Intercettazione (immaginaria?), dove si scopre chi ha scatenato il blitz contro la lega

Sconosciuto: “Pronto? Sono io…”

Voce dal forte accento siculo: – Io, chi?-

Sc. “Ma come “chi”, CRIBBIO?!”

Voce:- Ah! Baciamo le mani. Agli oddini…-

Sc. “Senti… ci sarebbe da far arrivare certi documenti a un paio di procure… GGGGRRRRRRRRR….ZZZZZZCHT….TRRRRRR….”

***

E QUI  SI INTERROMPE LA REGISTRAZIONE. SIAMO STATI SCOPERTI.

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E perché?

Parlamento Europeo, Sarkozy con Buzek
Il Cavaliere attacca il Pd: “Sostenga Mauro”

Per la presidenza l’inquilino dell’Eliseo si schiera con i polacchi. Il premier italiano attacca l’opposizione

°°° Cribbio! Ma Sarkò non era un “grande amico” di papi? Dai, Silvio, dài un bello scrollone all’Europa! Sgrullali.

papi1

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LE TUE IDEE CAMMINANO

OMAGGIO A GIOVANNI E A TUTTE LE VITTIME DELLE MAFIE:

23 maggio 1992. Subito dopo pranzo ad Arcore, Berlusconi e dell’utri si chiudono nello studio del boss e Mafiolo ordina di non essere disturbato per nessun motivo. Dopo qualche ora, irrompe il segretario fuori di sé.
– Ma cribbio! Avevo detto che NON volevo essere disturba…
– Dottore – lo interrompe il domestico – è successa una tragedia. E’ appena saltato per aria il giudice Falcone con tutta la scorta!
Burlesquoni guarda dell’utri e fa:
– Cribbio, ma sono già le sei meno un quarto?
(Battuta che ho fatto in tv per due volte e per due volte mi è stata segata. Non mi hanno mai più richiamato)
lucio

falcone-borsellino

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I tre fessi


Burlesquoni, Maroni e Gasparri, sono ospiti in un regime dittatoriale del Sud America, dove sperano di essere accolti in pompa magna per il loro operato in Italia. Purtroppo fanno schifo persino al dittatore locale e vengono condannati a morte. Arriva il giorno della fucilazione ed Mafiolo è legato al palo. Quando tutto è pronto, grida: “Terremoto!!! Terremoto!!! Cribbio! Correte, salvatevi!”.

Tutti i componenti del plotone cominciano a correre spaventati ed tizio Berlusconi scappa, approfittando della confusione. E’ la volta di Maroni. Quando è tutto pronto, questi grida: “Uragano!!! Uragano!! Correte, salvatevi!!!”.

Per la seconda volta si crea un parapiglia ed il razzista padano riesce anch’egli a fuggire. Tocca infine a Gasparri: lo legano, il plotone punta, tutto è pronto e lui si mette a gridare con tutte le sue forze: “Fuoco!! Fuoco!!! Corr..”

lucio5

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RIASSUNTO di “papi”

Quelle foto tra stranezze e sospetti
di Francesco Costa

Sarà pur vero che internet è il regno della dietrologia, però non è bisogna essere dei cospirazionisti incalliti per rendersi conto di quanto siano strane le fotografie che raffigurano la comparsata del premier alla festa di compleanno di Noemi Letizia. L’ipotesi che siano state ritoccate ha catalizzato da subito le attenzioni dei blogger, che per tutto il giorno hanno passato al setaccio le foto incriminate scovando diverse anomalie ed errori di prospettiva. C’è chi ha notato che in una foto c’è un ospite della festa che sembra addirittura avere sei dita, mentre altri si sono accorti che in un’altra foto Berlusconi si rivolge a un tavolo di invitati, ma nessuno di questi lo guarda. Sul blog Terrorpilot, un commentatore scrive: «le proporzioni del viso della ragazza sono del tutto sfasate rispetto agli altri volti». Elena aggiunge serafica: «Ma scusate, dappertutto ci hanno detto che Noemi è una bella bionda di un metro e ottanta… cribbio, ma allora Silvio è cresciuto di 20 centimetri!». L’altezza del premier è effettivamente anomala, così come l’espressione del viso, identica in tutte le foto. Il colore della pelle, inoltre, è stato evidentemente ritoccato per eliminare rughe e imperfezioni, ma l’effetto è tutt’altro che realistico: «sembra una statua del museo delle cere». Il blogger Jean Lafitte ha sottoposto le foto alla verifica di un software di fotoritocco. Risultato? «Le foto sono state classificate nella classe 1, quella delle immagini certamente elaborate o modificate».

Insomma, pochi dubbi: quelle foto sembrano proprio essere state ritoccate, e pure male. Wally, dopo aver esaminato la disposizione anomala delle ombre, chiosa sarcastico: «Sono un insegnante di Photoshop e penso che i miei ragazzi del terzo anno lavorerebbero meglio dei collaboratori del Cavaliere». Altri ci ridono su. «Sei stufo di sentirti una nullità – scrive Gianluca Neri su Macchianera – circondato da amici che si spacciano per figli di vescovi e cardinali? Debutta in società! Da oggi, con un paio di forbici e della semplice colla vinilica potrai anche tu iniziare a vantarti di essere figlio di Papi!». Dietnam, invece, si è inventato «Brinda con Papi», un blog a tema a cui stanno già arrivando decine di fotografie taroccate in cui insieme a Noemi e al premier saltano fuori personaggi dei Simpson, Superman, Emilio Fede, Osama bin Laden e tanti altri. Insomma: chi di tarocco ferisce…
05 maggio 2009

siffredi1

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CRIBBIO!

Nella sfida per la carica di sindaco il vice primo cittadino uscente
stacca nettamente Morandini del Pdl. La leghista Giuliani terza
Trento, Andreatta verso la vittoria
E i democratici sono il primo partito

TRENTO – Le sezioni scrutinate sono 53 su 97. E portano buone notizie per il Partito democratico e i suoi alleati. Alessandro Andreatta, vicesindaco uscente e candidato primo cittadino a Trento, è in nettissimo vantaggio sullo sfidante Pino Morandini del Pdl: 64,15% contro il 21,01%. La candidata leghista, Bruna Giuliani, si attesta sul 7,56%.

“Sono molto soddisfatto, il nostro progetto è stato premiato, è una vittoria di tutta la coalizione”, è stato il primo commento a caldo di Andreatta. Che rappresenta il centrosinistra autonomista: Pd, Upt, Di Pietro-Idv, Patt, Udc, Verdi, Socialisti democratici e Leali. Morandini, invece, rappresenta il Pdl e una lista civica col suo nome. Tra i partiti il più votato è il Pd, che si attesta sopra il 31%, seguito dall’Unione per il Trentino 15,5% e dal Pdl 11,9%. La Lega è all’8%, l’Idv al 3,6% e l’Udc al 2,55%.

Con circa il 64% dei voti, Andreatta si colloca praticamente allo stesso livello del suo predecessore, Alberto Pacher, sindaco storico e leader del Pd trentino che, nel maggio del 2005, arrivò al 64,3%. In quell’occasione, il Pd non c’era ancora: i democratici per l’Ulivo raggiunsero circa il 18% e la lista civica per Pacher arrivò al 28%. Alle politiche del 2008, gli elettori del comune di Trento diedero il 38% al Pd, il 6,3% all’Idv, il 25,7% al Pdl e il 12,1% alla Lega Nord.

Ma questa tornata amministrativa – che ha coinvolto anche altri cinque comuni del Trentino, e quattro dell’Alto Adige – è stata caratterizzata anche dalla bassa affluenza. A Trento, ha espresso il proprio voto il 60,15% degli elettori. Alle precedenti comunali del 2005 aveva votato il 70,16% degli aventi diritto.

PARTE LA DéBACLE?

andreatta

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A quei tempi…

A quei tempi, facevo il cameriere al Regina & Metropole di piazza della Scala a Milano. La padrona razzista mi faceva dormire coi suoi barboncini (tutto vero). Qualche tempo dopo, visto che i clienti – dagli artisti del Bolshoji di Mosca a Federico Fellini e Rudoph Nurejev – volevano essere serviti soltanto da me, mi trasferì in una suite di tre metri per due. Ma non ero solo: avevo un compagno di stanza piccolo come i barboncini, ma molto più vecchio, molto più stronzo e fastidioso, si chiamava silvio berlusconi. Lui non poteva fare il cameriere; ci aveva provato, ma sbatteva continuamente la fronte inutilmente spaziosa contro gli spigoli dei tavoli. E non li chiamava mai col loro nome: “spigolo”… macché, li chiamava nei modi più strani: porcoddio! porcaputtana! cribbio! ecc.
La padrona l’aveva messo a pelare patate e a vuotare le pattumiere (quest’ultima cosa gli è servita molto come esperienza per insozzare Napoli, molti anni dopo). Ma anche lì era una frana: si tagliava continuamente le dita e si affettava il petto col pelapatate o cadeva nel bidone, nel vicolo dietro le cucine, o si metteva a litigare coi gattacci randagi… che era tutti più alti, più forti, più bastardi e intelligenti di lui. E anche lì si sentivano le sue imprecazioni: porcoddio! porcaputtana! cribbio! ecc. La padrona decise di metterlo a guardare le pattane delle macchine dei clienti al parcheggio riservato. Dato che più in alto non arrivava. Ma si fece una grande esperienza in pattane, che più tardi gli è servita per riconoscerle subito e ne ha fatte addirittura alcune ministre e sottosegretarie. Una sera, arriva un bel signore molto distinto ed elegante: pieno di cicatrici e sgarri sul viso, tatuaggi anche sulla fronte e anelli, collane, e bracciali pesanti come incudini, che si affezionò all’omuncolo triste e lo invitò a casa sua per l’indomani. Naturalmente, la padrona, che era nobile ma non troppo ricca, ci teneva al buon nome e all’immagine dell’albergo a cinque stelle e quindi ordinò al maitre di accompagnare questo cliente indesiderato alla porta. Squalificava il Regina & Metropole. Quello, che si chiamava Stefano Bontade, sparò immediatamente al maitre e sciolse nell’acido la contessa. Poi si sedette e, mentre cenava, fece portare dai suoi picciotti il notaio della famiglia della defunta e si fece fare il passaggio di proprietà, in cambio di un limoncello. Ci sapeva fare con gli affari. Tutta la scena, venne seguita da un testone che appariva e scompariva dalla finestra accanto al tavolo del signor Bontade: era Silvio che saltellava, dato che non arrivava nemmeno al vetro. La nostra ultima notte insieme , nella cameretta di tre metri per due, fu una tragedia. Lui era preoccupatissimo per l’incontro della sua vita e non sapeva che parrucchino indossare l’indomani per andare da quesl signorone di Bontade. Dalle undici alle tre del mattino non fece che passeggiare nervosamente sotto il suo lettino. Avevamo chiuso prima il ristorante per via del fatto di sangue che era successo. Alle tre, Silvio, che aveva visto “la luce” e sapeva di non dover tornare più a guardare pattane, decise che ERA IL SUO MOMENTO e che si sarebbe potuto trombare l’Elvira, la guardarobiera del ristorante. Elvira dormiva a due porte da noi ed aveva una stanza molto più grande della nostra: quattro metri per tre… dato che era alta quasi un metro e ottanta e aveva un letto fatto su misura. Silvio si sputò sulle mani, si aggiustò il parrucchino, e partì. Per curiosità lo seguii, non visto: era già allora un gran cazzaro e non volevo che mi raccontasse storie, l’indomani mattina. L’Elvira era alta e ben fatta e piaceva anche a me, tant’è che avevo praticato un buco nella porta della sua camera… ehm, ebbene sì, ogni tanto la spiavo. Avevo quindici anni e spesso dovevo dare una mano a un disoccupato… anche se sapevo di rischiare la vista. In breve, Silvio entrò senza bussare e mormorò qualcosa che non riuscii a percepire. Vidi Elvira che si alzava e lo minacciava con un dito: “Va bene. Dormi pure qui, ma non sbirciare e non metterti delle idee in testa, o ti piglio per i piedi, ti metto a testa in giù, ti sbatto sul pavimento e ti scoppio come una lampadina. T’è capì?!” Detto questo, l’Elvirona allungò un braccio e liberò un lettino a scomparsa per metterlo a disposizione dell’ospite inatteso. La branda di truciolare pesantissimo si abbattè come un caterpillar sul testone del povero Silvio. Si accasciò immediatamente, ingoiando un “porcoddi…” e di lui si perse ogni traccia, fino a un ventinaio di anni fa. Riapparve più rintronato che mai, ma questa è un’altra storia.

b-cazzaro

L’OMUNCOLO CON L’ELVIRA:

grande-grande

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