Sondaggi. Crollano il Pdl e il suo capataz, bene finiani e Lega

Crolla il Pdl, bene finiani e Lega

Lo scontro interno punisce BerlusconiLa rilevazione di Ipr marketing per Repubblica.it. Meno fiducia nel premier e nel suo partito. Bene il Carroccio e i centristi di Casini. Tra i ministri segno negativo per il titolare del Welfare Maurizio Sacconi
di MATTEO TONELLI

LE TABELLE
http://www.repubblica.it/statickpm3/rep-locali/repubblica/speciale/2010/sondaggi_ipr/fiducia_governo_ottobre.html

Gli elettori premiano la chiarezza

ROMA –

Crolla il Pdl, tiene la Lega e sorridono i finiani che consolidano il consenso. Le tensioni che agitano il partito del Cavaliere fanno sentire i loro effetti. Con un Silvio Berlusconi in calo, sempre più costante, che si può consolare solo grazie alla tenuta del governo. Il sondaggio realizzato da Ipr Marketing per Repubblica.it fotografa un premier sempre più in difficoltà e un Pdl che risente pesantemente delle tensioni interne con i finiani. Un logoramento che mette in circolo dinamiche che premiamo il Carroccio, sempre più convinto della necessità del voto, i centristi dell’Udc e la loro scelta “autonomista” rispetto ai poli, e i finiani che, nell’attesa di trasformarsi in partito, vedono crescere il loro grado di fiducia.

Premier e governo. Lontanissimo quel 53% fatto segnare a metà 2009, distante anche il 45% del gennaio 2010, Silvio Berlusconi si aggrappa ad un 37% che testimonia tutte le sue difficoltà. Solo un mese fa, il premier era a quota 39. Dopo 30 giorni, la caduta è di due punti percentuali. In aumento, ovviamente, chi la fiducia nei suoi confronti la sta perdendo: dal 55% di settembre al 58% di oggi. Se il premier va male, il governo resiste. La sfiducia nell’esecutivo è immutata rispetto ad un mese fa: un 64% che sovrasta il 30% di chi dice di nutrire speranze nell’esecutivo.

Ministri. In testa resta il titolare del Welfare Maurizio Sacconi, reduce da uno scontro frontale con Cgil e Fiom. Contrapposizione che non pare aver pagato, visto il calo di tre punti percentuali resgistrato questo mese (dal 64% al 61%). Piazza d’onore per il Guardasigilli Angelino Alfano e il titolare del Viminale Roberto Maroni (60%). Calano, invece, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti (dal 54% al 52%), il titolare delle Riforme Umberto Bossi, reduce dalla pajata riparatrice con il sindaco di Roma. Scende a picco il gradimento del ministro della Difesa Ignazio La Russa: dopo la morte dei quattro alpini in Aghanistan, il coordinatore del Pdl cala di quattro punti percentuali (dal 42% al 38%). Stessa percentuale negativa per il ministro dell’istruzione Maria Stella Gelmini che scende al 36%. Da segnalare che nessuno della squadra di governo guadagna posizioni.

Partiti. I dati premiano Carroccio e Udc. Entrambi (nonostante i centristi registrino un calo del 3%) superano tutti gli altri raggruppamenti. Marcatissima, la flessione del Pdl (-5%), ed è significativo anche il 2% in meno dell’Italia dei Valori (forse legato all’estandersi del movimento di Beppe Grillo). Il Pd, invece, resta inchiodato al 27%. Buono, inoltre, il risultato dei finiani che guadagnano consensi toccando quota 22%. Infine un dato generale che accumuna i due grandi partiti: ovvero un generale calo di fiducia. Un segno meno costante che testimonia quanto la disillusione degli elettori sia marcata. Troppe voci e troppa confusione, insomma, non pagano.

(19 ottobre 2010)

ALL’ESTERO VA DECISAMENTE PEGGIO DA SEMPRE

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