Povero Al fano, eletto all’unanimità dal suo solo e unico padrone.

Ma segretario de che?! Angelino, sei solo una ridicola nomination! Molti destronzi l’hanno capito solo ora che il pdl era un pessimo reality. Come tutti i reality di merda, appena si arriva a un (tele)voto vero, scompaiono come neve al solo e non lasciano nessun ricordo. Solo macerie nelle zone colpite e nei cervellini devastati di chi ci aveva creduto.

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ECCO COME VENGONO SELEZIONATI I CONCORRENTI DEI REALITY DI MERDA: ZOCCOLE E ZOCCOLE (di tutti i sessi)

L’inchiesta – la donna Agiva in complicità con portieri d’albergo

Modelle squillo per clienti ricchi:
arrestata aspirante «Grande Fratello»

Giovanna Cervigni, 41 anni, aveva appena vinto le selezioni per la nuova edizione del reality show

Giovanna Cervigni, 41 anni
Giovanna Cervigni, 41 anni

MILANO – L’euforia di venerdì per aver superato a pieni voti la selezione del «Grande Fratello», nella splendida cornice romana, si spegne di botto sabato pomeriggio quando riceve la visita dei carabinieri nella sua elegante casa milanese di via Novara. Giovanna Cervigni, 41 anni portati alla grande, sta dormendo. Apre ai detective della prima sezione del nucleo investigativo, pensando ad un errore. Invece scattano le manette e le accuse sono pesanti: favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Per aver gestito un giro di escort di alto bordo, messe a disposizione di ricchi imprenditori, manager, personaggi dello spettacolo e dello sport.

Da maitresse a aspirante Gf
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Con lei, con le stesse accuse, finisce agli arresti domiciliari anche Enzo F., 37 anni, ex addetto alla

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La tragica italietta di Berlusconi

Torino, immigrato fa arrestare rapinatori

la polizia lo denuncia: è clandestino

Un giovane asiatico è stato aggredito e derubato da tre romeni e poi li ha fatti catturare. Ma è stato incriminato in base alla nuova legge e multato per 5-10 mila euro

°°°  I tre aggressori, probabilmente, avranno una taglia in  premio o potranno partecipare  a qualche reality…come il loro collega  corona.

TRANQUILLO,  NON L’HO  DETTO  A  NESSUNO  CHE  SEI  BERLUSCONI… ANCHE  SE  DALLE  MINCHIATE  CHE  DICI  E  CHE  FAI,  SI  CAPISCE  CHE  SEI  UN  ASINO.

asino

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Eccone un’altra

Bari, parla il trans: “Patrizia mi disse:
o Silvio mi aiuta o lancio la bomba”

Patrizia D’Addario posa insieme a Manila Gorio

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Manila Gorio, amica della D’Addario:
«Riferirò al pm del ricatto al premier»

GRAZIA LONGO (La Stamoa)
BARI
E’ stata eletta «Miss Trans» e si vede. Sorriso smagliante, occhi verdi, fisico da sballo, Manila Gorio, da 10 anni amica del cuore di Patrizia D’Addario è impegnata su una spiaggia di Trani (poco distante da Bari) a coordinare un gruppo di belle ragazze per il suo reality su Teleregione. In mezzo a queste aspiranti showgirls in passato c’era anche Barbara Montereale, ospite del premier Berlusconi sia a Palazzo Grazioli sia a Villa Certosa. «Ma solo come accompagnatrice, a Patrizia gliel’ho presentata proprio io. E sempre io ho messo in contatto altre ragazze immagine con Nicola D., detto Nick o Fashion, che poi le portava da Giampaolo Tarantini. Giampi si affidava un sacco a Fashion (il quale, secondo indiscrezioni giudiziarie sta per ricevere un avviso di garanzia per detenzione di sostanze stupefacenti a fine di spaccio, ndr)».

