Il Partito dei Ladri tessera anche i morti. Non gli basta più derubarli.

In Veneto persone decedute iscritte al Pdl
Sequestri dei carabinieri in via dell’Umiltà

Dopo gli iscritti fantasma in Emilia Romagna continua la campagna di tesseramento facile del partito di Berlusconi in vista dei congressi

L’homepage del sito del Pdl di Vicenza

Tessere del Pdl intestate a persone che non avrebbero mai fatto richiesta di adesione al partito e che in alcuni casi erano già defunte.Dopo il caso dell’Emilia Romagna che rischia di finire in tribunale, sembra destinato ad ampliarsi anche il fronte vicentino della storia dopo che i carabinieri si sono presentati alla sede nazionale del Partito della Libertà, in via dell’Umiltà, a Roma, e hanno sequestrato altre 29 tessere.

Accade alla vigilia del congresso del Pdl nella città veneta, in programma il 12 febbraio al teatro comunale per decidere la nuova leadership locale a cui punterebbe l’eurodeputato e vice coordinatore provinciale Sergio Berlato. E il tutto viene calato in un’inchiesta più ampia avviata di recente dal pubblico ministero di Vicenza Paolo Pecori. Inchiesta in base alla quale già altre iscrizioni erano sotto verifica da parte della magistratura per stabilire se rientrassero tra quelle sulla cui autenticità ci sono dubbi.

Secondo le informazioni finora riscontrate, un primo sequestro effettuato della settimana scorsa e il secondo, più recente, riguardano persone che mai hanno compiuto la scelta di iscriversi al partito dell’ex premier Silvio Berlusconi e a suffragio di ciò mancherebbe anche prova del versamento dei 10 euro previsti per l’adesione. Inoltre i carabinieri starebbero conducendo controlli specifici su una decina di tessere che risulterebbero sottoscritte da persone già passate a miglior vita al momento dell’iscrizione.

Il deputato Gregorio Fontana, che ha ricevuto i militari vicentini e che ha consegnato loro il materiale richiesto, ha dichiarato che “da parte nostra c’è la massima collaborazione alle indagini” che ipotizzano il reato di falso continuato in scrittura privata per poco meno 8 mila tessere su un totale di 16 mila. Quasi la metà, infatti, quelle che sembrano denotare stranezze, non ultima l’assenza della fotocopia di un documento d’identità valido. E adesso occorre capire se davvero – come ritiene la procura di Vicenza – qualcuno abbia preso l’elenco dell’associazione cacciatori veneti riportando generalità e dati anagrafici senza averne diritto.

Dagli accertamenti, tra le ulteriori eccentricità al vaglio degli inquirenti, compare anche il fatto che tra gli iscritti siano finiti sindaci, amministratori e politici locali di altri partiti, tra cui la Lega Nord eRifondazione Comunista. Tra loro compare inoltre il nome di Massimo Calearo, eletto in parlamento nel 2008 per il Partito Democratico passando in seguito ad Alleanza per l’Italia (Api) di Francesco Rutelli e proseguendo il suo pellegrinaggio transpartitico anche attraverso i responsabili di Domenico Scilipoti.

Nel frattempo, sulla scia delle indagini della magistratura, una trentina di iscritti (veri) al Pdl ha annunciato che non parteciperà al congresso di Vicenza. In parallelo ulteriori verifiche sono in corso in altre città del Veneto. In particolare a Treviso sono nel mirino 1.172 tessere su un numero complessivo di poco più di 5.500. Tante sarebbero infatti quelle che, come accaduto a Vicenza, non sarebbero corredate da copia di carta d’identità. A Verona, invece, il fenomeno avrebbe riguardato un numero inferiore di moduli, 214 su 11 mila, mentre a Belluno si è già deciso di dichiarare nulle 208 tessere che sarebbero state pagate con un unico versamento postale.

°°° Distinguere il vero dal falso?! E che cce vo’ il falso, ma proprio il più falso del mondo si chiama silvio burlesquoni.
Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

PRRRRRRRRRRRRRRRRRR !!!


