Pannella e l’anonima scimmietta

Diversamente non poteva essere: il leader dei radicali
ha ammesso di essere bisex. “Nella mia vita – ha dichiarato al settimanale Chi – ho amato tre o quattro uomini”. Diversamente perché, conformemente e
coerentemente alla  “weltanshauung radicale del mondo” , Marco Pannella altro non ha fatto che mettere in pratica e testimoniare i principi libertari e libertini partoriti dai fuoriusciti di una costola della sinistra. Poteva non essere “diversamente”, o meglio, “pluri” orientato, il maggior
devastatore della famiglia italiana? Poteva non disdegnare
le pratiche sodomitiche colui che ha permesso lo “sdoganamento”
 del divorzio e dell’aborto in Italia? Poteva non fare coming out colui che si batte per i “diritti” degli omosessuali, per l’eutanasia e per la droga libera? Poteva non “reclamizzare” l’ideologia gay colui che sui temi della
pedofilia non ha speso una sola parola di condanna? Di
Pannella se ne possono dire di cotte e di crude, tranne che
sia un cattivo testimone della causa radicale.

Anonimo

°°° Dunque, da questo delirio omofobo e bigotto, capiamo subito un paio di cose. Questa scimmietta anonima è in favore del DELITTO D’ONORE (che non aveva niente di onorevole) al posto di un civile divorzio. E’  favorevole alla mattanza fatta dalle mammane sui corpi di povere donne violentate o semplicemente non pronte a  portare avanti una gravidanza indesiderata. Questa civilissima legge, ancorché osteggiata dai malavitosi della destra italiota e dai criminali della chiesa, non gli piace. Ma questo idiota è anche in favore delle mafie e delle cosche: che controllano e si arricchiscono coi traffici della droga e sulla pelledimilioni di disadattati come lui. Traffici che cesserebbero all’istante se la droga fosse legalizzata.

Quindi, abbiamo a che fare con il solito, miserabile, beota destronzo, che non sa nemmeno perché sta in questa valle di lacrime, ma vorrebbe che tutti seguissimo i suoi mefitici dettami e il suo pedestre stile di vita. Amen.

°°° Ovviamente, asini così non valgono nemmeno una scorreggia di Marco Pannella.

Ascel-pour-Homme

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Anche Pannella è con noi. E meno male!

—– Original Message —–
From: Marco Pannella
To: lucioxxx@cappittomihai.com
Sent: Thursday, March 25, 2010 12:00 AM
Subject: La verità è tutta un’altra storia

Lucio,

siamo pare abituati a che le verità di fatto siano trattate sullo stesso piano delle opinioni, consentendo al potere di piegarle alle necessità della rissa politica del momento.

E’ successo anche nel corso di questa campagna elettorale, come abbiamo documentato a proposito della vicenda delle liste.

Su una scala più ampia, e dunque più tragica e pericolosa, è avvenuto in occasione della guerra in Iraq, uno degli eventi più drammatici che tuttora segnano l’inizio di questo millennio.

°°° Caro Marco, purtroppo, in certi momenti anche tu ti sei fatto abbindolare dal gangster di Arcore. Eppure sapevi benissimo che mistificatore fosse. Bentornato tra i buoni!

 

ELETTORE   PDL   IN  ALLENAMENTO

leccaculo

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Furio Colombo

Parlare male di Berlusconi
di Furio Colombo

Perché non possiamo non dirci antiberlusconiani, qualunque sia il risultato elettorale (che speriamo largamente democratico, nel senso politico, nel senso di antifascista, nel senso che Marco Pannella ha ridato alla abusata parola)? La ragione si esprime in pochi punti.

1. L’ideologia, ovvero il patrimonio di idee e di visioni che Berlusconi ha trovato abbandonati sul terreno quando è “ sceso in campo”, non c’entra. Questo non è un governo di destra. Non c’è il decoro e il senso delle istituzioni della Destra di Gianfranco Fini, né la concitazione aggressiva e xenofoba della Lega Nord che – in tante diverse incarnazioni – avvelena il clima morale e politico di mezza Europa. Berlusconi non è né Fini né Bossi. È solo se stesso. Un signore ricco, furbo, non intelligente ma svelto, svincolato dal peso della buona reputazione e ricoperto dal manto – tutto teatrale però efficace – del successo populista. Non c’è nulla prima di Berlusconi, nulla che gli assomigli. Non ci sarà nulla dopo di lui (certo non il devoto Bondi). Abbiamo a che fare con un caso unico in Europa e raro nella storia. Non è raro il leader squilibrato. È rara una così vasta sottomissione delle cosiddette classi dirigenti.

