Oristano, intrecci tra affari e camorra. La Finanza sequestra la propria caserma°°°Manco nelle barzellette dei Carabinieri!

Oristano, intrecci tra affari e camorra
La Finanza sequestra la propria caserma

Oristano, intrecci tra affari e camorra La Finanza sequestra la propria caserma Oristano, i palazzi finanziari – foto Chergia

Sembra quasi una barzelletta, ma questa è una storia tutta vera. A Oristano, ieri, la Guardia di finanza ha sequestrato la propria caserma. Sì, esattamente così: gli uffici di via Dorando Pietri, dove c’è anche la sede del comando provinciale delle Fiamme gialle, fanno parte di un patrimonio che secondo i magistrati è riconducibile più o meno direttamente alla Camorra. E per così anche la torre B della cittadella finanziaria di San Nicola è stata sequestrata.

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Le barzellette di Silvio non rassicurano l’Ue. Hanno riso solo quando ha detto di essere “onesto e capace”.

Le barzellette di Silvio non rassicurano l’Ue
Merkel-Sarkò: «Risposte entro mercoledì»

berlusconi merkel 2
Berlusconi, come al solito, aveva provato a farla franca con la sue battute, ma dall’Unione arriva l’ultimatum: «Abbiamo chiesto all’Italia rassicurazioni» sul fatto che «le coraggiose misure intraprese vengano attuate tempestivamente». Così si è espresso il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy nella conferenza stampa finale del vertice Ue, rispondendo ad una
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L’Italia stroncata da una cosca ladra e incapace e B. il barzellettiere

Furio Colombo

10 ottobre 2011

La visita aziendale di B. in Parlamento

Domanda: Egregio Colombo, come si può avere rispetto per una classe politica che non ha nessun rispetto per i cittadini italiani? Ogni parlamentare dovrebbe agire come rappresentante dei cittadini e cercare di risolvere i gravi problemi che ci riguardano tutti, facendosi garante dei nostri diritti e portavoce delle nostre disperate aspettative. Firmato Baretton Ettore, Treviso.

Risposta: Giovedì 6 ottobre. Sono appena passate le 10,30. Una cinquantina di adulti, uomini e donne, ministri e deputati, ascoltano e ridono alla fine di ogni battuta, come in certi spettacoli della Tv americana anni Cinquanta. Sono il

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La volgarità impenitente di silvio berlusconi, vergogna del mondo.

Stamani in albergo volevo farmi una ciulatina con una cameriera. Ma la ragazza mi ha detto: “Presidente, ma se lo abbiamo fatto un’ora fa…”. Vedete che scherzi che fa l’età?».

Silvio Berlusconi agli imprenditori italo-brasiliani, 29 giugno

°°° Questo delinquente idiota è completamente fuori di testa. E’ davvero convinto che le persone normali, dotate di un cervello e dei pollici opponibili,  siano tutte stolide come la sua misera corte italiota? Ma crede davvero che ovunque e in qualunque consesso internazionale possa presentarsi con vecchissime barzellette volgari e mal raccontate? Patetico  omiciattolo…

B.porco

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Ultime rivelazioni

La verità di Patrizia sulla notte a Palazzo Grazioli: “Le ragazze lo chiamavano Papi”
“Indossavamo abiti neri corti, tranne due in pantaloni. Erano escort lesbiche che lavoravano in coppia”
“Silvio sapeva tutto di me ecco perché
non può dire di avermi dimenticata”
“Mi rimase la sensazione di un harem. Ma qua esisteva solo lo sceicco”

di CONCHITA SANNINO e CARLO BONINI

Patrizia D’Addario

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BARI – Patrizia D’Addario infila la mano nella borsa. Ne estrae il registratore più noto d’Italia. Ha un sorriso teso: “Se registrate voi, registro anch’io…”. “Io lo faccio sempre. Grazie a questo registratore ho potuto vedere condannato l’uomo che abusava di me. Io non ricatto. Dico la verità. Ma nella vita, spesso, per farti credere servono delle prove”. Patrizia accetta di parlare con Repubblica a una condizione. “Eviterò di affrontare i dettagli dell’inchiesta”.