“Il 4 per cento è alla nostra portata e siamo la vera novità nel panorama politico italiano” (Nichi Vendola, leader di Sinistra e Libertà, 5 giugno 2009)

“Riusciremo a superare il 4 per cento, anche se hanno cercato in ogni modo di distruggerci” (Paolo Ferrero, Rifondazione-Pdci, Corriere della sera, 4 giugno 2009)

“Ma quale 4 per cento: noi non temiamo lo sbarramento, noi faremo il pieno di voti. E da lunedì’ lavoreremo per costruire una destra europea” (Francesco Storace, Mpa-Destra-Adc-Pensionati, 3 giugno 2009)

“Vinceremo la partita con il 5% dei voti, e andremo in Europa per competere sulle questioni concrete dei cittadini. Cioè rivedere i meccanismi del trattato di Lisbona, mantenere le prerogative delle sovranità nazionali, stoppare l’ingresso della Turchia… I sondaggi ci danno in continua crescita e saremo dunque soddisfatti. Da lunedì rinascerà la destra italiana nel nostro Paese” (Francesco Storace, Mpa-Destra-Adc-Pensionati, 4 giugno 2009)

tafazzi

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Insabbiamo Bertolaso e Pansa

Procura di nuovo in azione sul ciclo dello smaltimento
Rifiuti, blitz della guardia di Finanza
nel termovalorizzatore di Acerra
Interrogato il capo del termovalorizzatore

NAPOLI – Il fascicolo è quello aperto sei anni fa, ma sullo smaltimento dei rifiuti in Campania partono nuovi accertamenti. Acquisizione di documenti e interrogatori che la Procura di Napoli affida alla Guardia di finanza per verificare il rispetto delle normative. E per cercare di recuperare almeno 300 milioni di euro dalla società Impregilo, capofila del consorzio impegnato nello smaltimento dei rifiuti, dopo la decisione della Corte di cassazione di ordinare un nuovo giudizio sul sequestro dei beni. Si parte dal termovalorizzatore di Acerra, l’obiettivo potrebbe essere però in altri siti dove la spazzatura viene accumulata e preparata per lo stoccaggio.

Gli accertamenti sono ini­ziati la scorsa settimana. Mer­coledì alcuni ufficiali delle fiamme gialle si sono presen­tati a Palazzo Salerno, sede del Commissariato straordina­rio per lo smaltimento dei ri­fiuti che si trova in piazza Ple­biscito, e hanno chiesto atti relativi alla gestione delle di­scariche e dell’inceneritore. Ma si sono dovuti fermare quando uno dei funzionari ha chiesto gli venisse mostrato il provvedimento del pubblico ministero che disponeva il se­questro, hanno spiegato i fi­nanzieri prima di andare via. Il giorno dopo, nuova visita. Questa volta gli investigatori entrano negli uffici della Fibe, una delle società controllate da Impregilo, che si trovano proprio presso la struttura di Acerra e portano via numero­si atti.

Venerdì cominciano gli in­terrogatori. In procura viene convocato Michele Mirelli, responsabile unico del procedimento (Rup) di Acerra come «perso­na informata sui fatti». Un te­stimone, dunque. Per oltre due ore gli viene chiesto di spiegare il funzionamento del termovalorizzatore, di fornire chiarimenti riguardo alle pro­cedure seguite. Sull’invito a comparire c’è il numero del procedimento: 15940/03. È il fascicolo aperto sei anni fa do­po la presentazione di un esposto di Tommaso Sodano, l’esponente di Rifondazione Comunista che chiese alla ma­gistratura di verificare il ri­spetto delle leggi sullo smalti­mento dei rifiuti. Quella de­nuncia portò al processo che si sta celebrando qui a Napoli contro l’attuale governatore Antonio Bassolino e contro la stessa Impregilo, ma è diven­tato il contenitore di altre in­dagini relative alla gestione dell’emergenza spazzatura.