2. È vero (cito ancora Marco Pannella) che malgoverno e malaffare hanno a lungo lavorato insieme in Italia ben prima dell’uomo di Arcore. Ma sono confortato dal grido di allarme del leader radicale che, invece di scusarsi per l’antiberlusconismo dichiara, col consueto coraggio, che c’è un vero e imminente pericolo di fascismo e che la persecuzione delle persone segue, non precede, la strage di notizie. Questa strage è già in atto se pensate ai molti grandi giornali che non hanno osato pubblicare le immagini di comportamento indecente del premier alla parata del 2 giugno. Più ancora, se si ricorda a che punto estremo di manifestazione e di denuncia i nonviolenti Pannella e Bonino sono dovuti arrivare per rompere il silenzio.

3. Chiunque può avere, per un periodo, un ministro inutile come Brunetta; un capo dell’Economia impegnato a scrutare un altro orizzonte, non quello vero, come Tremonti; un finto ministro dell’Istruzione come la Gelmini (memorabile l’invenzione del 6 rosso) di cui si ricorderanno solo il tailleur alla Mary Poppins, gli occhiali e i tagli poderosi alla scuola pubblica. Ma nessuno ha avuto e continua ad avere per quindici anni un uomo troppo ricco, non nel pieno controllo del suo comportamento pubblico (la vivacità eccessiva certe volte lo aiuta, certe volte lo sputtana) e preoccupato solo di se stesso, immagine, donne (nei limiti e con la pena dell’età), e finti progetti, uno o due al giorno, annunciati e poi buttati, in un delirio di applausi che – ci siano o non ci siano gli oppositori – ad un certo punto cesserà di colpo.

4. Berlusconi siede sul groviglio dell’immondizia, del terremoto, della crisi economica senza governare. Tutte le sue leggi sono ritorsioni, punizioni, vendette, volute e votate per interesse aziendale o personale o tributo a un partito feudatario, come il disumano e incivile «pacchetto sicurezza», vero best seller di condanne nel mondo civile laico e religioso. In particolare non si registra una legge o misura o azione o strategia anticrisi che non sia una esortazione all’ottimismo e al consumo. La parola d’ordine del non-governo Berlusconi è «lavorare di più», ammonimento diretto non si sa a chi, date le cifre continuamente in crescita della disoccupazione. Lo dice mentre lo affianca la neoministro del Turismo Brambilla, di cui non si sa nulla, eccetto il colore vistoso dei capelli, e che non può far nulla in un Paese che affoga nell’immondizia e nel cemento. Infatti, nel frattempo, incombe sulla Toscana l’immensa colata di cemento detta «Spaccamaremma», l’inutile autostrada destinata a isolare la regione italiana più celebre al mondo dal suo mare (la colata di asfalto e cemento corre lungo le spiagge). E incombe su tutto il Paese il «piano casa». È un singolare condono preventivo che autorizza ciascuno al peggio, senza autorizzazioni, senza controlli, senza regole. Ma questo è il cuore del discorso. Berlusconi, da solo, siede sul Paese. Come se non bastasse lancia una frase squilibrata al giorno. L’ultima è “troppi negri a Milano”, nell’anno, nel giorno, nell’ora dello straordinario discorso al Cairo di Barack Obama, primo Presidente afro-americano degli Stati Uniti. Sua moglie – che deve averci pensato molto – ci dice che non sta bene. Alcuni italiani lo ammirano perché è ricco e sono sicuri che non usa aerei di Stato per ballerine di flamenco e chitarristi personali. Altri – come Pannella – vedono e dicono chiaro il pericolo. In Italia manca l’ossigeno delle notizie vere. Il piede sul tubo è quello di Berlusconi.

