Il tirassegno…

Il tirassegno è un sport, ma non quando due fanatici sparano a persone VERE, ignare, che stanno lavorando per portare il pane a casa. Che il risarcimento sia bello pesante. Grazie.

Marò, il Tribunale internazionale assegna il processo all'Italia: "Ma Roma dovrà pagare per i pescatori uccisi"

https://www.repubblica.it/esteri/2020/07/02/news/caso_maro_arbitrato_da_ragione_all_italia-260768107/?ref=RHPPTP-BH-I260767810-C12-P1-S5.3-T1

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Tv, risarcimento a Europa 7: “grazie” a Berlusconi pagano i cittadini

Ne ho parlato tante volte, come qualcuno di voi ricorderà. Sicuramente è colpa del delinquente brianzolo, ma io ero presente a una telefonata tra Francesco di Stefano e l’allora premier D’Alema e quando Francesco gli disse “Ma si rende conto che se lei non prende una decisione ora i danni che mi ha creato Berlusconi me li dovranno pagare gli italiani?” La risposta di D’Alema: “E a lei che gliene importa?” Parlo dei primi anni 90. Di Stefano mi aveva convocato per conoscere la mia disponibilità, ma poi fu corretto e mi disse “Non ti posso pagare, non perdere tempo con me”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/15/tv-risarcimento-a-europa-7-grazie-a-berlusconi-pagano-cittadini/326201/

Il Tar del Lazio ha condannato il ministero dello Sviluppo Economico a pagare 1500 euro al giorno per le frequenze negate all’imprenditore Francesco di Stefano finché non riuscirà a trasmettere dove e come promesso

europa sette_interna nuova

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Alitalia, piccoli azionisti chiedono 25 milioni di risarcimento a Berlusconi e Tremonti

Alitalia, piccoli azionisti chiedono 25 milioni
di risarcimento a Berlusconi e Tremonti

La richiesta – fatta in riparazione ai danni subiti dal processo di privatizzazione della compagnia aerea – è stata depositata oggi e segna un nuovo capitolo della vicenda processuale avviata nel 2009

Il presidente di Alitalia Colaninno e l’ad Sabelli

Quasi 25 milioni di euro. E’ la misura del risarcimento chiesto da circa 50 piccoli azionisti di Alitalia al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministero dell’Economia in riparazione ai danni subiti dal processo di privatizzazione della compagnia aerea. Una richiesta, quella depositata oggi presso il Centro nazionale di Mediazione e conciliazione – Aprile Group S.r.l. di Lecce, che segna un nuovo capitolo della vicenda processuale avviata nel 2009 e che, al tempo stesso, assume per il governo i contorni della beffa. Visto che lo stesso istituto della mediazione cui hanno fatto ricorso oggi i querelanti è stato introdotto lo scorso anno da un decreto legge fortemente voluto dall’ex Guardasigilli e attuale segretario del Pdl Angelino Alfano.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/07/alitalia-piccoli-azionisti-chiedono-25-milionidi-risarcimento-a-berlusconi-e-tremonti/162822/

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Vogliono la guerra davvero?

Ricevo e inoltro:

È passato l’emendamento D’Alia.

L ‘attacco finale alla democrazia è iniziato!

Berlusconi e i suoi sferrano il colpo definitivo alla libertà della rete internet per metterla sotto controllo.

Ieri nel voto finale al Senato che ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (disegno di legge 733), tra gli altri provvedimenti scellerati come l ‘obbligo di denuncia per i medici dei pazienti che sono immigrati clandestini e la schedatura dei senta tetto, con un emendamento del senatore Gianpiero D’Alia (UDC), è stato introdotto l’articolo 50-bis, “Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet”. Il testo la prossima settimana approderà alla Camera. E nel testo approdato alla Camera l’articolo è diventato il n. 60. Anche se il senatore Gianpiero D’Alia (UDC) non fa parte della maggioranza al Governo, questo la dice lunga sulla trasversalità del disegno liberticida della “Casta” che non vuole scollarsi dal potere.

