La crisi “mondiale” inventata dal governo di merda.

Amici, quante migliaia di volte avete sentito il mafioso e i suoi pappagallini blaterare della crisi che ha colpito tutto il mondo? Troppe, vero? Questi delinquenti incapaci PRIMA hanno negato la crisi per due anni, POI hanno detto che l’Italia grazie a loro ne stava uscendo.

LA VERITA’  NATURALMENTE E’ UN’ALTRA.

La crisi mondiale naturalmente c’è stata, ma è stata una crisi FINANZIARIA, che non ha sfiorato minimamente l’Italia. L’ottimo lavoro del governo Prodi, infatti, ci aveva tenuto alla larga da truffe borsistiche e dal pericolo dei derivati. Prodi oltre che grande statista è un grande economista esperto e avveduto, mica è un cretinetti presuntuoso come brunetta e tremonti!

Prodi ha messo in sicurezza le banche, ha sistemato i conti, devastati dal mafionano per la seconda volta, fatto ripartire l’economia e abbassato le tasse di quasi due punti. Oltre ad aver finanziato col cuneo fiscale da 9 miliardi i lavoratori e le piccole aziende. Senza parlare dell’Ici, che aveva tolto al 50% delle famiglie meno abbienti.

La crisi  italiana è stata ed è esclusivamente ECONOMICA, non FINANZIARIA, ed è stata creata solo da questo GOVERNO DI MERDA, infarcito di ladri e incapaci!

State attenti e seguite il mio ragionamento:

La crisi non ci sarebbe stata senza 19 condoni tombali, che sono serviti solo a loro e alle mafie. Coi cento miliardi rubati dalle cricche si sarebbe potuto finanziare di tutto. Coi 12 miliardi persi dal condono fiscale e i rientri dei capitali evasi al fisco e tassati un misero 5% (contro il 45% più le multe e la confisca attuata in tutti i paesi civili) si sarebbe potuta strafinanziare la sanità pubblica. Coi 5 miliardi buttati nell’operazione ladronesca di Alitalia, si sarebbero strafinanziate la scuola, l’università e la ricerca.

Coi miliardi che si sono rubati con la “protezione civile” e il ridicolo G8 rubato a La Maddalena e spostato all’Aquila, si sarebbe potuta finire decentemente e velocemente la Salerno- Reggio Calabria, si sarebbe ricostruita l’Aquila e si sarebbe ro finiti i lavori a La Maddalena (ora abbandonata come la capitale abruzzese) e si sarebbe costruita la Sassari-Olbia, dove ogni settimana si ammazza un sacco di povera gente. Coi miliardi scilacquati in voli di stato, auto blu, e regalie miliardarie agli amici degli amici (vedi fondi europei distolti dalle destinazioni originali per regalarli ai sindaci mafiosi di Catania e Palermo…)

Coi miliardi che si sono rubati per il delirante ponte sullo stretto, che non si farà mai, e per il nucleare, si sarebbe potuto investire per mettere in sicurezza il territorio devastato da abusivismi e mafie varie e si sarebbero potuti creare almeno mezzo milione di nuovi posti di lavoro nell’e rinnovabili.

Coi miliardi che si è rubato il mafioso (salvo qualche regalia al servo gasparri) col piano delle frequenze televisive e il DTT si sarebbe strafinanziato alla grande il cinema di qualità e lo spettacolo di eccellenza. Non dimenticate che solo Cinecittà, prima che queste merde la devastassero, dava lavoro a circa mezzo milione di persone e il cinema italiano era il migliore del mondo.

Se volete, posso continuare per mezza giornata a farvi esempi del genere.

b.merda x tutti

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Burlesquoni e lo sputtanamento mondiale.

Andrea Luchetta per “Il Riformista”

berlusconi ruby mubarak f

Tempo che le agenzie battessero la richiesta di giudizio immediato per il premier, e i siti dei più autorevoli giornali stranieri rilanciavano la notizia a tambur battente. Ormai a sera, il New York Times le dedicava addirittura la foto di apertura dell’edizione globale.

