Da Travaglio

L’uomo che sapeva troppo poco

Da quando, in via del tutto ipotetica, il suo on. avv. Niccolò Ghedini l’ha definito “utilizzatore finale” di prostitute a sua insaputa, Silvio Berlusconi si staglia come il politico più ingenuo o più sfortunato della storia dell’umanità. Dal 1974 al 1976 ospita nella villa di Arcore un noto mafioso, Vittorio Mangano, intimo del suo segretario Marcello Dell’Utri e già raggiunto da una dozzina fra denunce e arresti, ma lo scambia per uno stalliere galantuomo: anche quando glielo arrestano due volte in casa. Dal 1978 (almeno) al 1981 è iscritto alla loggia deviata P2, convinto che si tratti di una pia confraternita. Dal 1975 al 1983 le finanziarie Fininvest ricevono l’equivalente di 300 milioni di euro, in parte in contanti, da un misterioso donatore, ignoto anche al proprietario: infatti, dinanzi ai giudici antimafia venuti a Palazzo Chigi per chiedergli chi gli ha dato quei soldi, si avvale della facoltà di non rispondere.

Negli anni 80 l’avvocato David Mills crea per il suo gruppo ben 64 società offshore nei paradisi fiscali, ma lui non sospetta nulla, anzi non sa nemmeno cosa sia la capofila All Iberian. Questa accumula all’estero una montagna di fondi neri che finanziano, fra gli altri, Bettino Craxi (23 miliardi di lire) e Cesare Previti (una ventina). Previti, avvocato di Berlusconi, ne gira una parte ai giudici romani Vittorio Metta (nel 1990) e Renato Squillante (nel 1991), ma di nascosto al Cavaliere. Il quale però s’intasca il gruppo Mondadori grazie a una sentenza di Metta, corrotto da Previti con soldi Fininvest. Nei primi anni 90 il capo dei servizi fiscali del gruppo, Salvatore Sciascia, paga almeno tre tangenti alla Guardia di finanza. E nel 1994, quando la cosa viene fuori, il consulente legale Massimo Berruti tenta di depistare le indagini dopo un incontro a Palazzo Chigi col principale. Ma questi non si accorge di nulla (“giuro sui miei figli”). Nemmeno quando Sciascia e Berruti vengono condannati, tant’è che se li porta in Parlamento. Nel 1997-’98 Mills, testimone nei processi Guardia di Finanza e All Iberian, non dice tutto quel che sa e lo “salva da un mare di guai” (lo confesserà al commercialista). Poi riceve 600 mila dollari dal gruppo di “Mr. B”. E Mr. B sempre ignaro di tutto (rigiura sui suoi figli).

Di recente si scopre che il Nostro, nell’ottobre scorso, prese a telefonare a Noemi, una minorenne di Portici, proprio mentre il suo governo varava una legge per stroncare la piaga delle molestie telefoniche (“stalking”). Ma lui scoprì che era minorenne solo quando fu invitato al suo diciottesimo compleanno. Ora salta fuori che Patrizia D’Addario, che trascorse con lui una notte a Palazzo Grazioli, è una nota “escort” barese, pagata da un amico del premier (l’”utilizzatore iniziale”?). Ma lui non ne sapeva nulla, tant’è che in quel mentre il suo governo varava una legge per arrestare prostitute e clienti. E’ sempre l’ultimo a sapere. Può un uomo così ingenuo, o sfortunato, o poco perspicace, fare il presidente del Consiglio?

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APTOPIX ITALY BERLUSCONI

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ALLARMI, AMICI! FATE GIRAREEEEEEEEE

Marco Travaglio

Il partito dell’amore

Siccome l’Italia non è un regime, tre giorni fa accadono due stupri a Roma: uno consumato, l’altro sventato per miracolo. Ma la questura non dice niente: vedi mai che qualche elettore patito della «sicurezza» capisca che la destra ha tradito anche quella promessa. La notizia esce perché un giornalista, avvertito da un amico poliziotto, la mette su facebook. Allora la questura è costretta a sputare il rospo. Sempre tre giorni fa, siccome l’Italia non è un regime, arriva alla Rai, in viale Mazzini a Roma, una lettera con un proiettile per Michele Santoro. L’ufficio posta la trasmette al posto di polizia. Ma nessuno avverte il destinatario, cioè Santoro. Silenzio di tomba per due giorni, dalla Rai e dalla polizia. Così chi l’ha minacciato di morte ha la conferma di quanto già sapeva: Santoro è isolato persino nella sua azienda. Ieri la lettera viene aperta: una foto di Santoro, la scritta «Morirai» e una cartuccia Winchester inertizzata. Intanto un’altra busta con proiettile arriva a Di Pietro. Il senso è chiaro: chi si mette di traverso sulla strada del padrone d’Italia deve morire. Era già accaduto in un’altra campagna elettorale al calor bianco, quella del 2001: Indro Montanelli ricevette alcune telefonate mute sul suo telefono privato, trovò una lettera minatoria sul tavolo del ristorante dove pranzava e la Digos gli intimò di cancellare le iniziali I.M. dal citofono di casa sua. «Il berlusconismo ­ commentò il vecchio Indro ­ è la feccia che risale il pozzo. Questa è la peggior Italia che abbia mai visto. Peggio di quella fascista». E non aveva visto quella di oggi.

