Promozione a scuola per molte ragazze decerebrate significa farsi pompare le tette.

Ritocchino come premio per la promozione? L’esperto: “Meglio lasciar perdere”

Con la fine delle scuole è boom di richieste di ritocchini estetici. L’esperto consiglia cautela

°°° Quando eravamo ancora un paese normale, anche la promozione era considerata un fatto normale. Semmai c’erano le punizioni per chi venuva rimandato o bocciato. Perché andare a scuola era considerato ancora UTILE e importante, e a scuola si andava per imparare e per studiare… mica per sfoggiare abiti o cellulari inutili!

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Sandwich

Sesso sul pattino, multato dal Guardacoste

E’ successo nel Veneziano: il natante sembrava vuoto, la motovedetta lo ha raggiunto. Sopra, un bagnino e una turista. Lui: “Da qui vedo meglio la spiaggia…”

°°° Praticamente un SANDWICH: la turista stava sopra il pattino e il bagnino  sopra la turista: una combinazione assolutamente estiva. Dovrebbe pagarlo la pro loco. Dovrebbero dargli un premio!

UN PRIMO PIANO DEL BAGNINO

fissa-tette

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Impresentabile regimetto

Parte l’attacco a Veronica
Voli di Stato, Procura in azione

LA POLEMICA.
Polemiche dopo che Apicella è stato immortalato
mentre scende da un velivolo
. Sequestrato il pc al fotoreporter Zappadu
Voli di Stato, si muove la Procura
Il Pd: buttano via i nostri soldi
di MARINO BISSO

Voli di Stato, si muove la Procura Il Pd: buttano via i nostri soldi
ROMA – Sotto la lente della procura di Roma finiscono i voli di Stato e dell’aeronautica militare che avrebbero portato amici e ospiti del primo ministro Silvio Berlusconi nell’aeroporto di Olbia per consentire loro di raggiungere feste e cerimonie organizzate a Villa Certosa.

Il procuratore Giovanni Ferrara ha disposto accertamenti per chiarire se nell’utilizzo degli aerei a disposizione del premier siano stati commessi comportamenti penalmente rilevanti o abusi. Come primo atto verrà acquisita la normativa che regolamenta l’impiego dei voli a disposizione delle cariche istituzionali. Il passo successivo, in caso di sospette irregolarità, sarebbe l’apertura di un fascicolo che verrebbe poi trasmesso per competenza al Tribunale dei Ministri. Così come era avvenuto nel 2007 nel caso dell’ex vicepresidente del consiglio Francesco Rutelli e del ministro della giustizia Clemente Mastella del governo Prodi accusati di aver utilizzato un volo di Stato per portare ospiti e collaboratori al Gran Premio di Monza. La vicenda si concluse una archiviazione. “L’archiviazione ha confermato – spiega Luca Petrucci, il legale di Rutelli – la piena correttezza di Rutelli che, in rappresentanza del governo, svolse diversi impegni istituzionali”.

Questa volta al centro dei nuovi accertamenti dei pm è finita anche la fotografia di Antonello Zappadu che ritrae il cantante napoletano Mariano Apicella immortalato mentre carica i bagagli su un’auto del corteo del premier dopo essere sceso da un volo dell’aeronautica nell’aeroporto della Costa Smeralda. Intanto esplode la polemica politica. “Il triplicamento dei voli di stato e l’uso da parte di chi non ne ha titolo pone seri problemi sulla moralità e l’etica di chi ci governa – incalza Roberta Pinotti, responsabile Difesa del PdAi tempi del governo Prodi fu fatto un decreto che stabiliva regole rigide per utilizzo dei voli di stato. Appena insediato il governo Berlusconi, il decreto è stato cancellato“. Il capolista del Pd nel Centro, David Sassoli parla di “uso improprio dei soldi dei cittadini” mentre Marina Sereni, vice presidente dei deputati Pd, chiede che Berlusconi riferisca in Parlamento.

È destinata invece a essere trasferita a Tempio Pausania l’indagine, per violazione della privacy, con al centro le centinaia di fotografie scattate dal fotoreporter Zappadu a ragazze e politici ospiti delle feste di Villa Certosa. Nella procura della cittadina sarda, tra l’altro, esiste già un procedimento nei confronti di Zappadu sotto inchiesta per lo scoop messo a segno nel 2007 che ritraeva Berlusconi a Villa Certosa in compagnia di alcune ragazze, tra le quali una ex concorrente del Grande Fratello. Ieri, intanto, i carabinieri hanno sequestrato nella redazione di Cagliari del giornale freepress Epolis un pc utilizzato dal fotoreporter.