Fedele al suo approccio storico, il quotidiano liberal ha ricostruito le tappe dello scandalo aggiungendo numerosi elementi di analisi. L’affaire «non si è tradotto in una disfatta politica per il primo ministro, che gode di una maggioranza risicata» perché «l’opposizione di centro-sinistra è debole». La Lega Nord viene definita «il partito più influente della coalizione di governo» – difficile pensare che si tratti di una svista – mentre si sottolinea esplicitamente come Berlusconi abbia fatto ricorso «al suo impero mediatico per contribuire a plasmare l’opinione pubblica italiana».

BERLUSCONI RUBY

Sul Wall Street Journal, i guai giudiziari del primo ministro sono rimasti stabilmente fra i primi tre titoli. L’articolo di cronaca era accompagnato da un sondaggio in cui il 77% dei votanti – non molti, a dire il vero – si dicevano convinti della necessità che Berlusconi venga processato. E forse non è un caso che l’azionista di maggioranza del Wsj sia Rupert Murdoch, arci-nemico del Cavaliere.

ruby berlusconi

Nel suo articolo di copertura, la Bbc si limita a contestualizzare le ultime evoluzioni. Ma il colosso britannico aveva dato il meglio pochi giorni fa, pubblicando un’autentica guida on-line al “bunga bunga”, con tanto di indicazioni per una pronuncia adeguata. Dopo alcune dotte disquisizioni sull’etimologia dell’espressione – che spaziano dalle barzellette ai noti consigli di Gheddafi – , il sito-faro dell’informazione mondiale scommette che il “bunga bunga” farà presto il suo ingresso nei dizionari di lingua inglese, viste le decine di migliaia di citazioni accumulate nella blogosfera anglofona.

BBC logo

La Bbc dedica anche uno dei suoi consueti approfondimenti «domande e risposte» ai guai giudiziari del premier. La quarta questione – «cosa sarebbe un “legittimo impedimento”?» – non può che strappare un sorriso ai lettori italiani per l’ingenuità della domanda. Il classico alieno sbarcato sulla terra e meravigliato di verità per noi scontate.

In fin dei conti, forse non è un caso se il giornale che dimostra più familiarità con lo scandalo – tanto da dedicarvi un corsivo sul filo dell’ironia, in cui il Rubygate s’intreccia col federalismo fiscale – è il francese Le Figaro. «Ancora una settimana decisiva in Italia. Non è presuntuoso scriverlo, tutte le settimane sono decisive dalle parti dello Stivale. Un feuilleton politico senza fine».

NY times

Fortuna che Silvio «può contare sull’appoggio inamovibile di un vero amico, Umberto per gli intimi». La penna di Christine Fauvet-Mycia stuzzica e solletica, risparmiando però gli affondo più pesanti – il che forse non è un caso, visto l’orientamento politico della testata.

Ancor più sarcastico il Financial Times. «C’è un’opinione, particolarmente diffusa fra i giovani, secondo cui la politica è noiosa. Nessuno ha fatto di più per combattere tale percezione del primo ministro italiano, Silvio Berlusconi», protagonista di un’intraducibile «barnstorming way of life».

Wall Street Journal

Segue la ricerca di precedenti paragonabili fra i vari imperatori romani. Opera ardua – vista la predilezione degli ultimi per massacri e affini – , premiata dal successo nei soli casi di Eliogabalo e Carino. Con una differenza sostanziale: «Eliogabalo regnò da adolescente. Carino non era molto più anziano. Il primo ministro ha 74 anni».

sara tommasi Murdoch squalo

In un’analisi di fine gennaio, il Ft sottolineava che «lo slancio del governo è sempre più diretto a risolvere le battaglie giudiziarie di Mr Berlusconi». Al tempo stesso, alcuni diplomatici rimarcavano come gli scandali del premier «rinforzeranno la solida immagine dell’Italia come potenza marginale». E non si potrà certo accusare il quotidiano del business britannico di simpatie giacobine.

Raissa Skorkina

Che il momento sia difficile per Berlusconi lo si deduce anche da un altro fatto significativo. E cioè che la notizia – ripresa pure dal Times of India – viene riportata perfino da Xinhua, un’agenzia di stampa controllata dal governo cinese. Ed è la stessa agenzia – che per motivi più che ovvi tende a silenziare le fragilità degli uomini al potere – a chiudere il testo ricordando come il Cavaliere rischierà di essere il primo presidente del Consiglio italiano chiamato a rispondere di accuse simili.

