Bossi. Dopo le sue minchiate deliranti e inutili, spreca i NOSTRI soldi anche a Bergamo.

Bergamo, Lega inaugura Scuola magistratura. Mezzo milione di affitto a vuoto in due anni

Il vicepresidente del Csm Vietti precisa: “Il progetto è ancora in via di definizione”. La struttura, voluta nel 2006 dall’allora ministro della Giustizia leghista Castelli e approvata da Alfano nel 2008, non è mai partita. Bossi: “Finalmente. Mi sento più sicuro se mi giudica un pm che parla il mio dialetto”

“Io mi sento più sicuro se vado a farmi giudicare da un magistrato che capisce il mio dialetto”. Da oggi, quindi, chi in Lombardia dovrà affrontare un procedimento giudiziario può stare più sereno. Parola di Umberto Bossi. Purché si accontenti della versione bergamasca, perché nella provincia lombarda è stata inaugurata la Scuola superiore della magistratura. “Finalmente e meno male”, aggiunge il Senatur. Nessuno deve averlo avvertito della travagliata vicenda della scuola. Voluta più di due anni fa proprio da un altro leghista, l’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, e mai partita. Uno spreco di quasi mezzo milione di euro di affitto a vuoto.

Ma ora, con l’inaugurazione di oggi alla presenza del leader del Carroccio, del ministro della Giustizia Angelino Alfano e di quello della Semplificazione normativa Roberto Calderoli, la situazione dovrebbe essere risolta. E invece no. “Mi auguro che

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Le minchiate abissali del mafionano.

1) Su Napoli e l’elezione di De Magistris non ha dubbi: «A Napoli ha votato la metà degli aventi diritto. il nuovo sindaco è stato eletto con il voto di appena 33 elettori su 100”

°°° Lui tre anni fa fu votato dal 12% degli italiani… dunque?

2) I fischi
Contro i cittadini che l’hanno fischiato ieri, durante le celebrazioni del 2 giugno. “Ieri sono stato applaudito tutto il giorno – ha raccontato – ma all’inizio della giornata c’era il solito squadrone di venti ragazzi organizzati dalla sinistra che quando sono arrivato all’Altare della patria ha inscenato una dimostrazione contro di me e i giornali hanno potuto scrivere ‘Berlusconi fischiatò’”

°°° Applaudito tutto il giorno da chi?! SI è VISTO  DOMENICA E LUNEDIì QUANTO TI AMANO gli italiani. BUFFONE SCHIFOSO!

berlusconi-clown


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Libia:«L’Italia farà il necessario»°°° Si comincia dalle escort o dalla cocaina?

Il necessario, secondo il governo è:

a) negare tutto, sempre e comunque

b) scatenare ghedini e tutti i servi legulei

c) strigliare al fano e la russa. Se riescono  a scendere dal lampadario

d) chiamare la minetti per approntare le trie: questa volta vestite da crocerossine

e) chiamare Spinaus e digli di bloccare immediatamente gli assegni

f) chiamare putin, greggio, smaila, ecc. e far arrivare scorte di polverina bianca

g) chiamare fede per impedirgli di sparare altre cazzate

h) chiamare  ferrara e stoppare le sue cazzate

i) chiamare minchiolini e arginare le sue stronzate

l) chiamare mentopietro, wurdalak sallusti e tutto il gregge dei servi e tenere una lezione di nuovo catechismo: da oggi si cambia. Da questo momento si dice solo la verità:

1) giuro sulla testa dei miei figli e anche su quella dei figli degli altri

2) sono un grande imprenditore e un grandissimo imperat… ehm,  imprenditore, il miglior presidente del consiglio degli ultimi seimila anni, com’è vero che mi chiamo… ehm… che mi chiamo… BONDI! Come cazzo mi chiamo?! Ma guarda questo stronzo, quando serve non c’è mai.

3) non ho mai pagato una donna in tutta la mia vita (Spinelli, nascondi le ricevute dei bonifici)

4) sono legittimamente impedito e non posso andare dai miei giudici. Mai. Me l’ha impedito il miglior presidente del consiglio di Supergulp.

Varie ed eventuali.

b-piduista

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Salute e grano! Il solito valzer di minchiate contro i PM del cav.Mafiolo e dei suoi servi.

