gente. A questo punto il reporter racconta di essere stato chiamato da Amadori e da Miti Simonetto. È la curatrice dell’immagine della famiglia Berlusconi. Proprio lei, nel 2006, fu contattata da Fabrizio Corona per la vendita di alcune foto che ritraevano la figlia del premier Barbara all’uscita di una discoteca milanese insieme ad un ragazzo. «Mi dissero di interrompere le altre trattative», dice. Le immagini cominciano a circolare nelle redazioni dei giornali. I collaboratori di Zappadu sostengono di aver ricevuto offerte da tabloid inglesi, si parla anche di periodici francesi che potrebbero essere interessati. Alcune ritraggono l’arrivo di Silvio Berlusconi in un aeroporto — che presumibilmente è quello di Olbia — a bordo dell’aereo di Stato.
Con lui c’è il fedele Mariano Apicella, ritratto mentre scende dalla scaletta del velivolo dell’Aeronautica Militare con le insegne della «Repubblica italiana » ben visibili. Il cantante napoletano che alla feste del premier è una presenza fissa ha gli occhiali scuri, il volto sorridente proprio come Berlusconi. In un’altra immagine l’ex posteggiatore è ritratto mentre carica i bagagli su una delle auto del corteo presidenziale. Dovrebbe trattarsi di un periodo estivo: le persone sono ritratte con abiti leggeri, si vede una donna di spalle che indossa sandali infradito. Poi ci sono le foto dei giardini di Villa Certosa con ragazze in bikini o in topless, altre sotto le docce all’aperto, altre vestite accanto a Berlusconi nel patio delle residenze destinate agli ospiti. Lo stesso Berlusconi spiega nel suo ricorso che alcune foto fatte circolare con i volti ‘oscurati’, «verosimilmente ritraggono nel maggio del 2008 la delegazione ceca oltre a una serie di soggetti che erano stati ufficialmente convocati per le serate di intrattenimento offerte a Topolanek ».
Il premier affronta poi il capitolo che riguarda le ultime vacanze natalizie: «Si tratta di soggetti ripresi in momenti di assoluta intimità del tutto leciti e senza alcun particolare rilievo o connotazione, addirittura mentre si trovavano all’interno delle abitazioni poste a loro disposizione e ritratte mediante potenti e intrusivi mezzi di riproduzioni delle immagini». Una tesi che Zappadu contesta nella relazione inviata al Garante, ventilando l’ipotesi che in giro possano anche esserci altre immagini. «Nella mia disponibilità — scrive infatti il fotografo — ci sono fotografie riprese lecitamente, in diverse circostanze di tempo e luogo, nello svolgimento della professione giornalistica. Non ho ricevuto e visionato le fotografie alle quali il dottor Berlusconi può fare riferimento, che possono anche essere estranee a quelle nella mia disponibilità. Quindi mi riservo ogni valutazione sulla paternità, luogo, tempo, tecniche e modalità di acquisizione delle immagini conosciute dall’onorevole Berlusconi una volta avuta contezza delle medesime immagini ».
Fiorenza Sarzanini
°°° Forse si vedono anche le montagne di cocaina sparse ovunque… Ma come si chiamava l’ospite di berlusconia? Topolanek?! Beh, nella casa dello gnomo…
ALTRE OSPITI DELLA FESTA:
ZONA DEI CACTUS E RAGAZZA CHE SI ALLENA A DIVENTARE MINISTRA
L’ITALIETTA DI UN MALATO IMPOTENTE
Rotto l’incantesimo
del nuovo Don Rodrigo
di GAD LERNER
Forse ora la smetterà d’insistere sulla propria esuberanza sessuale, sulle belle signore da palpare anche tra le macerie del terremoto e sulle veline che purtroppo non sempre può portarsi dietro.
A quasi 73 anni d’età, Silvio Berlusconi si trova per la prima volta in vita sua a fare davvero i conti con l’universo femminile così come lui l’ha fantasticato, fino a permearne la cultura popolare di massa di questo paese. Lui, per definizione il più amato dalle donne, sente che qualcosa sta incrinandosi nel suo antiquato rapporto con loro.