Patrizia le ha raccontato della notte trascorsa a Roma nella camera da letto del premier a Palazzo Grazioli?
«Certo che sì. Siamo, anzi è meglio dire eravamo, amiche come sorelle. Ognuna conosce i segreti dell’altra. E posso dire che Patrizia non ha ancora detto tutta la verità».

E che cosa secondo lei avrebbe omesso di dire quando è stata interrogata?

«La molla che ha scatenato tutto sto’ pandemonio intorno a Berlusconi. Perché è vero che lei si è infilata nel suo letto per i 2 mila euro che le ha dato Tarantini. Altrettanto vero è che ha videoregistrato momenti di intimità col presidente del Consiglio. Lo ha fatto perché è furba e già a novembre, quando è stata Roma, pensava di poter sfruttare la situazione. Ma non è stata sua l’idea di denunciare la cosa alla Procura».

E’ convinta che gliel’ha suggerito qualcuno di rivolgersi alla magistratura?

«Non proprio: è stata direttamente lei a chiedere aiuto a dei politici pugliesi spiegando il materiale bomba che aveva tra le mani».

Questa confidenza gliel’ha fatta direttamente Patrizia?
«Mi ha raccontato tutto per fila e per segno. Io l’ho sconsigliata perché mi pareva una follia, ma lei non ha voluto darmi retta».

A chi si è rivolta? A politici di sinistra, avversari di Berlusconi?

«A questa domanda preferisco non rispondere».

E’ disponibile a raccontare quanto sa ai magistrati?

«In qualsiasi momento. Anzi, le dirò di più: non riesco a capire perché mai il pm Giuseppe Scelsi non mi abbia ancora contattata. Anche solo come persona informata dei fatti. I giornali hanno parlato più volte di me e dell’amicizia con Patrizia. Eppure niente. E allora io adesso lancio un appello. Posso?».

Prego.

«Dottor Scelsi mi interroghi, perché ho cose interessanti da raccontarle».

Lei crede che Patrizia D’Addario complotti con politici nemici del premier?

«Ripeto: lo dirò solo al giudice, ma Patrizia mi aveva annunciato che se Berlusconi non l’avesse aiutata per quella storia della licenza edilizia sul terreno dove vuole fare il Bed and Breakfast, sarebbe andata a parlare con alcuni esponenti politici».

Eppure Patrizia si è candidata con il Popolo della libertà.

«Avrà avuto i suoi motivi. Di sicuro non è una di destra e poi non ha fatto un minimo di campagna elettorale: ha preso solo 7 voti».

Manila, perché negli ultimi giorni ha maturato la decisione di farsi assistere da un legale?

«Voglio tutelarmi dalle sorprese di Patrizia. Lei sa che io so. E io ho paura. L’avvocato Michele Cianci (di fronte al quale si svolge questa intervista, ndr) mi assicura la protezione di cui ho bisogno. Anche perché sembra che il fatto che io possa screditare l’immagine di Patrizia dia molto fastidio».

Si riferisce a qualche episodio in particolare?

«Qualche giorno fa da Londra sono venuti due reporter del settimanale “News of the world”, di proprietà di Murdoch, grande rivale di Berlusconi. Mi hanno intervistato e fotografato per oltre due ore. Era presente un loro collega italiano, perché io l’inglese non lo parlo bene: mi hanno chiesto mille volte se ero stata anch’io ai festini a luci rosse da Berlusconi. Io ho detto di no, ho spiegato che Patrizia s’è decisa di fare il casino che ha fatto dopo aver parlato con qualcuno. E sa com’è finita?».

No, mi dica lei come è andata a finire la storia della sua intervista.

«Che non è uscita una riga. Persino l’avvocato Cianci c’è rimasto di sasso».

Le hanno chiesto anche dell’uso della cocaina?
«A voglia! Ma lo ribadisco anche a lei: Patrizia non ha mai sniffato e neppure ha visto gente sniffare da Berlusconi. Me lo ha detto lei in persona».

