Il Pdl: “I finiani non copino Travaglio”°°° Certo, dire LA VERITA’ sul mafionano è proibito. Ma che schifo che fa questa destra!

Montezemolo: Berlusconi ha deluso
Il Pdl: “I finiani non copino Travaglio”

°°° Travaglio, come prima di lui il mio amico Giovanni Ruggeri, già nel 1994 per le edizioni Kaos, hanno scritto dei libri pieni di verità-atti processuali-testimonianze inoppugnabili-date-nomi e cognomi- ecc. da cui si evincono chiaramente la mafiosità, il malaffare, le truffe, le corruzioni, il riciclaggio e altro sul conto del peggior delinquente che l’Italia abbia mai avuto: silvio berlusconi. Quindi NON SI PUO’ DIRE! TABù! VERBOTEN! PROIBITO! La gente senza palle e senza cervello (ma è sempre di meno) deve continuare a vivere in una scadente fiction – completamente contraria alla realtà – ma che piace tanto al mafionano. Basti vedere i suoi tg fasulli e pieni di immagini datate che mostrano le code inesistenti di auto vacanziere e i locali pieni di gente felice… mentre tutti gli alberghi italiani sono vuoti, i ristoranti chiudono per fallimento e 2/3 degli italiani non hanno nemmeno da mangiare, altro che vacanze!

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Le verità taciute da Berlusconi

TRATTO DA “BERLUSCONI:GLI AFFARI DEL PRESIDENTE” di Giovanni Ruggeri.

Denaro a Lugano, tangenti a Milano

ber-corruttore

Secondo la menzognera agiografia berlusconiana, la costruzione della “città satellite” Milano 2, nei primissimi anni Settanta, sarebbe stato il primo “miracolo” compiuto dal Superimprenditore self made man, il quale, senza disporre di capitali e col solo ausilio della sua straordinaria genialità, sarebbe riuscito a edificare dal nulla l’avveniristica cittadella.

La realtà dei fatti è assai diversa: quella di Milano 2 e dintorni è una vicenda originata da misteriosi capitali provenienti dalla Svizzera, scandita da prestanome e espedienti, da irregolarità e abusi una vicenda accompagnata dal forte sentore dì tangenti e corruttele, e impregnata di collusioni col potere politico.

* * *

Il 9 luglio 1963, il conte Leonardo Bonzi, proprietario di un’area di 712.000 metri quadrati a Segrate (zona est dell’hinterland milanese), stipula col Comune una convenzione edilizia di urbanizzazione: 485.964 mq dell’area vengono destinati a zona residenziale, 114.200 mq a zona industriale, 105.667 mq riservati a verde; 30.000 mq vengono ceduti dal conte Bonzi al Comune. Successivamente (“Non è stato possibile rilevare la data”, scriverà in un rapporto la Guardia di Finanza1), il Comune stipula una seconda convenzione, in base alla quale il conte Bonzi si impegna a cedere al Comune di Segrate, “senza corrispettivo in denaro”, ulteriori 97.995 mq dell’area. In base alle due convenzioni, dunque, il conte Bonzi cede gratuitamente al Comune segratese 127.995 mq dell’area da urbanizzare.

Il 18 luglio 1967, il Consiglio comunale approva il Piano regolatore generale del Comune di Segrate, nell’ambito del quale l’area Bonzi destinata a zona industriale (114.200 mq) viene modificata da area verde. Ma il 27 giugno 1968, il Consiglio comunale torna sulle proprie decisioni e delibera che l’area verde ex industriale di 144.200 mq venga destinata anch’essa ad area residenziale. Intanto, l’organismo consultivo Pim (Piano intercomunale milanese) esprime parere negativo in merito alla lottizzazione Bonzi, poiché “l’insediamento compromette una zona delicatissima e di importanza strategica dal punto di vista intercomunale” – l’area, tra l’altro, sorge infatti a poca distanza dall’aeroporto di Linate.

Il conte Leonardo Bonzi non si occupa di edilizia, né intende occuparsene: stipulando la convenzione col Comune, mira a “valorizzare” i suoi terreni di Segrate per venderli poi a un prezzo maggiorato. Dei resto, l’area è disgraziata: confina da un lato col cimitero di Lambrate, dall’altro con un immondezzaio, e soprattutto è sorvolata dalle fragorose rotte degli aerei che decollano dal vicino aeroporto di Linate – nessuno al mondo costruirebbe abitazioni in un luogo simile.

Il 25 settembre 1968, nello studio di un notaio milanese, viene costituita la società Edilnord Centri Residenziali sas di Lidia Borsani & C., capitale sociale di 6 milioni di lire, oggetto dell’attività “operazioni immobiliari”: la Borsani (cugina trentunenne del trentaduenne Silvio Berlusconi, e sua

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