Le telefonate notturne a una ragazzina, irrompendo con la sproporzione del suo potere – come un don Rodrigo del Duemila – dentro quella vita che ne uscirà sconvolta. E poi il jet privato che le trasporta a gruppi in Sardegna per fare da ornamento alle feste del signore e dei suoi bravi. Ricompensate con monili ma soprattutto con aspettative di carriera, di sistemazione. L’immaginario cui lo stesso Berlusconi ha sempre alluso nei suoi discorsi pubblici è in fondo quello di un’Italietta anni Cinquanta, la stagione della sua gioventù: vitelloni e case d’appuntamento; conquista e sottomissione; il corpo femminile come meta ossessiva; la complicità maschile nell’avventura come primo distintivo di potere. Nel mezzo secolo che intercorre fra le “quindicine” nei casini e l’uso improprio dei “book” fotografici di Emilio Fede, riconosciamo una generazione di italiani poco evoluta, grossolana nell’esercizio del potere.
Di recente Lorella Zanardo e Marco Maldi Chindemi hanno riunito in un documentario di 25 minuti le modalità ordinarie con cui il corpo femminile viene presentato ogni giorno e a ogni ora dalle nostre televisioni, con una ripetitiva estetica da strip club che le differenzia dalle altre televisioni occidentali non perché altrove manchino esempi simili, ma perché da nessuna parte si tratta come da noi dell’unico modello femminile proposto in tv. La visione di questa sequenza di immagini e dialoghi è davvero impressionante (consiglio di scaricarla da www. ilcorpodelledonne. com). Viene da pensare che nell’Italia clericale del “si fa ma non si dice” l’unico passo avanti compiuto nella rappresentazione della donna sia stato di tipo tecnologico: plastificazione dei corpi, annullamento dei volti e con essi delle personalità, fino a esasperare il ruolo subalterno, spesso umiliante, destinato nella vetrina popolare quotidiana alla figura femminile senza cervello. Cosce da marchiare come prosciutti negli spettacoli di prima serata, con risate di sottofondo e senza rivolta alcuna delle professioniste, neppure quando uno dopo l’altro si sono susseguiti gli scandali tipicamente italiani denominati Vallettopoli.
In tale contesto ha prosperato il mito del leader sciupafemmine, invidiabile anche per questo. Fiducioso di godere della complicità maschile, ma anche della rassegnata subalternità di coloro fra le donne che non possano aspirare a farsi desiderare come veline.
Tale è stata finora l’assuefazione a un modello unico femminile – parossistico e come tale improponibile negli Stati Uniti, in Francia, nel Regno Unito, in Germania, in Spagna – da far sembrare audacissima la denuncia del “velinismo politico” quando l’ha proposta su “FareFuturo” la professoressa Sofia Ventura. Come se la rappresentazione degradante della donna nella cultura di massa non avesse niente a che fare con la cronica limitazione italiana nell’accesso di personalità femminili a incarichi di vertice. Una strozzatura che paghiamo perfino in termini di crescita economica, oltre che civile.
Così le ormai numerose indiscrezioni sugli “spettacolini” imbanditi nelle residenze private di Berlusconi in stile harem – mai smentite, sempre censurate dalle tv di regime – confermano la gravità della denuncia di Veronica Lario: “Figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica”. Una sistematica offesa alla dignità della donna italiana resa possibile dal fatto che “per una strana alchimia il paese tutto concede e tutto giustifica al suo imperatore”.
Logica vorrebbe che dopo le ripetute menzogne sulla vicenda di Noemi Letizia tale indulgenza venga meno.
La cultura misogina di cui è intriso il padrone d’Italia – ma insieme a lui vasti settori della società – risulta anacronistica e quindi destinata a andare in crisi. Si rivela inadeguata al governo di una nazione moderna.
Convinto di poter dominare dall’alto, con l’aiuto dei suoi bravi mediatici, anche una realtà divenuta plateale, l’anziano don Rodrigo del Duemila per la prima volta rischia di inciampare sul terreno che gli è più congeniale: l’onnipotenza seduttiva, la cavalcata del desiderio. L’incantesimo si è rotto, non a caso, per opera di una donna.
°°° Aggiungo solamente che umilio fede NON ha dimenticato il book con le ragazzine a cena da Mafiolo, ma il suo compito principale è quello di CERCARE SEMPRE CARNE FRESCA! E’ lautamente pagato, con soldi rubati, solamente per fare da laido paraninfo.
E aggiungo anche, avendo notizie di prima mano da un amico che lavora da anni a villa Certosa, che i festini finiscono SEMPRE allo stesso modo:
minorenni drogate sparse ovunque, vomito, montagne di cocaina, e medici corrotti sempre pronti a rianimazioni spesso laboriose.