Marysthell Garcia

A ben guardare, però, la condanna politica di Berlusconi era scritta nelle foto con cui le varie testate hanno scelto di illustrare lo stato d’animo del premier, prima ancora che negli articoli. Grinte, bronci, grugni. Rughe e doppio mento. Mani alzate a mo’ di resa. Non un ritratto che possa aspirare alla prossima edizione di Una storia italiana. E questo, per l’uomo che cominciò a stravolgere la politica piazzando una calza sulla telecamera, è più di un segno.

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La vergogna mondiale Silvio Berlusconi. Anche ieri un “figurone” a Bruxelles…

L’urgenza irresponsabile

Il Capo dello Stato ha invitato il governo a riscrivere il decreto sul federalismo e a ripresentarlo alle Camere. Ricordando a Berlusconi che bisogna rispettare il Parlamento. E che le sue urgenze private di sopravvivenza non possono portarlo a scavalcare la legge

di EZIO MAURO

L'urgenza irresponsabile

DUNQUE era “irricevibile” il decreto sul federalismo che il governo ha approvato in fretta e furia l’altra sera, senza nemmeno informare il Quirinale e senza rispettare la legge, per correggere con un colpo di mano la bocciatura nella commissione bicamerale ed evitare che Bossi mandasse a casa su due piedi Berlusconi e i suoi ministri.

Il Capo dello Stato ha invitato il governo a riscrivere il decreto e a ripresentarlo alle Camere, ricordando a Berlusconi che bisogna rispettare il Parlamento e che le sue urgenze private di sopravvivenza non possono portarlo a scavalcare la legge. Soprattutto per il Quirinale una riforma di questa portata non si può varare con un voto improvvisato, senza un’intesa con i comuni e le regioni. Non è così che si riforma lo Stato, serve un consenso per impiantare il federalismo nel Paese.

Bossi lo sa perfettamente. Per ora si aggrappa alla bandiera slabbrata di un federalismo monco e zoppo, partito malissimo e senza respiro con questa maggioranza rappattumata nel mercato d’inverno e una leadership a fine corsa. Ma quanto può durare? Per un piatto di lenticchie la Lega sta cuocendo nel brodo indigeribile degli scandali berlusconiani, tra le manovre di palazzo di un leader che perde ogni giorno lucidità e credibilità, e tira a campare come nella più tarda età democristiana.

I danni sono evidenti, per tutti. Ieri il Premier, inseguito al vertice europeo dalle sue vergogne, ha dipinto la repubblica democratica come un Paese in mano ai magistrati golpisti.

Sarebbe questo l’uomo delle riforme e della crescita? Ciò che è irricevibile, insieme con la legge respinta da Napolitano, è questa condotta irresponsabile e antiitaliana, che danneggia il Paese e la democrazia.

(05 febbraio 2011)

°°° Il 90% dei cittadini italiani si vergognano profondamente di essere rappresentati da questo omuncolo malavitoso e delirante. Molto malato. Molto malato.

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Interessante IN ONDA su la7, peccato che il sito non funzioni

Siamo proprio il paese delle banane: ilsito della telecom, la 7, NON FUNZIONA! Ma caspiterina! Dovrei essere socio maggioritario con tutti i soldi che ho dato alla Scip prima e a telecom dopo e… non vi funziona il sito? A voi di Alice? Ma che pubblicità fasulla fate?

Oppure, come si dice in sardegna: IN DOMU DE SU FERRERI SCHIRONIS DE LINNA (In casa del fabbro spiedi di legno)

Volevo intervenire su Travaglio e questo figlio di Mariannini (ricordate Lascia o raddoppia?)… MABACCAGAI!