Le ha confessato di essersi divertita a Palazzo Grazioli?
«Macché divertita, lei è una escort professionista. Solo che ora è diventata famosa. Ancora più famosa di Noemi. Non ho ancora capito se si è montata la testa o se ha paura di me, ma da due settimane evita di parlare con me come se avessi la peste».

Crede davvero che sia possibile?
«Come no! Non mi risponde neppure più al cellulare».

°°° Ecco un’altra pronta a vendere l’amica e pure la mamma, pur di far carriera in questo squallido “mondo dello spettacolo”. Una pronta a tutto pur di sfondare e fare soldi e copertine, prima che la vecchiaia incombente se la porti via. Che tristezza…

IL PREMIER SI ALLENA PER IL G8

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si allarga il filone della cocaina

Nessuno controllava gli ospiti a Palazzo Grazioli. Nel giro più di 30 ragazze
Sotto esame il ruolo della transessuale Manila, amica del cuore della D’Addario
Prostituzione, 5 incontri sospetti
si allarga il filone della cocaina

di GABRIELLA DE MATTEIS e GIULIANO FOSCHINI

Villa Certosa

certo

BARI – Nell’inchiesta sull’induzione alla prostituzione della procura di Bari non c’è soltanto la serata del 4 novembre 2008 a palazzo Grazioli. Sul tavolo del pm, Giuseppe Scelsi, ci sono almeno altri quattro incontri sospetti, quattro occasioni nelle quali Gianpaolo Tarantini potrebbe aver reclutato donne da portare al premier Silvio Berlusconi. D’altronde, sabato, è stato lo stesso Tarantini ad ammettere e chiedere scusa al presidente del Consiglio: “Non sapeva nulla di quello che facevo – ha dichiarato – E in ogni caso i soldi che io davo alle ragazze erano soltanto dei rimborsi spese”.

Una mossa con cui l’imprenditore barese, in queste ore sotto una fortissima pressione, prova a spezzare il doppio filo che ormai lo annoda al presidente del Consiglio (“l’utilizzatore finale” per utilizzare le parole dell’avvocato Niccolò Ghedini). E’ chiaro che i due fossero in ottimi rapporti personali, tanto che nelle intercettazioni sulle utenze dell’imprenditore ci sono almeno due conversazioni dirette tra loro. L’obiettivo della difesa di Tarantini è ora quella di allontanare del tutto la figura di Berlusconi (che non è indagato) e tentare di scardinare l’assunto dell’accusa ragazze-droga-appalti.

La verità, infatti, è che l’indagine con il passare dei giorni si fa sempre più solida. Gli investigatori sono ormai convinti che il numero di ragazze coinvolte sia molto più ampio: nel taccuino della Guardia di Finanza ci sono una trentina di nomi di donne che verranno ascoltate nei prossimi giorni.

Tutte reclutate da Tarantini – o da persone a lui vicine – per le sue feste (a Bari, Milano e in Sardegna) o per gli inviti a cena nelle case di Berlusconi. Ecco perché in queste ore gli investigatori stanno scandagliando tutti gli ambienti di un certo tipo vicini a Tarantini: un ruolo, in questo, lo avrebbe la transessuale Manila Gorio, amica del cuore di Patrizia D’Addario e conduttrice di un reality trasmesso da una tivù locale (“La Masseria” su Teleregione) in cui, peraltro, ha partecipato Barbara Montereale.

Proprio questo numero crescente di ragazze coinvolte apre per altro un nuovo capitolo dell’inchiesta che gli stessi investigatori definiscono “molto preoccupante”. Dall’indagine è emerso infatti chiaramente che l’accesso a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa era incontrollato. Perché così ha raccontato agli inquirenti Patrizia D’Addario, così ha confermato ieri nell’intervista a Repubblica Lucia Rossini, ricordando che per far aprire le porte è bastata soltanto una telefonata di Gianpaolo.