Il presidente del Consiglio dice: “Quella donna? Ne ignoravo il nome e non ne avevo in mente il viso”.
“Se avessi voglia di scherzare, direi che non ricorda perché girano troppe ragazze che mi somigliano tra Palazzo Grazioli e, a leggere i giornali, Villa Certosa. Invece io la faccia di quell’uomo me la ricordo bene. L’ho avuta troppo vicina per dimenticarne i dettagli. Ma non ho voglia di scherzare. Mi stanno massacrando”.

Lei stessa ha detto di essere una escort.
“Avrei potuto continuare a fare quella vita senza svelarmi e prendermi le buste del presidente con 10 mila euro. Io, invece, quando ho capito di essere stata ingannata, ho deciso di ribellarmi. Io sono l’unica che ha il coraggio di dire il mestiere che fa. Le altre tacciono, frequentano Papi, incassano le buste, fanno carriera e chiedono rispetto”.

Partiamo dall’inizio. Lei ha detto che a presentarla a Gianpaolo Tarantini è stato un amico comune, tale “Max”. E’ Massimiliano Verdoscia?
“Non lo so. Io lo conoscevo come Max”.

Può chiarire quanti soldi ha avuto in totale per i due incontri a Palazzo Grazioli?
“Mille euro. Li ho avuti solo la prima volta per partecipare alla cena a Palazzo Grazioli. La seconda volta, quando sono rimasta tutta la notte, non ho avuto nulla. Se non la promessa che sarei stata aiutata a costruire finalmente quel residence per il quale ho le carte in regola e ho pagato già per ben quattro volte gli oneri di edificabilità”.

Andiamo alla prima volta a palazzo Grazioli. Metà ottobre 2008.
“Io, a differenza di Silvio Berlusconi, ricordo ogni dettaglio. Quando arrivai saranno state le 22. Presi l’ascensore. Attraversai un lungo corridoio che si apriva in un salone dove trovai già molte ragazze. Altre arrivarono dopo. In totale saremo state una ventina”.

Ne conosceva qualcuna?
“Alcune ricordavano dei volti televisivi. In realtà, mi colpì un altro particolare”.

Quale?
“Mentre la gran parte di noi, come ci era stato detto, indossava abiti neri corti – il mio era di Versace – e trucco leggero, due ragazze che stavano sempre vicine, avevano pantaloni lunghi. Ho saputo, ascoltando quello che dicevano in pubblico, che erano due escort lesbiche che lavoravano sempre in coppia”.

C’erano ragazze minorenni?

“Non mi misi a chiedere le età”.

C’erano ragazze straniere?
“Mi sembrarono tutte italiane. E tutte mostravano, a differenza mia, una grande familiarità con la casa e il presidente. Lo chiamavano tutte Papi”.

Lei non lo chiamava Papi?
“Io lo chiamavo Silvio. Mi disse di getto: “Come sei carina”. Aveva una camicia nera. Quando si sedette notai i tacchi delle scarpe. Volle che mi sedessi accanto a lui nel salone con divani, dove proiettarono un lunghissimo video. Si vedevano i suoi incontri con i leader internazionali, i comizi, una folla che cantava “Meno male che Silvio c’è”. Tutte le ragazze, a quel punto, fecero la “ola””.

E lei?
“Ero distratta da un barboncino bianco che leccava i miei piedi e quelli del presidente. Lui lo chiamava Frufrù e mi disse che glielo aveva regalato la moglie di Bush”.

