Pensioni ridicole ai lavoratori e milionarie ai manager ladroni. L’italietta di berlusconi.

Pensioni, disuguaglianza record
dirigenti al top e precari in miseria

L’Istat: importo al Sud più basso del 20 per cento. Nel Mezzogiorno distribuito il 44,2% dei contributi di tipo assistenziale, dato in crescita. I co. co. co. arrivano a 1570 euro annui, i sacerdoti a 7464, i manager a riposo sfiorano i 50mila di VALENTINA CONTE

Pensioni, disuguaglianza record dirigenti al top e precari in miseria Una manifestazione dei sindacati a Roma

ROMA – La distanza che separa un pilota da un co. co. co o co. co. pro qualunque, se misurata dall’entità della sua pensione, è davvero incolmabile: 3.500 euro contro 120 o poco più. Lordi, al mese. Raggelante, poi, se il confronto è con un dirigente: 3.800 euro contro i soliti 120. Un rapporto quasi di uno a 40.

Si dirà: vuoi mettere, dirigente contro call center, assistente di volo contro segretaria. Categorie, professioni, qualifiche e stipendi diversi. Vero, ma la questione non si liquida su due piedi. Tanto più che il numero degli assegni pensionistici erogati ai precari aumentano di anno in anno a ritmi sostenuti. Tra il 2009 e il 2010, ad esempio, sono cresciuti del 17%. Più di tutte le altre categorie. E nel futuro diventeranno una parte molto consistente della spesa complessiva. Perché è lì che si raggrumano gli incerti, i saltimbanchi del lavoro. E’ lì che galleggiano anche i professionisti degli anni duemila. Ingegneri, architetti, ricercatori. Oggi giovani “a progetto”. Domani anziani senza rete.

I dati sono scritti nero su

Continua a leggere

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Qualche verità (FATE GIRARE!)

Prendo spunto da un bel pezzo di Marco Bucciantini del 14 febbraio 2009

“E’ la svendita di un patrimonio allo straniero di Arcore, al razzismo leghista”, accusa la mia amica (e cugina onesta del prestanome di Mafiolo) Claudia Zuncheddu, sardista, che ha fondato i Rossomori, evocando Emilio Lussu e portando almeno una parte degli indipendentisti in appoggio a Soru. Il sostegno del sedicente partito sardo d’azione a Berlusconi è davvero STOMACHEVOLE: la bandiera dei quattro mori su sfondo bianco e croce rossa, a sventolare su Villa Certosa è il peggior simbolo della colonizzazione. E’ la fotografia dei sardegnoli invertebrati che vendono il culo per qualche briciola. Siamo di nuovo COGLIONIZZATI E RINCOGLIONIZZATI… La residenza del mafionano è il monumento che si è costruito in barba alle leggi, ai lavoratori, ai pensionati, ai milioni di nuovi poveri che il suo regime malavitoso e incapace ha provocato, e ai sardi onesti. La reggia di Punta Lada è anche un monumento all’abusivismo più mafioso, ma Tremonti condonò e la villa ora può essere mostrata nella sua interezza agli ospiti. Prima che il Cavaliere l’acquistasse era una semplice casa colonica, proprietà di Flavio Carboni, il faccendiere sardo coinvolto nell’omicidio del banchiere Roberto Calvi. Adesso è una provincia con il parco che ha rimpiazzato i sessanta ettari per il pascolo, poi l’anfiteatro, il campo di calcio, il bunker in caso di attacco nucleare da parte dei suoi pusher, i laghetti artificiali. I sardisti stanno dunque con il conquistatore. Il segretario del Psd’Az è Efisio Trincas, che quando era sindaco di Cabras fu indagato per abusi edilizi in zone di particolare pregio e chiese allo Stato italiano di tradurre l’atto in dialetto sardo, prima che gli fosse notificato. Un sardismo da barzelletta. Di lui si ricorda la battaglia contro gli omosessuali: eppure il Psd’Az si era sempre speso in difesa delle minoranze. Trincas è anche (passatemi il termine ardito) l’uomo che ha ucciso Cabras e le sue potenzialità.

