E se davvero non servissero più i cell e dovessimo imparare di nuovo a vivere normalmente?

Poco fa, riflettevo su una tragedia che sta cominciando a diventare ingovernabile. Un’amica insegnante mi diceva giorni fa che i suoi alunni, quasi tutti quindicenni, se ne fottono di lei, della scuola, e… in definitiva DI CRESCERE. Tutti impazziti dietro i loro costosi cellulari A MANDARE MESSAGGINI SGRAMMATICATI E INUTILI. Domanda: ma se basta una piccola nevicata per bloccare un’intera nazione, non è che succede perché noi non siamo più capaci di fare un cazzo? Solo 30 anni fa, non sarebbe successo niente di tutto il disastro cui stiamo assistendo. Ma ora, soprattutto per colpa del ventennio berlusconi, pieno di nulla e puttanate, siamo completamente invalidi e rincoglioniti. Abbiamo distrutto la manualità, il sapere, l’agricoltura e la scuola. Domani, al massimo dopodomani, un chilo di pomodori: parlo di quelli VERI e non delle cagatine da supermercato, costerà metà dello stipendio medio. Così come costerà carissimo un chilo di pane, che già oggi è a 5 euro. Cosa vogliamo fare, amici? Morire da stronzi dopo averci vissuto per gli ultimi 20 anni? Io direi che è tempo di guardarci indietro e vedere finalmente le macerie che stiamo lasciando. FORSE E’ ORA DI RIMBOCCARCI I COGLIONI E CAMBIARE COMPLETAMENTE REGISTRO. CHE NE DITE?

morte e devastazione in arrivo

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Insegno, Amadeus, Conti, Giusti, Venier… il nulla completo sulle reti Rai. Ancora peggio della spazzatura Merdaset.

Pino Insegno, un mistero a Raiuno

Pino Insegno (Ansa/Campana)
Pino Insegno (Ansa/Campana)

Il direttore di Rai1 Mauro Mazza sarà ricordato come il benefattore di Pino Insegno, il suo artista preferito, un presentatore che, nell’ordine, precede Pupo, Emanuele Filiberto e qualche altro personaggio di cui mi sfugge il nome. Ormai non si contano più i programmi che Mazza ha affidato al comico romano, contribuendo non poco alla soluzione di un annoso dibattito: perché quelli di destra non sanno fare tv? Su «TeleVisioni», il forum del Corriere, alcuni lettori attribuiscono al sindaco Alemanno la non resistibile ascesa di Insegno. Siccome non mi occupo di retroscena, preferisco osservare con attenzione quello che succede in scena.

Insegno nasce come comico della Premiata ditta e un giorno mi piacerebbe incontrare uno spettatore, uno solo, a cui i quattro sono riusciti a strappare un sorriso. A Pino si devono alcuni infelici programmi come «Vieni avanti cretino» o «Insegnami a sognare». Eppure, da quando dirige la rete ammiraglia, Mazza ha puntato su di lui per la conduzione di «L’anno che verrà», «Me lo dicono tutti» e adesso di «Reazione a catena», il game-show estivo che sostituisce l’«Eredità» (Rai1, dal lunedì al venerdì, ore 18.50).

Francamente mi sarei aspettato l’ideazione di un bel programma di approfondimento da affidare a Pietrangelo Buttafuoco o la scoperta di qualche giovane e brillante conduttore da opporre ai Fazio e alle Dandini. Ma la risposta è sempre stata una sola: Pino Insegno, e poi ancora Pino Insegno, Pino Insegno per sempre.

Mi è già capitato di scrivere, a proposito di Insegno, che il suo modo di fare tv rispecchia il conformismo che regna nella tv generalista e si traduce quasi sempre in prodotti che danno l’impressione di accontentarsi, di scegliere la soluzione più facile e scontata. Il tutto generato da uno strano miscuglio di scarso amore per il mezzo, di pigrizia mentale, di mancanza di coraggio.
Ma a che serve polemizzare con il nulla? Non tutto è perduto: resta pur sempre Carlo Conti.

Aldo Grasso

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FLOP

Berlusconi diretta tv: un vertice riuscito benissimo

°°° Il vertice è stato un’inutile passerella   costata un pacco di miliardi (potevano farlo GRATIS al telefono o su skype) e non è certo servito a nulla. Tantomeno ai 60 mila delle tendopoli… che non hanno mai visto il mafionano. E ho detto tutto.

berlusconi silvio

“MI LEGA UNA FORTE AMICIZIA CON BUSH” (Mafiolo)

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Ecco un altro “disfattista” come me

