Parla Imane: “Vi svelo il ‘sistema Minetti’ e i ricatti del bunga bunga”

Parla Imane: “Vi svelo il ‘sistema Minetti’ e i ricatti del bunga bunga”

Anche la modella marocchina ha partecipato alle feste del premier. “Era Emilio Fede a portarmi ad Arcore e Nicole organizzava gli spogliarelli”. B? “Mentalmente appannato. Certe volte si assopiva e le ragazze dovevano fare ancora di più”

Sarà la teste più pericolosa del processo che si aprirà il 21 novembre a carico di Nicole Minetti, Lele Mora ed Emilio Fede, accusati di essere i fornitori delle ragazze del bunga-bunga. È Imane Fadil, ha 27 anni, è nata a Fez, in Marocco, ma è cresciuta a Torino e da qualche anno vive a Milano. Fa la modella. Ha frequentato le feste di Arcore. Ha visto con i suoi occhi che cosa succedeva durante e dopo le “cene eleganti”. In agosto ha deciso di rompere il fronte e raccontare la sua verità ai magistrati di Milano. “Voglio spiegare al Fatto il perché, poi starò in silenzio fino alla fine del processo”.

Un caffè con il padrone tv
Sbotta: “Non ce la faccio più a passare per quella che si è venduta ad Arcore. Non m’interessano i soldi, m’interessa la mia dignità. Ho partecipato a qualche serata a casa del presidente, ma io non ho mai fatto niente di sconveniente. Finita in

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Figuroni internazionali della merda di verme burlesquoni

L’Italia di Berlusconi secondo il NyT
“L’agonia e il bunga-bunga”

The agony and the bunga-bunga: “L’agonia e il bunga-bunga”. Con questo titolo, ispirato dal libro del 1961 di Irving Stone The agony and the ecstasy il New York Times dedica un ampio editoriale alla situazione economica dell’Italia e agli scandali sessuali che hanno coinvolto il suo “libidinoso imperatore – sorry, primo ministro -” Silvio Berlusconi, che fra “due settimane” compirà gli anni.

“Settembre è stato il mese più incerto per l’Italia”, con il Parlamento impegnato nell’approvazione del “pacchetto di austerità” e le possibili reazioni dell’Europa alla manovra, scrive il Nyt nella sezione del suo sito web ‘Op-Ed Columnist’.

“Ma c’è dell’altro. Quale tipo di celebrazioni sta orchestrando il premier Berlusconi per il suo 75esimo compleanno? Quest’uomo non ha mai avuto timore di saziare se stesso”, osserva ancora l’editoriale evocando le vicende giudiziarie del premier: “Come sappiamo dai processi in cui è coinvolto per aver pagato per fare sesso con una minore, lui riunisce regolarmente degli autentici harem di giovani donne per dei baccanali con un dress-code che si potrebbe definire bizzarro. Li chiama ‘Bunga bunga party’, termine che non ha e non necessita di una traduzione precisa”.

E gli americani “hanno ricavato un gran divertimento da tutto questo, perché è terrificante ma anche rassicurante. La nostra follia politica impallidisce di fronte a questa opera buffa a luci rosse”, scrive il Nyt che però lancia un avvertimento. “Non dovremmo solo restare a bocca aperta e ridere. Il cammino dell’Italia dalla gloria al ridicolo, spianato dalle distrazioni legali e carnali del premier, minaccia la stabilità finanziaria dell’Europa e non beneficia a nessuno. E oltre a ciò, l’Italia presenta una storia ammonitrice per molte democrazie occidentali privilegiate che si sono fatte cullare dal comfort nella compiacenza di sè”, è la conclusione del quotidiano newyorkese.