UN COMITATO D’AFFARI
Dalle ambizioni personali di un gruppo che ha svenduto l’anima si passa al comitato d’interessi. Quello che vuole “togliere i lucchetti che Soru ha messo alla Sardegna”. Da 30 anni Berlusconi fa affari sull’isola e CONTRO LA SARDEGNA, grazie al domestico e prestanome Romano Comincioli, plurindagato (faceva da tramite con il suddetto faccendiere Carboni), assolto dalle leggi ad personam volute proprio per salvare l’amico di Arcore, e ripagato alla maniera solita di Mafiolo: con un seggio al Senato. La sua firma appare anche in cambiali passate a uomini della Banda della Magliana per poi finire nelle mani di Pippo Calò, il cassiere della Mafia. Ma non importa. Lui è l’uomo di fiducia di Berlusconi in Sardegna. E lo si è visto nello scorso turno elettorale. Forza Italia sull’isola ha due potentati: quello di Comincioli e quello di Beppe Pisanu. Il primo è strettamente legato per affari allo studio di commercialista del padre di Cappellacci, Giuseppe. Il secondo è nume tutelare del sindaco di Cagliari Emilio Floris: la scelta di candidare Ugo Cappellacci dimostra i rapporti di forza: Comincioli è un vecchio compagno di classe di Berlusconi che, si sa, tende ad affidarsi a questi sodali di lunga data. Ed è stato infatti il senatore a tessere gli accordi con i sindaci del nord dell’isola, scesi in campo per Cappellacci, nelle liste provinciali, a costo di sguarnire o comunque di complicare l’attività delle giunte comunali.
L’accolita intorno a Comincioli serve meglio al disegno di Berlusconi “contro la Sardegna dei vincoli”. Vuol prendersi la Regione, e con essa le terre che Soru ha provato a blindare. Fu il governo Berlusconi, nel 2005, ad impugnare davanti alla Consulta la salva-coste. Quella legge ha imbrigliato la mitica, faraonica Costa Turchese, evoluzione di quell’Olbia 2 che Berlusconi, Cappellacci sr. e Comincioli già avevano in mente a fine anni 70. Eccola, la loro oasi: 525.000 metri cubi di cemento su 450 ettari di terreno, 385 ville, due alberghi da 400 posti letto, 995 appartamenti in residence, 1 centro commerciale sulla costa nord-est. Tutto rispolverato allorquando il Tar rivelò un quadro normativo lacunoso sui piani urbanistici, sentenza che scatenò gli appetiti della Finedim di Marina Berlusconi, che ripropose l’idea, con una “chicca”: lo sventramento della spiaggia per realizzare un canale navigabile e collegare il mare con un porticciolo da costruire ex novo. Quel quadro normativo è stato puntellato da Soru, e si è impedita la violenta colata di cemento.

LA FIGLIA DEL SINDACO
Questo sbilanciamento sul gruppo Comincioli-Cappellacci, però, poteva erodere il consenso del Pdl nel capoluogo, dove Floris amministra in guerra con Soru, intento dichiarato la scorsa estate, in vista proprio delle elezioni: “Nessuna trattativa con il signor Renato Soru”. E così restano chiusi nel cassetto 220 milioni di euro di investimenti su Cagliari e oltre 1200 posti di lavoro. Una città paralizzata, con il Betile, museo regionale d’arte nuragica e contemporanea disegnato dall’anglo-irachena Zaha Hadid, rimandato a chissà quando. Cotanto zelo era l’annuncio di una candidatura di Floris, condivisa nel centro destra, e il sindaco poteva dunque essere mortificato dalla scelta di Cappellacci. Questo rischiava di compromettere l’impegno dello stesso amministratore nella campagna elettorale e intiepidire i fan del capoluogo. Berlusconi ha rimediato alla sua maniera: la figlia del sindaco è nel listino del presidente. E Rosanna è perfino commovente: “Fin da piccola volevo fare politica, ma l’ingombrante presenza di papà mi intimidiva”.

L’EDITORE
Nella foto di gruppo c’è anche un altro amico-servent del Cavaliere: “l’editore” Sergio Zuncheddu, altro candidato mancato ma meno rancoroso di Floris. Il sedicente editore pubblica il quotidiano di regime l’Unione Sarda, che da 4 anni picchia durissimo – seppure con uno stentato italiano – su Mr.Tiscali. Zuncheddu controlla anche le alcuni videocitofoni regionali che nessuno ci invidia, come “Videolina. Come il suo proprietario, parte dall’edilizia, dalle Città Mercato. A Capoterra, su un terreno che nel 1969 fu trasformato da paludoso a edificabile, e da avamposto di caccia dei cagliaritani si rivalutò enormemente, e che due mesi fa ha scontato con alluvioni e morti quell’affronto alle leggi della natura, Zuncheddu ha spadroneggiato con le centinaia di case costruite dalla sua cooperativa sullo stagno di Santa Gilla.