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

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Lotta al regime del dittatorello

La protesta contro la mancanza di spazi informativi adeguati
in vista delle elezioni. “Rimarremo finché non avremo risposte”
Europee, Bonino occupa studi Rai
“Non rispetta le delibere Agcom”

ROMA – Emma Bonino occupa gli studi della Rai. Il gesto di protesta arriva nel giorno della festa della Repubblica, ed è l’ultimo, dopo una serie di richiami e appelli ai vertici dell’azienda pubblica di informazione radiotelevisiva perché siano concessi spazi adeguati in tv anche ai “piccoli” in corsa per le europee. E, avverte Bonino, non deve essere interpretato come una protesta radicale per avere visibilità in tv, perché in ballo c’è dell’altro, e si tratta di “qualcosa di più grave e serio”.

Il blitz pacifico è avvenuto oggi, al termine della registrazione dello spazio di comunicazione politica, realizzato alle 13 a Saxa Rubra, quando la capolista della Lista Bonino-Pannella alle Europee, in sciopero totale della fame e della sete dalla mezzanotte, ha comunicato al personale Rai presente la sua decisione di occupare in modo non violento lo studio. Insieme a lei, Marco Beltrandi, deputato radicale eletto nel Pd, membro della Vigilanza Rai.

“Alla fine dell’intervista registrata, abbiamo informato il personale che intendevamo rimanere in attesa di una qualche risposta”, spiega Bonino per telefono a Repubblica.it. Dal 23 maggio, continua, l’Autorità garante delle comunicazioni ha chiesto un riequilibrio degli spazi informativi. E non è successo nulla, “neppure dopo il telegramma inviato dal presidente della Commissione Vigilanza Sergio Zavoli, che chiedeva un rapporto”. Da qui, l’occupazione in attesa di risposte. “Noi intendiamo sapere se per l’azienda pubblica, l’Autorità garante o perfino il monito del presidente della Repubblica, che ha parlato nei giorni scorsi di un diritto all’informazione dei cittadini leso, sono carta straccia”, continua Bonino.

Lo sciopero della sete è stato iniziato insieme a ormai 50 tra parlamentari, dirigenti e militanti radicali, per chiedere conto alla Rai proprio del mancato rispetto delle delibere dell’Autorità garante per le comunicazioni. “Nonostante l’intervento del presidente Zavoli, i vertici della Rai sembrano voler continuare nella vera e propria truffa compiuta ai danni dei cittadini italiani, del loro diritto a essere informati”, denuncia una nota dei radicali.

“Da nonviolenti gandhiani, non intendiamo restare inerti, né tollerare che sia perfezionato il sequestro di conoscenza e di legalità in atto. Mentre ci prepariamo in queste ore a nuove azioni legali, anche sul versante della giustizia penale, ho deciso di non abbandonare gli studi della Rai, di non lasciare la sede di questa azienda fino a quando non saranno realizzate – ripeto, ‘realizzate’, non genericamente garantite, magari ‘a babbo morto’ per dopo le elezioni – azioni di immediata riparazione e interruzione dell’attentato ai diritti civili e politici dei cittadini”, spiega ancora l’onorevole Bonino.

E, diffidando preventivamente fin d’ora chi vorrà parlare di protesta radicale per la visibilità in tv, si augura “che i ‘grossi’ leader politici di questo paese non vorranno continuare ad essere protagonisti e complici di quanto sta accadendo. Per quanto ci riguarda, continuiamo a dar corpo a una sete di verità e legalità che è, sempre più, anche quella del popolo italiano”.

Nei giorni scorsi i radicali, insieme ad esponenti della Lista Comunista, di Sinistra e Libertà e de La Destra, avevano già mandato una lettera a Zavoli, all’ufficio di presidenza della commissione stessa, al presidente e al direttore generale della Rai, unendo le loro forze per chiedere che gli spazi di comunicazione politica in vista del voto delle europee fossero moltiplicati e che l’azienda concessionaria del servizio pubblico intervenisse con la massima urgenza per garantire “almeno parzialmente” il diritto dei cittadini a essere informati e dunque “la democraticità delle elezioni stesse”. Ora, dice Emma Bonino, l’occupazione pacifica della Rai continuerà finché non ci saranno risposte: “Siamo pazienti e determinati”.

emma

LA VERGOGNA DEL MONDO

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INFORMAZIONE IN ITALIA

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IL CAZZARO e la moglie cazzuta

Europee, Veronica Lario stronca le candidaure europee del Pdl

«Ciarpame senza pudore». Così, Veronica Lario definisce, in una dichiarazione, l’uso delle candidature delle donne che a suo avviso si sta facendo per le elezioni europee. La signora Berlusconi ha deciso di mettere per iscritto in una mail – in risposta ad alcune domande sul dibattito aperto dall’articolo pubblicato ieri dalla Fondazione Farefuturo – il suo stato d’animo di fronte a ciò che hanno scritto i giornali sulle possibili candidate del Pdl alle europee.