MI FACCIO  UNA BIRRA  MONDIALE

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Ecco un altro “disfattista” come me

Roberto Cotroneo

Un paese senza niente

Un paese cupo. Da un po’ di giorni i maggiori giornali italiani pubblicano foto di Berlusconi piuttosto corrucciate, e non c’è da stupirsi, l’aria dei suoi collaboratori è da: si salvi chi può. E la stampa inglese continua a dire che siamo agli ultimi giorni dell’impero, e che sicuramente Silvio si ritirerà. Cose tutte da dimostrare, e al momento piuttosto lunari. O a Londra sanno cose che ai giornalisti italiani non vengono dette, o forse sta accadendo qualcosa di peggio. Fuori dall’Italia nessuno ci capisce più nulla. E il nostro sta diventando un paese indecifrabile, dove avvengono cose che in paese normali di solito non accadono. E non si tratta soltanto del premier, delle escort, delle feste e delle inchieste. Tutto si è sfaldato. Tutto ha perso di valore.
Se anziché utilizzare degli indici economici per dire in che posizione mondiale siamo utilizzassimo degli altri indici, scopriremmo che siamo forse al duecentesimo posto. Per le nostre università, che quasi non compaiono nelle prime cento del mondo, per i nostri autori e i nostri libri, che nessuno traduce più, per i nostri film, che arrancano nei festival e sono brutti e mosci, per i nostri istituti di cultura all’estero, ridotti a niente, gestiti per buona parte da incompetenti, o da gente che vuole passarsi una vacanza in qualche capitale europea a spese del ministero degli Esteri. Per i nostri musei, tornati a una consuetudinaria inefficienza. Per i nostri giornali, e va detto anche questo, sempre più in caduta libera, sempre più in crisi di idee e e di lettori. E non perché siamo un paese che non legge, ma perché siamo un paese che non si fa leggere. Siamo duecentesimi al mondo, perché non sappiamo generare classe dirigente, duecentesimi al mondo perché non abbiamo formato giovani in grado di sostituirsi nei ruoli chiave. E non solo perché i vecchi impediscono il ricambio, ma perché siamo riusciti a fare un miracolo: le nostre giovani generazioni hanno coltivato in vitro i peggiori difetti delle vecchie, e sono già inservibili. Siamo cupi, abbiamo paura di dire la verità, pensiamo che un congresso di partito non si possa convocare se gli accordi non sono stati fatti prima. Fingiamo di vedere il nuovo dove il nuovo non c’è. E continuiamo a farci de male. Ma soprattutto siamo un paese incompentente, incompetente in tutto. Un paese di dilettanti allo sbaraglio. Guidati dal più gigantesco tra i dilettanti. Lui, quel premier che incarna quello che siamo diventati, con la complicità di tutti. E allora, di cosa possiamo lamentarci?

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Da Marco Travaglio e la Oppo

(l’Unità)

Scodinzolini forever

Sia chiaro che noi stiamo con Minzolini. Anticipando di poche settimane la legge-bavaglio – che gli fa un baffo, lui il bavaglio ce l’ha incorporato – il popolare Scodinzolini ha spiegato alla stampa mondiale che il pornoscandalo di Puttanopoli che sta travolgendo il premier e ha destato le attenzioni anche di Avvenire e Famiglia Cristiana, ma persino di Tg5, Matrix, Giornale e Foglio, non è una notizia. È «gossip», «pettegolezzo», «chiacchiericcio» usato dai criminosi giornalisti stranieri, succubi di «interessi economici», a fini di «strumentalizzazione politica». Gliele ha cantate chiare. Chissà come dev’essersi sentito quel suo omonimo che fino a un mese fa si dedicava, per La Stampa, al gossip, al pettegolezzo e al chiacchiericcio (a proposito: che fine avrà fatto?). Ora il solito Di Pietro vorrebbe licenziarlo dal Tg1, forse ignaro del fatto che da due giorni le scuole di giornalismo e le facoltà di scienza della comunicazione sono prese d’assalto da orde di piccoli e piccole fans che, da grandi, sognano di diventare Minzolini. Anche la Rai ha dovuto transennare il cavallo di Viale Mazzini per contenere l’entusiasmo degli abbonati, ansiosi di pagare un canone triplo o quadruplo pur di garantire al nostro Pulitzer i necessari mezzi di sostentamento. Ora si spera che l’amico Silvio, che lo chiama «l’amico Minzo», voglia manifestargli un minimo di gratitudine: una farfallina tempestata di brillanti o un collier di diamanti modello Noemi potrebbero andar bene. O magari un invito nei bagni di Palazzo Grazioli. O, meglio ancora, una Mini azzurra: la famosa MinzoMini.

