Il diario di Maria alla “corte” di Gheddafi. °°°Mia sorella non c’era: CORTE non ne vuole.

Il diario di Maria alla “corte” di Gheddafi

Uomini armati fino ai denti a posti di controllo. E 3.000 euro per ascoltare la lezione del mummar: «Convertitevi»

(Dal «Guardian»)

MARIA QUANDO TORNA DAL SUO RAGAZZO

cazzotto
MILANO – Ogni ragazza italiana che ha partecipato ai viaggi “culturali” promossi in Libia da Muammar Gheddafi ha ricevuto 3.000 euro. Lo scrive Maria M., 28 anni, che ha permesso al quotidiano britannico Guardian di leggere il diario che ha tenuto durante i suoi sette giorni di permanenza nel Paese africano. Finora sono sei i viaggi organizzati in Libia dall’agenzia italiana Hostessweb di Alessandro Londero, la stessa che ha garantito la presenza di donne italiane ai due incontri sulla cultura islamica tenuti a Roma da Gheddafi, nel 2009 e nell’agosto scorso.

ALLA TENDA – Al suo arrivo a Tripoli, lo scorso ottobre, Maria e altre 19 ragazze hanno ricevuto 3.000 euro prima di essere condotte a visitare il Paese dai collaboratori di Gheddafi. Al termine del giro turistico a siti archeologici, ospedali, suk e all’accademia femminile di polizia, le 20 ragazze sono state portate nella tenda di Gheddafi nel deserto. «Ci hanno fatto salire su autovetture del governo diretti alla tenda di Gheddafi – scrive Maria – a circa 30 chilometri da Sirte c’è un movimento di luci in mezzo al nulla. Siamo stati fermati da uomini armati fino ai denti in tre posti di controllo prima di vedere due enormi tende, una coppia di camper usati come bagni, un generatore grande e rumoroso e centinaia di cammelli»

REGALI E CONVERSIONI – Le ragazze hanno atteso ore prima che comparisse Gheddafi: «Ci ha detto che gran parte dell’Europa diventerà musulmana grazie all’ingresso della Turchia nell’Unione europea e che dovremmo abbracciare la fede di Maometto perché Cristo predisse che sarebbe arrivato un profeta dopo di lui che avrebbe preso il suo posto». Poi «ci ha chiesto se qualcuna di noi fosse interessata a convertirsi all’islam. Ci siamo guardate e poi, incredibile, due ragazze si sono alzate in piedi, cosa che non pensavo avrebbero mai fatto», annota Maria, sollevando il dubbio su eventuali bonus offerti alle due ragazze. Una ragazza che si è “convertita” lo scorso marzo ha confermato di aver ricevuto un «regalo, una forma di aiuto».

LA LISTA D’ATTESA – Londero ha fatto sapere che oggi la lista di ragazze che vogliono incontrare Gheddafi «sembra più lunga della lista di attesa delle persone in visita dal Papa». Il prossimo viaggio in Libia è previsto per il mese prossimo e il direttore dell’agenzia di hostess ricorda che vengono scartate ragazze israeliane e ragazze troppo interessate ai soldi. «Non escluderei che possa tenersi anche nel Regno Unito uno degli incontri che Gheddafi ha tenuto a Roma», ha concluso.