°°° Intimidazioni, ricatti, minacce, bugie, arroganza, prevaricazioni, menefreghismo… queste alcune delle manifestazioni messe in atto da questo regimetto di polizia nei confronti di chi vuole fare informazione e non si è sottomesso. A capo di questa cosca, un povero miserabile che delinque e mente spudoratamente già da quando frequentava le scuole medie: silvio berlusconi.
MA POSSIAMO ANCORA ESSERE RAPPRESENTATI DA QUESTA FECCIA?

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Quel lavativo lecchino di Brunetta

Il provvedimento sarà presentato alle Camere lunedì
Prima del via libera definitivo sarà esaminato da Cnel, sindacati e Regioni
P.A., arriva “la rivoluzione Brunetta”
Sì del Cdm, ma slitta la class action

brunetta

ROMA – Il Consiglio dei ministri ha dato via libera al decreto legislativo delega per la produttività nella Pubblica amministrazione. Lo ha riferito il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al termine della riunione. Berlusconi ha ringraziato Renato Brunetta per l’impegno

MA CHI E’ QUESTO GNOMO ARROGANTE? VEDIAMO:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Che-furbetto-quel-Brunetta/2049037&ref=hpsp

Che furbetto quel Brunetta
di Emiliano Fittipaldi e Marco Lillo
La trasferta a Teramo per diventare professore. La casa con sconto dall’ente. Il rudere che si muta in villa. Le assenze in Europa e al Comune. Ecco la vera storia del ministro anti-fannulloni
La prima immagine di Renato Brunetta impressa nella memoria di un suo collega è quella di un giovane docente inginocchiato tra i cespugli del giardino dell’università a fare razzia di lumache. Lì per lì i professori non ci fecero caso, ma quella sera, invitati a cena a casa sua, quando Brunetta servì la zuppa, saltarono sulla sedia riconoscendo i molluschi a bagnomaria. Che serata. La vera sorpresa doveva ancora arrivare. Sul più bello lo chef si alzò in piedi e, senza un minimo di ironia, annunciò solennemente: “Entro dieci anni vinco il Nobel. Male che vada, sarò ministro”. Eravamo a metà dei ruggenti anni ’80, Brunetta era solo un professore associato e un consulente del ministro Gianni De Michelis.

Ci ha messo 13 anni in più, ma alla fine l’ex venditore ambulante di gondolette di plastica è stato di parola. In soli sette mesi di governo è diventato la star più splendente dell’esecutivo Berlusconi. La guerra ai fannulloni conquista da mesi i titoli dei telegiornali. I sondaggi lo incoronano – parole sue – ‘Lorella Cuccarini’ del governo, il più amato dagli italiani. Brunetta nella caccia alle streghe contro i dipendenti pubblici non conosce pietà. Ha ristretto il regime dei permessi per i parenti dei disabili, sogna i tornelli per controllare i magistrati nullafacenti e ha falciato i contratti a termine. Dagli altri pretende rigore, meritocrazia e stakanovismo, odia i furbi e gli sprechi di denaro pubblico, ma il suo curriculum non sempre brilla per coerenza. A ‘L’espresso’ risulta che i dati sulle presenze e le sue attività al Parlamento europeo non ne fanno un deputato modello. Anche la carriera accademica non è certo all’altezza di un Nobel. Ma c’è un settore nel quale l’ex consigliere di Bettino Craxi e Giuliano Amato ha dimostrato di essere davvero un guru dell’economia: la ricerca di immobili a basso costo, dove ha messo a segno affari impossibili per i comuni mortali.

brunettasordi

brunetta

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Bill Emmott

Parla Emmott, storico direttore dell’Economist. “E’ stato Berlusconi a fondere vita pubblica e vita privata. E sul padre di Noemi non ha detto la verità”
“Informare è una missione
premier indifendibile se mente”

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA – “Porre domande a un leader politico, per un giornale, è non solo legittimo ma parte della missione di informare. E la distinzione tra vita pubblica e vita privata, nel caso Berlusconi, non si può fare, è stato lui per primo a fondere le due cose”. Bill Emmott, dal 1993 al 2006 direttore dell’Economist, il settimanale britannico che sotto la sua guida ha raddoppiato la tiratura fino a oltre un milione di copie e si è trasformato nel primo periodico globale del mondo, conosce bene Silvio Berlusconi.

L’Economist di Emmott gli dedicò una famosa copertina, in cui lo definiva “unfit to govern”, indegno di governare, a causa del conflitto d’interessi rappresentato dal suo impero mediatico e dei suoi numerosi problemi con la giustizia. Il premier italiano rispose definendo Emmott un comunista: sebbene del comunista, l’autorevole giornalista inglese, abbia soltanto una barbetta da Lenin. Adesso fa il columnist per il Guardian e scrivere libri best-seller: a proposito, rivela in questa intervista a Repubblica, il prossimo “sarà sull’Italia”.

Bill Emmott, dov’è il confine tra pubblico e privato, nell’informare sull’attività di un leader politico?
“La mia opinione è che il comportamento pubblico di un leader sia definibile dal suo ruolo di governo, dalle sue responsabilità, dalla consistenza delle sue azioni. Ritengo però che, quando sei un primo ministro che si atteggia a simbolo della nazione, come Berlusconi ha fatto fin dall’inizio della sua discesa in campo, con il suo presentare la sua vita come la ‘Storia di un italiano’, il confine tra pubblico e privato si confonde. Il privato non è più una faccenda riservata, quando lo usi per ottenere la tua affermazione pubblica. Berlusconi stesso ha incoraggiato i media a giudicarlo anche sotto la lente della sua vita privata”.

Il nostro giornale ha inoltrato all’ufficio del presidente del Consiglio dieci domande per fare chiarezza sulle contraddittorie dichiarazioni riguardo ai rapporti con la 18enne Noemi Letizia, con il padre della ragazza e alle parole usate da Veronica Lario nel chiedere il divorzio. Palazzo Chigi definisce le nostre domande una “campagna denigratoria”. E’ appropriato o meno, secondo lei, porre domande simili su una questione come questa?
“Assolutamente appropriato. Di più: è parte dei doveri di un giornale, della missione di informare l’opinione pubblica. E’ legittimo voler sapere che cosa lega il primo ministro a quella ragazza che ha appena compiuto 18 anni. Anche a me piacerebbe sapere la verità. E mi piacerebbe che la Chiesa ponesse a Berlusconi domande analoghe”.

Che lezione dovrebbe averci insegnato la vicenda di Bill Clinton e Monica Lewinski?
“Che i rapporti sessuali tra il presidente e la stagista erano affari loro, una faccenda privata tra due adulti consenzienti, ma il modo in cui il presidente li raccontava poteva costringerlo a dimettersi. Quando ero direttore dell’Economist, scrivemmo un editoriale in cui ci schieravamo per le dimissioni di Clinton. Non perché fossimo dei bacchettoni. Bensì perché era chiaro che il presidente aveva mentito, ripetutamente, parlando in televisione dei suoi rapporti con Monica e poi sotto giuramento in una corte di giustizia. Mentire alla nazione, sia pure su una vicenda privata, era a nostro avviso imperdonabile”.

E lo stesso principio si può applicare a Berlusconi?
“Per me sì. Non importa cosa c’è tra lui e la ragazza, tra lui e deputate o ministre che potrebbero avere ricevuto l’incarico come un premio: se anche così fosse, era uno scambio volontario tra adulti, anche se personalmente lo trovo disgustoso. Ma se il premier mente a proposito di quello scambio, e la sua menzogna viene provata, allora la sua colpa importa eccome e la ritengo indifendibile”.

Alcuni, in Italia, risponderebbero che un uomo che mente su un rapporto con una donna è sempre perdonabile.
“Ecco, se c’è una cosa che uno straniero fa fatica a capire dell’Italia è questa: il modo in cui Berlusconi può dire quello che vuole e nessuno si scandalizza. Per esempio, ormai sembra provato che ha mentito sul modo in cui ha conosciuto il padre di Noemi. Quell’uomo non è mai stato l’autista di Craxi, come ha detto Berlusconi. In un altro paese, basterebbe questo a suscitare una riprovazione generale. Da voi no. Non lo capisco”.

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°°° Si è capito che Bill Emmott non è vespa e neppure rossella, ma nemmeno belpietro, feltri, giordano o liguori? Purtroppo, in questa italietta delle banane, giornalisti veri ne abbiamo davvero pochini…

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Alabama anni 50

1) Esteri
Ambasciata giapponese infuriata
il Giornale li chiama «musi gialli»

Il quotidiano edito da Paolo Berlusconi ironizza su un premio assegnato da Tokio a Lamberto Dini. «Lambertow fa incetta di consensi tra i musi gialli giapponesi» scrive il Giornale. E l’ambasciata giapponese protesta: «Quell’espressione ci sembra abbia una connotazione dispregiativa»

2) Il Governo Provvisorio della Padania ha deliberato la costituzione della Federazione delle Compagnie della Guardia Nazionale Padana. La Gnp riveste carattere strategico per il futuro della Padania
Roberto Maroni

3) Immigrazione, il monito di Napolitano: «Troppa retorica xenofoba»

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha attaccato questa mattina «il diffondersi di una retorica pubblica che non esita – anche in Italia – ad incorporare accenti di intolleranza o xenofobia. Prima di lui il ministro Maroni aveva detto: «Ogni mezzo contro il traffico dei clandestini. Le critiche della Cei? Solo pregiudizio». IL VIDEO: QUANDO BERLUSCONI PIANGEVA PER I MIGRANTI.

