Vigilessa ubriaca tampona finanziere e danneggia l’auto di un poliziotto°°° E’ tutto vero!

Vigili urbani, guardia di finanza e polizia coinvolti in un incidente stradale: tutto in una sola serata

FIRENZE – Vigili urbani, guardia di finanza e polizia coinvolti in un incidente stradale. È successo a Firenze, dove una vigilessa ubriaca ha tamponato con la propria Yaris un finanziere in scooter. Nello scontro è stata danneggiata l’auto in sosta di un poliziotto. I primi a intervenire sono stati i vigili che, per correttezza, per i rilievi hanno chiamato l’unica forza non coinvolta: i carabinieri.

La dinamica dell’incidente, avvenuto giovedì sera in zona Novoli, è ancora in fase di ricostruzione. Per quanto accertato finora, la vigilessa, che era fuori dal servizio, stava guidando l’auto con un tasso alcolemico del 2% (il limite di legge è 0,5), quando ha tamponato lo scooter, guidato da un militare delle fiamme gialle, anche lui fuori dal servizio. L’uomo è stato trasportato in ospedale e poi dimesso. Lo scooter è stato sbalzato su un’auto in sosta, di proprietà di un poliziotto. I primi a intervenire sono stati i vigili urbani: quando hanno visto che nello scontro era coinvolta una loro collega (che non fa servizio sulla strada ed è impiegata negli uffici amministrativi), gli agenti hanno allertato i carabinieri, coadiuvandoli nei rilievi. Alla vigilessa, una quarantenne, è stata ritirata la patente.

°°° Amici! Siamo finiti in un film di Totò e Peppino…

caffeina

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Ve lo ricordate Berruti? Il finanziere delinquente corrotto dal mafionano, oggi “onorevole” pdl?

Inchiesta Mediaset: pg, 3 anni a Berruti

23 Febbraio 2011 14:27

(ANSA) – MILANO – Il sostituto procuratore generale di Milano ha chiesto 3 anni di reclusione per il parlamentare del Pdl ed ex consulente della Fininvest, Massimo Maria Berruti, accusato di riciclaggio nell’ambito di uno stralcio dell’inchiesta sui presunti fondi neri Mediaset. La richiesta e’ arrivata oggi, dopo che la Cassazione aveva annullato la precedente sentenza della Corte d’appello che aveva in parte assolto e in parte dichiarato i reati prescritti. La Cassazione aveva disposto un nuovo processo.

Massimo Maria Berruti: indossava la divisa delle Fiamme Gialle, nel 1979, quando perquisì l’Edilnord. Lo accolse un tizio stempiato e basso di statura, tale Silvio Berlusconi, che alla domanda «Lei è il titolare?» rispose schivo: «No, sono solo un consulente, mi occupo della progettazione di Milano 2». Invece era il titolare. L’ispezione evidenziò più di un’«anomalia» valutaria, ma la pattuglia dell’allora capitano Berruti chiuse frettolosamente la pratica. Poi Berruti lasciò la Finanza e iniziò a lavorare per la Fininvest, seguìto a ruota da altri finanzieri folgorati sulla via di Arcore. Il collega che lo accompagnava nel blitz interruptus fu poi scoperto nelle liste della P2, in compagnia di Berlusconi e di vari generali della Benemerita e delle Fiamme Gialle. Negli stessi anni la Gdf di Milano indagava su Berlusconi per traffico di droga (inchiesta poi archiviata). In segno di affetto, le aziende di Berlusconi allungavano ai marescialli robuste mazzette. Ma lui, com’è noto, non ne sapeva nulla: facevano tutto i suoi dipendenti, senza chieder nulla ai superiori: né l’autorizzazione né i quattrini. Si autotassavano dallo stipendio, con nobile slancio missionario. Avevano un debole per la Guardia di Finanza.

È stato inizialmente per un periodo capitano della Guardia di Finanza nel nucleo speciale di polizia valutaria, incarico poi lasciato nel 1980, anno in cui fu indagato e arrestato all’interno di una storia di tangenti («scandalo Icomec»), ma che alla fine lo vide solo momentaneamente assolto. Successivamente ha lavorato prima come commercialista, in seguito come consulente nella Fininvest di Silvio Berlusconi, dove si occupò di società estere e dei contratti dei calciatori del Milan[1].

Nel 1979 condusse un’ispezione presso la Fininvest come membro della guardia di finanza e in seguito si recò personalmente in visita da Silvio Berlusconi. In seguito a questi eventi si aprirono delle inchieste su delle tangenti alla Guardia di Finanza ad opera della Fininvest e Berruti venne accusato di favoreggiamento, in particolare di aver tentato di depistare le indagini cercando di non far parlare i finanzieri arrestati sul caso riguardante la Fininvest. Dal processo uscì con inflitta una condanna a 10 mesi in primo grado, successivamente ridotta e venendo quindi ad una condanna definitiva di 8 mesi di carcere per favoreggiamento.

È stata disposta la sua archiviazione nel processo per riciclaggio in relazione a presunti fondi neri del gruppo Berlusconi: era accusato di aver riciclato l’equivalente attuale di alcune decine di milioni di euro dal 1994 al 1995

berruti

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Un finanziere agli arresti domiciliari per “spiate illegali” a un “giornalista”. Indovinate chi lo pagava…

Informazioni su politici a un giornalista. Un finanziere agli arresti domiciliari

ROMA – Un militare della Guardia di Finanza in servizio a Pavia è stato posto agli arresti domiciliari su ordine della magistratura di Milano, per una seria di accessi abusivi agli archivi informatici delle Fiamme Gialle, “in violazione dell’articolo 615 ter del codice penale. Reato, precisa il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Pavia, “per cui è competente la Procura della Repubblica di Milano”. Il finanziere è accusato di aver eseguito, tra il gennaio 2008 e l’ottobre 2009, non per motivi di servizio, “numerose interrogazioni al terminale, passando poi le informazioni riservate a terze persone”. Le “terze persone” sarebbero in realtà un giornalista, a cui sarebbero state girate informazioni riservate riguardanti una serie di noti personaggi, tra cui: componenti della famiglia Agnelli, Antonio Di Pietro, Luigi De Magistris, il giudice Mesiano, Beppe Grillo, Marco Travaglio e la escort Patrizia D’Addario.

b-cesso

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