Dati d’ascolto falsi. Multa dell’Antitrust: ‘L’Auditel ha favorito la Rai e Mediaset’


Auditel sanzionata per abuso di posizione dominante. Multa dell’Antitrust da 1,8 milioni

Secondo l’Autorità, la società “ha posto in essere tre abusi in grado di causare un pregiudizio significativo alle dinamiche competitive dei mercati della raccolta pubblicitaria su mezzo televisivo”

L’Auditel ha rilevato gli ascolti, ma li ha rielaborati con il trucco. Di più: ha attribuito dati sbagliati anche “alle famiglie non dotate di apparecchi televisivi”. Con una prima conclusione: sovrastimare l’audiance delle tv che non vanno sul satellite. Da qua la

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Burlesquoni e i servi minchiolini, masi e ferrara, ORA CHIEDETE SCUSA ALL’ITALIA!

L’Europa dà ragione a De Magistris
E multa l’Italia per 57 milioni

L’inchiesta Poseidone aveva svelato la truffa all’Unione europea. L’Olaf ha indagato per quattro anni, poi ha steso un rapporto di 35 pagine che condanna il nostro Paese

L’Europa chiede all’Italia 57 milioni di euro per gli sperperi del precedente governo regionale calabrese di centrodestra sui quali ha indagato Luigi De Magistris. Radio Londra chiama e Bruxelles risponde. Secondo Giuliano Ferrara, “Luigi De Magistris non sarebbe diventato nessuno se avesse impostato delle inchieste che mettevano capo a qualcosa di vero e di concreto”. Secondo l’Olaf, l’Ufficio antifrode europea, qualcosa di concreto quelle inchieste lo

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GALEAZZI… CHE MESTIERE FA?

Dice “terrone” al portinaio

Condannato Giampiero Galeazzi

ROMA – Terrone. Aveva apostrofato così il portiere del suo stabile. Così Giampiero Galeazzi – che sicuramente non è nato in Padania- è stato condannato

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Un’altra procedura…

Economia
Pensioni, donne penalizzate
contro l’Italia procedura Ue

La Commissione Ue ha deciso di aprire, come preannunciato la procedura di infrazione contro l’Italia. L’accusa: non ha rispettato la sentenza della Corte di Giustizia sulle differenze nell’età di pensionamento fra uomini e donne nel settore pubblico.

°°° Questo governicchio ha fatto il pieno di procedure di infrazione: dalla multa per rete 4, che ci costa 36 milioni l’anno, a quest’ultima. Siamo in ottime mani, amici. Non potevamo suicidarci in modo migliore…

UNA PENSIONATA FELICE PER LE DECISIONI DI BERLUSCONI

catenina


ANCHE IL NIPOTINO E’ CONTENTO

bamboccione

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Barza

MULTA

Mi ero appartato in macchina con una mia amica. Era notte e i
finestrini erano appannati. Ad un certo punto bussano alla portiera,
tiro giu’ per qualche centimetro il vetro del finestrino e vedo la
faccia di un carabiniere che mi dice: “Cosa sta facendo?”. Per nulla
intimorito gli dico: “Sto facendo all’amore”. E lui: “Non lo sa che e’
proibito? C’e’ una multa di 200€!”. A quel punto la mia ragazza
esclama: “Pero’, un po’ salata come multa! “. E il carabiniere: “Ah,
siete in due! Allora la multa e’ di 400 €!”.

buonanotte_pomp

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Cari amici…

… poco fa ho ricevuto questa bella notizia dalla mia avvocato. Poi vi spiego chi è questo carta:

Caro il mio cliente, La informo che la dottoressa Badas l’ha ritenuta
colpevole di diffamazione dell’onorevole carta, condannandola a 2.000 euro di multa (pena sospesa) , 1.000 di provvisionale in favore del carta oltre 1.600 di spese legali. La cosa mi lascia perlomeno perplessa, cmq non appena avremo la mirabile motivazione potremo fare appello.
La parte civile ha chiamato la stampa, domani uscirà un articolo, non ho potuto evitarlo. ma forse, come si dice, basta che se ne parli…
Saludos

°°° La “stampa”, per quella gente, è naturalmente il giornalaccio di burlesquoni/zuncheddu (lo speculatore edilizio) e della massoneria. Giornalaccio che ho querelato e battuto, per diffamazione (quella sì) tanti anni fa. Dove accostavano il mio nome a quello di ezio greggio, per una truffa ai bambini disabili. Io, ovviamente, non c’entravo nulla… ma commisi l’ingenuità di non chiedere i danni, nonostante il giudice me lo avesse quasi pregato. E chi scrise due articoli in proposito? Un gaglioffo che era spesso a pranzo nella villa dove ospitavo la mia cooperativa “CINEMAZIONE” e non toglieva gli occhi dal culo della mia e delle altre ragazze. Naturalmente riuscì a scroccare solamente dei pranzi. Ma, invece di chiedermi spiegazioni a tavola, da vile e verme qual è, scrisse quelle bestialità. Ora è uno dei capi di quell’accozzaglia di servi. E da allora, parlano di me solo per cazzate del genere e, per contro, incensano tutte le scimmiette inutili che vorrebbero tanto fare i miei mestieri. Pensate il livello… Ma chi è questo sedicente onorevole carta e da cosa scaturisce questo ennesimo processo? In un capitolo di “MEGLIO SARDI CHE RAI”, parlo di questo politicante e racconto di come mi perseguiti da circa 30 anni. Perché? Perché non ho accettato seicento milioni da lui, quando era (un pessimo) assessore regionale all’ambiente e voleva comprare il mio silenzio. Ebbe il Premio ATTILA, come peggior assessore d’Italia. Uno del Psdi e della massoneria sporca. Si inventò addirittura – sempre contro di me – una querela per minacce, percosse, e tentata estorsione, con tanto di testimoni fasulli… che fortunatamente ritrattarono e piansero davanti al PM. Un autentico gentiluono, insomma.
E io l’ho sempre battuto in tribunale, sia a Nuoro che a Cagliari, e graziato. Dicevo… pubblicai un capitolo di questo libro, ancora in itinere, su un sito di cui non ricordo nemmeno il nome: roba di 15 anni fa. Cosa fece questo bel campione? Avvertito da qualche galoppino o nipote, fece aggiungere una frase ingiuriosa (che non aveva nulla a che vedere con la satira né col mio stile), stampò la pagina e mi querelò per la quarta volta. Ora, mi sembra evidente la poca esperienza della giudice. Quantomeno l’avventatezza e la scarsa dimestichezza con Internet. Noi abbiamo provato, infatti, che quella frase non è mai uscita dal mio pc. Vedremo in appello. Ma questa volta gli chiedo i danni e gli porto via anche le mutande. Lo prometto solennemente a tutti voi.
P.S. Andatevi a vedere chi sia questo grande “onorevole” che nessuno ci invidia, si chiama giorgio carta.

guzzanti-massone


L'”onorevole” GIORGIO CARTA IN TUTTO IL SUO SPLENDORE
(e questa è la foto migliore che aveva!)

carta

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Bigottismo ipocritismo

Una commessa di Grosseto protagonista di un video a luci rosse
è stata costretta alle dimissioni dai titolari per il buon nome del negozio
Gira film hard e viene licenziata
Condannati i datori di lavoro

Il giudice ha dato ragione alla ragazza. Multa salatissima
in attesa che venga quantificato il risarcimento danni

Gira film hard e viene licenziata Condannati i datori di lavoro
GROSSETO – Il film porno le costa il licenziamento dal posto di lavoro. Ma il giudice dà ragione alla ragazza e condanna i suoi datori.

La vicenda ha come protagonista una commessa di Grosseto, colpevole, secondo i suoi datori di lavoro, di aver dato corpo alle sue fantasie, diventando protagonista di una pellicola hard. E tutto a loro insaputa.

Al momento non è dato sapere come possano aver saputo della seconda attività della loro commessa. Ma una volta accertata l’identità dell’attrice protagonista del filmino a luci rosse, hanno costretto la loro dipendente a rassegnare le dimissioni per il buon nome del negozio.

La ragazza, però, non si è data per vinta e ha intrapreso un’intensa battaglia legale contro i suoi principali un po’ troppo “bigotti”, sfociata anche in sede penale. Il giudice dopo un attento esame della vicenda, non ci ha pensato due volte a dare ragione alla ragazza. Così ha condannato i titolari del negozio al pagamento di una multa salatissima, in attesa che venga quantificato il risarcimento danni, che sarà fissato attraverso un’altra causa intentata dalla giovane.

°°° Ho capito: i titolari, bigottissimi quanto ipocriti, sono grandi consumatori di film porno… gira e gira, tra migliaia di pellicole hard, hanno scoperto la loro commessa e si sono appellati al “buon nome del negozio”. Non c’è altra spiegazione. Ah, no: ce n’è un’altra… il negozio vende film hard e oggettistica sessuale e i titolari – dopo la messa cantata e la funzione serale – frequentano i locali per scambi di coppie. Qualcuno li ha informati e…

LA COMMESSA

ann

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Piccoli gasparri crescono


Milano, i vigili multano la statua vivente
i passanti protestano e scatta la colletta

Il 19enne, un romeno da due mesi in Italia, aveva cominciato a lavorare in anticipo e a qualche metro dalla porzione di strada assegnata dal Comune: si era spostato per ripararsi dal sole. L’episodio alle spalle del Duomo
di Franco Vanni

E’ mezzogiorno e mezzo, l’imperatore è immobile in corso Vittorio Emanuele. Arrivano tre vigili e gli chiedono l’autorizzazione. Il foglietto salta fuori da una tasca della tunica, ma i ghisa staccano un verbale da 100 euro. E’ tutto in regola: gli agenti contestano alla statua di avere cominciato a lavorare in anticipo, però, e di trovarsi a qualche metro di distanza dalla zolla di pavimento che gli è stata assegnata dal Comune. Comincia a formarsi il capannello dei curiosi, i passanti si informano. Parlano solo i vigili, l’imperatore sta in silenzio: un po’ perché è un mimo, e un po’ perché sotto il cerone c’è Leon, un ragazzo romeno di 19 anni che non parla bene italiano, arrivato a Milano da due mesi.

VIDEO La multa e le proteste (la repubblica.it)

I vigili, di fronte alla piccola folla, cominciano a raccontare: «Questo non rispetta le regole, fa il furbo». Spiegano della mezz’o ra di sforamento sull’orario consentito e del fatto che, per non cuocere al sole, il ragazzo si sia spostato dall’altra parte della strada. La gente non ci sta. Attacca una signora in bicicletta: «Non ha fatto nulla, è un’ingiustizia». Poi una ragazza di neanche vent’anni: «Anziché multare le auto in doppia fila tampinate un mimo, che senso ha?». Un signore elegante, con una copia di Libero sottobraccio: «Capisco che non è colpa vostra, eseguite ordini, ma è brutto vedere questo accanimento contro un poveraccio». Leon sta lì, immobile. Butta l’occhio ogni tanto alla gazzarra che ha sollevato, suo malgrado. «Le statue pensano di fare quello che vogliono – cerca di spiegare un agente – anche per loro ci sono delle regole». Dalla folla qualcuno comincia a dare offerte al mimo. Monetine, ma anche biglietti da 5 euro, «almeno ci si paga la multa».

Arriva un quarto vigile in motocicletta, si unisce ai colleghi, il verbale passa di mano in mano. Una multa che Leon pagherà. «Lo hanno umiliato ma non è un ladro. Versa regolarmente i soldi per l’o ccupazione del suolo», dice un amico, connazionale e collega. Leon pagherà in nome del regolamento comunale sugli artisti di strada, votato nel 2000. Una serie di regole poco applicate fino al gennaio scorso, quando un ordine di servizio del comando dei vigili ha destinato ogni giorno 18 agenti al controllo dei permessi per madonnari, suonatori e uomini statuta. In tre mesi sono stati fatti 3mila accertamenti, ma i verbali staccati sono poco più di 30, quasi tutti a ritrattisti fuori posto.

Per Marco Radaelli, sindacalista di Cgil-Polizia locale, «i colleghi non hanno colpe e a loro va tutta la mia solidarietà. Ci si chieda però se per controllare gli artisti di strada abbia senso impiegare 18 uomini, più di quelli che verificano la sicurezza nei cantieri».

statua

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