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Goebbels docet

Il detergente intimo fa campagna per le ronde
di Massimo Solani

Ci mancava solo il detergente intimo che strizza l’occhio alle ronde. Lacuna colmata proprio in questi giorni, da quando cioè sono in onda su gran parte delle reti televisive i nuovi spot della campagna “prima di tutto donne” della Lactacyd Intimo. Quindici secondi di filmato, accompagnati dalla ormai consueta “The first cut is the deepest” cantata da Sheril Crow, in cui una scritta in sovrimpressione ci informa che “8 donne su 100 sono state perseguitate da un ex” e che, soprattutto, “42 donne su 100 si sentirebbero più sicure con le ronde cittadine”. Che cosa c’entri tutto questo con un detergente intimo è materia da pubblicitari, che la scelta di parlare di ronde sia invece quanto meno strana, mentre al Parlamento la maggioranza preme proprio per istituirle, è cosa facile da intuire. Basta navigare un po’ fra forum e blog per capire, oppure curiosare su Facebook per avere l’ennesima conferma. Eppure negli uffici milanesi dell’agenzia Grey Worldwide, che da anni cura le campagne pubblicitarie per Lactacyd e per GlaxoSmithKline, cadono dalle nuvole.

“Siamo davvero sorpresi – ci dice Lilli Guacci, Client Service Director – la campagna prosegue da anni ed è basata su un concetto profondamente diverso dalle consuete campagne pubblicitarie per detergenti intimi femminili. Due anni fa abbiamo sottoposto un questionario a mille donne su temi che spaziavano dalla sessualità allo shopping, dalle sostanze stupefacenti ai rapporti di coppia. Su quei risultati abbiamo costruito gli spot che da anni sono visibili in tv e che hanno riscosso tanto successo. Per il terzo anno – prosegue – abbiamo cercato di ancorarci maggiormente all’attualità e abbiamo legato la nostra campagna ai risultati di un sondaggio che settimanalmente pubblichiamo sul blog della rivista “Grazia”. Lo spot in questione riporta il risultato di quel sondaggio, in cui comunque non si chiedeva l’opinione delle donne sulle ronde ma la loro percezione di sicurezza nel caso in città fossero istituite. E’ un sottile distinguo, ma è fondamentale. Le nostre campagne – conclude Lilli Guacci – non si occupano mai di politica o di religione”.

Prendiamo per buona la spiegazione ma i dubbi restano: specie se si vanno a spulciare i sondaggi che il gruppo Grey ha già pubblicato sul blog di Grazia per conto di Lactacyd. Il primo: partecipereste ad un reality show? Il terzo, dopo quello sulle ronde appunto: daresti ospitalità ad una famiglia che non conosci e che si trova in difficoltà? Sorpresi da una scelta così variegata di tematiche ed argomenti decidiamo allora di vederci più chiaro. E la sorpresa, se possibile, aumenta. Specie quando spulciando i risultati del sondaggio (Si parla in questi giorni dell’istituzione di ronde cittadine. Con le ronde Lei si sentirebbe…) ci si accorge che sì il 42% delle 539 donne che hanno votato si sentirebbero più sicure, ma che soprattutto il 44% ha scelto l’opzione “nè più né meno sicura” mentre addirittura il 9% ha optato per la risposta “meno sicura”.

Il che significa, in soldoni, che per la maggioranza assoluta delle donne che hanno risposto al sondaggio commissionato all’istituto di ricerca C.R.A. le ronde cittadine sarebbero inutili o addirittura dannose. Eppure, verrebbe da dire, il gruppo Grey nel realizzare lo spot ha preferito evidenziare il dato relativo alle favorevoli, senza segnalare in alcun modo le altre. Che poi, guarda caso, sarebbero anche la maggioranza. E pazienza se non sono d’accordo con i progetti autoritari del centrodestra, che a Lactacyd piaccia o no anche loro hanno a cuore sia la propria sicurezza (reale o percepita che sia) che la propria igiene intima.

GUARDA LO SPOT


°°° Propaganda assillante, messaggi subliminali, frasi buttate lì nei quiz e nei programmazzi di regime… ed ora anche gli spot dei lavaggi di patonza. Non hanno nessun pudore queste merde!

culo

bidet

detergente

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