In base al decreto sui rifiuti approvato lo scorso anno dal governo Berlusconi, tutte le inchieste su questa materia avviate dopo la conversione in legge del provvedimento, devono essere gestite dal pro­curatore della Repubblica. Gli ultimi accertamenti sono in­vece stati disposti dai sostitu­ti Giuseppe Novello e Paolo Sirleo, gli stessi che si sono oc­cupati degli altri filoni già arri­vati al dibattimento, in parti­colare quello che lo scorso an­no provocò gli arresti dei fun­zionari del Commissariato e delle società concessionarie, accusati di non aver smaltito le ecoballe negli impianti ter­mici idonei. Proprio la gestio­ne di questo fascicolo ha pro­vocato uno scontro durissi­mo, finito poi all’esame del Consiglio superiore della ma­gistratura, all’interno degli uf­fici giudiziari partenopei. I due sostituti, appoggiati dal coordinatore e procuratore ag­giunto Aldo De Chiara, hanno infatti contestato duramente la scelta del capo Giandomeni­co Lepore di stralciare la posi­zione del sottosegretario Gui­do Bertolaso, del prefetto Ales­sandro Pansa e di altri cinque indagati.

Ufficialmente le acquisizio­ni di documenti e gli interro­gatori della scorsa settimana rientrano nelle verifiche di­sposte dai pubblici ministeri in vista dell’udienza al tribu­nale del Riesame sul seque­stro del denaro di Impregilo. In procura viene negato che le indagini riguardino il ter­movalorizzatore. In realtà gli accertamenti mirano a riscon­trare altri elementi emersi nel corso delle vecchie indagini e potrebbero portare a inaspet­tati sviluppi sulla gestione dei siti dove viene accatastata la spazzatura e in quelli dove vie­ne incenerita.

Fiorenza Sarzanini

°°° Continua la devastazione della legalità e della magistratura da parte di silvio berlusconi, per salvare il suo culo ma anche quello dei suoi giannizzeri più fedeli. Meno male che ci sono ancora parecchi magistrati seri che lavorano e perseguono, malgrado gli ostracismi e le minacce, un po’ di giustizia.

berlusconipesto1

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Pasticci

Hanno deciso di mettersi insieme per tentare la conquista del Municipio
Il candidato sindaco: “La mia è una lista civica, l’ideologia la lasciamo da parte”
Recoaro Terme, la lista dello scandalo
Lega, Pd e Ps sotto un unico simbolo

Insorge Rifondazione: “Come si fa ad allearsi con chi in sede nazionale
vuole trasformare l’Italia nell’Alabama degli anni Cinquanta?”
di ENRICO BONERANDI

Recoaro Terme, la lista dello scandalo Lega, Pd e Ps sotto un unico simbolo

Il candidato Perlotto
RECOARO – Dopo dieci anni di opposizione alla lista civica rocciosa e inespugnabile del sindaco Franco Viero (ex socialista, ora vicino al centrodestra), hanno deciso di mettersi insieme per tentare la conquista del Municipio. Lega, Pd e socialisti sotto un unico simbolo: il Carroccio di Alberto da Giussano col ramoscello d’ulivo. E c’è mancato poco che a loro si unisse anche Rifondazione Comunista, magari con una piccola falce e martello.

Succede a Recoaro Terme, paesino delle montagne sopra Vicenza di 6mila abitanti, noto per le sue terme e il marchio di bibite. Dopo qualche tentennamento, Rifondazione è ora scesa sul piede di guerra, e il suo quotidiano Liberazione martedì al “caso Recoaro” ci ha dedicato la copertina: “Razzismo a liste unificate”.

Dice Giuliano Ezelini, che di Prc è il coordinatore: “Non si può rinunciare alle proprie idee pur di conquistare il Comune. Come si fa ad allearsi con chi in sede nazionale lancia parole d’ordine per trasformare l’Italia nell’Alabama degli anni Cinquanta?”.

Qualche maldipancia nel Pd e nella Lega c’è stato, ma la convergenza sul nome del candidato sindaco Franco Perlotto, noto alpinista ed esperto di sviluppo sostenibile, ha convinto i due partiti al via libera. “La mia è una lista civica, non un’alleanza politica tra partiti – precisa Perlotto – l’ideologia la lasciamo da parte e ci concentriamo su quello che nel paese c’è da fare, che è molto, prima che la crisi ci travolga”.