Berlusconi e la fuga dal processo
per illudere l’opinione pubblica

Così il Cavaliere vule sfuggire alle sue responsabilità. Il premier non propone narrazioni plausibili, all’attendibilità documentata preferisce il nonsense

di GIUSEPPE D’AVANZO

Berlusconi e la fuga dal processo per illudere l'opinione pubblica Karima el Marhoug

CI SONO i fatti e gli aspetti giuridici della controversia e poi, se in stato d’accusa è il capo del governo, è normale che ci siano la contesa politica, il discorso pubblico e il conflitto istituzionale. Ora per mettere un po’ di ordine all’affaire e capirci qualcosa, senza essere inghiottiti dal maelstrom di fili che si ingarbugliano nel “caso Ruby”, è utile separare i fatti dal diritto, il diritto dalla politica e la politica da un immaginato e molto presunto Zeitgeist, lo “spirito del tempo”. I fatti si fa presto a riordinarli. La notte del 27 maggio 2010, Karima El Mahroug (Ruby), una minorenne marocchina, fuggita da una comunità di accoglienza, senza famiglia, senza fissa dimora, senza una fonte di reddito, è accusata di furto e accompagnata in questura. In quegli uffici a notte fonda giunge la voce del presidente del Consiglio che chiede al capo di gabinetto di lasciarla andare – e presto – perché la fanciulla è la “nipote di Mubarak”. Si presenterà lì da voi, dice Silvio Berlusconi, una mia “incaricata” (Nicole Minetti) cui potrà essere affidata. Così avviene. Qualche ora dopo, indebitamente e contro le indicazioni del pubblico ministero dei minori, Ruby sarà consegnata alla Minetti che l’abbandonerà sul marciapiede di via Fatebenefratelli in compagnia di una prostituta brasiliana (Michelle). Di quel che accade la notte del 27 maggio non si sarebbe saputo nulla se, più o meno una settimana dopo (5 giugno), Ruby e Michelle

non se le dessero di santa ragione tra strepiti e minacce. Arriva la polizia. Tutte ancora dinanzi ai poliziotti, dopo l’intervento dei medici.

È a quel punto che Ruby comincia a raccontare momenti e condizioni che configurano una notizia di reato. È stupefacente come ancora oggi ci siano uomini assennati, come Ernesto Galli della Loggia, che si chiedano, sospettosi, “qual era la notitia criminis che prima della famosa notte in questura ha indotto a mettere sotto controllo la villa di Arcore” (Corriere della sera). “Prima della famosa notte in questura” non c’è stato alcun controllo né ad Arcore né altrove. I controlli sono cominciati soltanto dopo che il racconto della minorenne ha ottenuto qualche riscontro accettabile. Ruby parla della “squadra” di Lele Mora (il suo agente); delle iniziative di Emilio Fede (il talent scout che la scopre a un concorso di bellezza, sedicenne); del “lavoro” della Minetti (maitresse); delle sue visite a Villa San Martino dove ha assistito unica vestita  –  “solo io lo ero”, dice  –  alle cerimonie orgiastiche organizzate da e per Silvio Berlusconi.

Sono notizie di reato. C’è un’organizzazione (Mora, Fede, Minetti) che ingaggia prostitute e le offre al capo del governo e fin qui per l'”Utilizzatore” non c’è reato (anche se molto c’è da osservare sul decoro, la disciplina, l’affidabilità, la sicurezza dell’uomo che ci governa). Se però tra le prostitute c’è anche una minorenne, il reato c’è ed è anche molto grave soprattutto quando, per occultarlo, il presidente del Consiglio abusa del suo potere e induce i funzionari della Questura a lasciar andare libera quella ragazza che avrebbe potuto demolirlo con i suoi ricordi. Il pubblico ministero di Milano ritiene di aver raccolto prove così “evidenti” da rendere superflua l’udienza preliminare e necessario un giudizio immediato (lo chiede ora al giudice). L’accusa deve dimostrare che Silvio Berlusconi abusa della sua qualità di presidente del Consiglio per ottenere la liberazione di Ruby (è concussione). Ci riesce in modo documentale. L’intervento del capo del governo produce un’agitazione indiavolata nei funzionari di polizia (ecco il numero ossessivo di telefonate, 24); decisioni oblique (ecco che cosa ha ordinato il pubblico ministero dei minori, inascoltato e contraddetto); comportamenti indebiti (ecco comprovato come i genitori di Ruby  –  hanno la patria potestà  –  furono ascoltati soltanto due ore dopo l’affidamento della minore alla Minetti). Dimostrata la concussione (il reato più grave), il pubblico ministero deve documentare che Berlusconi è stato costretto a intervenire per nascondere alla magistratura e all’attenzione pubblica “il puttanaio” (è la formula scelta da una testimone) che s’organizza in casa a volte anche con Ruby, la minorenne.

Quindi, è vero che Ruby conosce Berlusconi? Sì, dal 14 febbraio al 2 maggio 2010, si contano 67 contatti telefonici tra Ruby e il presidente. Una telefonata al giorno, quasi. È vero che Ruby è stata ad Arcore? Sì, dal 14 febbraio al 2 maggio 2010 Silvio Berlusconi e la teenager si vedono tredici volte. La minorenne dorme sotto il tetto di Villa San Martino con una frequenza di una volta ogni sei giorni in quel periodo È una prova più che solida della loro frequentazione. Ora bisogna chiedersi che cosa faceva la ragazza per vivere, che cosa ha fatto ad Arcore e dimostrare che le serate dal presidente sono licenziose. Quattro testimoni confermano il primo racconto di Ruby: vedono le stesse scene nel sotterraneo del “bunga bunga”: è una routine. Decine di documenti acustici (le telefonate) lo convalidano. Per configurare il reato (sfruttamento della prostituzione minorile) bisogna però dare la prova che tra il capo del governo e Ruby ci sia stato o del sesso o qualcosa che gli somigli (anche un “palpeggiamento”, per i minori, è “atto sessuale”).

Le fonti di prova non mancano. Ruby è vissuta di prostituzione prima di conoscere Berlusconi e di prostituzione è vissuta dopo, come molte giovani donne  –  qualcun’altra ancora minorenne  –  regolarmente invitate alle “serate del presidente”. È una prova logica che Ruby ad Arcore si sia prostituita o sia stata “palpeggiata” (tutte lo sono) e per questo sia stata prima ricompensata con ricchezza, poi ancora premiata con la promessa di cinque milioni di euro per tenere la bocca chiusa sui rapporti con il presidente. Un processo non è altro che una storia. O meglio una comparazione di storie. Si combinano notizie sparse, fatti frammentati, segmenti di eventi. Se ne fa una narrazione. In competizione con un’altra raccontata in modo diverso, da un diverso punto di vista, con scopi diversi (dall’accusa, dalla difesa, dai testimoni), chiede di essere privilegiata da un giudice nel processo rispetto alle altre perché più coerente, più documentata, più dotata di senso.

Ora è stravagante (in apparenza) che Silvio Berlusconi non proponga alcuna narrazione plausibile. Preferisce all’attendibilità documentata, il nonsense. Naturalmente parla dell’affaire. Anzi ne straparla con asfissiante logorrea in quei suoi flussi verbali d’impudenza monstre. È vero che la “storia” narrata dalla difesa può legittimamente essere parziale, partigiana, addirittura manipolata e fuorviante, ma anche per la difesa vale la regola che chi afferma che un fatto è vero ha l’onere di dimostrare la verità della sua affermazione. Appena l’altro giorno (4 febbraio), ricevendo a cena i deputati del Gruppo dei Responsabili, Berlusconi ha detto di non aver “mai avuto colloqui diretti con questa Ruby, è solo una ragazza che mi è stata segnalata, nulla di più”. Cancellate le prove evidenti del contrario (i contatti telefonici, i soggiorni in villa, le sue stesse ammissioni). Il premier ripete di non aver mai saputo che Ruby fosse minorenne. Ora lasciando cadere le testimonianze che lo contraddicono, perché allora il capo del governo chiede al capo di gabinetto di “affidare” Ruby alla Minetti (si “affidano” i minori, non i maggiorenni)? Perché ostinarsi a ripetere “non ho mai pagato una donna”, quando i documenti bancari, le agende delle ragazze, le loro conversazioni dimostrano il contrario: sempre egli paga le donne che ospita e con cui fa sesso? Perché continuare a ripetere che davvero credeva Ruby “nipote di Mubarak”?

Appare chiaro che Berlusconi non ha alcuna intenzione di dimostrare in un processo al giudice la sua innocenza. Il premier sa bene che le testimonianze raccolte per le indagini difensive tra le ragazze che mantiene, i dipendenti che retribuisce e ministri che accoglie nel governo (Frattini, Galan, Bonaiuti)  –  tutti testimoni party-oriented  –  pesano sulla bilancia della giustizia come un fiocco di polvere. Non può ignorare che alcune iniziative possono essere smascherate in un batter di ciglia (dice d’essere in grado di dimostrare che Ruby era maggiorenne quando l’ha incontrata e a Milano corre voce che presto apparirà un passaporto taroccato). Racconta questa storia: sono ricco e generoso, per rilassarmi organizzo di tanto in tanto qualche festa con ragazze che hanno bisogno di aiuti che io non nego e senza chiedere nulla in cambio come è accaduto anche con la “nipote di Mubarak” che non ho toccato neanche con un dito anche perché non l’ho mai incontrata. È fumo negli occhi. È illusionismo. È imbroglio. Berlusconi ha rinunciato già al processo (aveva promesso che lo avrebbe affrontato a viso aperto). I fatti sono per lui inaffrontabili e vuole giocare la partita fuori del processo.

Vediamo come. Egli confida di persuadere l’opinione pubblica con omissioni, favole e qualche trucco sublunare. È la manovra che gli consente di creare un ambiente favorevole a un colpo di mano “politico” che sottragga il processo ai giudici di Milano. E, se non il processo, almeno le fonti di prova: pensa a un decreto d’urgenza per correggere l’uso delle intercettazioni, anche degli “ascolti” che lo mettono nei guai. Non si può dire che sia un tableau à sensation. Lo si è già visto. Berlusconi chiede che sia il potere politico che ha  –  e quindi il governo che presiede; la maggioranza parlamentare che ha nominato o comprato  –  a togliergli le castagne dal fuoco. Pretende che il pubblico ministero di Milano sia dichiarato incompetente (dottrina e giurisprudenza lo negano) per volontà e decisione politica. Invoca il giudizio del Tribunale dei ministri (“sono anche loro togati, no?”, dice). Non spiega che, per giudicare, quel Tribunale deve essere autorizzato dal Parlamento: un consenso che sarà sempre negato. La storia, la narrazione dietro cui nascondere le sue responsabilità deve tenersi lontana dai fatti. Lontano dai fatti, il premier può lasciarsi proteggere da un bislacco “avvocato” e da un inatteso “testimone”. Il difensore che Silvio Berlusconi si è scelto è il Parlamento che controlla e corrompe.

Lo ha già mosso contro la procura di Milano (nei giorni dell’autorizzazione negata alla perquisizione dell’ufficio del ragiunatt che paga le zambraccole). Ancora lo muoverà facendogli presto sollevare un conflitto di attribuzione e uno scontro totale contro la magistratura e forse contro il capo dello Stato (che già chiede: dov’è l’urgenza per il decreto intercettazioni?). Il testimone chiamato a scagionarlo non è tra gli attori dell’affare penale. È un’opinione pubblica affidata ai tecnici della contraffazione. La litania che salmodiano, questa volta, non ripete troppo la favola della “persecuzione giudiziaria”. È una tiritera quasi privata, intimista, intimidatoria. Fa leva sulla mancanza di fiducia in se stessi degli italiani, in una mancanza di orgoglio e di amor proprio del Paese. L’argomento, ripetuto come una filastrocca, è questo: “Chi sono io, chi sei tu per giudicare? Siamo tutti uguali, siamo tutti inclini a fare il male e quanti cercano o fanno finta di essere onesti sono solo dei santi o degli ipocriti, ma in entrambi i casi che ci lascino in pace”. Queste domande dovrebbero custodire lo spirito del tempo. È nota la fallacia del concetto di colpa collettiva, di chi sostiene che, se giudicati, tutti risulteremmo colpevoli: fai prevalere il concetto di colpa collettiva e non resterà più nessuno da chiamare per nome. È quel che pretende il Re denudato.

Per fortuna – ci ha spiegato Hannah Arendt (Responsabilità e giudizio) – esiste ancora nella nostra società un’istituzione dove è impossibile sfuggire alle proprie responsabilità, dove ogni giustificazione di carattere astratto e generico – dallo Zeitgeist, alla sessualità, al narcisismo  – crolla. In un’aula di tribunale non vengono giudicati tendenze, culture, antropologie, ma persone in carne e ossa che hanno commesso atti perfettamente umani, ma violando le leggi che riteniamo essenziali per l’integrità del nostro vivere comune (c’è qualcosa di più sacro del corpo dei minori?). I problemi giuridici e morali, è vero, non sono la stessa cosa, ma possiedono comunque una certa affinità, perché “entrambi presuppongono la facoltà del giudizio”.

È giustappunto un giudizio, il giudizio che Berlusconi non può permettersi né accordare ad alcuno. È un possibile giudizio che gli italiani dovrebbero consentirsi perché non è vero che nessuno può essere responsabile o possa rispondere degli atti che ha commesso, dei comportamenti che ha tenuto. La possibilità di giudicare appare, nel tempo che ci separa dall’inizio di questo processo, lo “scandalo” che deciderà dei nostri giorni futuri.

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Le minchiate di berlusconi

Il premier ne spara un’altra delle sue.

Durante il pranzo con gli europarlamentari Berlusconi ha detto che «c’e’ un accordo tra Gianfranco Fini e Anm in base al quale il presidente della Camera non farà niente contro i magistrati ed in cambio Fini e i suoi uomini saranno protetti». «Casini? Ha il 6% perché piace alle signore».

°°° Da ritardato mentale qual è, ammette spudoratamente di fare parecchio CONTRO i magistrati e di conseguenza CONTRO LA GIUSTIZIA. Napolitano dorme, ma noi no. CACCIAMOLI VIA!!!

b.manette

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Perché ancora molti italiani si bevono tutte le minchiate da dodicenne di berlusconi?

Vediamo le ultime stronzate che Silvio Berlusconi ha fornito all’opinione pubblica sul “caso Ruby”:

a) Non è vero niente, i giornali scrivono un mucchio di fregnacce;

b) Ruby non era una escort, ma una povera ragazza in difficoltà che lui voleva salvare dandola in affidamento a quella santa della Minetti;(Ma la voleva salvare da chi? da cosa? Se Ruby batteva già da un paio d’anni! E… pretendeva di salvarla portandola nel postribolo notturno di casa sua, dove era pieno di zoccole  tutte nude a fare il BUNGA BUNGA  coi falli di plastica?!!!)

 c) Lui lavora 35 ore al giorno e la sera ha diritto a un po’ di “svago”, se vi sta bene, bene, sennò chi se ne fotte! E comunque meglio essere dei vecchi, laidi, bauscia coatti e  sedicenti puttanieri che  froci;

d) Ma è tutta una macchinazione della mafia. Le zoccolette sono comandate da cosa Cosa Nostra per metterlo in difficoltà. Lui è un uomo molto buono e caritatevole (meno male che non dice anche ONESTO…), sono i giornali comunisti che lo disegnano basso-vecchio-cadente-cocainomane-schifoso-viscido-tutto massacrato da 8 lifting-scorreggione-rancoroso-arrogante-ignorante-impotente-utilizzatore finale (solo a chiacchiere) ecc.

Insomma, amici, davvero siamo al delirio totale. La tragedia è che ci sono ancora dei moribondi addirittura più ignoranti di lui che gli credono… ancora! Sono pochi e sempre di meno, d’accordo, ma queste persone PER LEGGE, in quanto non in facoltà di intendere e di volere, NON DOVREBBERO VOTARE! O no?

LA NIPOTE DI BARAK, DEL PAPA, DI OBAMA, ECC.  MENTRE PRENDE LA COMUNIONE A SEDICI ANNI.

ruby.maria goretti

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Ruby, Berlusconi (giuro sulla testa dei figli di mia moglie): ecco il testo della telefonata a Ostuni

Ruby, Berlusconi: ecco il testo della telefonata a Ostuni
Sabato 30.10.2010 11:56

Ruby-Marina
marina_B1

LA TELEFONATA DI BERLUSCONI… – “Dottore (il capo di gabinetto Pietro Ostuni, ndr) volevo confermare che conosciamo questa ragazza, ma soprattutto spiegarle che ci è stata segnalata come parente del presidente egiziano Mubarak e dunque sarebbe opportuno evitare che sia trasferita in una struttura di accoglienza. Credo sarebbe meglio affidarla a una persona di fiducia e per questo volevo informarla che entro breve arriverà da voi il consigliere regionale Nicole Minetti che se ne occuperà volentieri”. Il testo della telefonata, così come è stato ricostruito dallo stesso funzionario Pietro Ostuni, è agli atti dell’inchiesta della magistratura

BERLUSCONI, “NESSUNA PRESSIONE SULLA QUESTURA” – “C’è solo stata una telefonata per trovare qualcuno che potesse rendersi disponibile all’affidamento per

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La realtà? Come sempre il contrario delle minchiate deliranti del mafionano. I tempi in tv

Tv, la destra dilaga tra tg e talk show

Cota batte tutti nel salotto di VespaI dati Osservatorio di Pavia-Vigilanza e Isimm-Agcom. Solo a Berlusconi più del 10% del tempo totale in Rai. A Unomattina record di presenze al portavoce del premier. Di Pietro “preferito” al Pd

ROMA – La televisione si conferma sconfinato terreno di conquista per i politici. Del centrodestra. Che si guardi un tg o un programma di approfondimento, ecco che spuntano loro, parlamentari e ministri della maggioranza. O meglio, di Pdl e Lega. Per i finiani, pur sempre terza forza della maggioranza ma da mesi in rotta con Berlusconi, le cose non vanno così bene. Un esempio lo offre Porta a Porta: nel 2010 ha invitato prevalentemente ospiti del Pdl e del Carroccio (Cota e La Russa i più gettonati). E se in generale Berlusconi resta il politico più rappresentato della tv italiana, per trovare esponenti dell’opposizione bisogna invece andare in fondo al ranking delle “ospitate”. Scoprendo poi che il partito di centrosinistra mediaticamente più rappresentato, in molti casi, è l’Italia dei valori: formazione con posizioni più estreme e meno voti rispetto al Pd. Come se alcuni anchorman volessero scegliere il genere di opposizione da portare in video.
Per capire il (segue)
http://www.repubblica.it/politica/2010/10/24/news/tv_la_destra_dilaga_tra_tg_e_talk_show_cota_batte_tutti_nel_salotto_di_vespa-8379458/?ref=HREC1-12

b.massoneria

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Rubano le elezioni su pattume e sicurezza e non siamo mai stati più insicuri e pieni di monnezza di oggi.

Vi ricordate, amici? Berlusconi e le mafie, dopo due anni di propaganda TOTALE  falsa e negativa, riuscì a far fuori il miglior governo del dopoguerra: facendo riempire Napoli di immondezza dai soci della camorra  e delirando di una crescente insicurezza da parte dei cittadini per un, UNO, singolo episodio di violenza a Roma. Ok. Vogliamo vedere come ha risolto i “problemi” inventati questa destra marcia?

*Ogni giorno ci sono almeno un paio di morti sul lavoro

* Ogni giorno ci sono tre o più episodi di violenza inaudita in tutte le parti d’Italia

* Ogni giorno aumentano i delitti e i morti sulle strade

* Ogni giorno cresce l’emergenza immondezza a Napoli, Palermo, Catania, ecc.

* Ogni giorno aumentano i disoccupati

* Ogni giorno chiudono decine di aziende

* Ogni giorno aumentano la spesa pubblica e il debito pubblico

* Ogni giorno aumentano i cassintegrati e i carcerati (quasi tutti poveri diavoli in gran parte innocenti ed extracomunitari)

* Ogni giorno raddoppiano le file del ceto medio davanti alle caritas e ad altre associazioni umanitarie

*Ogni giorno perdiamo un po’ di libertà e troppa credibilità internazionale

* Ogni giorno raddoppiano i reati di corruzione e concussione tra i colletti bianchi della destra

INSOMMA… devo andare avanti? Vogliamo parlare dei poliziotti di quartiere che abbiamo visto solo negli spot televisivi per mesi o delle ridicole ronde padane? Parliamoci seriamente, amici,  se conoscete qualcuno di destra, magari brave persone – ma totalmente ignoranti – provate a chiedere loro queste cose e chiedete: “Ma stai meglio oggi, in questa italietta di merda, o stavi meglio quando c’era Prodi? Se non sono in malafede, la differenza è abissale e se ne DEVONO rendere conto anche loro. Se vi rispondono: “E’ colpa della crisi mondiale”, MANDATELI SERENAMENTE AFFANCULO: sono irrecuperabili.

LE MINCHIATE DI BERLUSCONI E COME CI VEDE IL MONDO (vignetta Usa)

B-italy

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