Quanto durò il video celebrativo?
“Fu lunghissimo. Il Presidente si alzava per chiedere champagne e focaccine. Poi, finalmente andammo in sala da pranzo. Un tavolo lunghissimo su cui volteggiavano tantissime farfalle. Di tulle, carta velina e altro materiale. Di vari colori. Farfalle ovunque, attaccate ai centro tavola e ai candelabri. Ho fatto indigestione di farfalle. La cena andò avanti fino all’alba. Ma non una cena da gourmet. Bresaola con sottaceti. Tagliatelle ai funghi. Cotolette con le patate. Torta di yogurt, che poi fu la cosa che mi piacque di più. Ne presi tre porzioni. Era morbida, come quelle della nonna”.

Una cena così non può finire all’alba.
“Ci si interrompeva continuamente. Per canti, balli, barzellette. Berlusconi usò anche una storiella per parlare di me. Mi fissava e diceva. “Conosco una ragazza che non crede più agli uomini. La farò ricredere. La andrò a prendere con il mio jet privato”. Poi, con il Presidente ballai. Un lento suonato dal pianista della casa. Era “My way”. Ballammo molto vicini. Non si ricorda il mio volto?”.

Quando lei andò via, qualcuna delle ragazze rimase?

“Non posso rispondere. Posso solo dire che era quasi mattina”.

Il presidente dice: “Mi è stato insegnato a non andare a dormire se c’è anche un solo documento di cui occuparsi sulla scrivania”. Lei ricorda se il presidente si è assentato per esaminare qualche dossier? Per rispondere a qualche telefonata?
“Il presidente ci parlava di molte cose del suo lavoro. Ma si è alzato soltanto per prendere i regalini. Ci teneva a distribuirli lui. Noi aprivamo e c’era l’obbligo di indossarli. Le solite farfalline, tartarughine, bracciali, collanine, anelli”.

Che sensazione le rimase di quella sera?
“Un harem. Anzi. Gli harem sono una cosa seria che io conosco bene. Perché sono stata tre volte a Dubai. Gli sceicchi, a modo loro, rispettano le loro mogli. Se ne circondano, le precedono, ma le mostrano con orgoglio. Quello che vidi, invece, non mi piaceva. Esisteva solo lo sceicco: lui”.

Ha mai sentito parlare di Noemi Letizia?
“Dopo la nota vicenda, sì. Ma non posso entrare nei dettagli. In generale, ripensando a quella storia, posso solo dire che non ho parole”.

Lei tornò a palazzo Grazioli la sera del 4 novembre. Tarantini disse “lui vuole te”.
“Evidentemente si ricordava di me”.

E’ la sera in cui resta l’intera notte. La notte dell’elezione di Obama, durante la quale, inutilmente si cerca di tirare fuori dalla stanza il presidente. Almeno fino alla colazione.
“Su quella notte non posso dire”.

Ma è vero che lui la invitò a rimanere per la colazione?
“Sì. Non in sala da pranzo. Fu una cosa più intima”.

La accusano di aver ordito un complotto a pagamento. La definiscono una “ricattatrice”.
“E’ ridicolo. In questa storia non ho mai preso un soldo da nessuno. Ho deciso di parlare il 31 maggio. Quando capii di essere stata ingannata. Che nessuno mi avrebbe aiutato nel mio progetto di vita: la costruzione del residence. Il premier era a Bari. Mi riconobbe e mi salutò. Poi, mi fece bloccare dalla scorta, nonostante fossi una delle sue candidate. Per altro, riconobbi chi mi fermò. Uno degli uomini della scorta che avevo visto a palazzo Grazioli fare altre cose”.

Cosa?
“Guardarmi la sera del 4 novembre mentre il presidente, seduto su divano, mi accarezzava esplicitamente”.

Quindi decise quel giorno?

“Fu l’ultima goccia. Parlai subito con un fotoreporter di Oggi. Ma c’era già stato dell’altro”.

Il furto nel suo appartamento?
“Stranissimo furto. Avvenne in maggio. Pochi giorni dopo che avevo confidato a un amico che ero in possesso delle registrazioni dei miei incontri con il presidente”.

L’amico era Gianpaolo Tarantini?
“No. E non ne posso fare il nome”.