°°° Grazie a Burlesquoni e la sua cosca, sembriamo davvero in Alabama negli anni 50. Questo imbarbarimento xenofobo lui lo chiama “ammodernare il Paese”…

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Cari amici…

… poco fa ho ricevuto questa bella notizia dalla mia avvocato. Poi vi spiego chi è questo carta:

Caro il mio cliente, La informo che la dottoressa Badas l’ha ritenuta
colpevole di diffamazione dell’onorevole carta, condannandola a 2.000 euro di multa (pena sospesa) , 1.000 di provvisionale in favore del carta oltre 1.600 di spese legali. La cosa mi lascia perlomeno perplessa, cmq non appena avremo la mirabile motivazione potremo fare appello.
La parte civile ha chiamato la stampa, domani uscirà un articolo, non ho potuto evitarlo. ma forse, come si dice, basta che se ne parli…
Saludos

°°° La “stampa”, per quella gente, è naturalmente il giornalaccio di burlesquoni/zuncheddu (lo speculatore edilizio) e della massoneria. Giornalaccio che ho querelato e battuto, per diffamazione (quella sì) tanti anni fa. Dove accostavano il mio nome a quello di ezio greggio, per una truffa ai bambini disabili. Io, ovviamente, non c’entravo nulla… ma commisi l’ingenuità di non chiedere i danni, nonostante il giudice me lo avesse quasi pregato. E chi scrise due articoli in proposito? Un gaglioffo che era spesso a pranzo nella villa dove ospitavo la mia cooperativa “CINEMAZIONE” e non toglieva gli occhi dal culo della mia e delle altre ragazze. Naturalmente riuscì a scroccare solamente dei pranzi. Ma, invece di chiedermi spiegazioni a tavola, da vile e verme qual è, scrisse quelle bestialità. Ora è uno dei capi di quell’accozzaglia di servi. E da allora, parlano di me solo per cazzate del genere e, per contro, incensano tutte le scimmiette inutili che vorrebbero tanto fare i miei mestieri. Pensate il livello… Ma chi è questo sedicente onorevole carta e da cosa scaturisce questo ennesimo processo? In un capitolo di “MEGLIO SARDI CHE RAI”, parlo di questo politicante e racconto di come mi perseguiti da circa 30 anni. Perché? Perché non ho accettato seicento milioni da lui, quando era (un pessimo) assessore regionale all’ambiente e voleva comprare il mio silenzio. Ebbe il Premio ATTILA, come peggior assessore d’Italia. Uno del Psdi e della massoneria sporca. Si inventò addirittura – sempre contro di me – una querela per minacce, percosse, e tentata estorsione, con tanto di testimoni fasulli… che fortunatamente ritrattarono e piansero davanti al PM. Un autentico gentiluono, insomma.
E io l’ho sempre battuto in tribunale, sia a Nuoro che a Cagliari, e graziato. Dicevo… pubblicai un capitolo di questo libro, ancora in itinere, su un sito di cui non ricordo nemmeno il nome: roba di 15 anni fa. Cosa fece questo bel campione? Avvertito da qualche galoppino o nipote, fece aggiungere una frase ingiuriosa (che non aveva nulla a che vedere con la satira né col mio stile), stampò la pagina e mi querelò per la quarta volta. Ora, mi sembra evidente la poca esperienza della giudice. Quantomeno l’avventatezza e la scarsa dimestichezza con Internet. Noi abbiamo provato, infatti, che quella frase non è mai uscita dal mio pc. Vedremo in appello. Ma questa volta gli chiedo i danni e gli porto via anche le mutande. Lo prometto solennemente a tutti voi.
P.S. Andatevi a vedere chi sia questo grande “onorevole” che nessuno ci invidia, si chiama giorgio carta.

guzzanti-massone


L'”onorevole” GIORGIO CARTA IN TUTTO IL SUO SPLENDORE
(e questa è la foto migliore che aveva!)

carta

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