In pratica se un qualunque cittadino che magari scrive un blog dovesse invitare a disobbedire a una legge che ritiene ingiusta, i provider dovranno bloccarlo. Questo provvedimento può obbligare i provider a oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all’estero. Il Ministro dell’interno, in seguito a comunicazione dell’autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l’interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine. L’attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000 per i provider e il carcere per i blogger da 1 a 5 anni per l’istigazione a delinquere e per l’apologia di reato, da 6 mesi a 5 anni per l’istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all’odio fra le classi sociali. Immaginate come potrebbero essere ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi per la Casta con questa legge? Si stanno dotando delle armi per bloccare in Italia Facebook, Youtube, il blog di Beppe Grillo e tutta l’informazione libera che viaggia in rete e che nel nostro Paese è ormai l’unica fonte informativa non censurata. Vi ricordo che il nostro è l’unico Paese al mondo, dove una media company, Mediaset, ha chiesto 500 milioni di risarcimento a YouTube. Vi rendete conto? Quindi il Governo interviene per l’ennesima volta, in una materia che vede un’impresa del presidente del Consiglio in conflitto giudiziario e d’interessi. Dopo la proposta di legge Cassinelli e l’istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al “pacchetto sicurezza” di fatto rende esplicito il progetto del Governo di “normalizzare” il fenomeno che intorno ad internet sta facendo crescere un sistema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.

Obama ha vinto le elezioni grazie ad internet? Chi non può farlo pensa bene di censurarlo e di far diventare l’Italia come la Cina e la Birmania.

Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati Beppe Grillo dalle colonne del suo blog e la rivista specializzata Punto Informatico.

Fate girare questa notizia il più possibile. È ora di svegliare le coscienze addormentate degli italiani. È in gioco davvero la democrazia!!!


°°°Ok. Io comincio subito a cagarmi addosso: BERLUSCONI, RIDAMMI I TRECENTO MILIONI DI EURO CHE MI HAI RUBATO, LADRO!
Tu, che hai sempre rubato i format, miei e di altri colleghi, e che DA SEMPRE RUBI TUTTI I FILMATI DI PAPERISSIMA… ti permetti di denunciare Youtube? BUFFONE!

fanculo

b-merda2

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Bigottismo ipocritismo

Una commessa di Grosseto protagonista di un video a luci rosse
è stata costretta alle dimissioni dai titolari per il buon nome del negozio
Gira film hard e viene licenziata
Condannati i datori di lavoro

Il giudice ha dato ragione alla ragazza. Multa salatissima
in attesa che venga quantificato il risarcimento danni

Gira film hard e viene licenziata Condannati i datori di lavoro
GROSSETO – Il film porno le costa il licenziamento dal posto di lavoro. Ma il giudice dà ragione alla ragazza e condanna i suoi datori.

La vicenda ha come protagonista una commessa di Grosseto, colpevole, secondo i suoi datori di lavoro, di aver dato corpo alle sue fantasie, diventando protagonista di una pellicola hard. E tutto a loro insaputa.

Al momento non è dato sapere come possano aver saputo della seconda attività della loro commessa. Ma una volta accertata l’identità dell’attrice protagonista del filmino a luci rosse, hanno costretto la loro dipendente a rassegnare le dimissioni per il buon nome del negozio.

La ragazza, però, non si è data per vinta e ha intrapreso un’intensa battaglia legale contro i suoi principali un po’ troppo “bigotti”, sfociata anche in sede penale. Il giudice dopo un attento esame della vicenda, non ci ha pensato due volte a dare ragione alla ragazza. Così ha condannato i titolari del negozio al pagamento di una multa salatissima, in attesa che venga quantificato il risarcimento danni, che sarà fissato attraverso un’altra causa intentata dalla giovane.

°°° Ho capito: i titolari, bigottissimi quanto ipocriti, sono grandi consumatori di film porno… gira e gira, tra migliaia di pellicole hard, hanno scoperto la loro commessa e si sono appellati al “buon nome del negozio”. Non c’è altra spiegazione. Ah, no: ce n’è un’altra… il negozio vende film hard e oggettistica sessuale e i titolari – dopo la messa cantata e la funzione serale – frequentano i locali per scambi di coppie. Qualcuno li ha informati e…

LA COMMESSA

ann

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