Cosa rubarono?
“Computer, cd musicali, tutta la biancheria intima, i miei vestiti di Versace, compreso quello che avevo indossato a Roma. Mi spaventai e cominciai a capire”.

Per questo motivo cercò un avvocato?

“Cercai un avvocato per l’intervista che volevo fare con Oggi. Poi non se ne fece nulla e il mio avvocato rimase accanto a me quando, con mia grande sorpresa, l’8 giugno venni convocata come testimone dal pm”.

L’inchiesta ha accertato festini organizzati in cinque residenze con esponenti politici locali.
“Non ho mai partecipato”.

Ha frequentato il vicepresidente della Regione, il Pd Sandro Frisullo?

“Non so chi sia”.

PATRIZIA SPUTA IL ROSPO

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°°° Pgare uno sciame di ragazze escort soprattutto per mostrare vanagloriosamente dei lunghissimi filmati e parlarsi addosso per ore… secondo voi è da persone sane di mente? Ma ancora più squallido e allarmante è sapere che chi si comporta così è la persona che regge nelle sue mani le sorti dell’Italia.

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Vediamo…

Dunque, vediamo come si può tradurre in italiano questa ennesima porcheria che vede coinvolto “Papi Gambacorta”. Persino uno dei suoi domestici, fighetta Feltri, dice che Burlesquoni – a causa della rimozione della prostata per un tumore nei primi anni 90 – non è in grado di avere rapporti sessuali con le donne.

La mancanza di erezione non comporta certo la mancanza di desiderio. Si fa sesso con le mani, con la lingua, con le parole.. con i falli finti. Oppure con gli occhi: guardando qualche stallone che se le tromba al posto suo.

Ma io mi domando chel senso ha, a quasi 75 anni (portati malissimo) ostentare tanto la propria inesistente virilità ( conclamata nulla) in ogni occasione pubblica e privata? Mai un discorso politico o progettuale. Questo vecchio bandito parla pedissequemente di figa, di calcio, di comunisti, di complotti, toghe rosse, di quanto è amato nel paese e nel mondo (manco fosse vero…) e di quanto va d’accordo con Bossi. Dimenticavo: è stonato come una campana ma pretende di cantare delle canzonette ridicole che scrive lui e racconta malissimo barzellette vecchie. Sempre uguale. Di una noia mortale. Finite queste giaculatorie… IL NULLA. E trova ancora delle scimmiette decerebrate che gli danno retta! Non c’è da stupirsi, visto che in 30 anni le sue tv del menga e quelle controllate da lui (il 99% di quelle presenti in Italia) hanno cresciuto quasi due generazioni di cerebrolesi educati a soldi, gnocca a straffogo e pallone….?

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berlusconi-padrino

apotropaico

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FIGUR’EMMMMERDA!

GLI ITALIANI ALL’ESTERO SI VERGOGNANO COME LADRI DI BURLESQUONI.

Qui sotto la disperazione degli italiani in Francia, ma in GB, Germania, Spagna e Stati Uniti la situazione è ancora più grave e pesante.