Sia Patrizia D’Addario sia Barbara Montereale hanno potuto registrare o scattare foto all’interno della casa, dalla legge ritenuta assimilabile a residenza di Stato. Non solo: Barbara racconta che nessun controllo c’è stato nemmeno a Villa Certosa, dove c’erano anche ragazze straniere non riconducibili al giro di Tarantini.

Insomma, la falla è enorme soprattutto se si pensa che quelle stesse stanze sono abitate normalmente dai grandi del mondo. E difficilmente, ragionano gli inquirenti, si può parlare di inadeguatezza dei Servizi. Dal racconto delle ragazze si evince infatti come quella di non controllare agli ingressi o all’interno fosse una disposizione arrivata dal presidente o comunque dal suo staff.

Infine, la droga. E’ questa la terza pista che la procura di Bari e la Guardia di Finanza continuano a seguire. C’è almeno un indagato e negli interrogatori gli investigatori chiedono a tutti riscontri all’ipotesi di un traffico lungo la direttrice Bari-Civitavecchia-Olbia. Dalle intercettazioni telefoniche emerge, infatti, che alcuni dei partecipanti alle feste sarde e alcuni dei collaboratori di Tarantini facevano uso di sostanze stupefacenti.

°°° Elementare, Watson. Montagne di cocaina arrivano ogni settimana a villa Certosa e, a meno che Mafiolo non dica di usarla per innevare il presepio, è chiaro che se la pippano lui e i suoi ospiti. Lo sappiamo da testimoni che HANNO VISTO per anni l’andazzo e appare evidente da qualunque statistica: l’Italia è il paese europeo dove si sniffa di più. Nel parlamento italiano c’è chi se la fa portare addirittura al ministero! Tutti o quasi i deputati e i senatori della destra italiota sniffano e vanno a puttane o a travestiti. Vi ricordate Mele e Miccicchè? Ma che burlesquoni sia quello che pippa di più lo sanno anche i sassi. D’altronde, un ominicchio così complessato e maltrattato da Madre Natura, il coraggio di delirare come fa… da qualche parte lo deve pure attingere. Poveraccio… berlusconi-donne1

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Papi, Cicci, Giampi, Lillo e Lalla

Yacht, donne e politica. Il mondo di «Cicci»
di Federica Fantozzi

Chi sono le ragazze sul Magnum di Berlusconi in procinto di trascorrere lo scorso Ferragosto a Villa Certosa? È caccia ai nomi delle foto pubblicate dall’”Espresso”. “Dagospia” soffia sulle Papi-girls riprendendo l’articolo di Marco Lillo e Peter Gomez: «Due future stelline di reality, un’aspirante giornalista Mediaset, una giovane promessa PdL».

Quest’ultima, in camicetta bianca, somiglia molto alla neo-europarlamentare Licia Ronzulli. Lei, in partenza per Bruxelles, ha fretta: «Non ho tempo di rispondere alle sue domande». Ma dov’era a Ferragosto? «Arrivederci». Poi viene identificata Siria, concorrente saffica dell’ultimo Grande Fratello: «Non rilascio dichiarazioni – replica – Parli con Endemol». Smentisce invece di essere a bordo Susanna Petrone, da settembre conduttrice di “Guida al campionato” e in lizza per sostituire la Hunziker a Zelig.

È l’ultimo capitolo di una vicenda mediatica cominciata con il corso di politica “pret-à-porter” a via dell’Umiltà. E le studentesse – “starlet” di belle speranze, avvenenti dirigenti locali e fanciulle di ottima famiglia – falcidiate dall’ira coniugale. In un frullatore di gelosie incrociate, polpette avvelenate, registrazioni vere o presunte, rivelazioni clamorose e bocche cucite. Vedi la stanza di Arcore da cui “Papi Natale” attinge doni per le favorite, tra cui le chiavi di una mini nascoste in mazzi di rose. Anche se negli ultimi giorni qualcuna l’ha cambiata con un altro modello di auto perché da “status symbol” si va trasformando in carta d’identità. Certo, scrive Filippo Ceccarelli, «fra letterine, meteorine, gossipine, farfalline, gemelline, pare, anche montenegrine, e api regine, non ci si capisce più niente».