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da Travaglio

Comitato vittime di Al Tappone

La condanna di Mills per essere stato corrotto da Berlusconi, ma non di Berlusconi per aver corrotto Mills, segna una new entry nell’esclusivo Club Vittime di Al Tappone. Ne fanno parte gli scudi umani del premier: il fratello Paolo, più volte arrestato al posto del fratello; Marcello Dell’Utri, condannato (dunque promosso deputato) a 9 anni in primo grado per mafia per il suo ruolo di «cerniera» fra Cosa Nostra e Al Tappone, il quale però non è stato nemmeno processato; Cesare Previti, condannato a 7 anni e mezzo (ed espulso dal Parlamento) per avere, fra l’altro, corrotto il giudice Vittorio Metta per regalare la Mondadori ad Al Tappone, il quale però uscì miracolosamente prescritto; Salvatore Sciascia, condannato (e dunque promosso deputato) per aver corrotto ufficiali della Guardia di Finanza affinché chiudessero gli occhi sui reati fiscali e contabili delle aziende di Al Tappone, il quale però fu assolto per insufficienza di prove; Massimo Maria Berruti, arrestato per aver depistato le indagini sulle tangenti Fininvest alla Guardia di Finanza e condannato (dunque promosso deputato) per favoreggiamento ad Al Tappone, il quale però era innocente e non aveva alcun bisogno di favoreggiatori; David Mills, condannato (e nemmeno promosso deputato) per aver coperto i reati di Al Tappone in cambio di una mazzetta di Al Tappone, il quale non può essere processato. Anzi fa pure l’incazzato, come se avessero condannato lui. Mentre esprimiamo la massima solidarietà agli scudi umani, ci sia consentito un appello: vittime di Al Tappone, unitevi. E fate come Veronica: parlate.

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I disastri di Berlusconi

Terremotati o “clandestini”?
Tensione con gli immigrati

L’AQUILA – Le più spaventate erano le famiglie di filippini nelle tende della fila numero uno. “Adesso ci mandano via tutti, noi stranieri. Adesso ci picchiano. Adesso scoppia la guerra”. Donne e bambini si sono chiusi nelle tende, hanno abbassato anche i teli delle finestrelle che permettono di respirare. In silenzio, ad ascoltare le urla che arrivavano dal campo, dicendo anche ai bimbi di stare zitti, per fare finta di non esistere. Erano le otto di sera di lunedì e la “guerra” era scoppiata da un’ora. “Un ragazzo romeno, 15 anni, grande e grosso, ha picchiato un bambino italiano di dieci anni. E’ successo davanti al gazebo dei clown”. Urla, spintoni, minacce, con i romeni da una parte e gli italiani dall’altra. “Il ragazzo romeno ha picchiato anche la zia del bimbo italiano, che si era permessa di sgridarlo. Il padre del bambino picchiato si è messo a cercare l’altro padre e per tutta sera gruppi avversi si sono inseguiti nel campo”. Sono arrivati i carabinieri e i poliziotti, si sono messi in mezzo e sono riusciti a evitare il peggio. “Andate a casa vostra – gridavano gli italiani – voi che non siete aquilani. In città non vi avevamo mai visto, da dove siete arrivati?”. “Siamo in regola, paghiamo i contributi. Voi siete solo dei razzisti”.

Una tregua è stata trovata solo alle 11 della sera, ma la paura è che basti un altro cerino acceso per incendiare tutto. Alle 2 di notte un altro romeno è stato denunciato per tentata violenza sessuale. Ha cercato di baciare una ragazza italiana. “Ormai da molti giorni – raccontano Cristina e Fabiana – si sentiva che la rabbia verso gli stranieri stava crescendo. E’ bastata una scintilla e la tensione è salita alle stelle”.

La tendopoli di piazza d’Armi, la più grande, è il nuovo “centro storico” dell’Aquila. Ci sono i tossicodipendenti che prima andavano al Sert, ci sono gli ospiti psichiatrici di una comunità. Ci sono, su 1400 persone, 390 extracomunitari, fra i quali 173 romeni, 93 peruviani, 78 filippini. Già in passato ci sono state tensioni. “Nella tenda vicino alla nostra – raccontano Maria e Vincenzo, madre e padre del bambino picchiato – la settimana scorsa i romeni hanno tirato fuori i coltelli. Sono centinaia, qua dentro. Sono arrivati anche da Roma per mangiare gratis. Fanno i terremotati sperando di avere una casa e dei soldi. Il censimento? Non vale nulla. I romeni si scambiano i cartellini di riconoscimento e di notte entrano da un buco che c’è nella rete. Per capire quanti sono, vada in mensa all’ora di pranzo o di cena. Sono quasi tutti forestieri. Debbono andare via tutti, questi stranieri. Se proprio vogliono tenerli, li mettano in un campo a parte e ben sorvegliato. Gli italiani sono con noi”.