«Voglio che sia chiaro – spiega – che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire». Alla domanda su cosa pensa del ruolo delle donne in politica, alla luce delle polemiche di queste ore, Veronica Lario risponde che «per fortuna è da tempo che c’è un futuro al femminile sia nell’imprenditoria che nella politica e questa è una realtà globale. C’è stata la Thatcher e oggi abbiamo la Merkel, giusto per citare alcune donne, per potere dire che esiste una carriera politica al femminile».

«In Italia – aggiunge la moglie del presidente del Consiglio – la storia va da Nilde Jotti e prosegue con la Prestigiacomo. Le donne oggi sono e possono essere più belle; e che ci siano belle donne anche nella politica non è un merito nè un demerito. Ma quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave, è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e questo va contro le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono state sempre in prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti».

«Qualcuno – osserva Veronica Lario – ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell’imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere». La signora Berlusconi prende anche l’iniziativa di parlare della notizia, pubblicata oggi da la Repubblica, secondo cui il premier sarebbe stato domenica notte in una discoteca di Napoli a una festa di compleanno d’una ragazza di 18 anni: «Che cosa ne penso? La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perchè non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato».

Intanto si sono chiuse le liste per le europee. Il deputato Pd Roberto Giachetti trova stucchevole e ipocrita il dibattito sulle candidature delle “veline”. “Perché non si parla anche dei velini?”, dice. “ Le candidature maschili avvengono forse in modo diverso? Tra queste c’è una selezione di merito? “.

E in effetti fra le ultime novità c’è la candidatura di Emanuele Filiberto di Savoia, reduce dal successo di “ballando sotto le stelle” nelle liste dell’Udc. Il principino si presenta “in nome dei valori della famiglia e cristiani” e, quanto alla sua dote politica dice “conosco la metà dei capi di stato europei e l’altra metà sono miei parenti”.

A proposito di parentele, con Berlusconi correrà anche Clemente Mastella, mentre sembra tramontare la candidatura di Paolo Cirino Pomicino (potrebbe però presentarsi la figlia).

Polemiche ancora aperte sulle candidature femminili del Pdl. Vittoria Franco (Pd) accusa: «La candidatura in massa di veline alle europee da parte del premier è uno scandalo». Ma non si sa ancora quali e quante new entries ci saranno nelle liste Pdl, dove sono riconfermati tutti o quasi tutti gli uscenti.

Il Pd ha chiuso le liste una settimana fa. Dario Franceschini ha deciso di non candidare se stesso nè altri leader come candidati di bandiera, ma solo persone che poi resteranno davvero nel Parlamento europeo. Tra questi c’è il giornalista del Tg1, David Sassoli. Il leader del Pd continua la sua battaglia non solo contro Berlusconi, capolista in tutte le circoscrizioni, ma anche contro il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, che ha fatto la stessa scelta. Di Pietro è capolista in quattro circoscrizioni su cinque, nelle Isole il nome di punta è Leoluca Orlando.

Nell’Udc oltre a Emanuele Filiberto di Savoia ci sarà, nella testa di lista, per la circoscrizione nord-ovest Magdi Cristiano Allam.
La sinistra comunista, che mette insieme Rifondazione comunista e Pdci, Socialismo 2000 di Cesare Salvi e Consumatori uniti, sarà l’unica sulle schede elettorali delle europee ad avere falce e martello. «Siamo l’unico voto utile», sostiene Oliviero Diliberto . I capilista: Vittorio Agnoletto nel Nord-ovest e al Sud, il segretario Pdci Diliberto al Centro, Lidia Menapace nelle isole e l’astrofisica Margherita Hack nel Nord-est.

Nel Nord-est si presenta anche la lista Bonino Emma con Bonino (capolista), Marco Pannella, Marco
Cappato.


°°° Ogni volta che tromba con qualche uomo vero, questa donna è invisibile, ma ogni volta che parla schianta il mafionano e gli fa fare la figura che merita: CAZZARO IMPOTENTE E PERACOTTARO.

