Mediatrade, Berlusconi prosciolto
“I pm sono stati scandalosi”
Il procedimento riguarda i presunti fondi neri generati dall’acquisto di diritti televisivi negli Stati Uniti. La Procura ricorrerà in Cassazione. I legali Ghedini e Longo: “Abbiamo informato il premier, non ha commentato”. Poi attaccano: “Ma l’accanimento dei giudici milanesi continua”

“Questa volta abbiamo trovato un giudice che ha avuto voglia di ascoltarci”, ha commentato Niccolò Ghedini, avvocato-parlamentare del presidente del consiglio. “Evidentemente il giudice ha ritenuto che comunque Silvio Berlusconi non aveva alcuna compartecipazione né formale né sostanziale con questa vicenda”. Ghedini ha aggiunto che per Pier Silvio Berlusconi il giudice avrebbe dovuto prendere un’analoga decisione. Subito dopo il verdetto del giudice, Ghedini e il collega Piero Longo hanno chiamato il premier: “L’abbiamo chiamato poco fa per informarlo velocemente, non ha detto nulla perché era solo un’informazione”.
L’inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dai pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro, verteva sulle modalità con le quali società del gruppo Berlusconi acquistavano i film dalle major americane, per trasmetterli sulle reti Mediaset. Invece di contrattare direttamente i diritti, secondo l’accusa, queste società li compravano a un costo maggiore dalla Wiltshire di Agrama, il presunto socio d’affari di Berlusconi, che, a sua volta, li aveva comprati dalle case di produzione americane. La differenza tra quanto pagato dalla Wiltshire e l’esborso del gruppo Fininvest/Mediaset sarebbe finito, secondo l’accusa, su alcuni conti in paradisi fiscali: circa 34 milioni di dollari.
La Procura di Milano ha già annunciato ricorso in Cassazione contro il proscioglimento di Silvio Berlusconi, accolto, a quanto si apprende, con sorpresa. Gli avvocati Ghedini e Longo hanno anche ironizzato sul Tribunale di Milano, dove sono in corso quattro procedimenti che vedono inquisito il presidente del consiglio. “E’ una decisione abbastanza rara”, hanno commentato. “Una rondine non fa primavera”, ha aggiunto Longo, contro il premier “continua ad esserci l’accanimento dei giudici di Milano”, come dimostrano, a suo dire, gli altri processi.