«Vogliono sapere è imbarazzante»
di Luca Sebastiani

Dall’imbarazzo all’esasperazione. Che si tratti di barzellette, battute o del feuilleton matrimonial-velinettistico, via via che la stampa francese riporta le gesta di Silvio Berlusconi, l’immagine del Paese subisce una caduta a picco nella considerazione dei cugini d’oltralpe e la vita della comunità italiana in Francia si fa sempre più dura.
Le domande dei francesi inizialmente scherzose, hanno assunto col tempo un tono più preoccupato, e le risposte gli italiani non sanno più dove trovarle. «Io sono pure tendenzialmente di destra, ma non so più cosa dire» dice Eugenio Nucci, manager in una società finanziaria. «Ogni giorno, quando arrivo in ufficio, i colleghi mi interpellano sulle parole del presidente del Consiglio che hanno letto sui giornali. All’inizio la buttavo sul ridere, ora preferisco tagliar corto e cambiare discorso». In effetti basta scorrere i titoli degli ultimi mesi riguardanti l’Italia. Si va dalla battuta del premier sui terremotati dell’Aquila che devono prendere la vita nelle tende come una fortunata occasione di campeggiare, al rifiuto di una società multietnica. Dalle liste europee farcite di soubrette, fino al caso Noemi e al divorzio del premier. «Prima rispondevo sempre che sì, noi abbiamo Berlusconi, ma loro hanno Sarkozy – dice Nicola Iodice ricercatore all’università – ma il presidente francese non potrebbe mai dire di essere contro una società multietnica, qui tirerebbero su le barricate». E poi, dice, «anche se Sarkò ama la bella vita e i soldi, non ostenta, anche perché in Francia sarebbe politicamente controproducente». Nei café, al ristorante, le domande sul premier tengono banco. «Non mi era mai capitato che il vicino di tavolo, sentito che parlavo in italiano, mi chiedesse del premier», dice Annalisa Tornieri, che vive a Parigi da sette anni e lavora nella moda. Un recente sondaggio ha chiesto ai francesi chi volessero alla guida della presidenza permanente del Consiglio europeo. Al primo posto è arrivata Angela Merkel. In ultima posizione il Cavaliere.

governare

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bclown

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Sputi e pernacchi

Il Cavaliere sceglie di evitare le piazze
e mette in agitazione il partito
I tre coordinatori pdl: gli mettiamo pressione perché si mostri ma lui rinvia

Un altro fine settima­na senza poter osten­tare il corpo del capo in campagna elettorale. Sil­vio Berlusconi è in Rus­sia, non sui palchi dei co­mizi per il Pdl, e a nulla finora è valsa la proces­sione di ministri e dirigen­ti di partito, preoccupati per la sua assenza. Nel Pdl tutti sgomitano per ave­re il premier nella loro città, «se non per un discorso, per un atto di presenza, Silvio. Almeno una passeggiata». Sanno che è il re Mi­da del consenso, capace – così di­cono i sondaggi – di incidere fino a cinque punti ad ogni apparizio­ne in favore di un candidato, e di lasciargliene incollati due dopo la partenza. E siccome – per dirla con Fedele Confalonieri – «la lea­dership di Berlusconi è una lea­dership fisica», è chiaro il motivo dell’allarme.

Senza il Cavaliere il marchio non tira, almeno non co­me potrebbe. Se non c’è, se non appare, è per­ché la vicenda familiare ha lascia­to il segno, anche politicamente. Raccontano che ieri in Consiglio dei ministri sia rimasto sulle sue. Cordiale come al solito, ha orga­nizzato anche un rinfresco per fe­steggiare la prima volta di Miche­la Brambilla a palazzo Chigi. Ma non ha riempito di barzellette la pre-riunione, nè Gianni Letta ha dovuto usare il campanello per fermarlo. Solo una battuta, ripetuta poi in conferenza stampa, sempre sul tema delle «veline» e delle «mino­renni ». Ne fa uso da settimane per indurre l’opinione pubblica ad andare oltre, e anche per met­tere ordine tra le macerie del suo personale terremoto d’immagine. Perché è vero – come spiega il sondaggista Nando Pagnoncelli ­che «gli italiani sono pragmati­ci », che «la vicenda ha inciso po­co sulla valutazione del governo e sull’orientamento di voto», mentre «è nel giudizio sulla per­sona che Berlusconi risulta in ca­lo ».

°°° Il motivo è molto semplice: Mafiolo ha cominciato a constatare sulla sua pelle che – come si presenta all’aperto, senza claque e figuranti – la gente lo riempie di fischi, insulti e pernacchie. Avanti così. Posso dire che non credo molto ai suoi sondaggi dell’oltre 40%? E senza competitori, con i media in perenne propaganda, se fosse un decimo di ciò che crede di essere, sarebbe all’80%.

b-malore

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