MI MANDA CICCI
«E come sta Cicci?» «Bene, magari è al governo». A “Tetris” era diventato un tormentone: se vogliamo una valletta – si erano detti gli autori del programma condotto da Luca Telese all’epoca su RaiSat Extra – deve essere una vera raccomandata. Detto fatto, avevano chiesto al direttore di rete che aveva chiesto al presidente di Raisat… e lei era sbucata fuori. Adriana Verdirosi: bella, bruna, spigliata, raccomandata da Cicci, entità misteriosa e mai svelata. Un ministro? «Chissà». È giovane? «Dentro sì». Sposato? «Non voglio saperlo». La sorpresa è arrivata quando hanno letto il suo nome tra le partecipanti al corso. «L’abbiamo invitata a fare campagna elettorale – rievoca Telese – Ha accettato. Poi, due giorni dopo, l’attacco di Veronica sul “ciarpame senza pudore” e non ha più risposto al telefono».

CUORI INFRANTI
Quelle che alle 16 erano in lista e alle 18 non più. Emanuela Romano, 28enne napoletana, alta e bruna, psicologa con master in marketing a Publitalia, impegnata nel comitato “Silvio ci manchi” è stata depennata nonostante il padre Cesare, artigiano di presepi, abbia minacciato di darsi fuoco sotto Palazzo Grazioli: «È tutto ricomposto – dice ora – Io sono un militante. Mi ero solo risentito per lo sgarbo». Come lei la 25enne Chiara Sgarbossa, ex miss Veneto ed ex meteorina di Emilio Fede, furibonda per l’inutilità delle pacche sulle spalle ricevute da La Russa al corso. E così racconta l’antefatto: «Avevo il contatto diretto con Marinella, la segretaria di Berlusconi. Una settimana dopo lui mi ha telefonato di persona, mi ha fatto tre domande. Sei laureata? Sì. Sai le lingue? Sì. Ci sono foto nude di te? No. Manda tutto a Marinella e vieni al corso».

CERCHI CONCENTRICI
Raccontano che nella piazza di Todi, avvistando da lontano due bionde che si sbracciavano il premier abbia gelato sindaco e consiglieri umbri: «Belle fighe circolano da queste parti». Imbarazzo: oltre che distanti, le signore erano anche “agées”. È il bis del «posso palpare l’assessora» all’Aquila, il sequel di infiniti comizi e passeggiate. A Berlusconi piacciono le donne, come ad altri 50 milioni di italiani, dice chi lo difende. Si dibatte su: galanteria, voyerismo, satiriasi, priapismo indotto da pillole azzurrine o iniezioni.

Di certo, oltre a migliaia di fortunate che possono vantare complimenti, compresa la finlandese Tarja Halonen, esiste un più ristretto gruppo che frequenta Villa Certosa e Palazzo Grazioli. Dove il tavolo è sempre apparecchiato per 50. Ed esiste un cerchio ancora più riservato: quelle che vantano (o millantano) con il premier frequentazioni private, notti a palazzo, incontri ravvicinati. Come Evelina Manna, che in un’intercettazione lo rimprovera: «Non essere freddo con me».

L’ASSE PUGLIESE
E come Patrizia D’Addario, ex candidata alle Comunali di Bari ed escort d’alto bordo. Pugliese come Angela Sozio, la “rossa” delle sexy saune del GF riapparsa al congresso fondativo del PdL; come la neo-eurodeputata Angela Matera, e come Elvira Savino, la Tacco 12 di Montecitorio, coinquilina della somma reclutatrice Sabina Began.