Roberto Cotroneo

Un paese senza niente

Un paese cupo. Da un po’ di giorni i maggiori giornali italiani pubblicano foto di Berlusconi piuttosto corrucciate, e non c’è da stupirsi, l’aria dei suoi collaboratori è da: si salvi chi può. E la stampa inglese continua a dire che siamo agli ultimi giorni dell’impero, e che sicuramente Silvio si ritirerà. Cose tutte da dimostrare, e al momento piuttosto lunari. O a Londra sanno cose che ai giornalisti italiani non vengono dette, o forse sta accadendo qualcosa di peggio. Fuori dall’Italia nessuno ci capisce più nulla. E il nostro sta diventando un paese indecifrabile, dove avvengono cose che in paese normali di solito non accadono. E non si tratta soltanto del premier, delle escort, delle feste e delle inchieste. Tutto si è sfaldato. Tutto ha perso di valore.
Se anziché utilizzare degli indici economici per dire in che posizione mondiale siamo utilizzassimo degli altri indici, scopriremmo che siamo forse al duecentesimo posto. Per le nostre università, che quasi non compaiono nelle prime cento del mondo, per i nostri autori e i nostri libri, che nessuno traduce più, per i nostri film, che arrancano nei festival e sono brutti e mosci, per i nostri istituti di cultura all’estero, ridotti a niente, gestiti per buona parte da incompetenti, o da gente che vuole passarsi una vacanza in qualche capitale europea a spese del ministero degli Esteri. Per i nostri musei, tornati a una consuetudinaria inefficienza. Per i nostri giornali, e va detto anche questo, sempre più in caduta libera, sempre più in crisi di idee e e di lettori. E non perché siamo un paese che non legge, ma perché siamo un paese che non si fa leggere. Siamo duecentesimi al mondo, perché non sappiamo generare classe dirigente, duecentesimi al mondo perché non abbiamo formato giovani in grado di sostituirsi nei ruoli chiave. E non solo perché i vecchi impediscono il ricambio, ma perché siamo riusciti a fare un miracolo: le nostre giovani generazioni hanno coltivato in vitro i peggiori difetti delle vecchie, e sono già inservibili. Siamo cupi, abbiamo paura di dire la verità, pensiamo che un congresso di partito non si possa convocare se gli accordi non sono stati fatti prima. Fingiamo di vedere il nuovo dove il nuovo non c’è. E continuiamo a farci de male. Ma soprattutto siamo un paese incompentente, incompetente in tutto. Un paese di dilettanti allo sbaraglio. Guidati dal più gigantesco tra i dilettanti. Lui, quel premier che incarna quello che siamo diventati, con la complicità di tutti. E allora, di cosa possiamo lamentarci?

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Da Travaglio

L’uomo che sapeva troppo poco

Da quando, in via del tutto ipotetica, il suo on. avv. Niccolò Ghedini l’ha definito “utilizzatore finale” di prostitute a sua insaputa, Silvio Berlusconi si staglia come il politico più ingenuo o più sfortunato della storia dell’umanità. Dal 1974 al 1976 ospita nella villa di Arcore un noto mafioso, Vittorio Mangano, intimo del suo segretario Marcello Dell’Utri e già raggiunto da una dozzina fra denunce e arresti, ma lo scambia per uno stalliere galantuomo: anche quando glielo arrestano due volte in casa. Dal 1978 (almeno) al 1981 è iscritto alla loggia deviata P2, convinto che si tratti di una pia confraternita. Dal 1975 al 1983 le finanziarie Fininvest ricevono l’equivalente di 300 milioni di euro, in parte in contanti, da un misterioso donatore, ignoto anche al proprietario: infatti, dinanzi ai giudici antimafia venuti a Palazzo Chigi per chiedergli chi gli ha dato quei soldi, si avvale della facoltà di non rispondere.

Negli anni 80 l’avvocato David Mills crea per il suo gruppo ben 64 società offshore nei paradisi fiscali, ma lui non sospetta nulla, anzi non sa nemmeno cosa sia la capofila All Iberian. Questa accumula all’estero una montagna di fondi neri che finanziano, fra gli altri, Bettino Craxi (23 miliardi di lire) e Cesare Previti (una ventina). Previti, avvocato di Berlusconi, ne gira una parte ai giudici romani Vittorio Metta (nel 1990) e Renato Squillante (nel 1991), ma di nascosto al Cavaliere. Il quale però s’intasca il gruppo Mondadori grazie a una sentenza di Metta, corrotto da Previti con soldi Fininvest. Nei primi anni 90 il capo dei servizi fiscali del gruppo, Salvatore Sciascia, paga almeno tre tangenti alla Guardia di finanza. E nel 1994, quando la cosa viene fuori, il consulente legale Massimo Berruti tenta di depistare le indagini dopo un incontro a Palazzo Chigi col principale. Ma questi non si accorge di nulla (“giuro sui miei figli”). Nemmeno quando Sciascia e Berruti vengono condannati, tant’è che se li porta in Parlamento. Nel 1997-’98 Mills, testimone nei processi Guardia di Finanza e All Iberian, non dice tutto quel che sa e lo “salva da un mare di guai” (lo confesserà al commercialista). Poi riceve 600 mila dollari dal gruppo di “Mr. B”. E Mr. B sempre ignaro di tutto (rigiura sui suoi figli).