Il maresciallo dei carabinieri, subito dopo la rissa, ha detto ai romeni che dovevano andare via, in un altro campo. “Siamo in regola, terremotati come tutti gli altri, e non ci muoviamo da qui”. Il responsabile della tendopoli, Gian Marco Venturoli, ha cercato di mediare. Ha chiesto alla famiglia italiana se poteva accettare un trasferimento in albergo, e la famiglia ha detto sì. “E così siamo noi ad andare via e i romeni resteranno qui a fare danni. Sono diventati i padroni a casa nostra. Il nostro bambino, dopo l’aggressione, ha un occhio nero e non vuole più parlare, nemmeno con noi. Andiamo via perché qui non si vive più. Abbiamo saputo che c’è anche un pedofilo, in questa tendopoli. I politici che sul terremoto fanno tante chiacchiere vengano ad abitare qui per qualche giorno. I delinquenti arrivati dalla Romania fanno di tutto e se tu protesti ecco la loro carta segreta: “sei un razzista”, ti dicono subito. Ma noi vogliamo soltanto rifiutare le prepotenze”.

“Sono state ore molto pesanti – dicono Cristina e Fabiana – Gli italiani da una parte, i romeni dall’altra. Ma noi italiani ci siamo divisi subito. Da una parte chi gridava “delinquenti andate via”, “non potere venire a fare i vostri comodi a casa nostra” e dall’altra quelli come noi che cercavano di fare ragionare. Siamo tutti sotto pressione, siamo stanchi di questa vita, ma l’unica cosa che non ci serve è il razzismo. Lo sapete tutti che anche noi siamo stati emigranti in mezzo mondo. Restiamo uniti per avere, tutti, una vita più decente”.

“Questo – dice Demetrio Egidi, capo della Protezione civile dell’Emilia Romagna, che guida la tendopoli – è un campo troppo grande e molto delicato. Il razzismo purtroppo non mi stupisce, perché è dentro il Paese, dunque anche in una tendopoli, dove i contrasti sono più forti perché si vive male. Noi abbiamo rassicurato tutti: vogliamo la convivenza e cerchiamo di spianarle la strada. Certo, lavorare in un campo con 1400 persone e 26 etnie diverse, non ci aiuta”.

Nei prossimi giorni arriveranno i condizionatori e i teli per fare ombra alle tende. Ma per ora, nelle tende c’è “puzza di gatto morto”, per l’erba dell’ex campo da calcio marcita sotto i teli. E il caldo non aiuta certo a calmare questa guerra fra poveri.

tenda


°°° ANCORA NON E’ NIENTE. COSA VO ASPETTAVATE CHE SUCCEDESSE CON MIGLIAIA DI PERSONE AMMASSATE E ABBANDONATE, SENZA COMFORT NE’ ASSISTENZA? PERSONE CHE HANNO PERSO TUTTO E HANNO SENTITO SOLO LE MINCHIATE DI SILVIO BERLUSCONI E DEI SUOI GIANNIZZERI?

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I NODI VENGONO AL PETTINE?

NAPOLI, TOMBA DEL BERLUSCONISMO? – GUERRA IN PROCURA: IL CAPO LEPORE STRALCIA LA POSIZIONE DI BERTOLASO E DEL PREFETTO PANSA. I PM E IL VICE DE CHIARA S’INCAZZANO E CHIEDONO DI CONVOCARE UN’ASSEMBLEA – DEL CASO NAPOLI SI OCCUPERÀ PRESTO IL CSM…

Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”

L’aria di tempesta si è attenuata appena nella torre tutta vetri e marmi del Centro Direzionale dove hanno sede gli uffici della Procura della Repubblica, e dove da giorni si è consumata la spaccatura tra il capo, Giovandomenico Lepore, e uno dei suoi aggiunti, Aldo De Chiara, sulla decisione di Lepore di stralciare da una importante inchiesta sulla gestione dell’emergenza rifiuti le posizioni del sottosegretario Guido Bertolaso e del prefetto di Napoli Alessandro Pansa.
Guido Bertolaso

L’ultima mossa l’hanno fatta i sostituti al termine di una riunione convocata ieri proprio per affrontare la situazione dell’ufficio. Avevano di fronte due strade, i pm: autoconvocare una assemblea e proporre un documento che inevitabilmente avrebbe schierato una maggioranza in favore di uno dei due procuratori, o rivolgersi a Lepore e chiedere che fosse lui a convocare l’assemblea, coinvolgendolo quindi sin dal primo passaggio e dando così un segnale distensivo. Hanno scelto la seconda via, con l’obiettivo di riportare al confronto procuratore capo e procuratore aggiunto senza ricorrere a documenti e al rischio di pericolose spaccature.

Potrebbe essere un passo in avanti verso quel «recupero di serenità» che il presidente Napolitano avrebbe auspicato conversando con il penalista e consigliere laico del Csm Vincenzo Maria Siniscalchi, secondo quanto lo stesso avvocato riferisce al Corriere del Mezzogiorno.

Siniscalchi conosce bene la storia dello stralcio delle posizioni di Bertolaso e Pansa dall’inchiesta condotta dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo perché il Consiglio superiore se ne sta occupando da tempo. E si deve proprio a un suo emendamento se la recente determinazione del plenum – secondo cui la decisione del procuratore fu in realtà una revoca che nei fatti impedì a Noviello e Sirleo di indagare ­ non ha portato a conseguenze per la carriera di Lepore, in quanto la delibera non è stata inserita nel suo fascicolo personale.

Ma il caso è stato riaperto dopo una lettera inviata da De Chiara come integrazione a una sua precedente deposizione. Il procuratore aggiunto sostiene che nel corso di una riunione del 24 luglio dello scorso anno, Lepore gli spiegò che lo stralcio aveva anche lo scopo di non ostacolare o turbare l’azione del governo.

Una polemica nata con una lettera e andata avanti con lo stesso strumento. Dopo De Chiara è Lepore a mettere nero su bianco la sua posizione: «Come in ogni valutazione che comporti rilevanti implicazioni sull’esercizio di pubbliche funzioni, ho soppesato limiti e conseguenze che un’iniziativa giudiziaria, a mio giudizio in quel momento ancora incompleta, avrebbe potuto riflettere sull’emergenza rifiuti», scrive. E poi: «Considero ancor oggi la decisione da me adottata rispettosa delle norme vigenti e coerente con l’imprescindibile dovere di accertare i fatti».

Ora l’assemblea chiesta dai pm potrebbe rimettere Lepore e De Chiara faccia a faccia, «per discutere con tutti noi della situazione dell’ufficio», dice uno dei promotori dell’iniziativa. In attesa, comunque, di ciò che sul caso Napoli deciderà – presto, forse prestissimo – la prima commissione del Csm.

°°° Amici, tutti noi sappiamo che il tormentone elettorale dell’anno scorso: i rifiuti a napoli, fu voluto, creato, e portato alle estreme conseguenze (con atroci danni alla città di napoli e all’immagine internazionale dell’Italia) da silvio berlusconi e dalla camorra. I suoi uomini di collegamento col “sistema camorristico” sono stati divelti dalle mani della magistratura e nominati repentinamente sottosegretari di governo. Ma ora si mette male: anche questa porcata di Mafiolo sta per essere scoperta. Cosa succederà?

P.S. No so se tutti sapete anche che i termovalorizzatori (di Acerra e gli altri) furono voluti e finanziati da Prodi… Questo bandito si limita a inaugurare e a farsi bello col lavoro di Prodi, già dal 2001.

napoli_monnezza

bertolaso_tn

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CAZZARO RAZZISTA, FASCISTA, IDIOTA

Donne e bambini criminali?

DI MARIA NOVELLA OPPO

Scriviamo dopo aver sentito, nel grande tg unificato, l’ultima dichiarazione di Berlusconi sulla tragica questione dell’immigrazione. Ovviamente può essere che tale dichiarazione sia già stata smentita, o attribuita alle solite manipolazioni della sinistra, ma l’abbiamo appena ascoltata con le nostre orecchie incredule, benché ormai abituate a tutto. Il boss dei boss ha dichiarato che il ministro Maroni si limita ad eseguire i suoi diktat, perché i leghisti non sono poi così cattivi come li si dipinge. Dunque, siamo da lui stesso autorizzati a pensare che il cattivo in realtà è Berlusconi. Infatti, ha continuato sostenendo che il suo governo non lede i diritti umani (come ritengono l’Europa, l’Onu e perfino la Chiesa cattolica) perché quei disperati che ogni giorno rischiano la vita sui barconi, non sono profughi o perseguitati politici, ma manovalanza al soldo della criminalità organizzata. Domanda: anche le donne e i bambini neonati? E i bambini non ancora nati?

