Altro che stupidate di burlesquoni!

La Regione Abruzzo infiltrata dalla mafia
L’ospedale era privo di agibilità generale

di C. Fusani e R. Rossi

La mafia si era già infiltrata nell’amministrazione e cercava coperture politiche. Il settore di riferimento è quello degli appalti e dello smaltimento dei rifiuti. Ora, dopo il sisma, il timore di ulteriori infiltrazioni mafiose cresce. E all’Aquila, spiega il procuratore della Repubblica Alfredo Rossini, parte «la madre di tutte le inchieste», che inizia dall’ospedale. Un immobile con un’anomalia sorprendente: la struttura era priva di agibilità generale.

°°° Ma berlusconi è “uomo d’onore” e assicura che era tutto in regola e che bisogna “guardare al futuro”. Io, ne suo futuro, vedo tante manette e tante finestre con le sbarre. Oppure, un fugone all’estero, che craxi al suo paragone sembrarà una lumaca.regola

ospedale

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Maria Novella Oppo

L’ideale contro la crisi

Continua nei talk show televisivi la sfilata di ministri e sottosegretari contriti e pronti alla retorica sulla dignità degli abruzzesi e l’eroismo dei soccorritori. Ma appena si discute delle responsabilità che stanno dietro il crollo di edifici pubblici recenti (dall’ospedale alla orrenda Casa, anzi bara dello studente), allora i berluscloni tornano alle urla e alle piazzate cui sono stati addestrati da una campagna elettorale permanente. E guai a mettere in risalto la pochezza e il calcolo di certe trovate del loro boss, come le famigerate new towns. Entra subito in funzione la macchina delle smentite. Berlusconi, infatti, non voleva dire che si fonderanno nuove città al posto di quelle storiche (stavolta si incazzerebbe anche Bruno Vespa), ma solo che si ricostruiranno le brutte periferie. E siccome bisogna fare in fretta e non è il momento delle polemiche, gli appalti magari saranno assegnati ai costruttori di prima. Perché l’edilizia e le pompe funebri contro la crisi sono l’ideale.

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E per questo, chi paga?

L’OSPEDALE DELLE TANGENTI (E DELLE INCHIESTE ARCHIVIATE) – ENZO PAPI (COGEFAR-IMPRESIT) DISSE A DI PIETRO: “ABBIAMO PAGATO POLITICI AQUILANI” – TONINO TRASMISE LA DOCUMENTAZIONE ALLE PROCURE COMPETENTI E TUTTO FINÌ CON L’ARCHIVIAZIONE…

Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”
Antonio Di Pietro

Inefficienze, errori, sprechi in 28 anni hanno fatto lievitare fino a 214 miliardi e 222 milioni delle vecchie lire il costo dei tormentati lavori del nuovo, si fa per dire, ospedale San Salvatore dell’Aquila, che il terremoto ha reso inagibile sollevando polemiche e interrogativi sulla qualità delle strutture. Ma le due inchieste giudiziarie aperte all’inizio degli anni ’90, una dal pool Mani Pulite di Milano, l’altra della magistratura dell’Aquila, finirono nel nulla. Archiviate.
Terremoto in Abruzzo

Se lo ricorda bene quel filone di Tangentopoli Antonio Di Pietro. Interrogando il manager della Cogefar-Impresit Enzo Papi si sentì dire che l’impresa aveva elargito finanziamenti a un paio di politici aquilani perché nell’area l’azienda aveva forti interessi. Era impegnata nella realizzazione del celebre laboratorio di fisica nucleare sotto i mille metri di roccia del Gran Sasso, del traforo autostradale nella stessa montagna, dello stadio del rugby (dove ora c’è una delle tendopoli per gli sfollati) e anche nel completamento dell’ospedale. Di Pietro sequestrò la documentazione di tutti gli appalti ottenuti dall’azienda che «trasmettemmo – rammenta – a tutte le procure competenti». Indagò solo per finanziamento illecito.

La costruzione dell’ospedale che gli aquilani ancora chiamano «di Coppito», per distinguerlo dal vecchio San Salvatore settecentesco del centro storico, fu cominciata nel ’72 da un’impresa pugliese che, dopo aver impiegato anni per gran parte dei 5 lotti su 180mila metri quadrati, fallì. Le opere ripresero nel ’91 quando ad aggiudicarsi l’appalto per il completamento fu un consorzio guidato da Cogefar-Impresit. Importo: 78 miliardi per gli arredi e le attrezzature mediche; altri 23 per le strutture. Gara contestata da un’impresa esclusa che con un esposto diede il via all’inchiesta della magistratura dell’Aquila. Furono iscritte nel registro de­gli indagati 19 persone per abuso d’ufficio, falso e turbativa d’asta.

A finire nei guai l’intero ex comitato di gestione della Usl, un gruppo di tecnici che avevano avuto a che fare con l’appalto, compreso il progettista Gaspare Squadrilli, ed Enzo Papi. Ma gli investigatori non riuscirono a trovare «fatti penalmente rilevanti» e a novembre ’93 il sostituto procuratore Fabrizio Tragnone (quello che aveva fatto arrestare l’intera giunta regionale per un’inchiesta sui fondi comunitari) chiese e ottenne l’archiviazione. Ma bisognerà ancora aspettare molto prima che l’ospedale entri in funzione. A tagliare il nastro sarà il ministro della sanità Rosi Bindi: il 21 febbraio 2000.

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