Damiano Piccoli, del Pd, è d’accordo: “Ogni anno cento recoaresi se ne vanno di qui. Viviamo sul turismo, ma la gestione delle terme è pessima, gli alberghi chiudono. Il marchio Recoaro è umiliato dalla San Pellegrino, che l’ha assorbito. E c’è un progetto per spostare a Vicenza l’Istituto Artusi, una nostra gloria”. E allora? “Facendo opposizione si sono anche elaborati progetti che vogliamo portare avanti”. Franco Vesco, del Carroccio: “Convergenza e basta. I vertici della Lega, una volta che gliel’abbiamo spiegato bene, non hanno avuto obiezioni”.

E così il 6 e 7 giugno a Recoaro ci saranno tre liste. Una civica di centro-destra, una civica di sinistra-centro-destra e una civica di centrosinistra- sinistra, promossa da Rifondazione e un pezzo di Pd. “Ma guarda che casino solo per andare contro di me”, è il commento del sindaco uscente.

°°° Amici, non se ne capisce davvero più nulla. C’è gente che ormai si venderebbe la moglie e la mamma per uno strapuntino…

perlotto

poltrona

casino

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

SPRAAAANG!!!

l vice primo cittadino uscente stacca nettamente Morandini del Pdl
La leghista Giuliani terza. Il Pd ha quasi il 30% dei consensi, il Pdl quasi il 12%
Trento, Andreatta è il nuovo sindaco
E i democratici sono il primo partito

TRENTO – Buone notizie per il Partito democratico e i suoi alleati da Trento. Il vicesindaco uscente Alessandro Andreatta trionfa alle elezioni per la carica di primo cittadino con il 64,42% contro il 20,64% di Pino Morandini del Pdl. La candidata leghista, Bruna Giuliani, si attesta al 7,60%. Francesco Porta, sostenuto da Rifondazione e Comunisti italiani, ha ottenuto il 2,31% dei consensi, Luigi Merler (alleanza di centro e Civica Tridentum) l’1,76%, Claudio Taverna (Pensionati) l’1,23%, Alessandro Cocca (lista di musicisti Progetto Trento Soul Moderno) l’1,15%, Emilio Giuliana (Destra sociale) lo 0,89%.

“Sono molto soddisfatto, il nostro progetto è stato premiato, è una vittoria di tutta la coalizione”, è stato il primo commento di Andreatta, sostenuto da Pd, Upt, Di Pietro-Idv, Patt, Udc, Verdi, Socialisti democratici e Leali al Trentino. Morandini, invece, rappresenta il Pdl e una lista civica col suo nome.

Tra i partiti il più votato è il Pd, con il 29,79% dei voti, seguito dall’Unione per il Trentino (Upt) del presidente della provincia Lorenzo Dellai con il 17,06% e dal Pdl 11,93%. La Lega è al 7,78%, la lista civica Morandini al 7,19%, il P.A.T.T. al 4,71%. Seguono l’Idv con il 3,44%, i Socialisti democratici con il 3,18%, i Verdi con il 2,88%, l’Udc con il 2,72%, Rifondazione e Comunisti al 2,38%. Le altre liste sono sotto al 2%.

Con oltre il 64% dei voti, Andreatta si colloca praticamente allo stesso livello del suo predecessore, Alberto Pacher, sindaco storico e leader del Pd trentino che, nel maggio del 2005, arrivò al 64,3%. In quell’occasione, il Pd non c’era ancora: i Democratici per l’Ulivo raggiunsero circa il 18% e la lista civica per Pacher arrivò al 28%. Alle politiche del 2008, gli elettori del comune di Trento diedero il 38% al Pd, il 6,3% all’Idv, il 25,7% al Pdl e il 12,1% alla Lega Nord.

Ma questa tornata amministrativa – che ha coinvolto anche altri cinque comuni del Trentino e quattro dell’Alto Adige – è stata caratterizzata anche dalla bassa affluenza. A Trento, ha espresso il proprio voto il 60,1% degli elettori. Alle comunali del 2005 aveva votato il 70,1% degli aventi diritto.

