E se provassimo ad essere civili ed europei?

Caterina Soffici

Gran Bretagna, dove i politici non hanno segreti

Londra. È difficile che in Inghilterra un ministro si ritrovi una casa pagata a sua insaputa. Se ne accorgerebbe subito, perché ogni penny che entra ed esce dalla sua contabilità viene registrato e reso pubblico. Se a Westminster i parlamentari sono comunque dei privilegiati, qui la casta non esiste. Niente odiosi lampeggianti, auto blu, portaborse, tessere per viaggiare gratis sui treni, scorte sfoggiate come status symbol del potere. I parlamentari viaggiano in metropolitana, autobus, treno e aereo (ma solo in classe economica). Niente taxi, che sono permessi solo dopo le 23 e se non ci sono altri mezzi di trasporto a disposizione.

Inoltre i parlamentari del Regno Unito, che guadagnano comunque la metà di un italiano (10.508 euro al mese contro i nostri 20.486), non hanno un

forfait mensile per le trasferte (per i nostri onorevoli è di 1300 euro), ma ogni spesa deve essere documentata e giustificata. Idem per la diaria: chi vive fuori Londra può presentare una ricevuta al massimo per 150 sterline a notte, in pratica un tre stelle scadente, considerati i prezzi degli alberghi londinesi. Ogni nota spese viene poi scannerizzata e messa in rete, in modo che i cittadini possa monitorare il comportamento del proprio deputato. In Inghilterra il Parlamento è una casa di vetro e i politici non possono avere segreti.

Si sa tutto, fino alle cose minime. E adesso, dopo la vergogna delle note spese gonfiate, stampa e opinione pubblica hanno le antenne ancora più dritte. Con un semplice click sul sito di Westminster è possibile sapere ogni uscita nel dettaglio. Per esempio, che il deputato conservatore Peter Hatkinson nel giugno del 2006 ha speso 40,40 sterline di taxi e ha comprato 84,55 sterline di carta termica e inchiostro per il fax. Mentre il laburista Allen Graham ha speso 394,43 sterline di Royal Mail (posta e affini) e 457,45 di British Telecom (spese telefoniche e affini) e 99,50 di taxi.

Pubblici sono anche i guadagni e gli interessi finanziari. Sia la Camera dei Comuni che la House of Lords hanno un registro in ordine alfabetico, anch’esso consultabile online da qualunque cittadino, dove ogni parlamentare mette a nudo la propria situazione. Si dichiarano i redditi da impieghi remunerati o da professioni, proprietà immobiliari, terreni, rendite e le partecipazioni finanziarie, azioni possedute e fondi di investimento. Un modo per monitorare le attività e gli eventuali conflitti di interesse.

L’ultimo aggiornamento del registro della House of Common è del 20 giugno. Ci si può divertire a curiosare dentro le dichiarazioni. La prima della lista è Diane Abbott, Si scopre che la leader laburista di Hackney ha ricevuto dalla Bbc 839 sterline per la partecipazione al programma This Week (3 ore di impiego per ogni puntata), o che per un articolo pubblicato su The Independent (2 ore di lavoro dichiarate) ha incassato 250 sterline. Nello stesso registro si devono dichiarare anche i regali ricevuti, i viaggi premio all’estero (specificando la data, il motivo della visita, se si è volato in business class, il costo totale approssimativo del viaggio), le trasferte effettuate sul territorio britannico, chi è l’ospite e quale il motivo dello spostamento.

Il file del primo ministro David Cameron non è aggiornato di recente, ma si possono comunque controllare i nomi degli sponsor e le donazioni personali di personaggi che hanno controbuito alla sua campagna elettorale con somme di danaro o finanziando i suoi comizi con aerei ed elicotteri. In alcuni casi, come quello di Sir Campbell, si rasenta il ridicolo: ha registrato un pagamento di 15 sterline per un discorso tenuto il 18 agosto del 2010 al Probus Club di Auchtermuchty. Il fee, si specifica, è stato donato in beneficienza.

Pignolerie che ci fanno sorridere. Come si sorride nel leggere il Codice di comportamento dei parlamentari di Sua Maestà, dove si specifica che “sono tenuti a prendere decisioni solo in termini di pubblico interesse e non al fine di ottenere benefici finanziari o materiali per se stessi, la propria famiglia e i propri amici”. E si dice anche che devono essere integri (niente mazzette), oggettivi (premiare il merito e non le raccomandazioni), responsabili, trasparenti (la segretezza solo quando lo richiede l’interesse publico) e soprattutto dare il buon esempio. Se ne mandassero una copia (tradotta, a scando si equivoci) a Montecitorio e a Palazzo Madama?

Il Fatto Quotidiano, 1 luglio 2011

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