Maria Novella Oppo

Cane da guardia

Non si era mai visto niente di simile. Un direttore di tg (in specie il direttore del Tg1), che usa la tv pubblica per esporre agli spettatori la sua personalissima idea di non notizia. Dunque, il pedagogo Minzolini ci ha spiegato dal video che, nella storia delle ragazze pagate per passare le notti a casa Berlusconi, per lui non c’è niente di certo, né un’ipotesi di reato. Perché è chiaro che, anche se ne parlano tutti i giornali del mondo, una notizia non è una notizia, se non è una notizia di reato. E poi, quando è una notizia certa? Quando viene portata la prova (foto, registrazioni e testimonianze a riscontro) non ai magistrati, ma a Minzolini in persona, che ne giudicherà secondo il suo metro e le sue convenienze. E finalmente, se e quando la suprema corte di minzolinazione avrà accertato il reato, solo allora il nostro (anzi il suo) scatterà sulla notizia come quel mastino del giornalismo che è. E non quel cane da guardia del potere che sembra.

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Mentre da noi si delira di nucleare…

Eolico: il vento americano potrebbe coprire il fabbisogno di energia mondiale

23 Giugno 2009 11:35
SCIENZE E TECNOLOGIE

ROMA – Per soddisfare il bisogno di energia di tutto il mondo basterebbe catturare con le pale eoliche il vento sul territorio degli Stati Uniti. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia Americana delle Scienze ‘Pnas’ da Michael McElroy della School of Engineering and Applied Sciences, Harvard University di Boston. Secondo gli scienziati, basterebbe una rete di turbine da 2,5 megawatt di potenza sistemate dove non siano dannose per l’ambiente, lontano da foreste, ghiacciai e anche dalle principali aree urbane, che operino ad appena il 20% della loro capacita’, per produrre un quantitativo di energia pari a oltre 40 volte il consumo globale corrente di elettricita’, oltre cinque volte il consumo globale di energia in tutte le sue forme. (Agr)

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La visita a Obama

Eravamo nella sala ovale della Casa Bianca: io, Giangi Pallina, Orso Gigio, Barack Obama, Maga Maghella e Gina Lollobrigida in tanga. Nel patio, due stupidi della scorta di Burlesquoni che si bruciavano i nasi con uno zippo e ridevano. Minca! Se ci sono due dei gorilla di Mafiolo allora ci dev’essere anche lui qui a WASHINGTON! E infatti, che ve lo dico a fare?… esco con la scusa di pipparmi una Stuyvesant e lo vedo: era nell’orto a fare il tacchino con Michelle, solo che lei era in ginocchio che interrava dei fagioli e Silvio era in piedi sopra i suoi tacchi… anche accucciata era ancora più alta Michelle Obama. Volevo proprio godermi la scena, così mi sono messo a svuotare i portaceneri della mia vecchia Bmw in un vaso di ortensie, che mi copriva parzialmente. Alla terza minchiata in inglese maccheronico del mafionano, Michelle si è alzata in piedi, si è piegata con le mani guantate sulle ginocchia come si fa per parlare ai bambini e ha sibilato:
“Mister, lei oltre ad essere terribilmente disgustoso non ha proprio il senso della misura… e meno male che non fa il sarto o il geometra!” Detto questo, gli ha vuotato sul testone trapiantato il secchio del letame disciolto e se n’è andata nasino all”aria.
Me cojoni! Son tornato dentro e, mentre cercavo un bagno per lavarmi le mani, l’occhio mi è caduto nelle cucine: dove i camerieri stavano sputando a turno nel bricco del caffè destinato a Silvio (c’era proprio una elegante targhetta al centro dell’enorme vassoio “President Berluccioni”) e uno si faceva roteare il bordo della tazza nel solco tra le natiche scoperte. Barack si stava già incazzando per il ritardo del premier italiano, quando finalmente Silvio ha fatto il suo ingresso… Imbarazzante. La servitù, vedendolo e “sentendolo” puzzolente di letame organico, prima lo ha lavato con la pompa da giardino, poi ha cercato qualcosa per coprirlo; ma i vestiti di Barack sono quelli di un uomo prestante di circa un metro e novanta, come farci entrare un botolo di 1,55 formato scaldabagno? E così la vecchia Nunny delle bambine ha infilato Mafiolo in un costume da Biancaneve comprato a Disneyland. Barack, da grande statista, non ha fatto una piega. Ha premuto un pulsante e subito sono arrivati i camerieri col caffè per l’ospite, mentre lui e noi ci siamo fatti raboccare i bicchieri col mirto che avevo portato io. Burlesquoni ha cominciato subito a dire che non voleva essere frainteso, che Zappadu è un coglione, che Noemi è vergine, che vuole molto bene a Fede e Apicella e… tante altre cose di somma importanza internazionale e strategica, insomma. Barack gli ha detto che lo ammira molto e che spera di vederlo presto. Liquidato. Silvio è stato accompagnato alla porta da un solenne ma deciso maggiordomo e noi ci siamo scatenati con le risate.
Un tassista rasta ha portato il capo del governo italiano alla pizzeria Bella Napoli, nel quartiere italiano, e lì Berlusconi ha espresso la sua gratitudine nei confronti degli “amici americani per quanto fatto per liberare l’Italia nella seconda guerra mondiale“. In serata il presidente del Consiglio lascerà Washington per tornare in Italia. Se il giudice gli concederà la libertà provvisoria: visto che è stato arrestato per una rissa con un bambino giapponese più alto di lui, che non gli voleva cedere il passo all’uscita del locale. Le sue body guard, dite? Quelle sono ancora in infermeria del centro grandi ustionati.