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

IL CAZZARO e la moglie cazzuta

Europee, Veronica Lario stronca le candidaure europee del Pdl

«Ciarpame senza pudore». Così, Veronica Lario definisce, in una dichiarazione, l’uso delle candidature delle donne che a suo avviso si sta facendo per le elezioni europee. La signora Berlusconi ha deciso di mettere per iscritto in una mail – in risposta ad alcune domande sul dibattito aperto dall’articolo pubblicato ieri dalla Fondazione Farefuturo – il suo stato d’animo di fronte a ciò che hanno scritto i giornali sulle possibili candidate del Pdl alle europee.

«Voglio che sia chiaro – spiega – che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione. Dobbiamo subirla e ci fa soffrire». Alla domanda su cosa pensa del ruolo delle donne in politica, alla luce delle polemiche di queste ore, Veronica Lario risponde che «per fortuna è da tempo che c’è un futuro al femminile sia nell’imprenditoria che nella politica e questa è una realtà globale. C’è stata la Thatcher e oggi abbiamo la Merkel, giusto per citare alcune donne, per potere dire che esiste una carriera politica al femminile».

«In Italia – aggiunge la moglie del presidente del Consiglio – la storia va da Nilde Jotti e prosegue con la Prestigiacomo. Le donne oggi sono e possono essere più belle; e che ci siano belle donne anche nella politica non è un merito nè un demerito. Ma quello che emerge oggi attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, e che è ancora più grave, è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte e questo va contro le donne in genere e soprattutto contro quelle che sono state sempre in prima linea e che ancora lo sono a tutela dei loro diritti».

«Qualcuno – osserva Veronica Lario – ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell’imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere». La signora Berlusconi prende anche l’iniziativa di parlare della notizia, pubblicata oggi da la Repubblica, secondo cui il premier sarebbe stato domenica notte in una discoteca di Napoli a una festa di compleanno d’una ragazza di 18 anni: «Che cosa ne penso? La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perchè non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato».

Intanto si sono chiuse le liste per le europee. Il deputato Pd Roberto Giachetti trova stucchevole e ipocrita il dibattito sulle candidature delle “veline”. “Perché non si parla anche dei velini?”, dice. “ Le candidature maschili avvengono forse in modo diverso? Tra queste c’è una selezione di merito? “.

E in effetti fra le ultime novità c’è la candidatura di Emanuele Filiberto di Savoia, reduce dal successo di “ballando sotto le stelle” nelle liste dell’Udc. Il principino si presenta “in nome dei valori della famiglia e cristiani” e, quanto alla sua dote politica dice “conosco la metà dei capi di stato europei e l’altra metà sono miei parenti”.

A proposito di parentele, con Berlusconi correrà anche Clemente Mastella, mentre sembra tramontare la candidatura di Paolo Cirino Pomicino (potrebbe però presentarsi la figlia).

Polemiche ancora aperte sulle candidature femminili del Pdl. Vittoria Franco (Pd) accusa: «La candidatura in massa di veline alle europee da parte del premier è uno scandalo». Ma non si sa ancora quali e quante new entries ci saranno nelle liste Pdl, dove sono riconfermati tutti o quasi tutti gli uscenti.

Il Pd ha chiuso le liste una settimana fa. Dario Franceschini ha deciso di non candidare se stesso nè altri leader come candidati di bandiera, ma solo persone che poi resteranno davvero nel Parlamento europeo. Tra questi c’è il giornalista del Tg1, David Sassoli. Il leader del Pd continua la sua battaglia non solo contro Berlusconi, capolista in tutte le circoscrizioni, ma anche contro il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, che ha fatto la stessa scelta. Di Pietro è capolista in quattro circoscrizioni su cinque, nelle Isole il nome di punta è Leoluca Orlando.

Nell’Udc oltre a Emanuele Filiberto di Savoia ci sarà, nella testa di lista, per la circoscrizione nord-ovest Magdi Cristiano Allam.
La sinistra comunista, che mette insieme Rifondazione comunista e Pdci, Socialismo 2000 di Cesare Salvi e Consumatori uniti, sarà l’unica sulle schede elettorali delle europee ad avere falce e martello. «Siamo l’unico voto utile», sostiene Oliviero Diliberto . I capilista: Vittorio Agnoletto nel Nord-ovest e al Sud, il segretario Pdci Diliberto al Centro, Lidia Menapace nelle isole e l’astrofisica Margherita Hack nel Nord-est.