Di recente si scopre che il Nostro, nell’ottobre scorso, prese a telefonare a Noemi, una minorenne di Portici, proprio mentre il suo governo varava una legge per stroncare la piaga delle molestie telefoniche (“stalking”). Ma lui scoprì che era minorenne solo quando fu invitato al suo diciottesimo compleanno. Ora salta fuori che Patrizia D’Addario, che trascorse con lui una notte a Palazzo Grazioli, è una nota “escort” barese, pagata da un amico del premier (l’”utilizzatore iniziale”?). Ma lui non ne sapeva nulla, tant’è che in quel mentre il suo governo varava una legge per arrestare prostitute e clienti. E’ sempre l’ultimo a sapere. Può un uomo così ingenuo, o sfortunato, o poco perspicace, fare il presidente del Consiglio?

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APTOPIX ITALY BERLUSCONI

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Una presa per culo

L’Aquila riapre il suo centro storico (La Stampa)

I vigili del fuoco accompagnano
i cittadini fino a piazza Duomo.
Questa sera la città verrà richiusa
L’AQUILA
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A due mesi e mezzo dal terremoto, oggi per la prima volta, e solo per poche ore e un breve tratto, è aperto il centro storico dell’Aquila, nel corridoio dalla villa comunale a Piazza Duono. I cittadini, a gruppi di 50 ciascuno, vengono accompagnati dai vigili del fuoco fino alla piazza principale lungo il rettilineo di Corso Vittorio Emanuele. La riapertura – dalle 11 alle 22 – è avvenuta alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.

Al suo arrivo, attorno al varco d’ingresso, vi erano circa duecento persone: alcune hanno applaudito, altre fischiato e si è sentito anche qualche imprecazione nei confronti della classe politica. Durante il tragitto Letta ha dichiarato: «Si tratta di una giornata importante. L’Aquila deve tornare a volare. Quello odierno è un segnale di rinascita per ridare fiducia e speranza».

Il prossimo obiettivo della Protezione civile è quello di riaprire una parte di via XX Settembre, in particolare quella che va dalla Casa dello Studente alla tendopoli di piazza d’Armi, mentre per il tratto di strada che va verso il centro storico, dove le lesioni sono maggiori, serviranno altri interventi di messa in sicurezza.


°°° Praticamente: la solita presa per culo di burlesquoni (che però si è guardato bene dal presentarsi). Guardate come siamo bravi, votate per noi. Poi… BLUFF! Tutto finito. Ma che senso ha questa patetica buffonata propagandistica? Che minchia hanno “inaugurato”? IL NULLA! Poi subito si richiude e tutto torna nel silenzio totale dei media. In un paese civile e normale, senza la mafia al potere, TUTTI I TG dedicherebbero almeno dieci minuti al giorno per seguire i cittadini delle tendopoli e l’andamento dei lavori. Qui no. Qui si dedicano i telegiornali alle cazzate del papa e alle minchiate volgari di Papi. Dei cittadiini e della loro tragedia non frega un cazzo al potere mafioso di palazzo Chigi.

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Vediamo…

Dunque, vediamo come si può tradurre in italiano questa ennesima porcheria che vede coinvolto “Papi Gambacorta”. Persino uno dei suoi domestici, fighetta Feltri, dice che Burlesquoni – a causa della rimozione della prostata per un tumore nei primi anni 90 – non è in grado di avere rapporti sessuali con le donne.

La mancanza di erezione non comporta certo la mancanza di desiderio. Si fa sesso con le mani, con la lingua, con le parole.. con i falli finti. Oppure con gli occhi: guardando qualche stallone che se le tromba al posto suo.

Ma io mi domando chel senso ha, a quasi 75 anni (portati malissimo) ostentare tanto la propria inesistente virilità ( conclamata nulla) in ogni occasione pubblica e privata? Mai un discorso politico o progettuale. Questo vecchio bandito parla pedissequemente di figa, di calcio, di comunisti, di complotti, toghe rosse, di quanto è amato nel paese e nel mondo (manco fosse vero…) e di quanto va d’accordo con Bossi. Dimenticavo: è stonato come una campana ma pretende di cantare delle canzonette ridicole che scrive lui e racconta malissimo barzellette vecchie. Sempre uguale. Di una noia mortale. Finite queste giaculatorie… IL NULLA. E trova ancora delle scimmiette decerebrate che gli danno retta! Non c’è da stupirsi, visto che in 30 anni le sue tv del menga e quelle controllate da lui (il 99% di quelle presenti in Italia) hanno cresciuto quasi due generazioni di cerebrolesi educati a soldi, gnocca a straffogo e pallone….?

berlusconi-napoleone1

berlusconi-padrino

apotropaico

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