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Il pagliaccio del mondo, siòr siori!

Sul sito di news dell’emittente britannica un articolo tutto dedicato alle sortite
politicamente scorrette del premier. Ricordando gli scandali recenti
La Bbc lancia l’appello: “Oh no, Silvio!”
Allarme gaffe sulla trasferta negli Usa

La Bbc lancia l’appello: “Oh no, Silvio!” Allarme gaffe sulla trasferta negli Usa

Silvio Berlusconi

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LONDRA – Il titolo, apparso sull’homepage della Bbc, è eloquente: “Oh no, Silvio!”. Ed è seguito da una domanda, per nulla retorica: “Riuscirà il premier italiano a non offendere nessuno, durante la sua visita negli Stati Uniti?“.

E’ attorno a questo interrogativo che ruota l’articolo firmato da Stephen Mulvey, e pubblicato sul sito che fa capo alla tv britannica oggi alle 15 (le 16 italiane). Tutto dedicato alle incognite della trasferta in terra americana del nostro presidente del Consiglio. Con una preoccupazione di fondo sul modo di esprimersi spesso politicamente scorretto di Berlusconi, al momento del suo sbarco nella patria mondiale del politically correct.

In particolare, il sito della Bbc ricorda la doppia gaffe del Cavaliere sul colore della pelle di Obama. La prima risale al novembre scorso, quando il capo del governo italiano definì il neopresidente Usa “giovane, bello e abbronzato”. Con conseguenti polemiche in mezzo mondo, e con decine di lettere di scuse inviate dai nostri concittadini al New York Times, imbarazzati dal siscutibile modo di scherzare del premier. Un episodio che lo stesso Berlusconi ha rievocato ieri, alla vigilia del suo imbarco per Washington, in una sorta di autocitazione: “Parto bello e abbronzato”, ha detto.

A partire da questo, l’articolo si interroga – riportando anche il parere di professori universitari e giornalisti italiani – sull’eventuale razzismo del presidente del Consiglio, sulla sua propensione alle gaffe (viene ricordata anche quella con la Regina Elisabetta a Londra), e sulla differenza abissale del suo temperamento rispetto a quello, attentissimo e controllatissimo, di Barack Obama.

E non mancano nemmeno i riferimenti alle recenti bufere che hanno coinvolto Berlusconi: l’inchiesta su eventuali suoi abusi dei voli di Stato; le foto (definite “seminude”) di Villa Certosa; le accuse della moglie di frequentare minorenni. Tutte circostanze che, almeno secondo l’autorevole sito britannico, bastano a giustificare quell’invocazione iniziale: “On ho, Silvio!”.


DALL’ALBUM DI ZAPPADU:

famigghia

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