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Bunga bunga, la cloaca dei complici delle “cene eleganti”,

Le conversazioni dell’ottobre 2010, prima che l’indagine fosse di dominio pubblico

L’avvocato a Ruby: «Non ne esci male
Problematica la posizione di zio Silvio»

Luca Giuliante alla sua ex assistita: bisogna informare il presidente

Le conversazioni dell’ottobre 2010, prima che l’indagine fosse di dominio pubblico

L’avvocato a Ruby: «Non ne esci male
Problematica la posizione di zio Silvio»

Luca Giuliante alla sua ex assistita: bisogna informare il presidente

L'avvocato Luca Giuliante (foto Salmoirago)
L’avvocato Luca Giuliante (foto Salmoirago)

MILANO – «Tu, Ruby, secondo me non ne esci male, è più problematica la posizione dello zio Silvio, col quale io spero di poter parlare al più presto per fare un attimino il punto della situazione (…). Per forza, bisogna informarlo (…) quello che è confluito nei verbali ci mette in difficoltà, ma non ci mette in pericolo. E poi, parliamoci chiaro, lui è un uomo adulto e se le sceglie queste cose».
Sette di sera del 7 ottobre 2010, 19 giorni prima che il Fatto sveli l’esistenza di una inchiesta in corso sui rapporti tra il premier e la minorenne marocchina. Inchiesta invece ovviamente nota a Ruby, che i pm avevano interrogato 5 volte fino al 3 agosto, e al suo avvocato Luca Giuliante, tra le altre cose già tesoriere del Pdl milanese, consigliere dell’università Bocconi, avvocato di Fiorani e di Lele Mora, ex consigliere provinciale nella giunta di Ombretta Colli. Ed è Giuliante a spiegare a Ruby di aver «lanciato un fumogeno» al premier, «chiaramente non potendolo raggiungere direttamente e potendolo fare solamente attraverso un’interposizione: quando mi convocherà, io gli esporrò quello che sta accadendo in modo tale che poi ci diamo tutti quanti una regola su come muoverci (…). Se siamo su una barca e c’è il mare mosso, per superarlo non bisogna buttare nessuno a mare (…). Sarò, come dire, il tuo capitano Nemo».
Già l’intercettazione tra Berlusconi e Nicole Minetti dell’1 agosto 2010, pubblicata dal Corriere della Sera, mostrava che nel bel mezzo degli interrogatori di Ruby, e 48 ore prima dell’ultimo e più delicato, l’avvocato era andato in Regione Lombardia dalla Minetti ad avvisarla dell’esistenza di un’inchiesta del pm Forno su Ruby. Ma ora, sempre nei brogliacci depositati nel processo, si percepiscono i sussulti di ulteriori mobilitazioni. Come il 3 ottobre.

Giuliante: «Eh, però Ruby io te l’avevo detto dall’inizio che bisognava tenere bassa l’attenzione, è inevitabile ormai…».
Ruby: «È inevitabile perché una volta che (i pm, ndr) hanno l’evidenza non puoi negare davanti l’evidenza… c’avevano le foto con la Minetti, con la Carfagna, io non potevo negare niente (in realtà le foto non esistono, ndr). Poi le affermazioni della Michelle, della Pasquino, che tutte hanno parlato di me come papi-girl, capito? (…) Domani ti mando quella lì che l’abbiamo finita (una nota scritta che l’avvocato aveva sollecitato al fidanzato di Ruby, ndr) e tu parla con Lele, parla con lui direttamente, vede cosa potete fare. Perché veramente non so come uscirne».
Giuliante: «Va bene, cerco martedì di andare a parlare con il Presidente».
Nella tarda serata del 6 ottobre c’è, come qui già riportato settimane fa sulla base di alcuni sms del fidanzato di Ruby, il misterioso «interrogatorio» a Ruby fatto da non si sa chi (non dai pm, che avevano smesso di ascoltarla il 3 agosto), nel quale la ragazza avrebbe riferito a un «avvocato» e all’«emissario di lui» alcune «scene hard con il pr… con la persona». E adesso questa intercettazione del 7 ottobre, tra Ruby e l’avvocato, aggiunge un’altra tessera.
Giuliante: «Non so dirti quando, ma ci sarà un momento in cui questa storia, se non in tutto, in parte verrà fuori e quindi, inevitabilmente, ci troveremo a dover affrontare un mare molto mosso. Tu secondo me non ne esci male, è più problematica la posizione dello zio eh, lo zio col quale io spero di poter parlare al più presto per poter fare un attimino il punto della situazione perché…».
Ruby: «Con chi?».
Giuliante: «Con lo zio Silvio. Per forza, bisogna informarlo, Ruby, bisogna informarlo, almeno sapere che cosa succede, credo che anche lui si debba preparare a un certo punto, poi magari non succede, siamo tutti contenti, ma avere un contraccolpo mediatico da questa vicenda».
Ruby: «Ma s’incazzerà vero?».
Giuliante: «E sai Ruby, io non lo so, a me l’unica cosa che interessa è sapere che cosa è confluito nei verbali (…). Quello che è confluito nei verbali ci mette in difficoltà, ma non ci mette in pericolo, eh, quindi questo è un dato, e poi, parliamoci chiaro, lui è un uomo adulto… se le sceglie queste cose».

