Conferenza stampa dei servi di raiset. Ma come si permettono dei domestici di sindacare un ARTISTA?!

Ma ancora, nonostante Monti, la libertà di espressione in questa italietta è davvero rimasta un’illusione, ferma al regime berlusconi. Le minchiate di questo fascistello di mazza sono da brividi. Raglia di “grande libertà” della Rai e non ha idea di cosa sia la libertà. Se è per questo non sa nemmeno cosa sia la televisione. Parla di “satira politica” (che non c’è stata assolutamente) da parte di Luca e Paolo, ma attacca anche la loro scurrilità. O mazza, ma l’hai mai guardata la merda, quella sì volgarissima, che mandate in onda dal 1994 a tutte le ore?

IL SERVO IGNORANTE E FASCISTA MAZZA.

 

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Testa di Mazza

RAIUNO: MAZZA, SE SI VUOLE QUALITA’ SERVONO PIU’ RISORSE


FACCIA  DI  MAZZA

FACCIA DI CAZZO

“Non si possono fare programmi di cultura e di musica come una volta, specie in un periodo di garanzia. Non si puo’ programmare la cultura in prima serata, pena l’abbandono da parte delle reti generalisti della Rai della sfida del mercato”. Lo ha detto Mauro Mazza, direttore di Raiuno, nel corso

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Da Dagospia

CENSU-RAI! – TG1 E TG2 A PRANZO CANCELLANO COMPLETAMENTE LA SPUTTANOPOLI DI BARI E LE “BOMBE” DI PATTY E BARBARA – AL TG3 LA NOTIZIA È L’APERTURA – INTANTO ANCHE ‘IL FOGLIO’ DI FERRARA MOLLA MINZO: “AL TG5 ALMENO UN’OMBRA DI PATRIZIA LA SI È INTRAVISTA…”
camera,letto,papi,

Il gioco si fa duro e i telegiornali Rai rispondono presente. Nelle edizioni di pranzo di oggi sia il Tg1 di Minzolini, sia il Tg2 dell’interregno post Mazza sono andati oltre ogni previsione, superando abbondantemente i servizi onirici di questi giorni. Se fino a ieri l’inchiesta di Bari veniva trattata non nominando mai il fatto, oggi a Saxa Rubra sono andati oltre.
MINZOLINI E BERLUSCONI

minzo

Il Tg2 delle 13 e il Tg1 delle 13.30 non hanno dedicato neanche un secondo alle nuove rivelazioni bomba dell’inchiesta barese sul Cime di Rapa Gate. Non soltanto le indiscrezioni sui video di Patrizia in camera da letto con Papi-Silvio, ma neanche le affermazioni messe a verbale dalla nuova testimone Barbara sia in Procura che in un’intervista a Repubblica destano l’interesse dei due tg.

Il fatto che la ragazza abbia confermato sia la storia di soldi sia il sesso tra Papi e Patty non è stato giudicato meritevole di menzione. Se fino a ieri il tentativo era quello di lasciare la vicenda fuori dai titoli (con Dipollina che ha ribattezzato Minzolini “Zero Tituli”), oggi addirittura il caso rimane fuori dai tg. La vicenda, che apre le prime pagine di tutti i giornali con le nuove notizie arrivate da Bari, è passata completamente sotto silenzio. E pensare che il Tg3 ci ha aperto l’edizione delle 14.25…

2 – ANCHE IL FOGLIO DI FERRARA MOLLA MINZOLINI: “AL TG5 ALMENO UN’OMBRA DI PATRIZIA LA SI E’ INTRAVISTA…”
Da “Il Foglio”

Il re dei re del retroscena accusato di mancata messa in scena: forse surreale contrappasso, magari ritrovata saggezza. Fatto sta che Augusto Minzolini manco ha messo piede al Tg1 che è finito sulla graticola. Vero che, appena arrivato, ha fatto sapere che di gossip – avendo a lungo praticato quello politico sui giornali – non se ne sarebbe né visto né sentito.

E’ la metanoia minzoliniana, diciamo, in qualche modo opportuna e dovuta, visto che il Tg1 – tiggì ammiraglio su rete ammiraglia: sta praticamente tra il senso delle istituzioni e la capitaneria di porto – non è cartaccia stampata, e se non è dogma certo si avvicina all’atto di fede. E quindi benissimo si capisce che non può mica mandare i suoi cronisti a inseguire col microfono, vicolo per vicolo, magari in groppa a un motorino, le ragazze di lieve vita come una Sarzanini qualunque.

Non perché potrebbe risultare imbarazzante per il desco famigliare all’ora di cena (se hanno fatto pratica con i programmi televisivi pomeridiani, quelli possono sopportare tutto), ma proprio perché il ruolo del maggior telegiornale del servizio pubblico deve avere, mettiamola così, una compostezza e un’autorevolezza che altri possono più gagliardamente schivare.

Per sua stessa, ovvia natura, il Tg1 è quanto di più vicino alla visione del Conte Zio: sopire, troncare; troncare, sopire – non certo per eludere, diononvoglia, ma quantomeno per non sbracare. Il gossip, dunque, non prevarrà. Come disse con elevato (e meglio: rinnovato) spirito Minzolini nel momento del suo insediamento, ci si occuperà di vita reale, e va a sapere se il sospetto transito di insospettabilmente vivaci fanciulle in casa altrui sia roba da vita reale.

Quindi, è la saggezza di Saxa rubra che strutture la cauta scaletta minzoliniana; non banale e deprecabile opportunismo, ma necessario senso dell’opportunità. Guidare il TG1 è più faticoso che presidiare un ministero, portare un Tir dal Brennero a Bari (al povero Riotta, per dire, non bastava la giornata neanche per infilarsi la giacchetta), e del resto Minzolini per la bisogna è ancora un fresco neopatentato.

Certo, un tiggì di quelli saldamente ancorati tra la vita reale e l’autorevolezza – si potrebbe dire tra il pianerottolo e una discussione all’Aspen – avrebbe allora una scaletta che dall’Ira porta alla Corea, dalla social card alla crisi economica, da Dahrendorf all’enciclica papale; poi volendo, e senza strafare, pure quello che si travestiva come la mamma morta per beccarsi la pensione e qualcosa sulle faccende baresi. Dove si trovano le friselle e “la signora D’Addario” (Fitto dixit).

Con garbo, pian pianino, una parola è poca e due sono troppe – ma se qualcosa si deve dire, che non sia proprio un elaborato da Settimana Enigmistica dove evaporano le signorine e si materializzano i giudici comunisti: a volerci capire qualcosa, erano più facili i misteri nordcoreani.

Così che persino quei malpensanti dell’opposizione (la scossa? Frequentano magistrati? Elettricisti?), hanno finito col compiere il passo inconcepibile: lodare il Tg5 di Mimun, che spigliatamente un giorno ha prodotto un ineccepibile servizio sul fatto se sia meglio il gelato in coppetta o quello sul cono. Ma almeno un’ombra di Patrizia, temerariamente, lì si è intravista.

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Qua… quà… co-co-co-coccodè

Berlusconi: Marina e Luigi a Franceschini, “Orgogliosi nostra educazione”

MILANO – Dopo Pier Silvio anche Marina e Luigi Berlusconi difendono il padre dopo le parole di Dario Franceschini. ”Franceschini dovrebbe vergognarsi – ha detto Marina – Chi gli da’ il diritto di giudicare Silvio Berlusconi come padre? Con le sue parole offende anche me come figlia”. Luigi si e’ detto invece “contento e orgoglioso dell’educazione” ricevuta e poi ha aggiunto: “Non vedo perche’ la politica si permetta di giudicare Silvio Berlusconi come padre. Si tratta di piani diversi che non dovrebbero essere mai sovrapposti”. (Agr)

°°° Bene. Bene. Bene. Chi abbiamo qui? Abbiamo tre dei rampolli che s’inalberano. Hanno visto silvio berlusconi sì e no dieci volte in tutta la vita: troppo impegnato con la mafia o a corrompere giudici-finanzieri-testimoni scomodi o a correre dietro alle zoccole… Ok. Scartiamo Luigi che è stato educato da Veronica e che ha subito preso le distanze dal piccolo padre, tant’é che sta percorrendo una strada d’affari con un diretto concorrente di silvio, ma pier pier e marina la plastificata… di che cazzo parlano? Lei non ha mai combinato una mazza, tranne drogarsi, plastificarsi e fare orgette strane… lui, fesso e inutile come pochi, sta continuando a devastare la televisione: di cui non capisce un cazzo e che ha sempre usato come suo padre: per trovare zoccole facili e senza talento. Per concludere: non è Franceschini che spergiura sulle loro teste ogni due x tre o che ha DA SEMPRE messo la sua vita privata (FASULLA) in piazza. Di questi pulcini bagnati la vita farà un solo boccone. Che si tacciano e si vergognino!

pilloni

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Drizzone

EUROPEE: BONAIUTI, ALL’UNIONE EUROPEA SERVE UN ‘DRIZZONE’

“Noi vogliamo che l’Ue abbia un peso e un ruolo decisionale maggiore in maniera da tutelare meglio gli interessi dei cittadini”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti intervenendo a Radiocity. Per Bonaiuti “il punto di partenza della nostra campagna per le europee e’ dare una spinta favorevole, un sostegno, quello che Berlusconi chiama un ‘drizzone’ all’Europa che e’ in una situazione non facile, siamo 27 paesi perche’ serve che ogni volta tutti siano d’accordo per prendere una decisione”. A giudizio di Bonaiuti, la Ue “si trova priva di una politica estera comune, di una politica di difesa comune, non ha un esercito, non ha una politica di immigrazione ben definita su basi comuni, non ha una politica dell’energia e dell’ambiente”. Per questo “vogliamo che l’Ue abbia un peso e un ruolo decisionale maggiore in maniera da tutelare meglio gli interessi dei cittadini, e questo e’ tanto piu’ importante perche’ all’incirca il 70% delle leggi che incidono gia’ oggi sulla via dei cittadini italiani ed europei sono per l’appunto direttive europee. Ecco – ha concluso Bonaiuti – perche’ bisogna dare una spinta favorevole all’Europa: per favorirla ad assolvere i suoi compiti fondamentali che dovrebbero essere quelli di difendere la liberta’, la democrazia e la pace con un ruolo piu’ forte sulla scena mondiale e al contempo anche gli interessi dei singoli cittadini”.

°°° Da questo compitino delirante è evidente che questo cialtrone non è mai stato nemmeno a Lugano e non sa una mazza dell’Europa. La cosa divertente è che l’Europa e gli europei hanno il vomito quando sentono parlare del suo proprietario. Non solo… mentre tutti i leader europei (e mondiali) guardavano a Prodi per avere indirizzi o appoggi, quando c’è burlesquoni al governo, si incontrano sempre e soltanto tra loro per discutere di tutto, escludendolo tassativamente e ignorandolo. Ci avete fatto caso? Quindi… figuratevi il “drizzone” che può dare il pagliaccio malavitoso più inviso al mondo! Piccolino il calcio in culo che si piglia…

LEADER EUROPEI PREOCCUPATI PER IL “DRIZZONE”

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Sotto gli slogan… una mazza.

Italia fanalino di coda
di LUCA IEZZI
Manovre anti-crisi Italia fanalino di coda

ROMA – La reazione c’è stata, ma il fiume di denaro pubblico già versato difficilmente basterà e sulla sua efficacia si sbilancia solo il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss-Khan: “I pacchetti fiscali forniranno da 1 e 3 punti percentuali in più alla crescita quest’anno”. I suoi economisti sono più dubbiosi: i paesi del G20 hanno sì stanziato il 2% del loro Pil nei pacchetti anti-crisi ma lo sforzo “dovrà essere sostenuto, se non aumentato nel 2010”. E lo stesso Strauss-Khan ammonisce: “Con le politiche fiscali c’è un tempo per la semina e uno per la raccolta, e le politiche espansive di oggi devono andare per mano con politiche rigorose domani”.

Sull’individuazione di quel “domani” il dibattito è aperto: i deficit 2009 esploderanno. Nella Ue la Spagna ha approvato una manovra pari al 2,3% del Pil di quest’anno, la Germania 1,6%, l’Inghilterra 1,4%, difficilmente potranno replicare. L’entità della scommessa appare evidente se si mettono in fila le cifre assolute dei piani per lo più triennali gli Stati Uniti fornirà all’economia 787 miliardi di dollari (620 miliardi di euro) tra questo e l’anno prossimo, senza contare gli oltre 700 stanziati nel 2008 per sostenere il sistema finanziario.

L’Unione Europea si è mossa in ordine sparso e ogni governo ha guardato alle crisi più pesanti nel proprio cortile (le banche per il Regno Unito, l’industria automobilistica per la Germania, la disoccupazione in Spagna e il debito pubblico in Italia), variando così ripartizione e entità di ogni dei singoli pacchetti. Sommati arrivano a 350 miliardi di euro spalmati in più anni, in cui vanno considerati anche lo sforzo messo a carico sul bilancio comunitario: 30 miliardi per progetti comunitari e 50 a sostegno dei paesi dell’Est europa.

Non mancano però i punti comuni che li rendono in qualche modo confrontabili: negli aiuti alle famiglie lo sforzo maggiore lo ha fatto la Germania con 20 miliardi di mancate entrate per la riduzione delle aliquote fiscali, segue la Spagna con 14 miliardi. Nella riduzione del peso fiscale per le imprese e nel sostegno ai flussi di credito testa a testa tra Spagna e Francia (17 a 16 miliardi). Negli investimenti in infrastrutture stravince le Germania (25 miliardi).

Discorso a parte per l’Italia, secondo l’Fmi solo lo 0,2% del Pil – poco meno di 2,8 miliardi e un decimo della media mondiale – è utilizzabile come stimolo: qualche modifica in corsa alla Finanziaria e i due miliardi del dl anti-crisi che ha incentivato gli acquisti di auto moto ed elettrodomestici. Il governo dichiara invece un pacchetto da 40 miliardi di cui 16 nel 2009. La spiegazione di tale discrepanza sta nella relazione del ministero del Tesoro (Ruef): “Il governo è intervenuto soprattutto anticipando l’approvazione della manovra a giugno. A settembre quando la crisi finanziaria si è rivelata nella sua gravità, pur prevedendo interventi sostanziali non ha alterato gli effetti della manovra” che prevedeva il taglio della spesa pubblica di 59,4 miliardi in 3 anni. Una scelta mai rinnegata e che zavorrerà la ripresa nazionale.

°°° Intanto, burlesquoni e tvemonri continuano a sparare cazzate ew a ripetere che andrà meglio… Certo che andrà meglio. Per tutti gli altri Paesi che HANNO UN GOVERNO! Non certo per l’italietta devastata da questi cialtroni.

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E chi se ne frega?

(La Stampa)

Notte in cella per Fabrizio Corona.
Il fatto si è verificato a Montecarlo dove il fotografo era in vacanza con la fidanzata Belen Rodriguez.
Corona, – rivela il settimanale “Diva e donna” in edicola – lasciata Belen in albergo, esce in auto in compagnia di un amico che è alla guida e prende una strada in controsenso.
È notte, i due vengono bloccati, nasce una rissa, Corona prende parecchi colpi, viene fermato dalla polizia monegasca e passa la notte in cella. Ora Corona e il suo legale, Giuseppe Lucibello, stanno valutando se avviare azioni legali.


°°° Ecco l’italietta delle banane di silvio berlusconi: il paese che “lui ama”. Stolide marchette che diventano divi della tv e dei giornalacci di gossip, zoccolette minorenni o appena maggiorenni che aspirano a diventare ministre, zoccole più navigate che diventano ministre, parlamentari, parlamentari europee… e l’Italia va a rotoli, COME LA CARTA IGIENICA, e non conta più una mazza nel mondo. Ma poi, questa marchetta arrogante e zotica di corona, che non ha mai lavorato un solo minuto nella sua miserabile vita… ma com’è che è perennemente in vacanza? Traffico? Spaccio? Mi fa ridere solo una cosa: sfoggia una bella figa come Belen, la porta a Montecarlo e, invece di trombare come un leone in calore (come vorrebbe far credere a tutto il mondo della bassa macelleria del suo idolo)… esce con un amico più stronzo di lui e si fa pestare come una lombata e poi finisce regolarmente col passare la notte in galera. E la gnocca? Aspetta lui, la gnocca! Seeeeeeee… Una bella coppia:

UNA BELEN E UN BELIN

belen

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Esempio da seguire

La ricetta di Noceto: giochi, sport, teatro come alternative
Dopo il suicidio del 12enne che aveva visto un’esecuzione sul piccolo schermo
Nel paese che ha spento la tv
“Così salviamo i nostri bambini”

di STEFANIA PARMEGGIANI

Nel paese che ha spento la tv “Così salviamo i nostri bambini”

NOCETO (PARMA) – Lo decisero 13 anni fa. Quasi un passa parola, famiglia dopo famiglia, casa dopo casa. E così una sera, in quel borgo alle porte di Parma, improvvisamente tutti spensero la Tv. Centinaia, migliaia di televisori oscurati, muti, quasi partecipi dell’immenso dolore di una comunità.

Un gesto di rabbia, una rivolta civile contro le trasmissioni che mandavano in onda di tutto senza curarsi delle conseguenze. Che a Noceto furono imprevedibili e drammatiche. David, un bambino di 12 anni, dopo avere visto l’esecuzione di una sentenza capitale aveva deciso di imitare la scena per gioco. Morì impiccandosi. Non c’erano parole, nessuna spiegazione che alleviasse il senso di impotenza, solo la rabbia che doveva essere arginata. Come? Prendendo in mano il telecomando per cancellare modelli sbagliati e oscurare immagini troppo crude. Iniziò così la settimana della creatività, che dal ’96 cerca di evitare la deriva di una televisione babysitter e che ogni mese di maggio trasforma i 1.200 bambini di Noceto da spettatori a protagonisti.

All’inizio il messaggio era esplicito: “Spegni la tv, accendi la fantasia”. “La nostra è una battaglia pesantissima – spiega il parroco don Corrado Mazza – perché non vogliamo demonizzare un mezzo, ma solo evitare che rubi l’infanzia”. “Negli anni abbiamo spostato l’accento – continua il sindaco Fabio Fecci – e oggi non invitiamo più direttamente a spegnere la televisione, ma promuoviamo un’alternativa”. Corsi di teatro, laboratori di pittura, letture animate, giochi antichi, giornate dedicate allo sport, doposcuola della parrocchia, incontri con i genitori, cineforum, serate di riflessione, percorsi lunghi un anno per distogliere gli sguardi dal teleschermo, una miriade di attività coordinate che non tralasciano nulla, neppure il tragitto da casa a scuola. Qui, infatti, passa il piedibus, vigili urbani che accompagnano i bambini lungo le strade della città.

Nessuno si è sottratto al compito perché – è convinzione diffusa – gli influssi della televisione sui bambini sono chiarissimi: “Più chiacchierano senza dire niente – spiegano le insegnanti Enrica Alinovi e Gabriella Grisenti – più capiamo che sono stati troppo di fronte alla tv”. Per questo, osserva il dirigente scolastico Paola Bernazzoli, da anni i bambini partecipano a laboratori in cui fanno gli attori, i costumisti, gli sceneggiatori, i registi, i musicisti… E il risultato viene portato in piazza proprio nella settimana della creatività.

Antonio Caffarra, il pediatra del paese, ha cresciuto insieme alla moglie Daniela, quattro figli senza televisione: “Per anni non l’abbiamo avuta e quando ci è stata regalata l’abbiamo lasciata spenta”. Nel paese sono in molti a pensarla come lui, la creatività è diventata una strategia educativa condivisa. È servito tutto questo? I bambini a Noceto guardano la televisione meno che altrove? “E’ difficile dirlo – conclude il sindaco Fabio Fecci – ma sicuramente sono meno soli”. I più deboli, i più fragili, o semplicemente chi ha entrambi i genitori impegnati tutto il giorno, ha un’alternativa alla televisione come babysitter. “Proviamo a sottrarre il compito di educare alla televisione – conclude il parroco – ma anche se la battaglia continua a essere pesante, non ci arrendiamo, l’infanzia è tutto”. Rappresenta il futuro, che non può essere dettato dal palinsesto televisivo.

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Va,va, che ce ne liberiamo…

(da Dagospia)

GIOVEDì è prevista UNA DRAMMATICA RESA DEI CONTI TRA BERLUSCONI E IL RIBELLE FINI – LA STRATEGIA DEL CAV.: elezioni anticipate, TRIONFO, RIFORMA PRESIDENZIALE, QUIRINALE – RAI-NOMINE STOP FINO ALLE EUROPEE: GIANFRY CONTRO MINZOLINI AL TG1, VUOLE MAZZA
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La resa dei conti è prevista per giovedì a pranzo quando Silvio Berlusconi e
Gianfranco Fini si incontreranno per un faccia a faccia che si preannuncia drammatico.

Il Nano Rialzato si è ormai convinto che Fini porta avanti un suo progetto personale d’intesa con parte della sinistra e particolarmente con la detestata Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. Troppi i segnali di guerra elencati dal Cavaliere del Cialis: l’appoggio incondizionato di Fini alle esternazioni a volte improprie di Giorgio Napolitano soprattutto in materia di decreti legge, la paralisi sulle nomine Rai che An tiene bloccate, i veti e le critiche alle candidature nelle liste per le europee sfociate addirittura con l’editoriale di “Fare Futuro”, che Gianfry ha smentito ma che è considerata la vera arma in mano al presidente della Camera.
Fini e Berlusconi

Disagio e sbando anche tra i colonnelli di An, spiazzati in ogni momento dalle esternazioni di Fini. L’unico a tenersi fuori dalla bagarre è Altero Matteoli che ha preso le distanze dai vari La Russa, Gasparri, Alemanno.

Lo scontro a cosa può portare? Ad una resa dei conti dentro la Pdl. Berlusconi non vuole fare l’errore commesso con Casini e forte della sua popolarità si sta convincendo che bisogna far saltare il tavolo e cominciare a pensare ad elezioni anticipate da abbinare alle regionali dell’anno prossimo.

Una vittoria schiacciante gli consentirebbe di puntare dritto al Quirinale facendo una riforma presidenziale a sua immagine e somiglianza. Su questa linea si muoverebbero compatti non solo tutti i dirigenti di Forza Italia stufi delle prepotenze di An ma gran parte anche dei peones aennini sempre più lontani da Fini.
Altero Matteoli

I FINI DELLA RAI
L’attuale stop alle nomine Rai è sopravvenuto allorquando sono spuntati questi nomi per le direzioni dei Telegiornali: se al Tg2 il nome conclamato è Mario Orfeo e al Tg3 è benvisto l’arrivo di Bianca Berlinguer, la novità riguarda il solito Tg1: tramontato il nome di Mimun è sbucato quello dell’inviato de La Stampa, Augusto Minzolini.

A questo punto, Fini ha fatto saltare tutto. E no, ha ribattutto Gianfry al Reuccio di Arcore, se è Minzolini il vostro candidato e non Mimun, allora è mejo il mio Mauro Mazza (destinato a RaiUno). E su tale diatriba, Berlusconi ha di fatto rinviato tutto a dopo le Europee che dovrebbero premiarlo con un plebiscito di voti. A quel punto, con la corona i testa, non c’è Fini che tenga e la mazza ce l’avrà in mano lui.

°°° E se invece Franceschini recupera, ma perde le europee e si dimette? E se arriva Bersani che ricompatta tutto e arriva al 35% ? E se Di Pietro arriva al 10% e la sinistra comunista a un altro 10% e… SI UNISCONO E GLI FANNO IL CULO COME UNA CASA E LO CACCIAMO FINALMENTE AFFANCULO?

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SILVIO, CIàPA UN HOT DOG E VAI A CASA!

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