La D’Addario però è una professionista, come le colleghe interrogate dai pm baresi: smistate da «Giampi», pagate migliaia di euro a notte. Non le uniche, forse, nel mucchio procace che ha trascorso Capodanni ed estati sarde rimborsate con diaria di 1500 euro più shopping libero. Un bel salto di qualità rispetto al borsello in cui uno degli assistenti di Berlusconi raccoglie, in ogni occasione pubblica, biglietti da visita e numeri di telefono delle fans adoranti.

°°° L’Italietta di burlesquoni ormai è un vero troiaio. L’avevo detto in tempi non sospetti che l’Italia in mano a “Papi” sarebbe andata a puttane…

°°° rita-carla

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POMPA A VILLA CERTOSA

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Maria Novella Oppo

Il plebiscito minoritario

Ormai anche le nottate elettorali sono diventate un genere televisivo, un reality i cui protagonisti sono sempre gli stessi. Da quanti decenni, ormai, vediamo La Russa e Gasparri imperversare commentando i risultati? Berlusconi invece no: lui arriva sempre dopo. Ha bisogno di tempo per elaborare la nuova strategia di bugie postume. In quelle preventive sosteneva che era già al 45%, proiettato oltre il 50, ma ora si scopre che, nonostante l’avanzata leghista, il suo plebiscito è minoritario. Una mostruosità lo stesso, ma, dopo tutto, bisogna sempre ricordarsi che la maggioranza assoluta degli italiani non lo ha mai votato. Nonostante trent’anni di campagna elettorale ininterrotta, con una sproporzione di forze mai vista. Nessun paese al mondo ha vissuto niente di simile. Perciò, non è provato che altri saprebbero resistere meglio di noi. La deberlusconizzazione dal basso è cominciata: l’opposizione seguirà. Almeno speriamo.

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Da Travaglio

Il reality show

Sui siti internet c’è da tempo una rubrica fissa dedicata ai «cappelli di Berlusconi». È una photogallery con le immagini del premier-pompiere, del premier-esploratore-artico, del premier-cow boy, del premier-giocatore-di-baseball etc etc. Ieri s’è aggiunta quella del premier-cuoco-delle-tendopoli. E presto la galleria sarà arricchita da un premier-primo-ufficiale nelle crociere sul Mediterraneo che ieri ha promesso ai terremotati abruzzesi. Sono cose che succedono qua da noi, a Berlusconistan, come la nostra povera Italia è stata appena ribattezzata dal Time.

La rubrica sui cappelli è nata da un’evoluzione di quella sui capelli, con una p, che fu inaugurata dallo storico trapianto del 2004 e dalla conseguente bandana che, per la gioia della famiglia Blair, andò a coprire i follicoli in fiore. Sono passati appena cinque anni, ma sembrano mille. La bandana creò un po’ di stupore. Oggi il premier potrebbe sistemarsi sul cranio la Nike di Samotracia o Mara Carfagna o, perché no?, Fabrizio Cicchitto e pochi ci farebbero caso.
Il travisamento è la condizione ordinaria del presidente dello Stato libero di Berlusconistan. A volte è fisico, ed ecco i cappelli, i capelli, il cerone e i tacchi a spillo, altre volte si estende all’intera realtà che lo circonda e, ahìnoi, ci circonda. A volte ha la funzione di nasconderla, la realtà, altre di obbligarci a distogliere lo sguardo da essa per rivolgerlo altrove. Scoppia il penoso caso-Noemi ed ecco un furibondo attacco al Parlamento, ai giudici, alla moglie e al composito fronte della «stampa comunista»: da Famiglia Cristiana al Financial Times. La crisi economica divampa ed eccolo – il giorno in cui il governatore della Banca d’Italia nella sua relazione annuale dà le cifre di un’autentica catastrofe – tra le consuete macerie abruzzesi. È un po’ nervoso. Forse teme che qualcuno, tra la folla, possa gridare qualcosa di inopportuno. Chissà. Fatto sta che sferra un attacco preventivo alla magistratura «eversiva» che vuole «cambiare il voto popolare». A cosa si riferisce? Niente. Riprende il controllo, cambia maschera. Ed ecco il cappello da cuoco e le promesse a vanvera. Gli allegri campeggiatori abruzzesi potranno proseguire la vacanza sul mare. Già, andranno in crociera. Sul Titanic.

Le cifre del naufragio parlano di una disoccupazione destinata a superare il 10 per cento. Di due milioni di precari che a fine anno resteranno senza lavoro. Di un milione e 600mila lavoratori che non avranno alcun sostegno se perderanno il posto. Di altri 800mila che devono sopravvivere con 500 euro al mese. E parlano, sia pure con molta prudenza, dell’inadeguatezza di una politica economica che ha trascurato le prime e più fragili vittime della crisi: i lavoratori precari e le piccole imprese.
Com’era naturale, il premier si è detto soddisfatto. Ha definito il discorso del governatore «molto berlusconiano». E subito dopo è rientrato nel camerino per preparare la prossima puntata di quello che l’organo del Partito comunista americano, il New York Times, ieri ha definito «un reality show».

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La grande verità della OPPO

La visione orizzontale

Telecomandando da un canale all’altro, ci si illude di liberarsi dai condizionamenti imposti e di farsi un proprio palinsesto. In realtà, il verbo «telecomandare» non esiste, diciamo così, in natura e lo spettatore tele-obbedisce sempre a scelte altrui. Anche se, per fortuna, c’è Blob che lo vendica, facendo a pezzi le reti e mettendo a nudo i trucchi nascosti nel mezzo (che poi è doppio e triplo) televisivo. Comunque, anche passando autonomamente da una trasmissione all’altra, si ha una specie di visione orizzontale, che a volte spaventa per la sua uniformità. Per esempio, l’altra sera a Mi manda Raitre certi signori accusati di truffa da clienti infuriati, producevano un continuum di urla che sembrava quello di un reality. Oppure quello prodotto dai berluscloni nei dibattiti politici, quando cercano di oscurare le parole degli avversari. Infatti, la tecnica televisiva degli avvocaticchi che difendono gli imbroglioni è la stessa degli avvocatoni che difendono Berlusconi. Chissà perché.

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Dal corriere della serVa

l direttore di Chi
Signorini, il Cavaliere e Noemi
«Il Capo mi ha regalato uno scoop»
«Lui è unico, dopo un vertice ad Arcore va a Sharm e in discoteca. Berlusconi sta con il Paese reale»

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Bum! La macchina (mediatica) del capo ha un buco nella gomma. E chi ci mette il chewing-gum? Il portavoce del premier? L’addetto stampa della presidenza del Consiglio? No. Ci pensa un laureato in filologia medioevale con tesi su Lorenzo Valla, diplomato al Conservatorio, autore di libri colti come quello dedicato alla Callas e il recentissimo Chanel (Mondadori). Un signore che sulla scrivania ha un volumone: «La pittura pompeiana» e alle spalle la copertina di Chi: «Silvio e Veronica, la favola spezzata».

Alfonso Signorini è un giovanotto di 45 anni conosciuto come «il re del gossip». Direttore, appunto, di Chi, direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, primadonna sparpagliata su tutte le tv a «disquisire» con intelligente e provocatoria malizia. Nega, fingendo, di avere alcun ruolo nella definizione attuale dell’immagine berlusconiana, stretta tra dimensione pubblica e divagazioni private. «Mi piace raccontare le storie private degli uomini pubblici, piacciono a me e piacciono al pubblico. Dar loro voce non significa raccontare bugie. Per fortuna (per altri è una sfortuna) abbiamo un presidente del Consiglio anomalo. Che ama stare in mezzo alla gente. Che dopo una riunione ad Arcore va a Sharm e fa pure un salto in discoteca, in mezzo agli italiani». Demagogia politica? «Ma no. Voglia di stare con il Paese reale, non quello delle istituzioni lontane dalla gente». L’involontario uomo-immagine di Berlusconi non si lascia nemmeno sfuggire Pericle e Aspasia per una coraggiosa similitudine: lui Pericle-Silvio è il più affascinante, il più potente, padrone di (quasi) tutta Atene. Le donne gli cadono ai piedi, gli uomini lo amano per la sua indubbia capacità di leader.

Ma quando vede Aspasia-Veronica abbandona la moglie per andare a vivere con lei e alla fine la sposa. Pazienza se poi le cose cambiano. È comunque una bella favola. Miriam-Cenerentola entra da principessa nella reggia di Macherio e Silvio l’accoglie vestito da principe azzurro. E le favole sono una fissa di Signorini: ai suoi lettori suggerisce che quella tra Silvio e Veronica è una «favola» spezzata, che se cerchi un posto da «favola» devi sfogliare la sua rivista (ci sono anche le «favole» della Seredova quella di Buffon e della Ilary quella di Totti), che se vuoi leggere una vita da «favola» devi comprare il suo libro su Chanel. Ammette che la sua è una captatio benevolentiae. Ah ho capito… «No, non ha capito, non nei confronti del Capo, nei confronti dei Lettori. Poi al capo sono riconoscente: mi ha dato la possibilità di fare uno scoop, un gran colpo giornalistico con le foto in esclusiva e il racconto della famosa festa a Casoria»: papà e papi, mami e fratelli, cugini e amici, camerieri e cuochi. «Foto e storia, tutto vero». La verità di Berlusconi… «Che in questo caso coincide con quella oggettiva». Magari qualche foto un po’ taroccata ci può anche scappare… «Scommettiamo? Le metto a disposizione gli originali, vada da un perito e torni con la sentenza. Poi vediamo chi ha vinto». Sono due menti geniali: Berlusconi e Signorini: per combattere i pettegolezzi sul premier scende in campo il re del gossip: «Fermo! Gossip e pettegolezzo sono due cose diverse: il pettegolezzo distrugge, il gossip costruisce».

E Signorini segue la sua «forma mentis»: «Vedo le foto di Noemi e ho un corto circuito: è come una madonna luminosa, una vergine delle rocce, un sublime erotico proustiano mischiato a un realistico choc pasoliniano». Ciò detto, sempre negando che lei sia l’uomo-immagine di Berlusconi, che consiglio gli darebbe in questo momento? Non sarebbe meglio lanciare lo slogan «Dimenticare Noemi» anziché continuare, come state facendo, il tormentone? Non era preoccupato, il Capo, per una possibile discesa del suo indice di popolarità? «Intanto l’indice è fermo lassù, al 74,8 per cento. E il mio consiglio è di non cambiare: continui ad andare in mezzo alla gente e nelle famiglie. Soltanto così si ha il senso del Paese reale. Sapete che cosa interessa adesso alla gente? Sapere se Berlusconi e Veronica si separeranno davvero o no. Interessa il feuilleton a prescindere dalle implicazioni morali dei personaggi e degli interpreti. Per fortuna siamo italiani e c’è sempre un Vesuvio a fare da sfondo alle nostre favole». E adesso speriamo: ricordate il costume da berbero sotto il quale si nascose Berlusconi per fare la sorpresona a Veronica (colpo di scena e regalo di compleanno) in un momento che sembrava un po’ difficile? Quelle foto noi comuni mortali non le abbiamo mai viste. Signorini sì. Magari lo convince a sdoganare anche quelle. Tanto sono divertenti e innocue. E noi siamo italiani. Ci interesseranno sicuramente.

°°° Scusate, amici, avevo scritto per mezz’ora un bel commento a queste stronzate, ma ho inavvertitamente cancellato tutto… Non ho voglia di sputtanare ancora questa checca furibonda e inutile. Fa ridere anche così. Dico solamente che se questo pessimo reality dove vivono questi vermi per loro è “IL PAESE REALE” la merda dove si dibatte il 90% della popolazione, per colpa di silvio berlusconi e della sua cosca… che tipo di paese è?

Francesco Cevasco

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