Ruby ruba, Berlusconi ruba, Bertoladro ruba… PDL: Partito Dei Ladri… e un troiaio.

Ruby, il pm a caccia delle “deluse”
Sesso in cambio di programmi in tv

Lo sfruttamento della prostituzione: il magistrato indaga sul “sistema delle cene”. L’inchiesta romana continua a occuparsi anche della telefonata di Berlusconi alla Questura di Milano

di PIERO COLAPRICO

amiche

MILANO – Come dice Monica Bellucci, “quello dell’escort di palazzo è un tema vecchio come il mondo”. Ma l’inchiesta milanese che ha coinvolto la neo-maggiorenne Ruby, scappata di casa giovanissima e invitata alle feste del premier ad Arcore, non punta ai comportamenti, ma ai reati contemporanei. Punta cioè al “sistema” che porta a vari clienti, tra i quali Silvio Berlusconi è il più famoso e generoso, cubiste, ballerine, ragazze dei calendari e piccole star del piccolo schermo.

Quel sistema, per come

 si va configurando grazie a testimonianze e accertamenti vari, è “sfruttamento della prostituzione”. Cioè, ci sono i clienti che pagano per avere la compagnia, e non è reato. Ci sono le ragazze (parti lese o testimoni). E c’è chi manovra, o aiuta a manovrare: e questo è il reato.

Come “accertarlo”, però, non è semplice. Non è facile che una soubrette ammetta di essere quello che è anche, a volte. Questo spiega il passo un po’ più rallentato dell’indagine in questi giorni. Ieri si scriveva della richiesta del pm Antonio Sangermano al collega Franck Di Maio di alcuni interrogatori, arrivati a Milano per lo spezzettamento dell’inchiesta “Vallettopoli” di Potenza. Riguardavano Silvia Abbate e Barbara Guerra, entrate in programmi Mediaset, ed Emilio Fede. Ma viene analizzata “una montagna di carte”, perché in varie parti d’Italia alcune ragazze hanno già spiegato ai magistrati come funziona il cosiddetto “sistema delle cene”, che non sono cene e basta.

E non sono poche, a quanto pare, le deluse. Le dimenticate. Quelle che speravano di partecipare almeno al “Grande fratello” e non sono state chiamate. L’inchiesta milanese non può certo sentirle tutte o occuparsi del risentimento di tutte, ma possono esserci delle coincidenze molto interessanti tra le loro dichiarazioni a verbale e i tre verbali della giovanissima Ruby. Se ci sono, il fiorire di interviste contraddittorie della ragazza verrà spazzato via molto facilmente all’interrogatorio, non ancora fissato.

Tra gli investigatori c’è chi sta lavorando su questo filone e c’è chi – non dimentichiamolo, perché la giustizia non è il processo televisivo – continua a occuparsi della telefonata di Silvio Berlusconi al capo di gabinetto della questura di Milano Pietro Ostuni. Di fatto è quella telefonata che “sblocca” Ruby-Karima e la fa uscire dal portone principale nonostante un fermo per furto. E Karima, che è marocchina con famiglia residente in Sicilia, diventa, nonostante l’accertamento dell’identità, “la nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak”.

Questa “truffa diplomatica” è stata rivista alla moviola tre volte. Una, con i racconti di Ruby. Due, con gli atti ufficiali, che vanno dalle relazioni di servizio del 27 e 28 maggio, del 28 luglio, agli “appunti” inviati dopo l’articolo di Repubblica dalla questura al ministero. Tre, con gli interrogatori dei poliziotti, compreso l’ex questore Vincenzo Indolfi.
C’è per ora una sola persona fisica indagata che collega i due filoni: è Nicole Minetti, 25 anni, consigliere regionale per diktat di Silvio Berlusconi. Ha nominato una famosa avvocatessa e attende, chissà per quando, la convocazione: sarà in qualche ufficio nascosto, lontano il più possibile dai cronisti.

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