CAPPELLA
Ugo non è quella CACCHINA INESPRESSIVA degli spot sorridenti confezionati dal pubblicitario Gavino Sanna. È vaccinato ALLA MALAVITA pure lui: è stato per anni al comando della Sardinia Gold Mining: una grande truffa che ebbe nel 1998 in concessione dalla Regione il territorio dei comuni della Marmilla. Si cercava l’oro, e il prezzo
per la multinazionale fu ridicolo, mentre enorme è il danno ambientale, cui è difficile trovare argine, dopo il fallimento
della società mista di capitale italiano, canadese e australiano. Cappellacci è stato presidente per quasi tre anni di quell’impresa e si dimise nel 2003 per entrare come ragioniere nella giunta regionale guidata da Italo Masala: a fine mandato. Grazie alla sua abilità,
il debito della Sardegna sarà di 3 miliardi e mezzo di euro. Un record. Lo prende in cura Floris, e lo fa assessore al bilancio del comune di Cagliari:
e il bilancio va immediatamente in rosso.

ORA E’ TEMPO DI CACCIARLI VIA TUTTI, DAL PRIMO ALL’ULTIMO, A CALCI NEL CULO.

cappella

banda_bassotti

b-dream

ber-mafioso

b-piduista1

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Vizi privati, voli e soldi pubblici

SERENI (PD), SU VOLI STATO CHIARIMENTO IN PARLAMENTO

“Mentre tanti lavoratori, famiglie e piccoli imprenditori guardano con preoccupazione agli effetti della crisi e al loro futuro, mentre il governo tedesco interviene per favorire l’acquisto della Opel da parte della Magna, Berlusconi e tutti i suoi piu’ stretti collaboratori si occupano del sequestro delle foto delle feste nelle sue ville in Sardegna. Il presidente del Consiglio non accetta critiche ne’ dalla stampa ne’ dall’opposizione”. Lo dice Marina Sereni, vicepresidente dei deputati del Partito democratico, che aggiunge: “Deve pero’ rassegnarsi: un uomo pubblico, ancorche’ eletto democraticamente, deve rendere conto dei suoi comportamenti e non puo’ ritenersi al di sopra delle regole. Questo vale a maggior ragione per l’uso di mezzi di cui Berlusconi dispone in quanto primo ministro, come i voli di Stato. Sarebbe grave che essi siano stati usati per scopi privatissimi, e su questo chiederemo spiegazioni chiare e verificabili nella sede propria del Parlamento”.

°°° Insomma, questo grande statista che nessuno ci invidia, oltre ad aver devastato l’Italia in tutti i settori della vita civile e lavorativa, continua a gettare merda anche sulla nostra immagine all’estero. Spero per lui che non mi passi a un palmo dal culo se capita da queste parti.

berl-pagliaccio3

b-gnomo7

MA PAPI SE NE FOTTE E SI RILASSA AL MARE

papi-mare

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Da Travaglio

Il reality show

Sui siti internet c’è da tempo una rubrica fissa dedicata ai «cappelli di Berlusconi». È una photogallery con le immagini del premier-pompiere, del premier-esploratore-artico, del premier-cow boy, del premier-giocatore-di-baseball etc etc. Ieri s’è aggiunta quella del premier-cuoco-delle-tendopoli. E presto la galleria sarà arricchita da un premier-primo-ufficiale nelle crociere sul Mediterraneo che ieri ha promesso ai terremotati abruzzesi. Sono cose che succedono qua da noi, a Berlusconistan, come la nostra povera Italia è stata appena ribattezzata dal Time.

La rubrica sui cappelli è nata da un’evoluzione di quella sui capelli, con una p, che fu inaugurata dallo storico trapianto del 2004 e dalla conseguente bandana che, per la gioia della famiglia Blair, andò a coprire i follicoli in fiore. Sono passati appena cinque anni, ma sembrano mille. La bandana creò un po’ di stupore. Oggi il premier potrebbe sistemarsi sul cranio la Nike di Samotracia o Mara Carfagna o, perché no?, Fabrizio Cicchitto e pochi ci farebbero caso.
Il travisamento è la condizione ordinaria del presidente dello Stato libero di Berlusconistan. A volte è fisico, ed ecco i cappelli, i capelli, il cerone e i tacchi a spillo, altre volte si estende all’intera realtà che lo circonda e, ahìnoi, ci circonda. A volte ha la funzione di nasconderla, la realtà, altre di obbligarci a distogliere lo sguardo da essa per rivolgerlo altrove. Scoppia il penoso caso-Noemi ed ecco un furibondo attacco al Parlamento, ai giudici, alla moglie e al composito fronte della «stampa comunista»: da Famiglia Cristiana al Financial Times. La crisi economica divampa ed eccolo – il giorno in cui il governatore della Banca d’Italia nella sua relazione annuale dà le cifre di un’autentica catastrofe – tra le consuete macerie abruzzesi. È un po’ nervoso. Forse teme che qualcuno, tra la folla, possa gridare qualcosa di inopportuno. Chissà. Fatto sta che sferra un attacco preventivo alla magistratura «eversiva» che vuole «cambiare il voto popolare». A cosa si riferisce? Niente. Riprende il controllo, cambia maschera. Ed ecco il cappello da cuoco e le promesse a vanvera. Gli allegri campeggiatori abruzzesi potranno proseguire la vacanza sul mare. Già, andranno in crociera. Sul Titanic.