Luigi Ferrarella
Giuseppe Guastella
08 aprile 2011

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Altro figurone internazionale per il nostro Bunga bunga ridicolo

Berlusconi va a Helsinki, scatta la contestazione

Un momento della protesta di un gruppo di contestatori, ad Helsinki, che attendevano l’arrivo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al vertice dei leader del Partito Popolare Europeo nella capitale finlandese.

«Giù le mani dalla nipote di Babbo Natale» e «Qui il baciamano non funziona», quest’ultimo con un chiaro riferimento all’omaggio reso un anno fa dal Cavaliere a Muammar Gheddafi. Sono alcuni dei cartelloni in italiano esposti dai contestatori

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«Anche la sinistra è stata conquistata dalla mia visione della vita e oggi mi ha accolto al grido di bunga bunga… Vogliono farlo anche loro. Vogliono divertirsi e ballare». (Berlusconi)

CHE TI STIANO PIGLIANDO PER IL CULO, COME FANNO DA 20 ANNI IN TUTTO IL MONDO, NEMMENO TI SFIORA, EH? Ma continua a chiamare “sinistra” i socialdemocratici del PD, dimenticando volutamente che la sinistra non è in parlamento e che loro nessuno nel palazzo li chiama col loro nome: mafiosi fascisti.

B.pisellino

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Da Pietro Cambi: le zoccole romane del bunga bunga e il cocainomane La Russa.

Pietro Cambi avatar Il Blog è curato da Pietro Cambi. Geologo, Ingegnere ambientale, membro del comitato scientifico di Aspo Italia, Presidente di Eurozev, si occupa di sostenibilità

Immagine di anteprima per gen ciro menotti .jpg

Succede anche a noi Cassandre, ogni tanto di dedicarci un poco al gossip.

E magari di fare un piccolo (?) scoop.

Un articolo su un quotidiano di ieri raccontava di come a Roma esistesse un “equivalente” del famigerato residence dell’Olgettina a Milano 2 (immediatamente rinominato “Orgettina”) in cui, come è noto alloggiavano numerose ragazze ed un Consigliere Regionale, generosamente ospitate a spese del Premier, che ricambiavano con analoga generosità e dedizione.

Sul giornale riportavano l’indirizzo esatto dell’elegante Residence Romano, Via Ciro Menotti 24, mentre Dagospia addirittura insinuava che vi risiedesse anche un ministro della Repubblica e che la proprietà, tutto come dire si lega, fosse riferibile a Ligresti.

Non so cosa mi ha spinto  a dare una occhiata con Google View, forse la speranza di beccare qualcuna delle ragazze mentre usciva ed entrava… vabbè ma che probabilità ci poteva essere? Direte voi.

Poche, certo.

Ma quante potevano essere le probabilità di “beccare” qualcuno dall’aspetto MOLTO istituzionale, che somiglia MOLTO MOLTO MOLTO ad un noto ministro della Repubblica, noto per le sue intemperanze e per il curioso gusto nello scegliere i nomi degli eredi?

Giudicate voi dalle foto qui sotto, tratte da Google View, oppure date una occhiata da soli.

Immagine di anteprima per dettaglio min.jpg

Immagine di anteprima per colonnello carabinieri e mr x.jpg

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