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Ma non è una cosa seria…

Da ieri la gara per la presentazione dei simboli, finora depositate 59 liste
Al Viminale è ingorgo di falci e martelli, scudocrociati e garofani
Dal Gabbiano all’Italia dei Malori
tutti in corsa per un posto in Europa
Raffica di proposte del dottor Cirillo: Preservativi gratis
Donne insoddisfatte e Partito degli impotenti

di ANTONELLO CAPORALE

ROMA – E’ sempre bellissima l’idea che chiunque voglia possa. Possa permettersi cioè di entrare al Viminale e depositare il suo simbolo, presentare il suo partito, chiamare il popolo al voto, e proprio per lui, senza chiedere a nessuno il permesso. E seppure sia un sogno di cartapesta, resta mirabile il disegno onirico del cittadino italiano dottor Cirillo, che ieri ha avanzato richiesta di partecipare con una sua lista alla competizione elettorale europea.

Nella giornata vissuta in altri momenti con presidi notturni e scontri verbali finiti a volte pure a spintoni per l’accaparramento del miglior posto sulla scheda (in alto a sinistra, in basso a destra) l’orizzonte si apre noiosamente su cinquantanove stemmi politici che, in teoria, dovrebbero affacciarsi al voto. Entro oggi infatti le quattro bacheche del corridoio al pianterreno del ministero dell’Interno si riempiranno tutte di colori e di segni. Tondini possibili e altri impossibili. La loro morte è annunciata, avverrà al momento in cui la commissione elettorale provvederà alla verifica delle firme necessarie per la presentazione. All’esame bisognerà vedere quante falci e martello ammettere tra quelle presentate (due per adesso), quanti partiti comunisti (ancora due), o partiti socialisti (ce ne sono già tre), e democrazie cristiane (le solite moltitudini). E’ un giudizio al quale, spesso, seguono conflitti giudiziari.

Si pensi che il detentore, ora sembrerebbe già ex, del simbolo di una delle Dc in circolazione, il signor Pino Pizza, è sottosegretario di questo governo all’Università e alla Ricerca, proprio in ragione del compenso, chiamiamolo così, che Silvio Berlusconi gli ha riconosciuto per aver evitato di posizionare nella scheda la sua Dc, conquistata dopo liti interminabili in tribunali.

Si ritiene infatti che esistano quantità significative di voti espressi per pura confusione o raccolti grazie a una evidente alterazione della identità politica. In pratica molte migliaia di italiani, soprattutto i più anziani, votano o per sbaglio sul simbolo più conosciuto o anche per pura e solitaria affezione, associandolo a volte erroneamente a protagonisti che concorrono invece in altri schieramenti. Questo errore produce vantaggi enormi per chi detiene il solo marchio di fabbrica: ruba voti. E i voti contano e costano.

Proprio per evitare i furti di identità i funzionari del Partito democratico hanno presentato anche il vecchio simbolo della Margherita e della Quercia diessina. Depositandoli evitano atti di pirateria. Così come è stata tutelata Forza Italia, oggi Popolo della libertà.
La realtà e la finzione viaggiano appaiate. Qualche gabbiano, oltre quello di Antonio Di Pietro, un filosofico partito “Spirito del Tempo”, lo zeitgeist, un’aquila, molte leghe (della Padania, della sola Lombardia, delle Venezie, del Meridione) e naturalmente parecchie Italie.

I soliti nomi tracciati nei simboli: di Berlusconi, Bossi, Casini, della coppia radicale Bonino-Pannella. E infine il citato dottor Cirillo. Salernitano 45enne ha esposto le sue idee sotto il suo nome in alcune varianti fantastiche: Italia dei Malori, la prima. Interrogativa la seconda: Italiani poca cosa?, poi il sesso naturalmente (vota la lista “Donne insoddisfatte e incomprese” o anche “Preservativi gratis”). Si è saputo che il titolare di questa fabbrica di marchi si è presentato altre quattro volte a consultazioni elettorali. L’anno scorso propose gli “Impotenti esistenziali” che divenne il titolo anche di un film in cui Tinto Brass non ha voluto far mancare un suo segno.

Alle otto di ieri il portone del Viminale si è chiuso. Si riprende oggi, e alle quattro del pomeriggio, orario di chiusura, la parete del ministero sarà tappezzata di centinaia di segni in gara in questa Canzonissima della politica.

pulcinel

pulcinella

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