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La OPPO

di Maria Novella Oppo

Gobbo aiutalo tu

Diario di bordo tv. Ascoltate e viste cose straordinarie. Durante il reality politico Tetris sentito distintamente, tra le urla, affermare che Berlusconi è andato a letto con la Carfagna, penso prima di farla ministra. O dopo? Invece, nei tg, molta insistenza sulle battute di Obama a un incontro con la stampa. Battute recitate dal presidente Usa leggendo da quello che noi chiameremmo «gobbo». Quindi Obama non improvvisa come fa il nostro (anzi loro) Berlusconi, al quale l’imperiale supponenza impedisce di stare nei limiti scritti dai suoi «autori». Se lo facesse, forse eviterebbe di dire stronzate colossali come il no all’Italia multietnica. Visto che l’Italia è multietnica da almeno 2000 anni. E già l’editto di Caracalla (212 dc) riconosceva la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero. Perciò, sarebbe utile che l’imperatore del nostro stivale seguisse almeno il corso di acculturazione politica di tre giorni destinato alle veline e andato purtroppo sprecato.

bnot

san_obama

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da dagospia

CORREVA L’ANNO 1980: AL TEATro QUIRINO ANDAVA IN SCENA SALERNO CON VERONICA TETTONICA – AL RISTORANTE L’ASPETTAVA SILVIO IN COMPAGNIA DI ANTONIO RICCI E JIMMY IL FENOMENO – “la signora era solo un’attrice che faceva il suo lavoro e non il ciarpame DI OGGI”

Riceviamo e pubblichiamo:
VERONICA Lario

Caro Dago, quello che sta succedendo in questi giorni attorno a Silvio Berlusconi e soprattutto alla signora Mirian Raffaela Bartolini, meglio conosciuta come Veronica Lario, mi fa ritornare indietro nel tempo, quando vedevamo l’attuale Presidente del Consiglio – all’ora un 40enne signore milanese elegante e rampante con incipiente calvizie, attendere la sua dulcinea, giovane attrice emergente e soprattutto bonazza verace, di fronte al Bolognese a Piazza Del Popolo.

Allora non era molto conosciuto, anzi a presentarcelo fu la persona che conosceva tutti in Italia, cioè Jimmy il Fenomeno. Una sera, in attesa di Veronica, lo abbiamo persino fatto accomodare nella nostra macchina, era simpatico e raccontava barzellette. Era l’aprile del 1980 e la signora Lario stava lavorando in una commedia al teatro Quirino di Roma, “Il Magnifico Cornuto”, per la regia di Enrico Maria Salerno, tanto e vero che facemmo le foto dentro i camerini, perché si vociferava che tra la promettente attrice e il maturo regista ci fosse una storia.

Altri fotografi, evidentemente imbeccati da qualcuno, si nascosero tra il pubblico e scattarono la sequenza dello spogliarello (delle tette), durante lo spettacolo. Uno di questi era Brunetto Tartaglia che le pubblicò su “Novella 2000”.

In quegli anni i politici non si toccavano; non era ancora nato Dagospia e tutt’al più gli scatti venivano acquistati dai giornali e poi tolti di mezzo per scambio favori. Quando il Cavaliere sposò l’ex attrice, una MITICA signora molto attenta, prese a girare le varie agenzie fotografiche per acquistare i negativi delle foto incriminate.

Brunetto Tartaglia vendette i suoi dietro lauto compenso. Da allora raramente sono ricomparse sulla stampa. Fino ad oggi, quando sono state pubblicate (non si sa da quale provenienza) sulla stampa pro-berlusconiana, JUST TO PLEASE THE EMPEROR, per sputtanare la signora che era soltanto un’attrice che faceva il suo lavoro e non certamente il ciarpame che c’e’ in giro di questi tempi.
Umberto Pizzi

°°° E’ chiaro che quei negativi all’amico e sodale feltri li ha dati Miti Simonetto, una delle anime nere del mafionano. La vendetta più volgare è già iniziata. Io spero davvero che Veronica vada ad Anno Zero e ovunque si possa parlare liberamente e che gli faccia un culo così al nanerottolo malavitoso.

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M.Novella Oppo

Nessuno ce lo invidia

E così anche Vasco, dal palco del Primo Maggio, si è rivolto a Berlusconi, come non ne potesse proprio fare a meno. E ha intonato la sua canzone antitelevisiva, nella quale dice che alcuni non sanno più se quello che hanno in testa lo hanno pensato loro o gliel’ha suggerito la tv. E poi ha cantato con ironia questa strofetta: «Qui siamo tutti belli e buoni; votiamo tutti Berlusconi». Ma chissà quanti degli 800.000, nel magma indistinto della piazza, avranno davvero votato Berlusconi. E quanti saranno stati presenti anche perché c’era la tv e si poteva sperare di salutare con la manina, come faceva Vasco, per scherno. Perché è vero che bisognerebbe trovare un senso nelle cose, ma un senso troppo spesso non c’è. Come dimostra il fatto che l’Italia è stata ancora declassata, tra i paesi sviluppati, a causa del conflitto di interessi tra la libertà di informazione e Berlusconi. Un leader che ormai si vanta di avere il 75% di popolarità, ma che nessuno ci invidia, neppure nel terzo mondo.

bdimissioni

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La rivolta dei merdmen

Da L’Unità
«Avida, esibizionista, pazza»: gli insulti a Veronica
di g.m.b.

La furibonda lite esplosa nella casa regnante del Pdl ha coinvolto e sconvolto l’intera corte che – come da tradizione – ha preso in modo pressoché unanime le parti del sovrano. Ecco qua, ordinati alfabeticamente e titolati per facilitarne la lettura, i principali tra gli epiteti lanciati dai ciambellani e dal popolo alla regina ribelle Veronica Lario. Lettura che aiuta a comprendere l’idea del mondo, della donna, e anche della libertà di manifestazione del pensiero che a quanto pare domina nel Popolo delle libertà.

Avida
«Si permette di criticare e poi sta seduta sulla montagna di miliardi del marito». (da «Spazio azzurro», il Blog del Pdl)

Becera
«Offendendo tuo marito offendi te stessa a tutti quelli che credono in lui». (dal Blog del Pdl).

Capricciosa
«Sicuramente è pericolosa per Berlusconi, un uomo chiamato a responsabilità da cui non può essere distratto dai capricci rumorosi della moglie». (Vittorio Feltri, Libero)

Dannosa
«Pungenti, salaci dichiarazioni che danneggiano, o almeno si cimentano a farlo, non suo marito – sarebbero fatti squisitamente loro – ma il premier e il governo italiano». (Maria Giovanna Maglie, Il Giornale)

Esibizionista
«Lei stessa proviene dal mondo dello spettacolo, memorabili sono le sue esibizioni a torace nudo sul palcoscenico del teatro Manzoni». (Vittorio Feltri, Libero)

Fedifraga
«Al suo posto ne avrei discusso a casa, anziché dare in pubblico giudizi ingenerosi». (Laura Comi, candidata del Pdl alle Europee)

Giuda
«Chi c’è dietro la signora Lario, i soliti sinistri?». (dal Blog del Pdl).

Ingiusta
«Insomma, cara Veronica, l’impressione è che il divertimento dell’imperatore non sia un capriccio del sultanato del XXI secolo, ma il semplice gusto di piacere agli italiani, e di vincere le elezioni con mezzi leciti. E questo è difficile rimproverarglielo». (Editoriale del Foglio)

Leggera
«Ma non si era detto che la Lario era una donna matura e riservata?» (dal Blog del Pdl)

Moralista
«Fuori luogo sconfinare nel moralismo. I giudizi sulle persone sarebbe meglio esprimerli a posteriori». (Gabriella Giammanco, deputata del Pdl).

Nullità
«Se voleva ricordarci che esiste, l’ha fatto nel modo peggiore». (dal Blog del Pdl).