Nel Nord-est si presenta anche la lista Bonino Emma con Bonino (capolista), Marco Pannella, Marco
Cappato.


°°° Ogni volta che tromba con qualche uomo vero, questa donna è invisibile, ma ogni volta che parla schianta il mafionano e gli fa fare la figura che merita: CAZZARO IMPOTENTE E PERACOTTARO.

a_cazzaro6

bcornuto4veronicalario4

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Governicchio di mmmmerda 2

Insorge il Pd. Il premier andrà a Montelungo. Non ancora esclusa la presenza
di Berlusconi a Milano. Intanto Moratti e Formigoni prendono tempo
25 aprile, La Russa contro i partigiani rossi
“Non vanno celebrati come liberatori”

di ANDREA MONTANARI

MILANO – L’unica certezza, al momento, è che Silvio Berlusconi parteciperà sabato, per la prima volta, alle celebrazioni per il 64° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Anche se non è ancora chiaro dove. Le ultime indiscrezioni parlano di Montelungo, dove si recherà il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma restano ancora in piedi le ipotesi di una nuova visita del premier nelle zone terremotate dell’aquilano o che partecipi nel pomeriggio alla tradizionale manifestazione nazionale organizzata dall’Anpi a Milano, dove lo ha invitato nei giorni scorsi il segretario del Pd Dario Franceschini.

Dal suo entourage, non trapela altro. Ma è sufficiente a far salire ulteriormente la tensione tra maggioranza e opposizione. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa rilancia: “I partigiani rossi meritano rispetto, ma non possono essere celebrati come portatori di libertà”. Pronta la replica del portavoce del Pd Andrea Orlando: “La Russa ha oltrepassato il segno. Fare distinzioni tra partigiani buoni o cattivi è intollerabile oltre che menzognero nei confronti della verità storica”. Chiede rispetto anche Pierluigi Castagnetti del Pd: “Quelle di La Russa sono solo manifestazioni di incapacità ad accogliere il senso storico di quella pagina gloriosa della storia d’Italia”. Sulle barricate pure l’estrema sinistra. Per Oliviero Diliberto del Pdci “il premier farebbe meglio ad andare in Sardegna perché non si può diventare antifascisti in un sol colpo”, mentre il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero aggiunge: “Se non dichiara apertamente il suo antifascismo, la sua partecipazione sarebbe solo una presa in giro degli italiani”.

Ma anche il centrodestra si divide. Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto invita il premier a “non dover dimostrare le sue credenziali a Franceschini andando a farsi fischiare in piazza Duomo a Milano, come è già successo a Bossi e alla Moratti”. Nel frattempo, a Milano è già partito sul sito Indymedia il passaparola negli ambienti vicini ai centri sociali e alla sinistra antagonista. Al grido: “Berlusconi se ne stia a casa. Antifascisti sempre”. Tanto che il verde Carlo Monguzzi lancia un appello a tutte le anime della sinistra: “Se Berlusconi verrà a Milano ci sarà una piazza divisa in due: la prima fischierà Berlusconi, la seconda il Pd che l’ha invitato. Pensiamo solo a organizzare una grande manifestazione, non a Berlusconi”.

Il governatore lombardo Roberto Formigoni e il sindaco di Milano Letizia Moratti prendono ancora tempo e si affidano al premier. “Mi consulterò con Berlusconi, ma nel ’95 partecipai e fui fischiato” – precisa il primo. “Sto valutando, anch’io sentirò il premier” – sottolinea la seconda, che nel 2006 fu costretta ad abbandonare la manifestazione insieme al padre Paolo Brichetto Arnaboldi, ex deportato a Dachau. Il suo predecessore Gabriele Albertini, ora eurodeputato del Pdl, però non ha dubbi: “Il sindaco di Milano non può mai mancare sul palco di Piazza Duomo. E se il caso si prende i fischi, come è capitato a me. Le istituzioni non possono dimenticare che Milano ha ricevuto la medaglia d’oro”.

larussa_fasciodimmerda

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter