Ma che geni!

Amici, ho appena fatto una scarpinatina di un km, appena fuori casa. Esco dal cancello, vado a sinistra e dopo un paio di cascatelle salgo una piccola erta, che poi degrada fino ad arrivare a Fundu Sei. Saranno seicento metri ad andare e altrettanti per tornare. Laggiù c’è un bel torrente ricco, tra i pioppi e gli olmi giganteschi: ottimi per l’ombra e il fresco, d’estate. C’è anche un ponticello di legno, una fontana e due panchine. Ci andavo a prendere le more, con le quali Lena fa delle ottime marmellate a crudo. Ottime sulle crostate. Una bella passeggiata di salute, circondato dal canto degli uccellini, il volo silenzioso degli astori e dei falchetti, i rumori delle vecchie che preparano gli orti e zappano come un tempo e il rumore scrosciante dell’acqua. Bellissima la vista: moltissimo verde, lecci e ginepri, alloro e vegetazione nana, ma ci sono anche gli schiaffi dei fiori bianchi dei ciliegi. Qui ce ne sono di secolari, alti almeno otto/dieci metri. Andavo a prendere le more, dicevo… finito. Questi geni hanno spianato tutti i rovi. In Francia ci sono ricche cooperative che fanno le marmellate e ce le vendono. A noi! Qui piangono, aspettano elemosine dalla regione o dal comune e… spianano. La primavera scorsa hanno estirpato una radura piena di fragoline di bosco che non davano fastidio a nessuno, ora i rovi… Dei veri geni qui al Comune. Ma non sono i soli! Quando andiamo a trovare gli amici a Barisardo, a bordo strada, da Gairo in giù fino al mare, vediamo tonnellate e tonnellate di fichi d’India saporitissimi che marciscono al suolo. Gli spagnoli e i siciliani li raccolgono e ce li vendono. A noi. E poi c’è la crisi…

cessu

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DEGRADO E DEVASTAZIONE

Centro storico Operatori Ama impegnati per ripulire tutta la zona
Arrampicate e immondizia
Il degrado della Fontana di Trevi
I vigili presidiano la piazza ma i turisti sono scatenati

Il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari annuncia, sul Gazzettino, che pubblicherà sul sito del Comune le fotografie che ha scattato in giro per le altre città d’arte, a cominciare da Roma e Firenze, per mostrare situazioni di degrado ben più gravi di quella lagunare. E il Corriere decide di verificare, portando obiettivo e taccuino a Fontana di Trevi, uno dei luoghi più visitati (e spesso più vandalizzati) alle ore 16 di sabato.

Una passeggiata tra migliaia di turisti che si accalcano per gettare la tradizionale monetina nell’acqua. Un afflusso costante e disordinato di persone che, inevitabilmente, lascia a terra una scia di cartacce e mozziconi, coppette di gelato e lattine vuote. Se ne trovano un bel po’ ai lati della fontana, anche se la situazione appare nel complesso piuttosto ordinata. Anche per merito dell’addetto che, armato di ramazza verde fluorescente, alle 15.55 ha spazzato con cura tutta l’area davanti alla settecentesca fontana progettata da Niccolò Salvi.
A colpire l’attenzione, però, sono gli incoscienti che si arrampicano sui marmi antichi, approfittando degli scalini laterali sulla destra che portano praticamente dentro la rappresentazione barocca. Prima una coppietta che, incurante della norma antibivacco voluta dal sindaco Alemanno, si rifocilla con pane al prosciutto. E poi un’intera scolaresca – la «Mitica quinta» come è scritto sulle magliette arancioni – che trasforma le sponde della fontana in uno scivolo e si esercita in giochi di equilibrio rischiando di fare un tuffo alla Anita Ekberg. «Ragazzi, tutti giù subito!» intima urlando un vigile che per tutto il giorno ha gli occhi puntati sulla grande statua di Oceano scolpita da Pietro Bracci.

In tutto erano otto le divise che sabato pomeriggio vegliavano sulla piazza, anche per prevenire i classici ladri di monetine: due carabinieri in moto e sei vigili, quattro dei quali impegnati contro i venditori abusivi. Sulla piazza, infatti, si aggirano solo un paio di fotografi improvvisati che offrono ai turisti il tradizionale scatto davanti alla fontana. Per evitare i controlli, gli abusivi preferiscono le strade laterali: in via della Stamperia, per esempio, sono accalcati tra le macchine posteggiate e i cestini stracarichi di immondizia. Nessuna divisa, però, sembra notare il gruppo di operai al lavoro su piazza di Trevi. Davanti al palazzo che ospitò il presidente Pertini, infatti, si è rotta una condotta d’acqua. La perdita deve aver coinvolto anche il vicino negozio di scarpe da cui, a intervalli regolari, esce fuori un uomo con un secchio in mano. L’acqua sporca finisce nei tombini e sui sanpietrini, creando pozzanghere puzzolenti proprio sotto i piedi dei turisti.

°°° Che dire? Questo regimetto di merda sta sfasciando completamente tutto il nostro Bel Paese. Ormai siamo il fanalino di coda del mondo. In tutti i settori… E gli stessi razzisti che Sgovernano sono quelli che odiano gli immigrati: molto più colti e civili di loro!

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Carlotta De Leo

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BRUTTA ABITUDINE

Incarichi d’oro in Comune, il gip ordina

“Nuove indagini sul sindaco Moratti”
L’inchiesta riguarda irregolarità nell’affidamento
di alcune consulenze e coinvolge altre quattro persone oltre al primo
cittadino. Il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione ma il
giudice delle indagini preliminari decide che la vicenda va approfondita..
.

°°° Questa signora consentiva clamorosi furti miliardari alla Rai, altrettanto al ministero, e continua sulla sua strada malavitosa. Manco le donne si salvano a destra.morat

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Era migliore la gag di Totò

Le reazioni nella capitale dopo la denuncia di “Repubblica”. Il Ministero: decenni di incuria
La Sovrintendenza: “Con 10 milioni l’anno potremmo mettere tutto a posto. Ma non ci sono
Colosseo, governo e sovrintendente
“Pochi fondi, burocrazia. Sos vero”
di MARIA NOVELLA DE LUCA

Colosseo, governo e sovrintendente “Pochi fondi, burocrazia. Sos vero”
ROMA – Sos Colosseo. Incuria, file interminabili ai metal detector, supporti didattici inesistenti, scavi, transenne, visitatori che vagano smarriti tra le rovine del monumento più famoso dell’antichità, inseguiti da finti gladiatori e imbonitori di ogni tipo. Dopo l’allarme lanciato da “Repubblica” sullo stato di degrado dell’Anfiteatro Flavio, visitato ogni anno da 5 milioni e 700mila visitatori che pagano 12 euro a biglietto, oggi si mobilita il mondo dell’arte.

A cominciare da Mario Resca, il supermanager per le politiche museali nominato di recente dal ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi. Resca dice di condividere “il quadro desolante descritto da Repubblica, frutto di decenni di incuria e di incomprensioni tra le varie istituzioni da cui dipende la tutela e la valorizzazione del simbolo di Roma”. Mario Resca sottolinea la necessità di migliorare “la parte dei servizi aggiuntivi”, ma fa notare che la crescita dei visitatori, “che hanno raggiunto la soglia di 6 milioni di persone all’anno, fa ben sperare per il futuro”. “Diventa quindi imprescindibile per la valorizzazione del nostro turismo culturale – prosegue il consigliere del ministro per le politiche museali – una strategia più decisa a favore di quei turisti che visitano i nostri siti archeologici, i nostri musei e le nostre biblioteche”. E tra le necessità, Resca indica una riforma fiscale “che incentivi i contributi dei privati alla cultura”.
col
Replica all’inchiesta di Repubblica anche il soprintendente archeologico di Roma Angelo Bottini, che pur riconoscendo i disagi legati alla fruizione del monumento, e la presenza di alcune aree di degrado, afferma che i problemi sono dovuti in parte alla (endemica) carenza di fondi e in parte a difficoltà gestionali. “Certo, con dieci milioni di euro l’anno potremmo mettere a posto l’intero sistema Colosseo-Palatino-Fori imperiali”, dice Bottini, specificando che un aiuto potrà comunque arrivare con l’apporto di Guido Bertolaso, appena nominato commissario straordinario dell’area archeologica per Roma e Ostia, incarico che dovrebbe essere “accompagnato” dallo stanziamento fondi speciali.

Bottini ricorda che i metal detector che allungano le file di accesso al Colosseo, sono stati imposti da una direttiva del prefetto subito dopo gli attentati di Londra, nel 2006. “Costano oltre mezzo milione di euro l’anno – fa notare – e sono tutti soldi pagati dalla soprintendenza”. Quanto ai 12 euro del biglietto, si difende il soprintendente, “sono meno di quello che costano i musei vaticani e permettono la visita all’intero enorme complesso archeologico”.

Qualche segno di miglioramento dovrebbe comunque arrivare a breve. Già con la mostra sul Bimillenario dei Flavi che si aprirà il 26 marzo prossimo all’interno del Colosseo, saranno installati i primi pannelli esplicativi e nuovi servizi igienici. Bottini anticipa anche che con la stazione della nuova metro C, un grande spazio dovrebbe essere assegnato proprio a bagni, biglietterie, punti di informazione, bookshop.

Infine il degrado della piazza antistante il Colosseo. Il soprintendente ricorda che la gestione in questo caso è del comune di Roma e che il problema da affrontare è molto complesso. “Noi abbiamo già chiesto al ministero di intervenire per farci assegnare la gestione della piazza”. Ma il tema è annoso e difficile: basti pensare che da sempre le associazioni ambientaliste chiedono che il traffico intorno al Colosseo venga deviato o eliminato del tutto: le vibrazioni di auto e bus infatti creano continui “microtraumi” all’Anfiteatro, che è in più parti puntellato. Un appello però fino ad ora inascoltato.

°°° Questi, lo sappiamo da sempre, sono degli incapaci totali. Con tutti i miliardi che hanno scialacquato in cazzate e mazzette, non riescono a trovare i pochi soldi per le COSE ESSENZIALI! Siamo alle solite minchiate di mafiolo e tvemonti: nucleare,ponte delirante sullo stretto,vendiamo le spiagge sarde, cementifichiamo anche il buco del culo del mulo… mala tempora,amici miei.

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