Le cifre del naufragio parlano di una disoccupazione destinata a superare il 10 per cento. Di due milioni di precari che a fine anno resteranno senza lavoro. Di un milione e 600mila lavoratori che non avranno alcun sostegno se perderanno il posto. Di altri 800mila che devono sopravvivere con 500 euro al mese. E parlano, sia pure con molta prudenza, dell’inadeguatezza di una politica economica che ha trascurato le prime e più fragili vittime della crisi: i lavoratori precari e le piccole imprese.
Com’era naturale, il premier si è detto soddisfatto. Ha definito il discorso del governatore «molto berlusconiano». E subito dopo è rientrato nel camerino per preparare la prossima puntata di quello che l’organo del Partito comunista americano, il New York Times, ieri ha definito «un reality show».

berlusconi-cappelli1

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Tasse da record

Amici, ricordate le minchiate di burlesquoni e della sua cosca, durante il governo Prodi, sulla balla de “la sinistra è il partito delle tasse”?
Vi ricordate della balla “Noi non metteremo mai le mani nelle tasche degli italiani”?
Beh, oggi, sotto il regime berlusconi, abbiamo il carico fiscale più alto di sempre: 43,5!!!
Non solo, ma non le paga quasi più nessuno… tranne i soliti “fessi”: lavoratori dipendenti e pensionati. E ancora, il governicchio ci ha raddoppiato i bolli e le bollette (Enel in testa), aumentato i costi della vita e ci sta deprivando ogni giorno di servizi e diritti. Votateli ancora, mi raccomando…

evasore

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

E poi muoiono…

Edilizia, boom del «nero»
Scoperti 5 mila evasori totali

Ristrutturazioni, boom del «nero»

09:15 ECONOMIA
Individuate dalla Guardia di finanza le imprese che non hanno dichiarato un solo euro di reddito. Inchiesta sugli interventi di ristrutturazione che beneficiano di sgravi fiscali

°°° E certo che, in queste condizioni, la sicurezza degli operai è l’ultimo pensiero di questi farabutti! Ed ecco che muoiono più lavoratori in Italia che militari in Iraq.

cantiere_169

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Quale paese?

Molti criticano l’operato di
Berlusconi, però è l’unico che
si impegna per il Paese.
Un amico

°°° A parte che sembra la lettera (e la firma) di un segaiolo al marito di una moglie bella e impossibile… Ma di quale paese parli, scusa?
In Italia, e in soli dodici mesi, il tuo berlusconi ha di nuovo DEVASTATO i conti pubblici (Pil a meno 5%… Prodi, con la crisi, l’aveva lasciato a + 2… Debito pubblico al 116%: il che vuol dire circa 100 miliardi di interessi all’anno… Prodi l’aveva abbassato al 100%, pur elargendo miliardi in grandi opere pubbliche, per i lavoratori, per il cuneo fiscale, per le donne, ecc…). DI QUALE CAZZO DI PAESE PARLI, SCIMMIETTA?!

scimmiette

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Castelli, un pirla in malafede

Il governo attacca anche nel giorno dei lavoratori

Nemmeno nel giorno in cui si festeggiano i lavoratori e si ricordano i troppi morti per incidenti il governo riesce ad essere rispettoso. Secondo il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti, il leghista Roberto Castelli, si esagera con il conteggio dei morti sul lavoro. Secondo l’ex ministro «serve un’operazione verità sul numero delle vittime degli incidenti sul lavoro. Bisogna depurare le cifre dei morti sul lavoro. Bisogna smettere di far credere che i morti in incidenti stradali verso e dal luogo di lavoro siano legati al problema della sicurezza sul lavoro – sostiene Castelli in una nota -. Non capisco perché le associazioni degli imprenditori accettino questa ipocrisia, che ci mette ingiustamente in fondo alle statistiche europee». Il ministro non capisce perché chi lavora in condizioni non idonee, senza tutele, magari in nero e per orari molto superiori a quelli consentiti possa perdere il controllo dell’auto tornando a casa. Non lo capisce e ci tiene a farlo sapere proprio il Primo Maggio.

castelli

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter