Scvimmiette sardegnole: il sindachetto di Cabras soffre il caldo…

Un ministero anche in Sardegna, la proposta del sindaco di Cabras

“Un ministero anche in Sardegna”, la proposta del sindaco di Cabras

di Claudio Zoccheddu Cristiano Carrus: «Non si tratta di una provocazione: è una proposta seria e motivata». Lettera a Berlusconi: «Ridurrebbe di molto i costi per le amministrazioni locali»

°°° BRAVO! VOGLIAMO LA CARFAGNA A POMPU e  la BRAMBILLA  a LISCIA DI VACCA!!!

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Qualche verità (FATE GIRARE!)

Prendo spunto da un bel pezzo di Marco Bucciantini del 14 febbraio 2009

“E’ la svendita di un patrimonio allo straniero di Arcore, al razzismo leghista”, accusa la mia amica (e cugina onesta del prestanome di Mafiolo) Claudia Zuncheddu, sardista, che ha fondato i Rossomori, evocando Emilio Lussu e portando almeno una parte degli indipendentisti in appoggio a Soru. Il sostegno del sedicente partito sardo d’azione a Berlusconi è davvero STOMACHEVOLE: la bandiera dei quattro mori su sfondo bianco e croce rossa, a sventolare su Villa Certosa è il peggior simbolo della colonizzazione. E’ la fotografia dei sardegnoli invertebrati che vendono il culo per qualche briciola. Siamo di nuovo COGLIONIZZATI E RINCOGLIONIZZATI… La residenza del mafionano è il monumento che si è costruito in barba alle leggi, ai lavoratori, ai pensionati, ai milioni di nuovi poveri che il suo regime malavitoso e incapace ha provocato, e ai sardi onesti. La reggia di Punta Lada è anche un monumento all’abusivismo più mafioso, ma Tremonti condonò e la villa ora può essere mostrata nella sua interezza agli ospiti. Prima che il Cavaliere l’acquistasse era una semplice casa colonica, proprietà di Flavio Carboni, il faccendiere sardo coinvolto nell’omicidio del banchiere Roberto Calvi. Adesso è una provincia con il parco che ha rimpiazzato i sessanta ettari per il pascolo, poi l’anfiteatro, il campo di calcio, il bunker in caso di attacco nucleare da parte dei suoi pusher, i laghetti artificiali. I sardisti stanno dunque con il conquistatore. Il segretario del Psd’Az è Efisio Trincas, che quando era sindaco di Cabras fu indagato per abusi edilizi in zone di particolare pregio e chiese allo Stato italiano di tradurre l’atto in dialetto sardo, prima che gli fosse notificato. Un sardismo da barzelletta. Di lui si ricorda la battaglia contro gli omosessuali: eppure il Psd’Az si era sempre speso in difesa delle minoranze. Trincas è anche (passatemi il termine ardito) l’uomo che ha ucciso Cabras e le sue potenzialità.

UN COMITATO D’AFFARI
Dalle ambizioni personali di un gruppo che ha svenduto l’anima si passa al comitato d’interessi. Quello che vuole “togliere i lucchetti che Soru ha messo alla Sardegna”. Da 30 anni Berlusconi fa affari sull’isola e CONTRO LA SARDEGNA, grazie al domestico e prestanome Romano Comincioli, plurindagato (faceva da tramite con il suddetto faccendiere Carboni), assolto dalle leggi ad personam volute proprio per salvare l’amico di Arcore, e ripagato alla maniera solita di Mafiolo: con un seggio al Senato. La sua firma appare anche in cambiali passate a uomini della Banda della Magliana per poi finire nelle mani di Pippo Calò, il cassiere della Mafia. Ma non importa. Lui è l’uomo di fiducia di Berlusconi in Sardegna. E lo si è visto nello scorso turno elettorale. Forza Italia sull’isola ha due potentati: quello di Comincioli e quello di Beppe Pisanu. Il primo è strettamente legato per affari allo studio di commercialista del padre di Cappellacci, Giuseppe. Il secondo è nume tutelare del sindaco di Cagliari Emilio Floris: la scelta di candidare Ugo Cappellacci dimostra i rapporti di forza: Comincioli è un vecchio compagno di classe di Berlusconi che, si sa, tende ad affidarsi a questi sodali di lunga data. Ed è stato infatti il senatore a tessere gli accordi con i sindaci del nord dell’isola, scesi in campo per Cappellacci, nelle liste provinciali, a costo di sguarnire o comunque di complicare l’attività delle giunte comunali.
L’accolita intorno a Comincioli serve meglio al disegno di Berlusconi “contro la Sardegna dei vincoli”. Vuol prendersi la Regione, e con essa le terre che Soru ha provato a blindare. Fu il governo Berlusconi, nel 2005, ad impugnare davanti alla Consulta la salva-coste. Quella legge ha imbrigliato la mitica, faraonica Costa Turchese, evoluzione di quell’Olbia 2 che Berlusconi, Cappellacci sr. e Comincioli già avevano in mente a fine anni 70. Eccola, la loro oasi: 525.000 metri cubi di cemento su 450 ettari di terreno, 385 ville, due alberghi da 400 posti letto, 995 appartamenti in residence, 1 centro commerciale sulla costa nord-est. Tutto rispolverato allorquando il Tar rivelò un quadro normativo lacunoso sui piani urbanistici, sentenza che scatenò gli appetiti della Finedim di Marina Berlusconi, che ripropose l’idea, con una “chicca”: lo sventramento della spiaggia per realizzare un canale navigabile e collegare il mare con un porticciolo da costruire ex novo. Quel quadro normativo è stato puntellato da Soru, e si è impedita la violenta colata di cemento.

LA FIGLIA DEL SINDACO
Questo sbilanciamento sul gruppo Comincioli-Cappellacci, però, poteva erodere il consenso del Pdl nel capoluogo, dove Floris amministra in guerra con Soru, intento dichiarato la scorsa estate, in vista proprio delle elezioni: “Nessuna trattativa con il signor Renato Soru”. E così restano chiusi nel cassetto 220 milioni di euro di investimenti su Cagliari e oltre 1200 posti di lavoro. Una città paralizzata, con il Betile, museo regionale d’arte nuragica e contemporanea disegnato dall’anglo-irachena Zaha Hadid, rimandato a chissà quando. Cotanto zelo era l’annuncio di una candidatura di Floris, condivisa nel centro destra, e il sindaco poteva dunque essere mortificato dalla scelta di Cappellacci. Questo rischiava di compromettere l’impegno dello stesso amministratore nella campagna elettorale e intiepidire i fan del capoluogo. Berlusconi ha rimediato alla sua maniera: la figlia del sindaco è nel listino del presidente. E Rosanna è perfino commovente: “Fin da piccola volevo fare politica, ma l’ingombrante presenza di papà mi intimidiva”.

L’EDITORE
Nella foto di gruppo c’è anche un altro amico-servent del Cavaliere: “l’editore” Sergio Zuncheddu, altro candidato mancato ma meno rancoroso di Floris. Il sedicente editore pubblica il quotidiano di regime l’Unione Sarda, che da 4 anni picchia durissimo – seppure con uno stentato italiano – su Mr.Tiscali. Zuncheddu controlla anche le alcuni videocitofoni regionali che nessuno ci invidia, come “Videolina. Come il suo proprietario, parte dall’edilizia, dalle Città Mercato. A Capoterra, su un terreno che nel 1969 fu trasformato da paludoso a edificabile, e da avamposto di caccia dei cagliaritani si rivalutò enormemente, e che due mesi fa ha scontato con alluvioni e morti quell’affronto alle leggi della natura, Zuncheddu ha spadroneggiato con le centinaia di case costruite dalla sua cooperativa sullo stagno di Santa Gilla.

CAPPELLA
Ugo non è quella CACCHINA INESPRESSIVA degli spot sorridenti confezionati dal pubblicitario Gavino Sanna. È vaccinato ALLA MALAVITA pure lui: è stato per anni al comando della Sardinia Gold Mining: una grande truffa che ebbe nel 1998 in concessione dalla Regione il territorio dei comuni della Marmilla. Si cercava l’oro, e il prezzo
per la multinazionale fu ridicolo, mentre enorme è il danno ambientale, cui è difficile trovare argine, dopo il fallimento
della società mista di capitale italiano, canadese e australiano. Cappellacci è stato presidente per quasi tre anni di quell’impresa e si dimise nel 2003 per entrare come ragioniere nella giunta regionale guidata da Italo Masala: a fine mandato. Grazie alla sua abilità,
il debito della Sardegna sarà di 3 miliardi e mezzo di euro. Un record. Lo prende in cura Floris, e lo fa assessore al bilancio del comune di Cagliari:
e il bilancio va immediatamente in rosso.

ORA E’ TEMPO DI CACCIARLI VIA TUTTI, DAL PRIMO ALL’ULTIMO, A CALCI NEL CULO.

cappella

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Ennesimo scippo

Montecitorio. L’esecutivo boccia due ordini del giorno sui trasporti presentati dai parlamentari isolani
Aerei, caos della continuità
il governo dice no ai sardi

°°° SCIPPATA ANCHE LA MISERA CONTINUITA’ TERITORIALE.
Saranno contente le scimmiette che hanno creduto alla panzane miracolistiche del nano cazzaro e del suo fattorino. Ma forse saranno contenti anche tore cherchi e antonello cabras, che hanno spinto il Sulcis a votare per Mafiolo, pur di fare un dispetto a Soru. Che gli frega a loro? Mica hanno mai pagato i viaggi…

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Nonno Salis

Mio nonno, quando andava al bar la domenica mattina a bere le sue due o trenta vernaccine (la nostra vernaccia è tipo il brandy invecchiato), appena il barista gli metteva davanti il bicchierino tipico (formato ditale)… prendeva con calma il bicchiere e lo metteva fuori, sul marciapiede: “Tu sei troppo piccolo e non puoi entrare.”

Nonno Francesco era un bellissimo uomo, alto, profumato, con gli occhi chiari e i capelli sale e pepe. Aveva 70 anni quando l’ho conosciuto io e mi insegnava a bere vino di nascosto. Pantaloni di fustagno, scalzo, cinturone di pelle, camiciona bianca immacolata e corpetto nero. Era rimasto vedovo da giovane e a 87 anni è morto, lasciando sconsolate le sue fidanzate del circondario. La più giovane aveva meno di 20 anni. Ma lui era potente e arzillo, nature: senza cocaina né pozioni magiche. Mica impotente, cazzaro, e fasullo come chi sapete voi.
Nonno era Capitano della draga dello stagno, pescatore, e Capitano dei Barracelli (cittadini che si costituiscono in ronde e girano per le campagne, per combattere l’abigeato, i bracconieri, e le devastazioni dei raccolti ad opera dei ladri e dei cacciatori incivili). Tutti giravano armati, i barracelli, lui no. Ma quando era di servizio lui nessuno si azzardava a commettere illeciti e persino i merli e i corvi riportavano la frutta e le sementi rubate l’anno prima. Amatissimo e rispettatissimo, non ha mai mancato un solo giorno di lavoro. Si imbrilliva solo il sabato, ma beveva più alcool lui che tutti i discotecari del sabato sera in tutta Italia, isole comprese. Salvo qualche sana scazzottata con i soliti bulli che venivano da fuori a rompere i coglioni (ma nonno Francesco li stendeva e diligentemente li ammucchiava sotto il monumento ai caduti. Così raccontano gli storici del paese.), l’unica sua intemperanza da brillo era: fare le previsioni del tempo a voce alta, con suo cugino “Carraxiu”, mentre tornava a casa verso le due del mattino. I paesani non si scocciavano, anzi, prendevano appunti: non sbagliava mai!
Mi ricordo che il nostro cortile, un po’ più grande dello stadio S.Elia, era percorso da fili tesi: metà per mia madre che vi stendeva i panni, metà con le bottarghe ad asciugare. Oggi un chilo di bottarga nostra, di S.Giusta, costa un po’ meno di un bilocale a MIlano. La domenica mattina, dicevo, si metteva due bottarghe di muggine in una tasca dei pantaloni, mezza forma di pane fatto in casa nell’altra, lavato – stirato – e pettinato, rigorosamente scalzo e coi calzoni romboccati, usciva e girava a destra: girando a sinistra c’era la Basilica di S.Giusta, a venti metri. Se ne andava al bar de “Sa Panga“: l’unica piazzetta del paese, quella col monumento di fronte allo stagno. Partiva la raffica delle vernaccine e molti si sbronzavano alla terza. Non lui! Un morso di pane, uno di bottarga, e giù vernaccina. Leggenda vuole che una domenica mattina si trovò a Cabras con suo cugino e ordinò venti litri di vernaccia (anche a Cabras è molto buona). “E su stresciu?” (E il recipiente?”) chiese la signora del bar. “Ita stresciu?! – rispose nonno – Deu pigu doxi litrusu, fadibi miu ottu...” (Che recipiente? Io contengo 12 litri, mio cugino otto…). Un saggio. Un mito vero per tutta la provincia. Un grande teatrante. “Se avessi il culo come la tua faccia, mi vergognerei di cagare.” disse una volta a un deputato che era venuto in paese per la campagna elettorale. Nonno gli disse questa frase tranciante in pieno silenzio nel bar più popolato e uscì platealmente. Gassman non avrebbe saputo fare di meglio. Quel politicante non pigliò nemmeno un voto nella zona e venne trombato.
Al sindaco, che cercava di giustificare qualche magagna che riguardava lo stagno e gli sfuggiva da un po’, disse in piena processione del Corpus Domini: “O Luigi! Tu sei un pezzo di merda. Solo che della merda hai la puzza, ma non la sostanza! Non farti vedere in piazza o ti disfo.
E un giorno, a un vicino vedovo anche lui e invadente, che si piazzava in casa nostra sempre all’ora di pranzo… Visto che nonno aveva portato delle belle anguille grasse (le nostre erano le migliori del mondo) e il vicino lo metteva in questione e non se ne voleva andare… e nonno si era rotto le palle di avere sempre questo intruso a pranzo… verso l’una e mezza: quasi un’ora in ritardo sull’orario consueto del desinare, appena il vicino sgarrò e disse. “Beh, quasi quasi me ne vado… voi dovrete anche pranzare” (in sardo, naturalmente). Nonno ebbe il guizzo del genio e gli rispose: “No, nou, abarra puru: tanti, fi’ansa candu non t’inciànddasa nosu no pappàusu.”
(No, no, rimani pure: tanto, finché non te ne vai, noi non mangiamo.”
FULMINATO! Non si è più visto.
Bello, nonno Francesco.

bandito

lucio3

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Io non c’entro

Un amico, qualche giorno fa, mi ha rimproverato di essermi schierato contro Soru e quindi Mr. Tiscali avrebbe perso le elezioni per colpa mia. Non scherziamo, non ho tanto potere. Lui mi ha citato una mia lettera che gira in rete, che è questa:

SADALI Sabato 16 Giugno 2007

Egregio Governatore Soru,

Come sta? Spero tanto che le critiche dei destronzi o i mal di pancia all’interno della sua maggioranza non la turbino più di tanto. Per correttezza e per onestà intellettuale, le dico subito che renderò pubblica questa lettera.

Tanto lei non la leggerà nemmeno e non mi risponderà, come non ha mai risposto alle mie telefonate né alle mie numerose email. Non voglio nemmeno pensare che lei si sia circondata da una caterva di minus habens che non saprebbero nemmeno andare da soli a comprare un pacchetto di sigarette. Sa, di quelli che sbagliano marca o sbagliano strada o quelli che balbettano davanti alla tabaccaia tettona e tornano sempre – come Lassie – ma con una confezione di preservativi al posto delle sigarette. Tantomeno, voglio pensare che ella si sia circondata da leccaculi inutili, come la maggioranza dei politicanti nostrani. Lei è diversa, Governatore.
Lei ha le idee chiare ed ha fatto alcune cose positive, al contrario di quasi tutti i suoi predecessori che nulla hanno mai fatto di buono per la Sardegna. Escludo dalla pletora il mio carissimo amico Mario Melis. Monumento di carattere, di cultura, di ironia e di autoironia. Ella, signor Governatore Soru, ha fatto anche un bel po’ di pasticci: non ne faccio l’elenco ché sarebbe troppo lungo e qualcuno dei suoi sottoposti non riuscirebbe a trarne un sunto. Io le ho portato (a lei e alla coalizione) circa ventimila voti, Presidente. Mi sono fidato di lei. Mi sono affidato, come sardo, a lei. Non ci crede? Si ripresenti candidato e provi a fare i conti, dopo lo spoglio. Vede? Glielo dico in anticipo: non la voterò e non la farò votare una seconda volta. Perché?