Opportunista
«Entrando in scena contro il marito, si becca gli applausi più facili di tutta la sua dimenticata carriera». (Valeria Brughieri, Libero).

Pazza
«Nei panni della signora avrei agito diversamente, anche solo per evitare il rischio di un ricovero coatto in struttura psichiatrica». (Vittorio Feltri, Libero).

Querula
«La solita guerra tra donnicciole, la signora Lario si sarebbe mostrata più intelligente se avesse contato fino a dieci prima di dar fiato a stupidaggini». (dal Blog del Pdl).

Rompiscatole
«Veronica ha rotto. Sarebbe opportuno farla vivere con 1000 euro al mese». (dal Blog del Pdl).

Scocciatrice
«Visto che la maggior parte degli italiani la pensa così, di non scocciarlo e di lasciarlo lavorare, quelli che continuano a farlo sono prima di tutto nemici della maggioranza degli italiani. Anche le gentili signore». (Maria Giovanna Maglie, Il Giornale).

Trasformista
«Miriam Raffaella Bartolini, tanti anni fa si è trovata un nome d’arte: Veronica Lario. Dall’altro ieri gliene abbiamo trovato uno noi: Lario Franceschini». (Valeria Brughieri, Libero).

Venduta
«Veronica Lario nuovo leader del Pd?». (dal Blog del Pdl).

Zotica
«Non mi pare che quando Silvio ha scelto la Lario lei stesse facendo l’esegesi della Critica della ragion pura». (Dal Blog del Pdl).

°°° E’ davvero patetico che certa carne da magnaccia, vedi i gazzettieri dei fogliacci suddetti, emeriti scrocconi e spendaccioni (ricordate la Maglie inviata del Tg2? Spendeva quanto un intero paese del sud, ogni mese… e abbiamo pagato NOI!) si riempiano le fauci con paroloni di cui nulla sanno: LIBERTA’, ESEGESI, MEZZI LECITI… continuano a menarcela con questa maggioranza degli italiani pur essendo una sparuta minoranza, subdola e malavitosa. E comunque, dànno un ottimo esempio della loro piccineria da veri miserabili. Quasi quanto il loro proprietario… che tace. Un vero uomo li avrebbe zittiti, non foss’altro che per rispetto verso la madre dei suoi figli. Ah, già… chi ce lo dice che siano suoi?

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Da Travaglio

Il Cavaliere di Hardcore

Chissà com’è stato il ritorno in ufficio del papà di Noemi dopo la festa per il 18° compleanno della ragazza con visita a sorpresa di Al Tappone, che lei chiama eloquentemente «papi». Figurarsi i frizzi e lazzi dei colleghi: «Ciao papi», «Tutto bene in famiglia, papi?». Il malcapitato è stato pure calunniato come «vecchio autista di Craxi» (falso, ovviamente). Insomma una catastrofe, per il pover’uomo. Per il Cavaliere di Hardcore invece lo scandalo delle selezioni per le Europee, decisamente più corrive di quelle per “Colpo Grosso”, è stato prontamente trasformato nell’ennesimo trionfo dalle tv e dalla stampa al seguito. Che hanno evitato di collegarlo alle denunce di Guzzanti senior sulla «mignottocrazia» e alla notizia del padre di un’altra fanciulla che s’è dato fuoco dinanzi a Palazzo Grazioli perché la figlia s’è vista negare una candidatura promessa in cambio di non si sa bene cosa. Da quando ha chiuso il Bagaglino e il ministero delle Pari Opportunità è in overbooking, i posti disponibili scarseggiano. Checché ne dica «la signora», come papi chiama la moglie. A strigliarla a dovere ha provveduto Maria Giovanna Maglie sull’apposito Giornale: «La First Lady in sonno… nemica della maggioranza degl’italiani», anziché «lasciarlo lavorare», «danneggia il premier e il governo». L’editoriale trasuda un trasporto sconfinato per papi. Il quale ora dovrebbe dare un cenno di gratitudine a Maria Giovanna, così bisognosa d’affetto. Niente ministeri né sottosegretariati. Basterà un cenno, un buffetto, un anellino. Conta il pensiero. Suvvia, papi, faccia qualcosa anche per lei.

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