Primo, perché non se lo merita.
Secondo, perché non ho mai avuto bisogno di favori. Ho sempre vissuto grazie al mio talento e alla mia fatica. Addirittura li ho rifiutati i favori. Così come ho rifiutato SEMPRE le scorciatoie propostemi dai politici. Provi a chiedere ad Andreotti, a Martelli (e al suo allora segretario Restelli), a Pisanu, a Giorgio Carta, a Gianni Pilo, ad Alberto Dell’Utri (gemello del pregiudicato plenipotenziario di Burlesquoni), e tanti altri che non sto a sciorinare. Persino il potentissimo Armandino Corona volle conoscermi, quando lavoravo a Radio Uno nei primissimi anni 80. Tutti mi offrirono le chiavi di qualche cosa: della Fininvest, della Rai, del Cinema, di Montecitorio… Sa cos’ho sempre risposto, caro Governatore?

NO, GRAZIE.
Sono un uomo libero e voglio guardare dritto in faccia me stesso e i miei quattro figli. Voglio guardare in faccia i miei amici, i miei ammiratori e anche i miei nemici. Non sarò MAI ricattabile. Bene. Perché le dico questo? Per un motivo molto semplice, Governatore mio.
Dopo oltre quarantacinque anni di carriera, una carriera – mi creda – fortunata e irripetibile, sono tornato qui e mi sono messo a disposizione sua e dei sardi, soprattutto dei giovani. Per mettere su un tavolo e condividere tutta questa enorme esperienza, tutto il mio amore, il mio sapere, e il mio entusiasmo per alcuni mestieri che sono i più belli e difficili del mondo: scrivere, recitare, far ridere. Sono tornato qui, cinque anni fa, ed ho trovato un deserto culturale che il Sahara in
confronto è l’Oceano Pacifico. E sto morendo d’inedia, mentre i quaquaraquà prosperano. Lasciamo stare il suo povero predecessore, ma anche a lei della cultura, caro Presidente, non importa un fico secco. Lei continua a foraggiare dei malati di mente – senza nessuna personalità né talento, senza l’ombra di un curriculum vitae almeno da oratorio – ominicchi che non sono mai stati nemmeno a Civitavecchia (e se ci vanno, si perdono già alla stazione), non hanno MAI nemmeno sognato di fare un due per cento delle cose che io a vent’anni avevo già assaporato.

Perché la mia carriera è irripetibile? Semplice, oltre alle cose che ho fatto e che sanno anche le pietre (ma forse non sanno i suoi sottoposti, per i quali il mondo finisce con videolina o sardegna uno o qualche altro videocitofono cittadino) , ho avuto modo di lavorare, di portare il caffè, di pranzare, di scherzare, “rubando” loro – umilmente e con protervia – il mestiere in ogni attimo, con i più
grandi musicisti del mondo, coi mostri sacri del cinema e del teatro mondiale: da Stefano Satta Flores ad Arnoldo Foà, da Gastone Moschin ad Antonella Steni, da Federico Fellini a Nanny Loy, da Sergio Leone a Ugo Pirro, per scendere fino a Pupi Avati, Pasquale Festa Campanile e Giuliano Montaldo. Non parliamo di Fabrizio De Andrè, da me scoperto, lanciato, e fatto innamorare della Sardegna o di Rino Gaetano. E non parliamo nemmeno dei miei quasi vent’anni di radio, come protagonista. E nemmeno, pensi, dei miei quattro anni di televisione, dove sono ancora recordman di ascolti e
gradimento e dove ho fatto, unico comico italiano insieme con Giorgio Faletti, TUTTI i maggiori programmi comici di uccesso degli ultimi trent’anni: DRIVE IN, STRISCIA LA NOTIZIA (ideato e scritto per un intera stagione anche da me ), ZELIG. Volenti o nolenti, caro Governatore, sono l’Artista sardo più amato e rispettato in seimila anni di storia.
Sono “la Sardegna”. Ovunque e per chiunque, ma non per lei e la sua giunta.
Io volevo e voglio solo rendermi utile alla mia gente, caro Presidente. Non ho chiesto né onori né prebende. Ho chiesto solo un incontro per renderle palese questa mia disponibilità. Per studiare insieme il modo migliore per “sfruttarmi”. Lei non mi ha MAI degnato di una risposta. Elserino Piol non sarebbe orgoglioso di lei, come non lo è la stragrande maggioranza dei sardi. E se lei avesse amici veri, non sarebbero orgogliosi nemmeno loro, perché se ne avesse, caro Governatore, voglio sperare che sarebbero comunque educati. Almeno loro. La ringrazio per l’eventuale attenzione e la saluto cordialmente.

Lucio Salis
www.cappittomihai.com

°°° Bene. Ovviamente soru era troppo preso da mezzeseghe di cantantine sarde (io ero uno dei migliori amici di Maria Carta…) e da quello che si spacciava per anni come “mio fratello” e che scopiazza ancora Venditti, Guccini, dalla, ecc. piero marras. Per inciso, suo fratello si spaccia da anni per me sull’unione sarda, ma (controllate sull’annuario dei giornalisti) non esiste nessuno col mio nome. Ho scritto per giornali veri molto più di questo signore, ma non tollero gli anacronistici ordini e quindi non ho mai chiesto la tessera di giornalista. Bene. Soru non ha risposto a me (come non ha risposto ad altri amici col cervello e con le palle), si è circondato di scimmiette yesman e si è presentato – certo della sua forza e del suo potere – alle primarie del PD. Sapete dove ho indirizzato i miei voti e quelli dei miei amici? Su Antonello Cabras. Che l’ha battuto! Per queste ultime regionali, e i miei amici di myspace lo sanno bene (e di amici che leggono il mio blog ne ho CENTOSESSANTAMILA), ho votato e fatto votare per l’IdV che, stranamente, ha RADDOPPIATO I VOTI.
I voti a soru sono mancati in Ogliastra e soprattutto nel Sulcis, dove ci sono: Carbonia, S.Antioco, Iglesia, Cherchi, Cabras, e l’eurallumina… pensate un po’ se il mio amico se la doveva prendere con me!

grafico

poll

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Carbonia. Leggete tutti attentamente!

Cari amici, sta succedendo un fatto gravissimo! Da circa un anno, io e i miei collaboratori ed amici, sparsi in Sardegna e in Europa, stiamo lavorando a un progetto potentissimo per creare cultura ed ECONOMIA a Carbonia e nel Sulcis e, di riflesso, in tutta la Sardegna. Il progetto si chiama “EASY CARBONIA” e mira a far diventare la città, e il Sulcis tutto, l’epicentro degli interessi artistici, culturali, artigianali e turistici di tutta l’isola. Carbonia come polo d’attrazione. “EASY CARBONIA” è figlia di un mio vecchio progetto analogo, che si chiamava “TEVERE EXPO'” e avevamo fatto vivere a Roma negli anni ’80: faceva girare quindici miliardi al mese!
Per dire che SAPPIAMO QUELLO CHE FACCIAMO, insomma, non ci stiamo improvvisando.
Bene. A metà novembre scorso, il sindaco Tore Cherchi mi dà l’OK e, in attesa della delibera ufficiale, ci rituffiamo a lavorare per preparare nei minimi dettagli l’allestimento del progetto. NOI SIAMO PRONTI. Scrivo al sindaco che è URGENTE che io mi trasferisca a Carbonia: devo studiare le location, conoscere le realtà culturali e commerciali, selezionare i giovani da inglobare nello staff. Nessuna risposta. Due mesi fa, chiamo il sindaco perché devo rilasciare alcune interviste (ogni tanto me le chiedono). Oltre a qualche radio, mi vuole intervistare la più prestigiosa rivista italiana. Devo parlare di come vivo ora, di dove vivo, di quali sono le attrattive della mia città… Chiedo a Cherchi se posso parlare di Carbonia, come se stessi già abitandovi, di cosa gli preme che io dica. Posso parlare del progetto che sta nascendo? “Certo, fa lui, dì che stiamo lavorandoci.” Bene. Faccio l’intervista e riscrivo a Cherchi: il tempo vola, dobbiamo assolutamente partire per Pasqua in modo da essere rodati per maggio/giugno e sfruttare al 100% le possibilità di fare economia col flusso turistico. Dobbiamo preparare i ristoratori, rilanciare alberghi e agriturismi… Nessuna risposta. Ma che bel modo di tenere i rapporti! Dieci giorni fa, sento Antonello Cabras per un’altra cosa e gli chiedo se può parlare con Cherchi per sveltire la procedura. E’ interesse anche suo e di S.Antioco… “Lo vedo tra un’ora e gli parlo.” mi dice. Dopo circa un’oretta, mi arriva una stranissima telefonata dall’assessora alla cultura Maura Saddi: “Ma non l’hai ricevuta la mia email?” No. Certo che no: leggo tutto e rispondo alle circa seicento email e msg che mi arrivano ogni giorno. Insomma, mi dice quattro fesserie e mi manda finalmente la mial, eccola:
“From: Maura Saddi
To: lucio@capittomihai.com
Cc: Salvatore Cherchi
Sent: Friday, March 06, 2009 7:09 PM
Subject: Progetto “EASY CARBONIA”

Carissimo Lucio,

questi giorni abbiamo esaminato con il Sindaco, sempre attento verso le proposte per lo sviluppo della Città, il tuo Progetto che a lungo e in modo circostanziato mi illustrasti lo scorso autunno a Carbonia.

Il tuo “EASY CARBONIA”, progetto originale e ambizioso, come è giusto che siano le imprese importanti, non potrà in questo momento, nonostante la volontà, avere finanziamento. L’Amministrazione per rispondere al suo programma di mandato deve concludere i progetti intrapresi che sono numerosi e onerosi, non di meno, il territorio del Sulcis , come saprai vive in questi ultimi tempi una forte crisi economica, le sacche di povertà e di urgenze riferite ai bisogni più basilari fanno piegare verso una politica di rigore e di appoggio alle necessità dei cittadini. I Sindaci del territorio sono impegnati a monitorare la crisi che si prospetta lunga e difficile e il sindaco Cherchi che è attivo coordinatore si fa carico dei problemi in modo totale impegnasndosi alla soluzione con tutta la sua competente esperienza .Speriamo bene!

Sono convinta che essendo uomo pieno di risorse troverai nuovi sbocchi forieri di successo.

Con i miei migliori auguri di buon lavoro ti giro anche i saluti del Sindaco che tanto si è raccomandato.

maura saddi ”

COOOOOOOOOSA?! Ma stiamo scherzando?! Ma si può prendere in giro un team di professionisti per circa un anno in questo modo? Ma si può affossare l’UNICO PROGETTO in grado di dare respiro a un deserto culturale ed economico (di cui lei, la zarina, assessore alla cultura avrà pure qualche responsabilità, o no?)? ma si possono gettare nel cesso centinaia (migliaia nell’arco di tre anni) di NUOVI POSTI DI LAVORO? Posti che NON inquinano e potranno dare risorse fresche e migliore qualità della vita a una popolazione bistrattata da sempre. Si può? NO CHE NON SI PUO’. Ma chi è questa signora che pretende di decidere della vita e della morte nostra e dei cittadini di Carbonia? E’ una sedicente artista che nessuno ci invidia; una che ha scaraventato nel cesso una vagonata di soldi per installare in piazza una scultura di Giò Pomodoro (che secondo lei avrebbe portato un mare di turisti…) e che ora, UDITE UDITE, è pronta a spendere altri 600.000,00 (SEICENTOMILA EURO) per “regalare” alla città un’altra scultura di Staccioli!!!
Ora, senza nulla togliere a Staccioli, ma secondo voi – in questa crisi micidiale e con le famiglie che NON hanno i mezzi per sopravvivere – è giusto sperperare 600.000 euro per un pezzo di latta che sta lì, morto, invece che investire in un progetto rivitalizzante che porterebbe DA SUBITO posti di lavoro, turismo, e benessere per tutti? Se per voi è giusto, mandatemi pure a cagare. Se invece volete aiutarmi a far partire IMMEDIATAMENTE “EASY CARBONIA” (prima che lo porti in un’altra zona e in un’altra città), contattatemi subito e creiamo un gruppo di pressione per avere subito la delibera.
Potete dirmi come la pensate qui: lucio.salis@cappittomihai.com.
Grazie per aver letto fin qui. Aspetto le vostre voci.

LA ZARINA DI CARBONIA:

saddi

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